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Post - Karabandagore

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Commenti sulle storie / Re:Paperino e l'oro del Pirata
« il: Giovedì 7 Lug 2022, 14:37:51 »
Buongiorno a tutti, riguardo a "Paperino e l'oro del pirata" seguo l'opinione di chi la giudica un'ottima storia, di gran lunga superiore alla media, anche se non fa parte del novero dei grandi capolavori barksiani. La trama è piuttosto semplice, ma il tema della caccia al tesoro è un classico intramontabile e proprio la scarsa articolazione della vicenda dona alla storia un carattere più fresco, spigliato e vivace. Essa parte in un'ambientazione rurale, simile a quella delle prime strisce di Topolino, per poi spostarsi in scenari tratti dall'Isola del tesoro di Stevenson( il veliero, l'isola deserta). Nella realtà quotidiana di Paperino e nipoti irrompe quindi l'Avventura, impersonificata dal pappagallo Bacicin Parodi( il nome fittiziamente genovese è dato dai traduttori italiani, mentre nell'originale è Yellow Beack), custode della mappa del tesoro del pirata Morgan. Sulle tracce del gruppetto di avventurieri, partito alla volta dell'isola indicata, ecco comparire Pietro Gambadilegno, coadiuvato dai ratti antropomorfi Occhiorosso e Oliver, intenzionato a impadronirsi della mappa. La sceneggiatura si dipana fluidamente nell'interco arco di 64 tavole, arricchendo con nuove gag lo storyboard originale e riproponendo i classici stilemi della caccia al tesoro di ambientazione piratesca. Unica nota per la caratterizzazione piatta e stereotipata dei personaggi, eccezion fatta per Pietro  e Bacicin. Pur essendo alla sua prima prova disneyana sui comics, Barks fornisce un'ottima prova, mentre i disegni di Hannah appaiono sbiaditi e meno dettagliati rispetto a quelli del maestro dell'Oregon. Segnalo che della storia esiste una versione ridotta, Paperino e i pirati, sceneggiata da Chase Craig e disegnata sempre da Hannah, comparsa nel 1949 su un cosiddetto giveaways.

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Buon pomeriggio Maximilian, grazie per avermi fatto notare questa contraddizione nel mio post precedente. Il ragionamento che ho fatto nello scriverlo è però leggermente diverso da quanto da te esposto: io non sto sminuendo il valore del fumetto in sé, sto invece affermando che, nella sterminata produzione di storie Disney, alcune brillino particolarmente per la propria genialità, veicolando un messaggio che per la sua portata non può essere circoscritto in un campo delimitato come quello del fumetto, ma entri a fare parte della cerchia dei capolavori assoluti di ogni tempo, entrando quindi a fare parte della Letteratura, dove con questo termine intendo le opere scritte più meritevoli mai prodotte, e quindi non solo romanzi e poesie ma anche saggi, opere teatrali e fumetti. Effettivamente, nell'altro post mi ero espresso male.
Rimanendo  sempre nell'ambito della logica classica, permettimi infine di concludere con una tautologia( enunciato sempre vero): leggere bei fumetti è un ottimo modo per continuare a sognare e rimanere sempre giovani dentro( altro che fonte della giovinezza!)  ;;D

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Testate Regolari / Re:Almanacco Topolino (Nuova Serie) - Discussione Generale
« il: Mercoledì 29 Giu 2022, 14:42:52 »
Buon pomeriggio a tutti, vorrei dire che invece a me è parso un buon numero, in cui la parte del leone la fa ovviamente "Paperino e la notte del saraceno", un autentico capolavoro firmato da Marco Rota autore completo che in trentadue tavole sa coniugare con grande maestria tutti gli elementi caratteristici di una grande narrazione, che rimane impressa nella memoria: avventura, umorismo, mistero e sentimento. I disegni di Rota sono spettacolari, di chiaro stampo barksiano, volti a una resa realistica dei paesaggi liguri e della natura, ma al contempo privilegiando sempre una chiara lettura della tavola.
"Zo Paperone in: qualche nota sul Klondike" presenta invece una trama banalotta, a cui non basta ispirarsi alle storie di Don Rosa per salvare la storia dalla mediocrità. Magnifici invece i disegni di Arild Midthun, iperdettagliati e con personaggi fluidi, dinamici e armoniosi. Le successive due brevi di Paperoga sono invece ottime storielle di intrattenimento, con la sceneggiatura di Kinney che presenta un fuoco di fila di trovare paradossali e situazioni umoristiche, e gli ottimi disegni, molto morbidi, di Hubbard. Pippo esploratore perfetto è divertente, una classica riempitiva, ma i disegni di Strobl mi sono parso sottotono. Topolino e il mistero del ranch dell'inganno è un classico western che giova dei disegni di un Paul Murry in ottima forma; la storia è senza particolari guizzi ma si attesta su un buon livello. Dimenticabile la breve su Sonny il gabbiano. Topolino e il gran Vergilius presenta una trama che avrebbe delle buone potenzialità, ma è troppo confusionaria e con passaggi logici mancanti; sprecati quindi i disegni di un ottimo Carpi, con il suo tratto fresco e guizzante.

