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Ora che La grande corsa di Enna è giunta al termine, è ora di bilanci su questa lunga e controversa storia.

Come storia in sé, è piacevole, ma niente di memorabili. Insomma, non rimarrà nella storia del fumetto Disney (a mio parere,  ovviamente). Ma alcune delle singole parti, rasentano il capolavoro, in primis la seconda parte, e in seconda posizione la terza.

Il finale l'ho trovato un po' confuso, una sorta di spiegone che non mi ha totalmente convinto e che ha tolto spazio all'azione nell'ultima parte (cosa comunque in parte normale).

Insomma, una storia che presa insieme non è niente di che, ma la cui parti, prese singolarmente, valgono molto di più

Io la vedo come una iniziativa di marketing dato che con la "scusa" della corsa i nostri eroi si ritrovano alle prese con vari personaggi di punta.

Io la vedo come una iniziativa di marketing dato che con la "scusa" della corsa i nostri eroi si ritrovano alle prese con vari personaggi di punta.

Mah, se c'entrava il marketing sarebbe stato perfetto allegare a questi 4 numeri altrettante auto dei personaggi, ma così non hanno fatto.

Anch'io come Mark promuovo la storia, soprattutto per gli episodi citati e le numerose finezze, ma anche complessivamente, essendo volutamente una saga leggera e da non prendersi troppo sul serio.

Il finale ha risentito molto in quanto a prevedibilità (personalmente avevo intuito sin dal primo episodio che Gin stava agendo di nascosto a qualcuno, e che dopo la corsa nel passato sarebbe toccato al futuro e al presente, per dirne due), ma va apprezzato il tentativo di mettere in gioco i nostri in qualcosa di inedito (perché, come molti qui dentro, per me Raceworld NON esiste ).

Aggiungo che l'Arbitrante mi ha ricordato moltissimo il Padre Tempo dei Puffi (e in effetti i due personaggi sono un po' la stessa cosa)

Mah, se c'entrava il marketing sarebbe stato perfetto allegare a questi 4 numeri altrettante auto dei personaggi, ma così non hanno fatto.

intendo che sono stati presentati personaggi che qualche lettore occasionale potrebbe appassionarsi e che quindi potrebbe comprare in futuro il Topo.

Onestamente credo che la sola differenza che corre tra questa storia e una qualsiasi storia media del Topo sia solo la scansione in puntate. Ed è questo il problema: alcuni di noi (me compreso) si aspettavano qualcosa di più proprio a causa della sua lunghezza. In realtà è una semplice storia estiva, simpatica e, allo stesso tempo, facilmente dimenticabile (almeno imho).

Riguardo al marketing, se si fosse voluto fare un operazione in tal senso, secondo me avrebbero usato i personaggi delle 8 copertine speciali, mentre la storia era solo "papera"

Riguardo al marketing, se si fosse voluto fare un operazione in tal senso, secondo me avrebbero usato i personaggi delle 8 copertine speciali, mentre la storia era solo "papera"

purtroppo c'è la voce "vanno i paperi"

Mah, devo dire che pensavo meglio, ma, per come era cominciata, pensavo anche peggio, quindi mi ritrovo a dare un voto moderatamente positivo!

La prima puntata, mi era piaciuta poco: mi sembrava uno spunto troppo fiacco e pretestuoso (e mi ricordava troppo... l'"altra corsa"!)
La seconda, ancora meno: non ho apprezzato tutte le citazioni, troppo fini a se stesse! :(
La terza e la quarta puntata, invece, mi sono piaciute di più: la storia ha finalmente ingranato, succede qualcosa di concreto, e la trama si svolge pienamente!

C'è da dire che la maestria di Enna ha dato un qualcosa in più, sia per l'abilità nel muovere i personaggi (e, soprattutto, nell'ottima gestione di così tanti personaggi tutti insieme), sia per gli ottimi spunti (seconda puntata a parte!)...

Quindi, dai, una storia non epocale, ma, tutto sommato, letta (e da rileggere) con piacere!

Saga con alti e bassi, che a differenza del suo "cugino" Raceworld vuole essere schiva, modesta, per cui non si getta sotto alte pretese, vuole solo intrattenere il lettore.

Enna ha fatto un lavoro complessivamente valido e positivo: tanti personaggi ma mai banalizzati oppure ridotti a fare comparse di episodio in episodio, e infatti ciascuno, grazie all'espediente della divisione a coppie con la ricerca della moneta, riesce a mettersi in mostra.

Peccato che ci siano alcuni difetti, che ora elencherò:
- la corsa: di per sé solo nell'ultima parte si corre effettivamente, perché nelle due puntate intermedie prevalgono le due "cacce al tesoro": le coppie si mischiano, questo è certo un bene, però chiamarla "Grande corsa" mi è sembrato eccessivo, se poi non è risultata nemmeno l'evento cardine di tutto.
- i Gin e il signore del tempo: tutta la spiegazione mi è parsa un po' campata per aria, avrei preferito di più che Gin fosse effettivamente malvagio piuttosto che desideroso di manipolare il tempo per rendersi utile, considerato anche il carattere contraddittorio del personaggio (soprattutto nei primi due episodi).
- il vincitore: era logico che Paperone avrebbe vinto la corsa, tuttavia sarebbe stato più carino se la sua rabbia l'avesse portato alla sconfitta e la vittoria la ottenessero, ad esempio, Gastone e Paperoga. Anche perché poi la conclusione corre veloce e frettolosa.
- Paperinik: forse non è né un pregio né un difetto, ma Paperinik a cosa effettivamente è servito durante tutta la trama? Tanto valeva che Paperino evitasse di portarsi dietro il costume, se poi lo utilizza solo per catturare Mad Ducktor dopo la corsa (senza che neanche venga visto). La cosa forse più demoralizzante è che i due hanno lottato, ma Paperinik non era Paperino, bensì un androide del futuro...

