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Topics - Grrodon

Pagine: [1]  2  3  ...  13 
1
Testate Speciali / Mad Sonja #6: Gioia. Ultimo Numero.
« il: Giovedì 20 Nov 2008, 13:47:41 »
Gioia (Rufledt-Secchi/Wustefeld)

La storia sembrerebbe ingranare, visto che festa a parte, il cattivo fa la sua prima mossa, viene svelato il nome del mondo dei sogni. Ingrana nel bene e nel male, visto che anche le sottotrame quotidiane proseguono, sia con lo scambio di coppie (bleah) che con la scoperta che il padre di Jerrit RUBA.
Però farebbe sperare...se non fosse che è l'ultimo numero.
Eh sì, l'hanno rifatto. O almeno questo è quello che si evince dall'editoriale, dove Sonja saluta i lettori e dice che deve andarsene. Il fatto che la sua meta fittizia sia Helvenia potrebbe essere inizialmente presa come una preview del prossimo numero, o comunque una cosa inerente alla storia. E invece no, al termine dell'albo Sonja non parte per Helvenia, e il significato dell'editoriale è abbastanza chiaro. Se a questo aggiungiamo la mancata scrittina "appuntamento dal 18 dicembre in edicola", nell'ultima pagina dove c'era sempre stata la preview, i giochi sono fatti. Proprio adesso che stava diventando grazioso: e così per l'ennesima volta una testata a fumetti di questo formato non trova la sua naturale conclusione, e si avvia nel limbo come molti altri fumetti Disney suoi gemelli, chiusi male se non abortiti sul nascere come Speed Loop, come Wondercity, come Lys e Angel's Friend. Colpa della solita onnipresente crisi? Bé allora sarebbe il caso di iniziare a progettare serie dagli archi narrativi più corti, che si esauriscano in due o tre albi, in modo da poter testare il mercato e in caso battere in ritirata in maniera più dignitosa e appagante per quei quattro poveri Cristi che il prodotto l'hanno comprato e volevano sapere come sarebbe andato a finire. E invece in sei numeri di fuffa pura si è perso solo tempo, salvo poi giungere a questi patetici risultati.
Per non parlare delle assurde risposte di molto personale dello stand Disney con cui ho parlato a Lucca. Già il fatto che mancasse un angolino per Mad Sonja in tutta la struttura poteva far pensare, però potevano anche dirlo che chiudeva, invece di prendere in giro mantenendosi sul vago, coi "sì, boh, potrebbe essere". In fondo stiamo parlando di meno di un mese fa, e dubito che la decisione sia stata presa l'altro ieri. La solita incompetenza e disonestà intellettuale della Disney Italia nel rapportarsi coi suoi fruitori. Ancora una volta compro un fumetto Disney e da lettore mi sento preso per il culo, come accade puntualmente dal periodo Pk-frittole. Ma forse per la prima volta inizio a dubitare che in futuro mi farò ancora abbindolare seguendo l'ennesima serie spillata dal formato pknaico che chiuderà sicuramente lasciandomi a bocca asciutta.

2
Testate Speciali / Kingdom Hearts Chain of Memories 2
« il: Giovedì 13 Nov 2008, 13:17:20 »
Il volumetto più grosso della serie era in vendità - alleluja! - allo stand Disney di Lucca. E dico subito che ho gradito, per la prima volta durante la lettura mi sentivo appagato. La prima serie era troppo incasinata e malspiegata, Witch sapeva di già visto, così come gli adattamenti, e il primo volume di Chain of Memories risentiva ancora molto della prima serie. Ma qui gli eventi si mettono in moto in maniera piuttosto interessante, non viene fatta alcuna tappa in nessun mondo disneyano, cosa che pur penalizzando il lato grafico (erano disegnati da Dio i personaggi Disney finora), contribuisce a far chiarezza. Lettura scorrevole, e che in fin dei conti mi ha lasciato qualcosa visto che la parentesi mnemonica con i finti ricordi lontani creati dalla bambina misteriosa mi ha fatto riflettere a quale precedenza dare a certe memorie. Ma vabbé cose mie.
Però è pur sempre un Disney Manga, quindi la ma(n)gagna c'è sempre. E qui salta fuori non appena finisce l'albo. Tutto bello, affascinante e appagante, nel momento in cui si svolge la storia, ma una volta finita ci si accorge che niente era chiaro in verità. Non si spiega chi fossero i misteriosi castellani, quali fossero i loro scopi, che fine facciano i due sopravvissuti, dove si trovino Riku e Topolino, se si incontreranno con Sora e gli altri. Cose che forse saranno spiegate nella prossima saga ma che potevano fungere da chiosa per il miglior Disney Manga letto finora.
E mi preoccupa che il prossimo sia il pessimissimo manga di NBX che era già apparso da noi nella collana Buena Vista Lab. Con che coraggio completistico mi troverò ad acquistarlo??