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Commenti sulle storie / Re:Topolino e i grilli atomici
« il: Martedì 28 Giu 2022, 19:52:27 »
Buonasera a tutti, devo invece dire che a me "Topolino e i grilli atomici"(anch'io come altri utenti ho avuto modo di leggerla su Pippo-BUR) è piaciuta; di certo è inferiore alla precedente "L'inferno di Topolino" ma io la reputo comunque una buona lettura. Capisco le perplessità sorte riguardo ad alcuni passaggi nella trama e al tipo di umorismo, che però io ho apprezzato proprio per il modo in cui Martina concepisce la storia, ovvero come il succedersi a ruota libera di eventi surreali, in una sorta di ipotetico gioco dell'assurdo, trasponendo nel fumetto Disney quanto espresso letterariamente nella Cantatrice calva di Ionesco. Se si inquadra la vicenda da questo punto di vista, essa è un gioiello. Infatti presenta alcune gag da antologia, tra cui Pippo che si crede il temibile gangster Joe Bomba e che fuma dinamite( un tabacco un po'...forte), i sette nani che gestiscono un laboratorio per le ricerche atomiche, la moneta forata data come pagamento dell'ingresso, i diavoletti all'interno del castello del terrore, Pippo che scrive la sua autobiografia... Tutte situazioni surreali che si susseguono senza una netta successione logica all'interno della trama, ma che proprio per questo le restituiscono una freschezza invidiabile dopo settant'anni. Martina mostra ancora delle incertezze nella gestione della trama, con i personaggi che non appaiono psicologicamente ben definiti, ma sembrano piuttosto maschere della Commedia dell'Arte che recitano seguendo un canovaccio su cui lo sceneggiatore va ad innestare continuamente nuove  vicende, supportato da dialoghi musicali e fulminanti. Bioletto compie un lavoro egregio, praticamente perfetto in ogni particolare. In conclusione, sarà anche perché la prima volta che l'ho letta, sei anni fa, avevo nove anni e quindi ero maggiormente ingenuo e facile alla meraviglia, ma questa storia ha retto anche alle seguenti riletture, confermandosi ogni volta una piccola perla del fumetto Disney italiano.

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Buon pomeriggio a tutti, apro il topic dedicato a questa ottima storia perchè penso che, nonostante sia stata ampiamente commentata nella discussione su Topolino 3428, ne meriti uno apposito. L'importanza di "Topolino e la fonte della giovinezza" è infatti notevole perchè, oltre a sancire il ritorno alla sceneggiatura del Maestro Giorgio Pezzin, segna anche il ritorno su Topolino di una delle serie più importanti, intriganti e apprezzate, le Tops stories appunto. Pezzin riprende e completa una vecchia sceneggiatura degli anni Novanta/primi Duemila e ci consegna un capolavoro. Tale infatti io reputo questa storia, che conduce il baronetto inglese sir Top de Tops sulle tracce della mitica fonte della giovinezza, seguendo le indicazioni fornitegli dal collega scienziato e amico Oliver McPerson, il quale cela però un oscuro segreto. Partendo dal breve prologo ambientato nel 1732, che si apre con una citazione della Genesi, questa storia travalica la rigida censura Disney parlandoci di morte, religione, vita eterna. La vicenda ha uno sviluppo insolitamente rapido nelle concitate sequenze della parte centrale, con l'avventuroso e periglioso viaggio di de Tops sulle impervie montagne dell'Asia Centrale, di cui Davide Cesarello, chiamato a raccogliere il difficile testimone grafico di De Vita, ci offre vedute spettacolari. Cesarello compie un lavoro superbo, raffigurando in maniera ineccepibile sia i personaggi, tutti ottimamente caratterizzati, sia gli sfondi, che vanno dalla Scozia rurale alla Londra vittoriana, alle vette del Caucaso. Ma è nel finale che questa storia travalica le frontiere del Fumetto Disney, divenendo Letteratura. Pezzin ci consegna un messaggio profondo, sconvolgente, che tocca le più intime corde del nostro essere e le nostre paure maggiormente celate. Qual è il prezzo della vita eterna? Questa domanda giace insoluta nel cuore di un indeciso de Tops e, conclusa la storia, il dubbio  rimane anche nell'anima del lettore, ponendolo di fronte a uno dei più grandi interrogativi del genere umano.

