Questo è un racconto che mi piace moltissimo perché in esso Faraci racchiude varie "anime", tutte sapientemente amalgamate: c'è il lato comico, l'umorismo, l'ironia tipica dello sceneggiatore che articola i dialoghi in modo frizzante e poi c'è un risvolto "serio" nella piega noir che viene presa dal racconto nel momento in cui, in maniera del tutto improvvisa e assolutamente non preventivata, i nostri (Gambadilegno in primis e poi Minni al fianco di Topolino) si recano al molo dov'è attraccata la Blue Star, senza sapere quali risvolti pericolosi saranno costretti ad affrontare.
Una storia semplicemente deliziosa, brillante, che presenta una narrazione dei rapporti tra le personalità di Topolino e Gambadilegno prima e, a seguire, di Minni con il fidanzato che ho trovato davvero gustosi, dinamici e simpatici perché ricchi di verve nel tentativo, da una parte di non "perdere la faccia" e la propria credibilità agli occhi della propria ragazza e, dall'altra, di squadrare il più possibile il Topo dalle grandi orecchie per carpire cos'è quella sensazione sempre più palese del suo arrampicarsi sugli specchi, nascondendo qualcosa che non vuole assolutamente rivelare.
Il finale costituisce poi una perfetta chiusura del cerchio di tutto quanto era stato anche solo abbozzato e visto appena di scorcio nel plot imbastito da Faraci, dando così modo a Topolino di pensare che niente sia stato veramente frutto del caso se, alla fine, si sono ritrovati tutti in quel molo a notte fonda.
Saltando così quella partita di baseball che tanto lui quanto Pietro avrebbero voluto godersi nella propria pacifica tranquillità di una serata priva di turbolenze ed imprevisti come invece è successo ad entrambi.