Detto ciò, ribadisco che è uscita in positivo per il fatto che, a differenza di Raceworld (di cui inizialmente la saga sembrava essere un "plagio" o un "rimando"), non ha voluto arrogarsi la pretesa di essere epica, innovativa e rivoluzionaria: Enna si è dimostrato, quindi, uno sceneggiatore ben più attento di Gagnor nell'ambito delle corse. C'erano tanti personaggi in entrambe le saghe, c'erano pure i pretesti per creare qualcosa di sorprendente in ambedue, solo che Raceworld voleva a tutti i costi essere pretestuosa su tutto, e da lì tutti i difetti che sono emersi, mentre La Grande Corsa, prima di stupire o di lasciare una morale, voleva raccontare qualcosa ed intrattenere. 

Se dovessi dargli un voto - considerato che è da un po' che non li do  - un bel 7,7 se lo merita, le pecche che ho evidenziato non minano al piacere della lettura, e comunque i personaggi - a parte Paperinik - sono stati tutti utilizzati bene e hanno avuto il loro giusto spazio. Bene così, ma la prossima avventura estiva la voglio su Paperino Paperotto, Enna 

Letta anch'io la quarta parte, in modo che si potesse avere un'opinione dell'intera storia. Storia che, come già scritto da altri, non punta all'epicità, ma all'intrattenimento. Come se intrattenere fosse una cosa facile, specie in 4 puntate...

Ebbene, l'intelligenza di Enna è stata proprio questa: stabilire fin da subito quale fosse il tono della storia. Niente poesia, niente epicità, niente introspezione. Semplicemente perchè non era ciò di cui si voleva parlare!
La storia doveva far da traino a 4 numeri speciali del Topo, e fino all'ultimo c'è riuscita senza sapere cosa esattamente sarebbe avvenuto alla fine. O, meglio, si sapeva come sarebbe finita ( e non poteva essere diversamente), ma si è dovuto attendere l'ultima parte per capire come ci si sarebbe arrivati.
Inoltre, come sempre altri hanno già scritto, le diverse parti risultano godibilissime (chi più chi meno) anche prese singolarmente, grazie all'abilità di gestione di un così nutrito numero di personaggi protagonisti, e grazie ad easter eggs e strizzatine d'occhio che personalmente non ho trovato mai gratuite o fuorvianti dal tema principale.

Insomma, credo che anche questa volta Enna abbia fatto centro. E di questo lo ringrazio, perchè per un mese mi sono divertito in modo spensierato.

Insomma, credo che anche questa volta Enna abbia fatto centro. E di questo lo ringrazio, perchè per un mese mi sono divertito in modo spensierato.

Non posso che quotare.
Il fatto che la storia sia stata tutto tranne che pretenziosa (al contrario di quella che è stata indicata da tutti come controparte) è stato poi un ulteriore punto a favore, utile a far risaltare tutte le chicche, le citazioni, le battute (alcune fulminanti), i vari personaggi...
La storia mi ha intrattenuto senza farmi sorgere dubbi o domande: una narrazione leggera e spensierata, come ogni tanto ci vuole, in particolar modo nella stagione estiva!

La reputo una buona storia però ha mostrato, come è già avvenuto con altre recenti storie a più puntate, di essere tirata per le lunghe. Ad essere precisi, la storia poteva sussistere solo con la prima e l'ultima puntata mentre le due puntate intermedie poco aggiungono alla trama rendendola lunga e spezzandone il ritmo. Preferisco si puntasse maggiormente a storie della giusta lunghezza e non di allungare trame: il risultato è di avere una storia buona ma che poteva dare di più

a me questa storia non e' piaciuta molto :(. era noiosetta e con pochi colpi di scena. le gag non erano divertentissime. gli do voto 7

Questo pomeriggio ho voluto rileggere la storia di Bruno Enna della Grande Corsa.
A seguito di tale rilettura, non posso che confermare la buona impressione che ne avevo ricavato seguendola in diretta sui quattro numeri estivi del Topo in cui la storia fu originariamente pubblicata.
"La Grande Corsa" si caratterizza come un'avventura veramente piacevole e godibile da leggere nel suo piglio dinamico e scanzonato, con il merito di avermi restituito una freschezza ed una vivacità dei personaggi e della storia imbastita che ho molto apprezzato.
Le storie corali e quelle che trattano del mondo delle corse, di primo acchito, muovono sempre il mio interesse al punto da attenderle con curiosità e con l'augurio che l'avventura in questione, una volta terminata, abbia saputo lasciarmi dei bei ricordi di sé ed è proprio quel che mi è successo con questa storia di Enna.
Anche a distanza di anni dal mio primo approccio con essa, questa avventura non ha perso lo smalto e il carattere brillante che di lei ricordavo con molto piacere, costituendosi come un riuscito divertissement articolato in una trama lunga e spalmata in quattro divertenti episodi.
Anche dal punto di vista grafico, questa vicenda corale mi è piaciuta molto nei differenti stili artistici che vi si sono susseguiti, con le matite di De Lorenzi e Soldati autori dei due tempi centrali mentre ad Alessandro Perina è toccato il compito di aprire e chiudere questa avventura, disegnandone il capitolo iniziale e quello conclusivo.
In merito all'ultimo episodio segnalo poi una auto-caricatura dello stesso Perina (nell'ultima vignetta della ventinovesima tavola, all'interno di uno degli schermi che vi compaiono) e la presenza di un "fermino" nella diciottesima tavola della storia (e che appare sempre in uno dei monitor osservati dall'imponente arbitrante) e che rimanda alla storia di Barks dei Terremotari.