Una storia affascinante, capace come poche altre di avvincere e coinvolgere il lettore, ad iniziare da un prologo di un'intensitā mozzafiato, meraviglioso per come l'autore goriziano riesce a gestire e a far lievitare abilmente la tensione, palpabile ed elevata nelle drammatiche vignette del naufragio, in cui vediamo Topolino lottare per la propria sopravvivenza, ansioso e preoccupato per la sorte incerta dei suoi amici, Pippo, Minni e Pluto. L'atmosfera cupa, tetra e psicologicamente pesante che si respira sull'isola su cui approdano i quattro (insieme al duca Lapogeo della Boria (ambiguo personaggio,astuto e vanaglorioso, profittatore e spaccone, in perenne bilico tra maschera da operetta e villain da tragedia), il suo domestico Maxim, Gambadilegno, Trudy e anche il lettore, ormai talmente calato nella vicenda da viverla in prima persona, come se si trovasse accanto ai protagonisti), č pregna di inquietudine e di mistero, che vengono disvelati gradualmente per vedere il posto ad altri interrogativi ancora pių inquietanti. Tra inspiegabili sparizioni, esseri dai sorprendenti poteri ed enigmi temporali, č davvero grande il guaio che Topolino si ritrova a fronteggiare. Ma in questa storia non vi č spazio solo per l'Avventura; sono infatti molti i quesiti di carattere morale, soprattutto di stampo ecologista ed etico, che Casty ci propone. Č lecito sfruttare la Terra come se noi ne fossimo gli unici padroni? Questa vicenda ci presenta una immaginifica e inquietante soluzione, che ammanta di un'aura apocalittica e profetica l'intera storia, e lasciando un retrogusto amaro anche al (liberatorio e catartico) lieto fine.
Un capolavoro, che grazie ad una sceneggiatura perfetta e a splendidi ed evocativi disegni rappresenta una pietra miliare del fumetto Disney degli ultimi vent'anni.