3
Testate Speciali / Artemis Fowl - La Storia a Fumetti
« il: Venerdì 24 Ott 2008, 13:06:15 »

Lode alla didascalia. Veramente. Quello che in ogni adattamento che (non) si rispetti era sempre stato un mezzuccio per evitare di raccontare, per riassumere e semplificare, assume qui un valore tutto nuovo. E' attraverso la didascalia che entriamo nei pensieri dei personaggi, è la didascalia a farci ridere, riflettere, interessare alla vicenda. In certi punti sembra di star leggendo un magnifico numero di Pkna sceneggiato da Faraci, in altri una storia di Enna, in altri ancora le didascalie colorate a seconda del personaggio ricordano non poco Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Miller.
Per quel che mi riguarda questo è l'Adattamento, quello a cui guardare come esempio d'ora in poi, visto che prende l'essenza del libro in maniera fedelissima, senza tagliare nulla, e la traspone in fumetto, in un ottimo fumetto. Un lavoro sapiente, quindi, che fa proprio ogni virtuosismo fumettistico, non dimenticando di metterlo al servizio della storia. Una storia divisa in nove capitoli, quanti erano i capitoli del libro originale di cui viene ripresa fedelissimamente la struttura. Il tutto con la sceneggiatura di Colfer, lo stesso autore del libro, e Donkin, i disegni di un ispiratissimo Rigano e i colori di Lamanna. Insomma, terminata la lettura, nessuno direbbe mai che il mondo di Artemis Fowl non nasca con questo fumetto.
Ecco insieme al Mondo Che Verrà di Casty e il Novecento di Faraci, il miglior fumetto Disney uscito quest'anno, peccato che a differenza di quella mezza ciofeca di Mad Sonja non sia stato minimamente pubblicizzato sulle sue testate parenti, che sia di difficile reperibilità nelle librerie stesse e che sia targato genericamente Buena Vista, senza la dicitura Lab, che contraddistingueva le Graphic Novel Disney per il mercato internazionale e che ora come ora sembrerebbe stata chiusa col quinto numero.
La storia è interessante, fantasiosa, umoristica e molto tattica. Fonde alla perfezione poliziesco, fantasy e fantascienza e narra di una sorta di "partita a scacchi" tra Artemis Fowl, rampollo di un impero criminale, e il Popolo di creature magiche di cui Artemis ha rapito un'esponente, chiedendo un grosso riscatto. Uno spunto semplice ma reso interessante in ogni dettaglio, visto che, come aveva fatto la Rowling col suo Harry Potter, prende stereotipi del fantasy (e qui anche della fantascienza e dei misteri archeologici) e li debanalizza, fondendoli tra loro, e aggiungendo elementi nuovi e regolamentazioni magiche per avere un quadro razionale della cosa. Ecco quindi i Leprecauni della tradizione irlandese essere in realtà una crasi che designa un corpo speciale della polizia elfica, Atlantide essere una delle città sotterranee in cui si è rifugiato il Popolo, l'alfabeto egizio essere una derivazione di quello gnomico e via dicendo. Fusione tra generi e stili che paga sempre in termini di interesse e figaggine, rendendo la saga intelligente.
Il fatto poi che la maggior parte della storia si svolga in un un unico luogo, vicino al maniero dei Fowl con la polizia elfica intenta a fermare il tempo e a contrattare a suon di trabocchetti e regole magiche col protagonista, rende la storia adatta anche ad altri media, come il cinema. E infatti corre voce che si stia già girando il primo film. Ma lo humor riversato in ogni momento della storia, la caricaturizzazione di personaggi come Tubero, il capo della polizia elfica, o Leale, il gigantesco assistente del protagonista, per non parlare di Artemis stesso, rendono il tutto ancora più adatto a diventare un fumetto.
E nel libro ovviamente c'è poco più di quanto ci fosse nel fumetto, giusto un paio di cenni che nella graphic novel sono stati messi nelle schede personali dei personaggi collocate tra un capitolo e l'altro a mo' di file, come quelli visti in MM, in Wondercity o in Watchmen.
Visto e considerato che la storia riprende quella del primo di una nutrita serie di libri, è buona cosa sapere che si sta già lavorando all'adattamento del secondo libro, e se la qualità sarà ancora questa, bé sbav, abbiamo trovato la nuova dimensione del fumetto Disney di Nuova Generazione.