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Commenti sulle storie / Re:Pippo cervello del secolo
« il: Giovedì 23 Giu 2022, 19:11:59 »
"Pippo cervello del secolo" è una delle storie più misteriose, ricche di fascino e ambigue della coppia Walsh-Gottfredson, e io personalmente la reputo l'ultimo, grande capolavoro dell'epopea delle strisce quotidiane di Topolino. Viene approfondita la psicologia di Pippo, rivelando che, dietro la sua ingenuità e candore, si cela un'insospettabile genialità. Insospettabile per i personaggi, ma non per il lettore: infatti, Pippo non è solo un sempliciotto, ma il suo "pensiero relativo" rivela un'eccezionale profondità e una visione del mondo tutta personale, talmente radicata nel suo essere da divenire una vera e propria filosofia, costituente imprescindibile del personaggio. Senza di essa Pippo non può esistere, come viene infatti mostrato in questa storia, dove la presa di sopravvento della sua componente più razionale( la genialità insita nel suo essere più profondo) determina un conflitto di coscienza e di identità, portando alla creazione del dottor X, che è Pippo ma allo stesso tempo non lo è, difettando di quella "logica della follia" che è la sua componente principale, a cui noi siamo più affezionati. Alla fine la personalità-Pippo non potrà che prevalere. La genialità di X è destinata ad andare perduta, e in cambio rimarranno il suo candore e innocenza: qualità forse più necessarie, nel moderno mondo freddo e calcolatore, di qualsiasi mirabolante invenzione.

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Commenti sulle storie / Zio Paperone e la cassaforte di cristallo
« il: Lunedì 20 Giu 2022, 18:59:23 »
Buongiorno a tutti, vorrei esprimere le mie considerazioni personali riguardo a questa bella storia, che ho avuto modo di recuperare recentemente grazie alla Grande Dinastia dei Paperi. Essa sancisce la terza apparizione di Amelia dalla sua creazione e la seconda in una storia lunga di Uncle Scrooge. Mi ha particolarmente colpito la grande fantasia di Carl Barks, che in appena diciannove tavole riesce ad inanellare una geniale trovata dietro l'altra: prima la creazione di un nuovo materiale indistruttibile, poi la scoperta di un popolo sperduto nell'Africa Centrale e, soprattutto, di una particolare specie di uccello, il tutto all'interno della trama principale che vede il tentativo di Amelia di impadronirsi della Numero Uno. Irresistibili le gag presenti nella storia, tra cui i goffi tentativi dei Bassotti di far saltare in aria la cassaforte e la vecchietta che si lamenta per il rumore, che dimostrano come Barks fosse inarrivabile nell'umorismo e di quanta leggerezza siano pervase le sue trame( tra l'altro, ciò viene approfondito in un articolo qui sul forum, "Carl Barks, colui che leggerissimo era", ed esprimo la mia ammirazione a Guglielmo Nocera per l'abilità con cui lo ha scritto). I disegni accompagnano perfettamente la sceneggiatura, dettagliati quando serve ed ineguagliabili nel riprodurre tutta una gamma di espressioni dei personaggi. Voi cosa ne pensate di questa ottima storia del Maestro dell'Oregon?

