A parte le storie a fumetti pensate appositamente, senza dubbio uno dei filoni più sfruttati, su cui la Disney ha sempre puntato molto, sono le riduzioni cartacee di film, corti e altro materiale animato Disney. Una delle prime trasposizioni di questo genere, fra più famose e, a quanto si dice, affascinanti, è di certo
Biancaneve e i Sette Nani di Hank Porter. Essendo però la storia stata rilasciata prima del film del 1937, alcuni passaggi erano differenti e quindi la storia aveva qualche leggera anomalia rispetto al classico animato. Tra le riduzione successive, ricorderei
Pinocchio (di cui abbiamo numerosi rifacimenti),
Dumbo e
Bambi. Dimenticato molto spesso e poco conosciuto, è invece l'adattamento del "mediometraggio nel lungometraggio"
The Reluctant Dragon, pubblicato nel 1941 dalla Western ed illustrato da Irving Tripp.
Praticamente sconosciuta ai più, per varie ragioni, questa storia a fumetti, che definire splendida è poco, è stata pubblicata in origine su un albo una-tantum dal titolo, appunto,
The Reluctant Dragon, che racchiudeva la storia in questione, la riduzione di una Silly Symphony e l'adattamento di due corti contenuti, interamente o parzialmente, nel lungometraggio (
How To Ride A Horse e
Old Mac Donald Duck). In Italia è stato pubblicato più volte, sempre sulla collana degli Albi d'Oro, con il titolo
Il Drago Pacifico, prima nel 1948, poi nel 1951, ed infine nel 1955 (albo in cui io la possiedo), se escludiamo l'introvabile, se non a cifre stratosferiche, ristampa If.
Prima di analizzare il fumetto, però, vorrei approfondire la storia del lungometraggio originale; ci sono varie pagine a riguardo, ma quella più ricca di informazioni e, ovviamente, di riflessioni è quella della recensione di Grrodon nella
Tana del Sollazzo. La storia a fumetti non analizza, come già detto,
tutto il lungometraggio, ma solo la parte culminante, quella che porta il titolo di
Il Drago Riluttante, un mediometraggio animato in cui vediamo un drago perditempo combattere contro un cavaliere verseggiatore, Ruggero l'ammazzadraghi.
La trama in sintesi è questa: un ragazzino, appassionato di letture avventurose e di draghi, incontra un essere alquanto pacifico e tranquillo, il Drago Riluttante, appunto, che non ama certo combattere e sputare fuoco (non ne è affatto capace), bensì cantare e comporre poesie. Tuttavia, il drago è in pericolo, perché, come gli confessa il ragazzo, in città sta per arrivare un uccisore di draghi, il terribile Ruggero, che vuole ammazzarlo senza pietà. Al drago tuttafia non importa per nulla; così, il ragazzino corre nelle vie per incontrare Ruggero, e quel che vede è una figura cavalleresca dall'armatura scintillante. Quanto arriva a casa sua, tuttavia, lo spettacolo che trova è ben diverso: Ruggero è un vecchio con i baffoni che non ha la minima intenzione di combattere, anzi, condivide lo stesso hobby del drago: fare costantemente nuove poesie. Allora, il ragazzo propone all'ammazzadraghi di venire con lui per incontrare la bestia: i due diventano amici, ma il bambino continua a rammentare loro che è tempo di combattere; e quando arriva il giorno prestabilito, Ruggero e il drago inscenano una finta battaglia da cui il drago esce perdente. Dopo i vari applausi, Ruggero reinvia davanti al pubblico l'uccisione del mostro e si rintana segretamente con lui e il ragazzo a prendere un tè. Conclusione all'insegna del lieto fine; cito testualmente:
"Intanto il cielo si oscurava, e la popolazione cominciò a rincasare. Il cavaliere, il drago e il ragazzo si avvicinarono verso la caverna; le luci del piccolo villaggio si spegnevano una dopo l'altra, ma in cielo brillavano le stelle e un'immensa luna. Quand'essi discesero giù per la collina, il poetico canto della notte li avvinse, destano poetici accenti nei loro cuori."I disegni di Irving Tripp sono ottimi, ma non posso giudicare direttamente perché la versione italiana è palesemente un ricalco, operato forse dal solito Rubino. L'impressione generale, comunque, è soddisfacente... non solo nei disegni, che appaiono comunque ben fatti e deliziosamente retrò, ma anche nelle inquadrature: vi sono numerose vignette a tutta pagina con i personaggi in primo, se non in primissimo, piano. Le espressioni poi sono azzeccatissime, come il drago falsamente infuriato di pag. 23 (con sopra la scritta "MENESTRELLO SFIATATO", o il ragazzo che annuncia l'arrivo di Ruggero).