da La Tana del Sollazzo

4
Testate Speciali / BVLAB #5: Century West
« il: Lunedì 25 Set 2006, 16:13:11 »

Il West che finisce e lascia spazio al  caotico nuovo secolo è un concetto espresso fin troppo bene nel caoticissimo Century West (Chaykin) quinta uscita del Buena Vista Lab, che dopo due graphic novel create ad hoc e due ripescaggi d'archivio ci propone un nuovo progetto made in USA interamente scritto e disegnato da Howard Chaykin. Che non è un Western, o meglio lo è nel senso che parla della perdita d'identità del West, del suo trasfigurarsi nel nuovo secolo e del radicalizzarsi dei suoi sterotipi. E' più che altro un metawestern che parla di sé stesso in 64 tavole suddivise in sei capitoli di svariata lunghezza. Sei capitoli, di cui quelli centrali decisamente autoconclusivi, che raccontano una storia che è più che altro un pretesto per mostrare il West invecchiato nei suoi molteplici aspetti. I protagonisti sono Bob Ford, Yael e Barron, uno sceriffo e i suoi due assistenti che si ritrovano coinvolti in una contesa tra una troupe cinematografica e un gruppo di uomini intenzionati a far sospendere le riprese di un film, per motivazioni non del tutto chiare. E non sono le uniche cose a non essere ben chiare, in una graphic novel che fa del caos e del rumore la sua bandiera. La stessa sceneggiatura non facilita affatto la comprensione di ciò che accade, privilegiando i primi piani (peraltro stupendi, lo stile di Chaykin ha un grande appeal) senza occuparsi di presentare per bene i personaggi al lettore che si ritroverà più di una volta a dover tornare indietro per accertarsi che i nomi corrispondano e col senno di poi diventi chiaro ciò che prima non lo era. E gli elementi sono parecchi, perchè intorno ai principali protagonisti della contesa, orbita tutto un teatrino di figure più o meno raccomandabili che includono attricette frivole, cacciatori di taglie, avvocati opportunisti e il Cu-Clux-Clan.
Come al solito la veste editoriale è assai ghiotta e oltre a una bellissima copertina include i soliti "contenuti speciali" al termine dell'albo, e sebbene l'editoriale non sia il massimo della pertinenza, non si può non rimanere soddisfatti dai dietro le quinte coi bozzetti dello stesso Chaykin.
Sicuramente una lettura impegnativa, Century West però ripaga dal punto di vista dell'appeal, dovuto sia allo stile di disegno che alla colorazione, una vera gioia per gli occhi. Per non parlare dei particolari come i manifesti pubblicitari appesi agli edifici che nascondono una marea di citazioni tra cui quella di Gertie il Dinosauro Ammaestrato, primo cartoon della storia del cinema. E sebbene questo genere di ambientazione non sia mai stato troppo tra le mie personalissime corde non si può non ammettere che Century West è fra le uscite migliori della collana.
Ma adesso? Già questo volume è uscito dopo sei mesi anzichè i tre a cui eravamo abituati, pur recando in copertina la scritta Trimestrale. Se a questo ritardo aggiungiamo che ai tempi del lancio della testata erano stati detti tutti i titoli FINO a Century West (anzi no, fino a Jungle Town, ma invertirono le uscite), non si può non temere per il futuro dell'iniziativa. Che sia questo l'ultimo numero? Che l'iniziativa rimanga sospesa fino a nuovo ordine? Come stanno veramente le cose?
Personalmente se dovessi ipotizzare un sesto numero penserei alla graphic novel su Pirati dei Caraibi da tempo annunciata o a una riduzione (mooolto ridotta) di Speedloop nuova testata Disney New Generation by Sciarrone da tempo congelata e - pare - abortita. Sennò c'è sempre una buona parte di materiale proveniente dall'America. Staremo a vedere, certamente l'ultima cosa che mi auguro è che il tutto finisca a donnine, ma che l'iniziativa prosegua nei secoli dei secoli.

