Lo speciale di Paperino n. 408 mi ha dato l'occasione di scoprire questa storia che, senza esagerare, confesso essere quasi riuscita a commuovermi.
Premetto che non riesco ad essere "conciliante" con la maggior parte della produzione recente sul papero mascherato, per cui avevo ben poche aspettative.
Tuttavia, già nel momento in cui ho visto la prima tavola ho capito (sperato?) di avere di fronte qualche cosa di assolutamente diverso...
La resa grafica del lavoro di Mottura è davvero straordinaria, atmosfere piene, crepuscolari, colori penetranti, insomma davvero una goduria per gli occhi come non se ne vedevano da tempo, quantomeno per il papero mascherato.
La trama, dal canto suo, regge benissimo il paragone con l'aspetto grafico.
La ritengo davvero una delle più belle tra le storie recenti scritte sul papero mascherato, un intreccio che adopera una situazione non originalissima (ricordo almeno un'altra storia in cui Paperina si infatua di Paperinik), ma comunque resa in una maniera che non esito a definire "superba".
L'analisi, quasi introspettiva, della personalità di Paperino e del suo rapporto con l'alter ego mascherato risulta davvero approfondita e coinvolgente; le espressioni del povero Paperino - al cospetto della sua ragazza che sembra aver dimenticato tutto il loro passato - permettono quasi di percepire il dramma del protagonista, cosa che si perpetua per tutto lo svolgimento della vicenda; toccante, ad esempio, il momento in cui Paperino, dopo aver convinto la ragazza ad andare a pranzo insieme, viene abbandonato li, solo, al locale.
Senza dimenticare la scena, memorabile, del momento in cui Paperina si avvede di Paperino semi-mascherato... rimanendo di sale.
Insomma, davvero una piacevole sorpresa, una storia toccante, magistralmente disegnata, profonda nel delineare il conflitto interiore del protagonista, davvero un capolavoro.