Il Mistero dei Candelabri è semplicemente un gioiello di storia.
Un racconto appassionante che si snoda per ben 106 tavole senza mai perdere lo smalto e il vigore narrativo (e grafico!) che lo caratterizza sin dalle prime pagine, con lo Zione dei giorni nostri che rievoca, alla presenza dei curiosi nipotini, le gesta, le avventure e la vita tormentata del suo avo francese, Paperjean.
Emozionante il suo incontro nel bosco con la piccola e indifesa Cosetta, biecamente sfruttata da quei farabutti dei Thernadier (ben rappresentati dalla coppia Gambadilegno/Trudy) e commovente l'implorazione della bambina di restare al suo fianco, del suo nuovo "paparino" Paperjean che ha appena deciso di adottare, lontana dai soprusi e dalle angherie di chi la prendeva in considerazione solo per sfruttarla senza alcun ritegno.
Delizioso il primo incontro tra il Paperino nella versione di poeta squattrinato con la bella Cosetta (ormai divenuta adulta), con il perentorio intervento del protettore della ragazza che ammonisce senza mezzi termini il giovane innamorato dicendo che
qui si va troppo per le spicce !
Così come traboccano di simpatia quei furbi gemellini trovatelli (impersonati da Qui, Quo e Qua), che vivono di espedienti, sopra i tetti di Parigi, e che hanno stretto una salda amicizia con lo sfortunato poeta che si strugge romanticamente al pensiero della sua bella, che vede così distante da lui, come un sogno inafferrabile che stenta a trasformare in realtà.
Da qui in poi, con il rapimento di Cosetta da parte dei suoi antichi vessatori e il rinvenimento dei misteriosi candelabri del titolo si apre la caccia alle favolose ricchezze di Carlo Magno, che vede coinvolti tutti i personaggi che appaiono nella storia, dai Paperi ai biechi Thernadier, aiutati dai Bassotti e dall'ex delegato di Napoleone Bonaparte, interpretato da Rockerduck.
Una caccia al tesoro che si rivela essere intrigante e palpitante, sostenuta da un ritmo e da una dinamica degli eventi che coinvolge appieno il lettore, fino alla dirompente risoluzione conclusiva.
In tutto questo, è da porre in rilievo la figura dell'ispettore di polizia Javert. Carismatico e deciso, determinato più che mai a rimettere in discussione quei conti che Paperjean ha in sospeso con la giustizia e di cui egli stesso è un orgoglioso funzionario tutto d'un pezzo.
Dal punto di vista grafico, la storia è uno spettacolo per gli occhi. Il dinamismo delle azioni è palpabile, i personaggi sono animati da una carica emotiva che li rende vivi, adrenalinici, incapaci di stare fermi, espressivi in tutto e per tutto e con una mimica facciale (e del corpo) impagabile che già da sola descrive gli stati d'animo che li caratterizzano in ogni momento del racconto.
Alla fine di questa storia, al termine di ogni sua rilettura, non mi viene da far altro che applaudire quel mostro di bravura che è stato Giovan Battista Carpi. Straordinario narratore (capace di coinvolgere, intrigare, emozionare, commuovere, divertire il lettore) e sontuoso disegnatore, al servizio di una storia in cui si vede quanto amore e quanta passione ha profuso per farla brillare e risplendere al massimo delle sue potenzialità.
Caro Gibì, porterò sempre nel cuore questa affascinante epopea papera, nel ricordo di quella che in tutta sincerità è, ad oggi, (insieme a
Topolino e Bip-Bip alle Sorgenti Mongole di Romano Scarpa) la mia storia Disney preferita di sempre!

- Samuele.