Oh, cielo... Allora.... L'inizio storia è leggermente diverso.
Il primo capitolo, "I DODICI NOMI" (Sarda/ De Vita, Topolino 1780) inizia... alla fine di un'avventura. Siamo alla fine del diciassettesimo secolo, nell'america coloniale, e all'interno di un fienile ritroviamo i nostri Topolino e Pippo, all'epilogo di una tranquillissima missione con la Macchina del Tempo per conto di Zapotec e Marlin. La spedizione aveva l'obiettivo di raccogliere informazioni sui primi coloni, ed i nostri eroi, conclusa la ricerca, sono tornati al punto di recupero, ovvero il fienile, e stenno per essere riportati nel loro tempo.
Il caso (?) vuole, però, che quello stesso fienile sia punto di ritrovo anche per un'altra, misteriosa confraternita. Di fronte allo sguardo attonito di Topolino e Pippo, nascosti tra la paglia, un gruppo di dodici individui entra nel fienile, in attesa di un misterioso "professore" che li ha convocati. Pochi istanti dopo, appare dal nulla il Professor Zodiacus, indovino ed astrologo, che mostra loro la Pietra Zodiacale, un disco d'oro puro, su cui sono raffigurati i dodici segni dello zodiaco, che, secondo la leggenda, permette al suo possessore di prevedere l'immediato futuro. Di fronte agli sguardi meravigliati dei suoi seguaci, Zodiacus conferma l'esistenza del potere magico della pietra, quindi estrae una pergamena che appende alla parete del fienile: su di essa ha segnato il nome di ciascuno dei seguaci ed il rispettivo segno zodiacale. Quindi, Zodiacus procede a spezzare la Pietra in dodici frammenti, e ne consegna uno a ciascuno dei suoi accoliti. Indi, dà loro appuntamento ad un anno preciso da quel giorno, in quello stesso fienile: allora la pietra sarà ricomposta ed egli sceglierà il proprio successore, che sarà il nuovo custode della Pietra, con il suo immenso potere.
Un attimo dopo, per colpa di un tacchino impiccione, Topolino e Pippo vengono scoperti, ed i seguaci di Zodiacus, scambiandoli per spie, tentano di catturarli. Per fortuna, in quel preciso istante scocca la ventiquattresima ora, ed i nostri amici tornano sani e salvi al presente. Per
doppia fortuna, inoltre, nel cappello di Pippo è rimasta incastrata la lista dei discepoli di Zodiacus.
Zapotec e Marlin sono sbalorditi di fronte al racconto di Topolino e Pippo, che costituisce una rara testimonianza diretta dell'esistenza di Zodiacus, che fino ad allora si era creduto essere una figura leggendaria. I due scienziati completano quindi la storia: narra la leggenda che, all'appuntamento dell'anno dopo, l'unico assente fosse proprio Zodiacus. I dodici, pertanto, senza una guida, si divisero portandosi dietro ciascuno il proprio ciondolo zodiacale. E da allora non se ne seppe più nulla. Ma ora, con la lista dei nomi, è possibile risalire ai discendenti dei dodici custodi originari e tentare l'impresa di ricomporre la magica Pietra che svela il futuro!
Iniziano così dodici episodi, ciascuno dedicato al recupero di uno dei dodici ciondoli. E gli ospiti speciali di ogni genere non mancherannno!
Mah... che dire? Una delle mie storie preferite di sempre. Più lunga ma secondo me comunque un filo inferiore rispetto alle "Paperolimpiadi" di Scarpa, la storia della Pietra Zodiacale trova, a mio parere, i suoi massimi punti di forza, oltre che nel magico tratto di De Vita, nella natura assolutamente trasversale dei suoi episodi. Seppur uniti dalla trama principale del recupero dei frammenti della Pietra, i dodici episodi sono altrettanto avventure assolutamente dotate di senso autonomo, godibilissime in sè ed estremamente variegate come generi. Mentre l'"opus magnum" di Scarpa era sostanzialmente un'unica lunga storia spezzata in sette parti, queste sono dodici avventure quasi indipendenti che spaziano in ogni possibile campo della storia disneyana: dall'avventura esotica (Ep. 2, "LA VALLE DEGLI SCORPIONI") al soprannatural-magico (Ep. 3, "PER QUALCHE SCELLIUNO IN PIU'" o 11, "L'ARIETE MAGICO"), al giallo a chiave (ep. 9, "SOTTO IL SOLE DEI TROPICI"), e persino alla fantascienza extraterrestre (Ep. 5, "MODE STELLARI") o al supereroistico (Ep. 8, "SPECTRUS"). Quindi, diciamo, un menu variegatissimo, che, tuttavia, riesce ad essere credibile in ogni sua parte, con tanto di cappello alla versatilità di scrittore di Bruno Sarda