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La lunga notte del commissario Manetta

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Dominatore delle Nuvole
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PolliceSu   (3)
    La lunga notte del commissario Manetta
    Domenica 2 Ott 2016, 14:15:20
    Possibile che non ci sia un "topic" su questa storia?
    https://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+2147-1



    Si tratta praticamente della prima storia di Tito Faraci (insieme a Topolino e il campione terrestre, che è carina più che altro per i colori e che chi sa come viene ristampata a getto continuo) e secondo me è già molto, molto bella.
    Giorgio Cavazzano si trova ad uno dei suoi (molteplici, va detto) apici. La nitidezza, la profondità del nuovo stile, le chine spesse ma morbide (di quanti altri si può dire?), ci regalano in questi anni decine di "atmosfere" passate alla storia: il commissariato, Anderville, fino agli abissi e ai paesaggi maestosi di "Topolino e il naufrago dell'abisso" (A. Sisti/Cav) e L'oro freddo (R. Cimino/Cav) di pochi anni fa.
    Le espressioni dei personaggi sono limpide e intense al contempo come in questo primo piano del commissario (quello vero) rientrato di notte alla stazione di polizia, soprappensiero e in impermeabile.



    Una delle grandi intuizioni di Tito, al suo approdo su Topolino, è che se si vuole rinnovare la concezione, l'interpretazione di un personaggio Disney e al contempo scrivere storie vive, memorabili, che non si riassumano in una semplice idea-ricordo ("Manetta viene promosso commissario", sì. Ma il grosso della storia è altrove), beh, allora bisogna far ridere, sin dalla prima pagina (ve l'ho messa qui sopra apposta).
    E personalmente posso dire che Tito Faraci è fra gli autori che mi hanno fatto fare le migliori risate in tutto il fumetto, a partire da Motore/Azione e Angus Tales, così spesso sottovalutati.
    Qui il veicolo della comicità è sì negli incroci (molto asterixiani) tra le molte "parti interessate" ad un certo quadro, ma più specificamente in un personaggio catalizzatore, che non a caso incontra tutti i personaggi: Manetta, il protagonista del titolo? No: Tito cala l'asso e introduce uno dei suoi personaggi migliori (nonché più sprecati poi), Rock Sassi. Un personaggio come se ne erano visti raramente fino ad allora (ma qualcuno in Pezzin c'era stato), che qualcuno ha definito "Uderziano anche nel carattere". E Giorgio Cavazzano ci mette del suo nel tratteggiarlo in maniera efficacissima, a partire dagli occhietti puntiformi che purtroppo (decisione dello sceneggiatore o del disegnatore?) si perderanno poi.
    Non a caso sarà Fausto Vitaliano, un altro "rivoluzionario sottile", a centrare al meglio il personaggio, almento secondo me, nella recente "Il colpo con doppia (anzi tripla) sorpresa".

    Voglio ricordare una sceneggiatura snella, che già in questa prova d'esordio promette molto (e manterrà negli anni immediatamente successivi) sul piano dei ritmi, della capacità di rallentare e accelerare, e in particolare di rendere leggeri i passaggi più lenti (ad esempio la scena notturna al commissariato di cui sopra) che altrove, penso a Zero Assoluto dello stesso autore, si fanno viceversa pesanti e per me innaturalmente seriosi.

    E poi, come detto, si ride, e si riderà anche di più nelle storie successive della storica coppia (Sfida a Topolinia, Sul filo del rasoio,...), la cui collaborazione è con pochi dubbi il vertice del Topolino anni Novanta. In una intervista Tito ha ammesso che, senza ironia (e più in generale umorismo), non è se stesso. Una cosa che -opinione mia personale- ultimamente gli capita di dimenticare un po', a vantaggio di una sceneggiatura meno densa, semmai un po' appesantita dal sarcasmo; complice anche, in particolare su Tex, un mal riposto senso di serietà che non si confà né a lui né - giova sottolinearlo - al personaggio.
    Ma questa è un'altra storia. :)
    « Ultima modifica: Domenica 2 Ott 2016, 14:19:14 da A.Basettoni »

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    Vito65
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    PolliceSu
      Re: La lunga notte del commissario Manetta
      Risposta #1: Domenica 2 Ott 2016, 17:42:51
      Condivido praticamente in toto la recensione di Dominatore delle Nuvole. In particolare voglio prendere spunto da un suo passaggio e sottolinearlo con una mia personale perplessità: non ho mai capito perchè, dopo la creazione faraciana di Rock Sassi, questo personaggio sia stato reso una macchietta, cosa che non era affatto necessaria nè imposta dalla sua originaria caratterizzazione, così come rappresentata in questa storia.