Ma la storia è splendida, soprattutto per un altro motivo. Sì, certo, la trama è scontata, i disegni ottimi ma non bastano a fare il capolavoro... ebbene, questa storia è magnifica per una ragione precisa: il linguaggio.
Ebbene sì, ci sono storie in cui il linguaggio influisce sul giudizio generale del lavoro. Perché qui la narrazione non è mai scontata. Il traduttore, molto probabilmente Guido Martina, è alla continua ricerca di vocaboli interessanti, frasi originali, concetti poetici (ad esempio la frase postata in precedenza) e... meravigliosi versi. La storia, infatti, è contornata costantemente di poesie, che spuntano veramente da ogni parte, da ogni punto. Ne cito una per ogni personaggio principale. Per il Drago, la migliore è senza dubbio quella che lui definisce il suo ultimo componimento, e si intitola "Svolazzando":
"Svolazzando con ebbrezza - sotto il ciel primaverile, quando l'alito gentile - della brezza ti carezza... saltellando con gli uccelli - fra gli steli rugiadosi, fra gli olezzi deliziosi - sulle rive dei ruscelli mormoranti...". Degna di nota anche questa breve poesiola, intitolata "La ciambella a testa in giù":
"Piccola, dolce ciambella - dorata e bella - tu questa volta non sei più tu! A gambe all'aria - sei capovolta - col fondo in sù!". Di Ruggero, invece, cito il poemetto "Nuvole":
Nuvole, lanose nuvole - nuvole lanose - e vaporose - color d'argento - nuvole argentee - che state a bioccoli - nel firmamento - pieno di nuvole!".
Il ragazzo invece pronuncia solo questa, con tono bellicoso:
"Oggi il tuono rumoreggia - e il baleno folgoreggia - con un lampo che abbarbaglia - già succede un parapiglia - già ciascuno s'accapiglia... l'un sull'altro ormai si scaglia... e incomincia LA BATTAGLIA!".
Insomma, la storia in sè è un vero componimento poetico, valorizzato dalle numerose seguenze didascaliche, che spiegano le varie situazioni nei dettagli e aggiungono particolari interessanti.
Ah, e poi last but not least, il fatto che le pagine sono metà in bianco e nero e metà a colori, rende l'avventura davvero affascinante, anche viste le dimensioni delle pagine degli Albi d'Oro.
La storia del Drago Riluttante verrà nuovamente fumettata nel 1957, con un remake dell'avventura realizzando da Harvey Eisenberg, mai pubblicato in Italia. Contrariamente alla storia recensita, però, negli USA verrà ristampata molte volte, l'ultima nel 1998; i disegni, però, a quanto vedo dall'Inducks, non sembrano neanche poter reggere il confronto con l'avventura di Tripp del 1941.
Piccolo bonus per chi non conosce il cartoon del Drago Riluttante: i links per la visione su Youtube!
[media]http://www.youtube.com/watch?v=iOkf8-N8K44[/media]
[media]http://www.youtube.com/watch?v=xcAdi52xCYo&feature=related[/media]
[media]http://www.youtube.com/watch?v=Rri9WF8OxhY&feature=related[/media]
Curiosità: nella versione linkata, il padre del ragazzo è doppiato da Gigi Angelillo, storico doppiatore di Paperone in
Duck Tales, ne
Il Canto di Natale di Topolino e altri.
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Topolino e il ponte stregato, letta su Topolino n. 121.