Il titolo dice che ad essere favolosa è la terra di Shan-Grillà, il paradisiaco paese visitato da Topolino nel corso del racconto e che vi fa da sfondo.
Ebbene, per quel che mi riguarda ad essere favolosa non è solo la mitica ambientazione di Shan-Grillà: è proprio la storia in sé che è meravigliosa!
Leggere e rileggere le storie animate nel corso degli anni da Romano Scarpa è sempre un godimento e questo racconto si conferma, ad ogni nuova ri-lettura, un gioiello lucente e brillante almeno tanto quanto le pietre preziose di cui è foriera la montagna che si erge su Shan-Grillà e che fanno tanta gola all'ambizioso Pietro Gambadilegno, storica nemesi del Topo dalle grandi orecchie.
Riguardo alla storia, essa è ammantata di un fascino di pura bellezza: dalla costruzione dell'allontanamento di Atomino dal piccolo Topo richiamato all'eterea Dimensione Delta del Dottor Enigm - e dal quale si congeda con trasporto quasi fraterno - allo sviluppo di un ritmo della narrazione che si dimostra scandito da tempi comici impagabili (quanto è spassosa la Minni che si autocommisera per una rughetta, sintomo evidente di una - a suo dire - precoce ed ormai inevitabile vecchiaia?) e da un modo di introdurre al cuore pulsante ed avventuroso del racconto che è una goduria da leggere e da vivere al fianco dei protagonisti.
A questo proposito, perfino i momenti che dovrebbero essere i più tesi e "tristi" da narrare come il rapimento di Minni per mano ignota o la violenta botta in testa ricevuta dal povero Topolino vengono accompagnati da accorgimenti che sdrammatizzano con un umorismo che non può fare a meno di alleggerire la tensione, gustoso e mai buttato a caso o fuori luogo (vedasi il pensiero del protagonista sul comportamento della sua fidanzata -
Qualche volta con Minni è impossibile discutere! Ragiona con la testa nel sacco e la divertente ed energica risvegliata ammollo di Topolino per mano del suo aggressore).
Un racconto gestito con una narrazione che avvince e che affascina per il modo così genuino e caloroso con cui vengono descritti e sapientemente incastonati tra loro situazioni e personaggi, in un coinvolgimento di cinque "attori" principali del cuore pulsante della vicenda dove ognuno ha il suo giusto spazio nella storia.
Ma la storia non è bella soltanto per il brillante modo di raccontare i personaggi (vecchi e nuovi che siano).
Il racconto è amabile anche per il suo significato, nel momento in cui si affronta una tematica come quella della corruzione di un intero popolo e del loro modo di vivere che viene scombussolato dall'introduzione di macchine da gioco provenienti dal mondo esterno sconosciuto agli abitanti di Shan-Grillà e che fa perdere loro il senno della ragione, pronti addirittura a causare la loro stessa rovina solo per alimentare quelle slot-machines che hanno a tutti gli effetti ingenerato una dipendenza che persino per il loro capo è difficile da estirpare!
Allora, ecco che viene fuori un Topolino che è uno spettacolo da leggere nel suo piglio altruista, generoso e battagliero al tempo stesso.
Un personaggio che è sempre pronto ad aiutare chi abbisogna del suo intervento e che si mette sempre dalla parte di ciò che è giusto non per fare la figura del "perfettino". Lo fa semplicemente perché è animato da una sete di giustizia pura che gli impedisce di restare indifferente dinanzi alla triste corruzione di un popolo prima tanto pacifico e armonioso e cui mette a disposizione il suo ingegno per riportare la terra di Shan-Grillà al suo splendore originale.
In tutto questo si inserisce l'intrigante vicenda che vede Gambadilegno invaghito di Minni tanto da volerne fare la sua sposa ed è commovente la reazione di lei quando scoppia a piangere (da sola, non vista da alcun occhio esterno) sapendo che l'unica soluzione per salvare il proprio amato era spostare l'attenzione su di lei dicendo che avrebbe accettato la proposta di un tipo rozzo per cui prova solo ribrezzo.
Tanti elementi e tante situazioni si incastrano dunque in un meccanismo narrativo architettato con classe, pieno polso del racconto ed un palpabile amore nei confronti dei personaggi dall'autore che considero il più grande dei fumettisti Disney.
È un piacere tangibile quello che provo nel leggere opere così tanto pregne di bellezza e di sfaccettature come si rivela essere la splendida "Topolino nel favoloso regno di Shan-Grillà".
Una storia che ha ormai più di sessant'anni alle sue spalle ma che rimane una lettura fantastica a tutt'oggi per tutte le generazioni di lettori, tanto da quelle presenti a quelle future, e che viene animata su carta da un solo, geniale, autore ai testi e ai disegni.
E le sue matite rappresentano l'accompagnamento più calzante che sceneggiature briose e ritmate come questa possono desiderare, tanto i personaggi sono resi talmente bene nelle loro azioni, nei loro gesti e nel loro modo di reagire da sembrare veramente umani e VIVI.
Non topi, gatti, tartufati (...ed esserini blu!
) che provano goffamente ad emulare il comportamento umano.
Bensì personaggi resi in una maniera talmente viva e naturale da sembrare tranquillamente degli uomini e delle donne in carne ed ossa.
E come tali è facili identificarsi in loro, nei loro momenti di crisi e nella loro risalita, quando cioè tutto si conclude per il meglio per gli eroi del racconto.
Ecco, "Topolino nel favoloso regno di Shan-Grillà" mi ha trasmesso tutto questo e non posso che ringraziare, di tutto ciò, colui che con le sue storie mi ha donato delle letture così complete e così pulsanti di vita e di fascino.
Quel Romano Scarpa che considero e reputo l'autore che più di ogni altro ha segnato la mia passione per il fumetto Disney.
Dinanzi a cotanta bravura e maestria posso solo levarmi il cappello e dire:
Grazie sempre, Maestro Scarpa!
- Samuele