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Commenti sulle storie / Mickey e l'oceano perduto
« il: Sabato 18 Giu 2022, 13:03:12 »
Buongiorno a tutti, apro questo topic per esprimere la mia personale opinione riguardo a Mickey e l'oceano perduto(il titolo originale è Mickey et l'ocean perdu), graphic novel prodotta dalla Glenat per il mercato francese. Ebbene, io considero questa storia (che non a caso ha aperto la testata Disney Collection con la quale Panini si propone di far conoscere queste opere anche in Italia) un capomastro del fumetto Disney in quanto si pone come emblematica di un nuovo modo di intendere e di narrare il suo variegato universo. Le storie di Topolino, Paperino ecc. non vengono più concepite come strumento di svago per le masse, ma, anche a livello editoriale, assurgono al rango di letteratura vera e propria. Infatti vengono presentate in volumi curati e di pregio, e la narrazione adotta il genere che ad oggi viene considerato il più "nobile" e "letterario" del fumetto: la graphic novel.
Ma analizziamo ora nel dettaglio la storia che, almeno in Italia, fa da apripista a questa nuova, rivoluzionaria iniziativa. Mickey e l'oceano perduto presenta un variegato campionario di personaggi, tutti ottimamente gestiti e caratterizzati da Denis-Pierre Filippi. La narrazione si estende fluida ed omogenea, i dialoghi sono curati ma non prolissi o invadenti e lo sceneggiatore sa sfruttare abilmente anche i "silenzi" per comunicare le emozioni dei personaggi. La trama è ottimamente congegnata, ambientata in un mondo futuristico e apocalittico, dilaniato da guerre e affamato di energia. Il breve prologo iniziale, benchè forse ininfluente nell'economia della storia, contribuisce a delineare i protagonisti e il setting. La spettacolare doppia splash- page a metà della storia, è efficace nel descrivere il cambiamento totale di scenario che avviene. Unico difetto, l'esiguo numero di pagine impedisce una descrizione più approfondita dell'ambientazione steampunk e degli scenari, che invece sono solo accennati. Nulla da eccepire invece riguardo ai meravigliosi disegni di Silvio Camboni, che ci incanta con splash-panel e inquadrature spettacolari. Ogni vignetta è un capolavoro, il tratto iperrealistico contribuisce all' immedesimazione  del lettore nella narrazione, ma al contempo mantiene perfettamente leggibile le tavole. L'atmosfera magica della storia è ricreata anche dalla splendida colorazione di Gaspard Yvan e Jessica Bodart, dai toni caldi e avvolgenti. In conclusione, un capolavoro che segna una nuova svolta nel concepire il fumetto Disney. 

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I Sondaggi / Re:La Miglior Storia di Pippo - Finale
« il: Giovedì 16 Giu 2022, 20:04:44 »
Tra questi due capolavori che sono giunti meritatamente alla fase finale, la mia preferenza va a Pippo e i parastinchi di Olimpia. Essa è, essenzialmente, la storia di un'amicizia: la trama di impianto sportivo è infatti solo un'impalcatura per esplorare in modo profondo e, a tratti, inedito il profondo legame che unisce Pippo e Topolino. Anche nella Spada di ghiaccio, immortale capomastro fantasy, Pippo splende come protagonista, ma non potevo non premiare la perfetta caratterizzazione di Scarpa, che ci restituisce un Pippo mai così umano, tridimensionale. mai così identificabile con ciascuno di noi.

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Commenti sulle storie / Re:Zio Paperone - Una lettera da casa
« il: Martedì 14 Giu 2022, 18:25:33 »
Buongiorno a tutti, vorrei aggiungere il mio piccolo tassello alla lunga discussione sul forum riguardo a questa storia, riportando le mie personali impressioni riguardo a quella che considero la mia storia preferita di Don Rosa e uno dei massimi capolavori del fumetto Disney, "Zio Paperone-Una lettera da casa". Essa si può considerare la storia più ambiziosa dell'autore del Kentucky, in quanto si pone come la risoluzione del pluridecennale conflitto tra Paperone e le sue sorelle, litigio sorto nel capitolo 11 della Saga, ma tratta anche della caccia al tesoro riguardante il leggendario tesoro dei cavalieri Templari, unendo così due temi particolarmente cari al Don. Tutto in questa storia concorre a creare un senso di epicità, non però ridondante, bensì che contribuisce a immedesimare il lettore nella narrazione come non mai, restituendoci un Paperone vivo e meravigliosamente umano. La psicologia dei personaggi, i loro comportamenti e le relazioni tra di essi sono resi in modo naturale e profondo, per culminare nel commovente finale. La caccia al tesoro è come al solito ricca di dettagli documentati, ma la parte storica viene proposta in modo maggiormente fruibile per il lettore grazie all' intelligente uso del prologo iniziale, che permette di introdurre informazioni riguardo ai Templari e di riassumere le vicende della precedente "Corona dei re crociati".  I disegni sono un po' legnosi, ma molto particolareggiati, realistici e nel complesso le sequenze sono molto suggestive( notevoli le scene di azione). Insomma, un capolavoro assoluto, il culmine della visione donrosiana di Paperone e ultimo ideale capitolo della Saga.

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