da La Tana del Sollazzo

5
Testate Speciali / Witch #87: Una Fredda Magia
« il: Domenica 8 Giu 2008, 19:58:56 »
I nuovi gingilli rosa svettano già dalla copertina, che tra una scritta glitterata e una foto di Daniele Bossari li fa passare quasi inosservati. Quanto al contenuto, con Una Fredda Magia (Macchetto/Zanon-Perissinotto) è ufficialmente iniziata l'ottava serie del nostro fumetto spreferito, e con essa, a quanto pare, la lettura cronologica della serie da parte di Macchetto. Il buon Augusto infatti stavolta non mette in scena alcunchè di troppo traumatico, niente di troppo sconclusionato, e non ripete inavvertitamente neanche eventi già accaduti, il che potrebbe voler dire che ha finalmente iniziato a leggere i vecchi Witch. Si respira una maggior aderenza ai canoni della serie, rispetto ai deliri visti nell'ultima stagione che ci ha mostrato adozioni improvvisate, repentini passaggi al lato oscuro della forza e colpi di scena più marvelliani che altro. Le Witch ormai sono completamente svuotate di ogni credibilità e interesse come personaggi, certo, e questo numero non fa eccezione, però ad esempio vedere Matt tornato ad essere un normale essere umano che studia e ha una mamma, e non più una rockstar o il braccio destro di Dio, fa decisamente piacere. Persino i disegni sono buoni, e il mix Zanon/Perissinotto funziona regalando espressioni simpatiche e in linea con la serie. Di certo però qualche aberrazione non manca, e stavolta è il tema stesso dell'ottava stagione: le Witch alla ricerca di ragazzini con poteri ai quali insegnare la magia, come da (orribile) titolo, del resto. La presenza della magia anche al di fuori degli ambiti kandrakariani, e con essa la (speriamo) smentita che i poteri del fratellino di Will dipendano dalla sua genealogia, però potrebbero essere punti a favore, e un parziale toccasana per una continuity da troppo tempo massacrata. Come a favore è anche il nemico di turno, o per meglio dire la "situazione nemica" a cui si assiste, e cioè all'ingegnere pazzo e alla sua problematica famiglia, che sembra nascondere segreti e tematiche per una volta credibili e interessanti. Ben venga la fantascienza se con la magia non si è saputo creare niente di buono, insomma, e se la cosa è poco in stile Witch meglio ancora, dal momento che Witch è una conclamata porcheria. Ora non resta che sbarazzarci anche delle protagoniste e il fumetto ne guadagnerà, di sicuro :P
Poi viene SMS - Small Magic Secrets (Radice/Leoni) la prima breve dell'epoca post witch on stage. Siamo tornati alle autoconclusive, e per un Macchetto che sembra rinsavire ecco una Tere che peggio di così non si può, che inscena scontati e superficialoidi intrecci a base di sms scambiati. Per non parlare dei disegni in cui figura uno Shaggy di Scooby Doo travestito da Matt. Sblorgh.

da La Tana del Sollazzo

6
Testate Speciali / Witch #86: Nel Cuore
« il: Martedì 6 Mag 2008, 14:47:03 »
Ultimo (stavolta davvero) numero della serie New Power, che con una bella appendice conclude quanto lasciato in sospeso al termine del precedente. Nel Cuore (Enna/Zanon-Giorgetti) toglie di mezzo Himerish, fa salire al potere Yan Lin, esattamente come avevamo già visto succedere nella quarta seria, che è stata qui bellamente dimenticata. Endarno, Tibor, il Triumvirato, e altri personaggi non compaiono più, in compenso c'è tanta azione fuffosa condita con un po' di retorica Enniana, che anche quando è composta da frasi poetiche random è sempre piacevole a leggersi. Nota di demerito per il fratellino magico che altro non fa che perpetuare lo stereotipo secondo il quale i genitori non devono mai immischiarsi in faccende fuori dall'ordinario, anche a costo di far assumere all'adolescente protagonista responsabilità del tutto fuori luogo e che non hanno niente a che vedere con la sua missione. Cioè la cosa ha del ridicolo. Non solo viene mostrata una cosa assolutamente illogica, ma la si occulta sia ai genitori che alla congrega stessa: per la serie sacrifichiamo il buon senso sull'altare del target e del prodotto vendibile, perchè tutti sanno che fare le cose di nascosto ai grandi aumenta l'identificazione di chi legge. Bah, molto meglio la Red Whale con fumetti come Mosntger Allergy e Lys dove i genitori se serve vengono resi partecipi e rivelano un ruolo spesso e volentieri fondamentale. Per il resto, azione a parte, ecco un mucchio di fatterelli scioccherelli che al momento fanno tanta novità ma che ormai non presentano neanche più un minimo di caratterizzazione che differenzi le cinque bimbette, che ormai sembrano cinque manifestazioni fisiche diverse dello stesso sciapo personaggio. Se non altro stavolta ci sono dei disegni che si possono vagamente guardare. Un ultima nota per il Cuore di Kandrakar, che ricompare qua senza che effettivamente ci si ricordasse che era sparito dai tempi del furto di Matt. Che senso ha che il simbolo di Witch ora non sussista più e sia diventato il gingillo della nonna? Nessuno ovviamente.
Magic Musical (Radice/Turconi) conclude la miniserie durata un anno, e lo fa coerentemente con quanto mostrato finora anche se senza particolari guizzi. Speriamo che adesso la Teresa torni a sceneggiare cose un pelino più consistenti che non siano queste gag fini a sé stesse.