        Re: La lunga notte del commissario Manetta
        Risposta #2: Sabato 8 Ott 2016, 19:24:50
        E' sicuramente una storia divertente, ma è priva dei momenti di tensione dei vecchi gialli martiniani.
        Diciamo che segue il trend degli ultimi 25 anni circa.
        Solo storie da ridere, scacciapensieri che però poi non si ricordano.
        ...ho la febbre, ma ti porto fuori a bere...

          Re: La lunga notte del commissario Manetta
          Risposta #3: Sabato 8 Ott 2016, 22:28:17
          Solo storie da ridere, scacciapensieri che però poi non si ricordano.

          Personalmente, non ho bisogno di epicità/drammaticità per ricordare una storia. La (vecchia) serie del Commissariato di Topolinia, iniziata con questa storia, e con l'entrata in scena di Rock Sassi, ne è l'esempio.
          Inoltre, c'è ricordare e ricordare: le prime storie di Rock, comiche e scacciapensieri, le ricordo positivamente; molte epicate recenti invece le ricordo, sì... ma con la nausea (non faccio nomi, anzi, titoli).

            Re: La lunga notte del commissario Manetta
            Risposta #4: Sabato 8 Ott 2016, 23:15:25
            Questa storia uscì nel 1997, l'anno d'oro, a mio avviso, di Faraci. Quante cose egregie fece quell'anno

              Re: La lunga notte del commissario Manetta
              Risposta #5: Sabato 8 Ott 2016, 23:43:02
              Solo storie da ridere, scacciapensieri che però poi non si ricordano.

              Le storie solo da ridere si ricordano eccome. È un problema della testa del lettore, mica delle storie, questo.


              Dominatore, secondo l'inducks la prima storia di Faraci era una con Paperino.   :o
              « Ultima modifica: Sabato 8 Ott 2016, 23:51:10 da Monkey_Feyerabend »

                Re: La lunga notte del commissario Manetta
                Risposta #6: Domenica 9 Ott 2016, 00:03:46
                non ho mai capito perchè, dopo la creazione faraciana di Rock Sassi, questo personaggio sia stato reso una macchietta, cosa che non era affatto necessaria nè imposta dalla sua originaria caratterizzazione, così come rappresentata in questa storia.

                Ci ho pensato anche io. Il problema è che quella caratterizzazione della prima storia - il superpoliziotto di ferro tosto e serioso attorno cui scaturiscono per contrasto situazioni estremamente comiche - era così forte da influenzare la trama stessa. Riprendere quel Rock Sassi sarebbe forse significato ripetere all'infinito La lunga notte del commissario Manetta. Quindi Faraci ha, non so quanto consapevolmente, riportato il personaggio allo stesso livello degli altri personaggi delle sue storie. Quindi ne ha fatto un demente...perché più o meno tutti i personaggi della commedia faraciana sono dei dementi. Non so se spingermi a dire che Faraci è un cantore della demenza collettiva e individuale, ma insomma siam d'accordo che il suo perno umoristico è quello.  ;D

                Faccio poi notare che è colpa anche di Cavazzano se Sassi appare più scemo nelle altre storie (Nota: conosco solo storie di Faraci-Cavazzano con Sassi). Col passare del tempo lo disegna sempre più con gli occhi a palla e sempre meno con gli occhi a striscia chiusa, che già da sole ne La lunga notte caratterizzavano il personaggio.

                Tutto questo non per giustificare i due autori, anche io Sassi lo avrei preferito sempre come nella prima storia, quello che ferma una rapina sfondando la vetrata con la macchina.  ;D
                « Ultima modifica: Domenica 9 Ott 2016, 00:09:27 da Monkey_Feyerabend »

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                MarioCX
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                  Re: La lunga notte del commissario Manetta
                  Risposta #7: Domenica 9 Ott 2016, 21:53:12

                  Le storie solo da ridere si ricordano eccome. È un problema della testa del lettore, mica delle storie, questo.


                  E' vero, infatto io ricordo benissimo "Paperino e la norma delle regole" storia spassosissima del 1972.
                  Però la mia forma mentale formata con i gialli di Martina (e Scarpa) quando c'è di mezzo Topolinia si attende un po' di noir...ma quello vero, alla "Ladri d'ombre" per capirci.

