Avendo esordito su questo forum con una richiesta di aiuto, vorrei almeno dare anche io un qualche contributo, per minimo che sia. Inizio con questa vecchia storia, che ho letto solo di recente e mi ha colpito molto, piena com’è di spunti interessanti, bella, gioiosa e frizzante di comicità. Penso anch’io che sia la più riuscita tra tutte le storie di Fanton, per non parlare dei disegni di Scarpa, fantastici davvero.
Ho letto commenti acuti e interessanti. Da parte mia, vorrei aggiungere qualche osservazione:
Se la trama ruota ovviamente intorno al Personaggio della storia, il pianista Valentin, direi che i veri protagonisti, tra i tanti attori di questa storia “corale”, sono invece i Bassotti, che qui vengono mostrati in una luce particolare. La loro ammirazione per Valentin e la sua musica è sincera (e infatti, pur arrestati, saranno felici di poter assistere al concerto finale), e anche se la cosa fa parte del loro piano, la giovialità con cui offrono da bere allo spiantato musicista appare genuina (con la bottiglia di vino generosamente versato a fare da “firma” dell’autore).
Ma soprattutto mi ha colpito il passaggio precedente, quando i Bassotti seguono Valentin di ritorno dall’incontro con Paperone allo scopo di costringerlo a “cantare”. Ma vedendolo così deluso e giù di corda, impietositi decidono di soprassedere, e se ne tornano a casa rimandando a momenti migliori. Insomma non i Bassotti monocordi e infantileggianti di quasi tutte le storie, Bassotti a tutto tondo qui.
Notevole anche il simbolismo della torre, quel vecchio rudere (a dire il vero un tantino improbabile in una moderna città americana) che diventa il rifugio del musicista, il quale, arroccato tra quelle mura di pietra, può liberamente dedicarsi alla sua arte. E che risalta nel suo netto contrasto con un’altra torre, ben diversa ma a poca distanza (sono visibili l’una dall’altra): una vecchia, diroccata, e a pianta circolare, tana di un artista spiantato; l’altra, essa pure una fortificazione, però modernissima, blindata, di forma squadrata e traboccante di ricchezza – quasi una icona di materialismo (e plutocratica sicumera). Eppure anch’essa nido e rifugio di un papero, a suo modo, non certo meno eccentrico.
Ma il gioiello della storia è per me quella straordinaria vignetta quadrupla ancora nella parte iniziale, una istantanea in cui si vedono ben undici personaggi, ognuno occupato nell’azione contingente richiesta dalla trama, e con in primo piano, in volo incombente su tutti, il pianoforte a coda che precipita giù dalla soffitta di Valentin. Formidabile, per me una delle vignette più memorabili mai disegnate da Scarpa.