da La Tana del Sollazzo

7
Testate Speciali / Witch #85: Io sono Voi
« il: Domenica 6 Apr 2008, 01:51:33 »
E giungemmo alla fine. Alla coerentissima fine di una saga che si è distinta fin da subito per una certa coerenza interna e per una disastrosa incoerenza con l'universo in cui è ambientato il fumetto. E se l'impressione che Macchetto non abbia mai letto mezzo numero di Witch prima di mettere mano a questa sua saga di svolta ci ha accompagnati per tutto un anno, eccola grazie a Io Sono Voi (Macchetto/Leoni-Scuderi) diventare disastrosa certezza. Certezza di trovarsi davanti ad un fumetto che non è Witch. E per fortuna. Però che triste. Ad ogni modo l'effetto straniante è grande, gigantesco, quando ci si ritrova ad avere a che fare con cinque witch CATTIVE. Perchè c'è poco da fare, ad una prima occhiata ci si convince che siano dei cloni prodotti dalla Dark Mother, o magari che siano sotto l'effetto di un qualche malefico influsso. Ci si inizia a chiedere quando avverrà la fatidica rivelazione dopo poche pagine, ma quando la cosa non viene minimamente spiegata se non con "le ragazze si stanno comportando nel modo sbagliato" allora si può tranquillamente affermare di essere di fronte al più grande out of character della Storia. Perchè francamente col senno di poi le scene in cui pestano gratuitamente Matt non hanno senso alcuno: lo minacciano, ci scherzano tirandogli calci nella spina dorsale, assumono espressioni demoniache e un frasario da cattive di serie b. E poi viene fuori che erano perfettamente conscie di ciò che facevano, avevano solo voglia di fare le bulle perchè inorgoglite dai loro poteri. Ma oltre a questa trovata che già da sola ha del clamoroso, nel numero ci sono fior fior di impossibilia, tipo William con le alucce: dopo numeri e numeri passati a credere che Kandrakar avesse PRESCELTO le sue guardiane ecco che la magia diventa un fatto di sangue come in Harry Potter. La scelta di Will di nascondere la cosa alla madre, poi, alla  luce di questi nuovi fatti, ha dell'insensato. L'Oracolo che si dimette poi dove l'avevamo già visto? Ma mi sa che la quarta serie era stata bellamente scordata già dai tempi in cui Endarno e il Triumvirato erano misteriosamente scomparsi. Insomma, ancora retcon, ancora incoerenza. Ma almeno in tutto questo si riesce ad avere un discreto numeretto di azione, ben sceneggiato, anche se abbastanza anonimo e poco originale, col suo bravo deus ex-machina e cose inventate sul momento e spiegate male, ormai marchio di fabbrica witchico. Di buono ci sono i disegni, che stavolta non fanno vomitare, ma sono anche interessanti nel loro essere maledettamente fuori luogo, specie nelle famose scene con le witch inspiegabilmente cattive: i ghigni e i sorrisi malvagi hanno dell'assurdo, per non parlare degli occhiacci e delle pose aggressive. Brrrrrrr.
A saga finita si avverte la mancanza di un buon climax finale che anche una saga scrausa come la quinta riusciva ad avere e che qui si sarebbe potuto ottenere eliminando lo scorso insulso numero della capoeira. E invece sembra più una saga solitaria e minimalista, in cui sono stati coinvolti meno personaggi possibili (e quei pochi non sono neanche loro ma copie). Mah.
Infine siamo a un passo dalla conclusione della miniserie sul musical, con la solita storiellina onesta della Radice Promozione Spettacolo (Radice/Turconi)in cui come al solito sembra che siano date alle ragazze responsabilità assurdamente improbabili. Nell'editoriale per una volta non si parla di moda ma si anticipano grandi novità dal numero che dovrebbe venire dopo il prossimo. Ma se questa saga finisce qua, allora che ci mettono in quello di Maggio? Un riempitivo? un appendice? un verofinale come coi Ragorlang?

