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Forse non è tra le storie più ricordate dell'ormai già mitico Casty (autore che, al pari di praticamente tutto il Papersera, stimo infinitamente), e infatti non c'è nessun thread a lei dedicato...
Eppure merita: dovrebbe essere la terza storia che Casty scrive per Topolino, eppure crea un personaggio come il prof. Van Nimbel che ricorda a tratti IMHO il Tapioco VI della storica storia di Scarpa, e rilancia come solo Faraci aveva saputo fare il mitico macchia Nera in modo credibile...
Basettoni e Manetta ben caratterizzati, un Pippo buona spalla, una trama abbastanz avvincente...
Il disegno di un esperto in fatto di Topolino come Massimo De Vita rende questa avventura una perla...cosa ne pensate?

Una storia molto bella.
Però non la annovero tra le migliori (per quanto è di una qualità molto alta), per me è un'avventura come tante per quanto ben fatta.
Già allora Casty mostrava talento nel fare avventure entusiasmanti e con una buona dose di mistero, strizzando l'occhio al bizzarro.Tutti i personaggi erano bene caratterizzati.

Bella, finalmente un Macchia che non fa la macchietta (scusate il gioco di parole )

Una storia bella, ma che, a mio parere, confrontata con altre di Caty impallidisce. Quello che ha di importante è il fatto che Casty inizia a lavorare su macchia nera in un processo di elaborazione che porterà infine al fantastico macchia del dominatore delle nuvole

Eppure vale più delle apparenze: in realtà io mi ero incuriosito nel vedere il nome di questo nuovo scenggiatore (non snon in molti a frimarsi con uno pseudonimo sul Topo)collegato alle sue sceneggiature fin dall'estate-inverno 2003, e se è facile adesso dire che con le storie successive è migliorato, per allora era già una storia-perla, anche se alle origini di Casty, in un periodo in cui Mickey non era molto considerato, sembra ieri e sono già 4 anni fa...

Toh,la prima grande storia di Casty.
Da questa avventura si è capito il valore dello sceneggiatore,pur se il soggetto era in fin dei conti scontato, il ritmo della storia e lo svolgimento della stessa erano già eredi della scuola classica (un esempio lo stacco tra una scena e l'altra)e le gag di un sapore diverso dalle solite; tutto questo supportato da citazioni  più evidenti e no,come il riscatto sul foglietto(poi anche ne Il Dominatore delle Nuvole ) di scarpiana memoria(chi voglia capire capisca... ) o un Van Nimmel che ricorda vagamente Tapioco VI (come ha detto Everett d'altronde).
La fine,a mio parere un difetto del primo Casty,è più che accettable ed è divertente nel suo svolgimento.E poi c'è Macchianera,che dopo questa storia non comparirà nella sua opera per circa un paio d'anni,per poi dominare la scena con alcune storie di qualità eccelsa e che consacreranno Casty come miglior autore della sua generazione.

Toh,la prima grande storia di Casty.

La pirma non direi. anche le bizzarie di Neoville non era affatto male, secondo la mi opinone, anzi, è leggermente migliore di questa... forse perchè più originale

La pirma non direi. anche le bizzarie di Neoville non era affatto male, secondo la mi opinone, anzi, è leggermente migliore di questa... forse perchè più originale

Beh,per me era inferiore a questa,...parere personale

Una storia bella, ma che, a mio parere, confrontata con altre di Caty impallidisce. Quello che ha di importante è il fatto che Casty inizia a lavorare su macchia nera in un processo di elaborazione che porterà infine al fantastico macchia del dominatore delle nuvole

Quoto. Ma questa non era una di quelle storie pubblicate in occasione dell'uscita della macchina di Macchia Nera?

Mi pare di no...

A me sembra di sì, ma non ne sono sicuro...qualcuno lo sa?

No, e nemmeno la macchina era presente nella storia (a differenza di altre occasioni), però uscì proprio nel numero successivo all'ultimo pezzo del gadget (n°2506).

Riesumo questo topic per dire la mia.
Quando si esamina una storia, bisogna sempre tener conto del contesto storico-fumettistico del periodo a cui appartiene.
Quando la storia venne pubblicata, il personaggil di Macchia Nera era ancora quel villain snaturato e ridicolizzato che, prima gli stessi statunitensi, poi gli italiani, avevano creato.
Non c'era quasi più nulla nel personaggio che ricordasse la sua caratterizzazione originale, quella del grande Floyd.
E non è che la tendenza, in quel 2003, sembrasse intenzionata a cambiare.
Ma poi venne Savini, che già con Il furto della perla rossa, ci aveva dato un assaggio di quello che sarebbe diventato Macchia dopo il suo intervento.
Ma se da un lato il bravo Alberto lo ha valorizzato in storie dal carattere prettamente umoristico (o, almeno, in apparenza umoristiche), Casty lo ha reso nuovamente l'oscuro e temibile villain di un tempo, riallacciandosi alla tradizione gottfredsoniana, alla quale, pare tanto legato.
E La macchina dell'oblìo è stata la prima di queste storie del ripescaggio di Macchia, caratterizzata, come tutte le prime storie del Castellan, da un intreccio non certo elaboratissimo, ma che già ci presenta quel suo stile in apparenza banale, ma, in realtà ben più elevato.
E il tutto viene valorizzato dai buoni disegni di De Vita che, di certo, non delude.
In breve, una storia che è ben più di quel che appare, da leggere con attenzione e interesse.

Solo il finale pero mi ha lasciato un po perplesso

Quando la storia venne pubblicata, il personaggil di Macchia Nera era ancora quel villain snaturato e ridicolizzato che, prima gli stessi statunitensi, poi gli italiani, avevano creato.

A dir la verita nelle storie italiane Macchia non è quasi mai ridicolizzato, anche prima di Casty. Certo Castellan gli ha dato un nuovo volto nelle sue storie, però non mi sembra che prima Macchi Nera (pur allontanandosi dalla psicologia iniziale, ma a quale personaggio non è mai successo?) era diventato una cattico ridicolo, anzi era ed è l'unico cattivo con molte comparse che non ha perso  la sua malvagità assoluta.