Eccellente
Una storia permeata da un senso di mistero perfettamente riuscito e che da un certo punto in poi, quando il vecchio marinaio si leva la giubba mostrando una schiena scheletrica che lascia intravedere le costole, si tinge di una sinistra tonalità horror, la quale pervade tutta la vicenda dopo la scena dell'ammutinamento, con l'arrivo di un enigmatico messaggio che indica la pericolosa vicinanza con il luogo eponimo.
Walsh rispolvera il tema della ricerca di un tesoro, argomento assente dalle strisce da diversi anni, tuttavia lo fa in modi ben diversi dal passato. Infatti questa è una caccia al tesoro che non inizia come tale ma lo diventa ad un punto avanzato della trama, dopo che il protagonista si è liberato dei rivali e, non sapendo come tornare a casa, decide di continuare l'impresa di capitan Barbone. E anche quando è chiara l'estrema pericolosità dell'isola, il richiamo dell'avventura ha la meglio su Topolino il quale sceglie di abbandonare la nave e di procedere con una barchetta da solo con Pluto.
In un messaggio precedente qualcuno si è lamentato del fatto che non si capisce se la strega sia buona o cattiva, ma personalmente ho apprezzato l'aver lasciato tutto nell'ambiguità.
Anche l'altro antagonista, il capitano pirata, è avvolto nel mistero. Chi è in realtà? Che legame ha con Gambadilegno? E' un semplice sosia oppure è proprio lui che ha viaggiato nel tempo e in qualche modo ha perso la memoria? Il fascino del personaggio sta nel non fornire risposte a queste domande. Invece, in storie successiva l'idea è stata usata così tante volte che ormai non solo non sorprende più, ma annoia terribilmente, denunciando mancanza di fantasia: questo significa riprendere Walsh alla lettera ma non capirne lo spirito.
Fra le scene ad alto impatto, oltre a quelle già ricordate citerei: l'avvistamento del veliero, la visione di strane creature popolanti il mare, Pluto con il dono della favella,
Barbone sommerso dalla lava
ed il finale con il cambio di punto di vista avvenuto con uno stacco da una striscia all'altra passando da Topolino nella nebbia alla nave che lo raccoglie.
Una novità è rappresentata da Pluto come compagno di avventura per il suo padrone e inoltre (credo) debuttano qui i viaggi nel tempo nei fumetti disney.
Mi è piaciuta molto la gag in cui Topolino mette in padella il pappagallo spione.
L'unica pecca secondo me ha luogo durante l'arrivo sul vascello pirata in cui Barbone fa un discorso un po' forzato: "Chi è Pietro Gambadilegno? Questo è il 17
o secolo e io sono... ". Quel riferimento all'epoca storica mi suona strano, dato che si tratta di una informazione che lui crede ovvia per i presenti. Bastava molto poco per rendere naturale la sua battuta: "Io sono capitan Barbone, il più grande pirata del 17
o secolo!"
Mentre sembra che anche lo stile di disegno si faccia più macabro per adattarsi al tipo di narrazione, le chine di Moores cominciano a presentare dei problemi (e lo faranno per il resto del suo periodo di inchiostrazione). In talune sequenze come il principio o il duello con il gorilla le linee si fanno troppo marcate per i miei gusti e allo stesso tempo i retini si ingrandiscono e si distanziano, risultando visibili e eliminando l'impressione di un grigio omogeneo.
Bill Walsh rappresenta un mondo in cui non si è sicuri più di niente, neanche di se stessi. Un mondo in cui non si conosce niente e in cui avvengono cose inspiegabili e a volte contraddittorie. [..]
Quelli di Walsh sono horror soprannaturali, quasi.
Sottoscrivo il primo punto; all'ultima frase, invece, omettei il quasi.
con essa Walsh e Gottfredson abbandonano situazioni ispirate direttamente dalla guerra in corso
Dimentichi qualcosala scena in cui i due marinai muiono soffocati e rimangano di stucco(nel vero senso della parola)
Uh?
Io ho capito che non morivano, ma si rimpicciolivano