                  « Ultima modifica: Domenica 9 Ott 2016, 21:53:52 da MarioCX »
                  ...ho la febbre, ma ti porto fuori a bere...

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                    Re: La lunga notte del commissario Manetta
                    Risposta #8: Lunedì 10 Ott 2016, 00:26:34
                    Sì, è quello che intendevo, è una questione di forma mentis. Capisco che se uno è stato abituato da sempre a leggere un Topolino che prioritariamente investiga e solo occasionalmente fa ridere, come Tex se ne va prioritariamente girando per il west e solo occasionalmente fa ridere, allora poi uno se lo aspetta sempre così.

                    Il problema però è che non dovevano abituarvi così. Oddio, forse esagero: non è che non dovessero, ognuno fa quello che gli pare. Però è strano che sia successo. Perché oh, Topolino non è un investigatore di professione. Se investiga lo fa in parodie di gialli, non gialli veri. Topolino è il protagonista di un fumetto umoristico, al più avventuroso/umoristico.

                    Porca miseria, mi fa più ridere Sam Pezzo di Giardino (che è davvero dichiaratamente hard-boiled) che il Topolino degli anni 60-80 (lo so ci saranno eccezioni, parlo per grandi numeri)! Qualcosa è andato storto da qualche parte. Ma c'è un altro topic su questo argomento.

                    Su Faraci, aggiungo che c'è spesso un misunderstanding sulla parola "noir" con cui le sue raccolte sono apostrofate. Non si tratta di noir nel senso di gialli (polar in francese, hard-boiled nella tradizione americana se c'è un po' di scazzottate e pulpaggini varie). La parola noir  fa riferimento al genere in cui una persona qualunque si trova improvvisamente in mezzo a situazioni pericolose . Come i film di Hitchcock (ove non si vede quasi mai un investigatore di professione), o appunto il Topolino di Walsh e Scarpa. Però posso capire che uno si confonda, aspettandosi da Faraci dei gialli veri e propri (stile Mistero della Voce Spezzata), perché spesso la parola noir è anche usata con il significato stretto di poliziesco.

                    « Ultima modifica: Lunedì 10 Ott 2016, 00:29:27 da Monkey_Feyerabend »

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                    Sergio di Rio
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                      Re: La lunga notte del commissario Manetta
                      Risposta #9: Mercoledì 12 Ott 2016, 19:45:32
                      E poi, come detto, si ride, e si riderà anche di più nelle storie successive della storica coppia (Sfida a Topolinia, Sul filo del rasoio,...), la cui collaborazione è con pochi dubbi il vertice del Topolino anni Novanta.

                      Gli anni '90 sono stati il vertice della produzione topoliniana in molte cose, secondo me. E si, l'arrivo di Tito Faraci e il ciclo dei poliziotti è una di queste, sono d'accordo.

                      La storia in se è molto divertente, siamo agli inizi del tipico umorismo faraciano, quella sorta di sarcasmo che si ritrova anche nelle sue storie su Lupo Alberto, non a caso per un target leggermente più adulto.
                      Il personaggio di Rock Sassi poi, è praticamente l'unico personaggio degli ultimi 20 anni ad essere entrato più o meno in pianta stabile nell'universo fumettistico disneyano.

                      E ha anche il merito di aver dato nuova linfa ad un settore di Topolinia fino ad allora perlopiù secondario e accessorio alle vicende del solo Topolino, oltre che al personaggio di Manetta a cui ha dato un efficace comprimario, con possibilità di un nuovo filone di storie.

                      Le storie di Faraci & Cavazzano di questo genere sono in assoluto fra quelle che preferisco.

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                        Re: La lunga notte del commissario Manetta
                        Risposta #10: Lunedì 17 Ott 2016, 01:40:33
                        Segnalo - a proposito del cambiamento che ha avuto nel corso del tempo Rock Sassi - che la sua entrata con l'auto in una vetrina è un omaggio all'ispettore Callaghan di Clint Eastwood che in una delle sue pellicole fa la medesima bravata di Sassi.

                        Del resto, Rock è all'inizio della sua avventura editoriale una specie di parodia di Eastwood e di Chuck Norris, un po' come lo era Sledge Hammer nel telefilm Troppo forte di inizio anni'90 (anche se lì il riferimento era solo a Eastwood)

                         

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