OT!
Tema interessante. Sulla storia in questione premetto che secondo me si tratta di un buon
unicum con lo spirito di una Reginella. Non è una storia che mi piaccia molto, ma funziona, anche per i disegni che -magari non sembra, ma- lavorano di sottofondo nella creazione di un Topolino un po' speciale; teniamo conto che, a voler essere pignoli e innaturalmente "relaisti", Topolino e Minni staranno insieme da una decina d'anni, mica novanta come li percepiamo noi.
Sul tema in generale, io personalmente, pensate un po', apprezzo più il
non umano dell'umano. È giusto complessione caratteriale, badate, ma trovo che la parola "umano" applicata ai fumetti disneyani sfoci troppo spesso in
a) sguardi nel vuoto, sospiri, dichiarazione dell'ovvio con sfoggio di magniloquenza (Raceworld, certe punte -poche però- faraciane; tipo Zero Assoluto)
b) fragilità psicologica abbastanza convenzionale, difficoltà nel prendere decisioni (ma sempre con gli stessi schemi) e allungamento del brodo con vignette e vignette su decisioni che si sa già quali saranno (le meno interessanti, talvolta).
Naturalmente qui si intende "umano" alla Paperino, cioè con difetti, etc..
Ora però: non è che Topolino non abbia difetti; è che i suoi non fanno ridere. Quando leggiamo le storie comiche con Paperino non è tanto che ci immedesimiamo, ma piuttosto che ridiamo delle sue disgrazie (a volte ci immedesimiamo, sì, ma più raramente, soprattutto nelle storie più memorabili; un'eccezione: Paperin Hood). Siamo cattivi, non pietosi (in senso blando, s'intende).
Semmai sono più umani i difetti del Topolino moderno: brontolone, difficilmente capace di fare dispiaceri alle persone anche quando dovrebbe... tutti difetti non iperbolici (come invece quelli di Paperino, almeno nelle sue prove più dinamiche) in cui uno può ritrovarsi.
Ma c'è un però: a Paperino l'iperbolicità
serve, perché è la forza delle sue azioni. Quali sono i Paperini più memorabili? Barks (iperbolico, dinamico, tartassato dagli eventi), Martina, Scarpa, Cimino, Barosso, Chendi, Pezzin, Faccini (anche senza bisogno di Paperoga). Don Rosa ha un'idea più sottile e alterna a questa caratterizzazione iperbolica anche una forte dose di ironia e pigrizia ancor più pronunciata messa a contrasto con l'energia dello zio.
In tutti questi casi l'unico (almeno per me) che riesca a introdurre
stabilmente una dose di umanità nel senso più semplice e genuino è Carl Barks. Pensate al rapporto con i nipoti e alle tante difficoltà affrontate insieme, e al modo con cui vengono affrontate. Pezzin e Faccini non ci pensano (e fanno bene, stonerebbe nel loro contesto); Cimino raramente, semmai spinge l'acceleratore su una certa frustrazione, cui però poi risponde l'inventiva, la meravigliosa e ineguagliata inventiva del Paperino ciminiano; Chendi resta anche lui sul solco di una convenzionata ma riuscitissima figura di vittima di caotici eventi; Martina qualche volta, più di quanto si pensi bisogna dire (Conte di Montecristo), ma sicuramente la cosa si respira più semmai nella rappresentazione collettiva che non in momenti specifici (importante in Martina la continua rappresentazione della miseria, senza sconti nei limiti della disneyanità). Anzi, aggiungo che un Paperino "umano" senza volerlo è anche quello di Scarpa. "Senza volerlo" perché mancano i momenti di grande partecipazione emotiva di Barks, ma è sicuramente quello con cui ci si immedesima davvero fra tutti quelli elencati, senza concedere nemmeno lontanamente una vignetta ad un qualsivoglia senso di mielosità. (Sì, c'è
il nipote ideale che è decisamente esplicita nei sentimenti; ma quella è una sola storia ottima nella sua unicità).
Questo giusto per chiarire quali paletti si debbano mettere quando si parla di "umanità di Paperino".
Sulla "perfezione" di Topolino ho già scritto
qui, preferisco non sovraccaricare questo messaggio. Personalmente ritengo che entrambi i personaggi siano stati usati male in moltissime occasioni. Non basta il personaggio di Paperino alle prese con un problema e qualche espressione esagerata nei disegni per rendere comica una storia; e non c'è bisogno di calare Topolino "nel quotidiano", alle prese con le solite faccende trite e ritrite "da umani" (toh) per renderlo simpatico.
Ma insomma, noi stiamo qui con un sacco di tempo da perdere (...) e loro sono lì con scadenze, sceneggiature e famiglia da mantenere.