8
Testate Speciali / Witch #84: Movimento Unico
« il: Mercoledì 5 Mar 2008, 19:02:20 »

Mah, una mezza schifezza. Schifezza perchè in quanto numero di Witch, e per giunta numero di passaggio, e per giunta numero di passaggio collocato proprio nel mezzo dello pseudoclimax finale, non può essere che tale. Mezza perchè comunque in Movimento Unico (Enna/Vetro-Bertolucci) la mano di Enna sotto quintali di fuffa straripetuta e ormai ben poco interessante, si vede ancora e non si può negare che questo conferisca al tutto un po' di classe.
Ma solo un po' e ovviamente non basta. A differenza di quanto dicono certi maligni disfattisti il passaggio da valido clone di cioè (sesta saga) a mediocre albo a fumetti (settima) è da considerarsi senza dubbio un netto miglioramento, ma non si può certo dire che basti così. Witch è sciatto inside, e per quanto lo si possa migliorare, se non si migliorano le intenzioni e lo spirito di chi lo fa, si potrà fare ben poco. Ma a chi lo fa interessa fare più di così? Io direi proprio di no, visto che Macchetto, pur bravo continua a riciclare idee pikappiche, senza badare troppo ai numeri precedenti, Enna ormai non sembra neanche più lui e si limita ad adottare uno stile piuttosto "scolastico", La Radice ormai è only brevi e in Disney in generale sembra che ci stia adagiando sugli allori dell'idea fashion, cosparsa di piccoli tocchi di stile che dovrebbero - almeno sulla carta - riuscire ad appagare sia il mainstream sia i nerdacci (mi riferisco a strani ibridi come Ultraheroes e simili o anche all'editoriale di questo numero che sfoggia una foto con la statua di Walt Disney e subito prima parla delle proposte fashion del mese). Purtroppo però senza un minimo di abilità e buon gusto neanche questo basta, e i goffi tentativi di rinnovamento che sta affrontando lo stesso Topolino dovrebbero dirla lunga.
Insomma, Witch dal di fuori è fashion, dal di dentro è mediocre. Ed ecco quindi che ci si arrampica sugli specchi con trovate poco probabili, come il saggio di danza nel bel mezzo della battaglia finale, giusto perchè "non sono ancora pronte". Del resto, non è neppure la prima volta che ce la menano con l'elemento unificante, la vera forza è stare insieme e altra fuffa, e tutto ciò inizia a gettare una strana luce sullla rivista stessa: visto che il target sono le mocciosette, ormai troppo giovani per essersi lette le vecchie storie e di sicuro non abbastanza nerd da recuperarsi gli arretrati, ecco che è possibile che in questa saga si siano sentiti autorizzati a spalmare di retcon la continuity tutta, ignorandone e alterandone mille elementi, e riproponendo in altre salse eventi già accaduti.
Rimane la trovata, piuttosto carina (quanto ridondante) della morte dell'insegnante di danza, l'improbabilissimo spettacolo di capoeira e un comparto grafico davvero vomitevole. Mi chiedo come sia possibile che gente brava come la Vetro o anche Bertolucci abbiano prodotto una tale porcheria grafica. Personaggi privi di espressione, anatomie sballate, witch giraffoidi e subito dopo nanerottole, chinaggi insulsi e un senso di tirato via che ricorda molto certi fumetti di serie zeta che alle fiere ti vogliono rifilare gratis. Insomma non ci siamo proprio, ok che Witch è l'ultima ruota del carro, ma non è neanche sterco di vacca morta, potevano anche curarlo di più.
Poi c'è Il Blog (Radice/Turconi), breve prevedibile ma sincera e sicuramente più curata delle ultime, che non mi avevano convinto più di tanto.

da La Tana del Sollazzo

9
Testate Speciali / W.i.t.c.h. #76: Terra
« il: Giovedì 5 Lug 2007, 01:34:01 »

La rivoluzione continua. Witch era proprio da buttare, e non è che i presupposti da cui partivano le saghe dell'"epoca d'oro" fossero poi questa gran cosa. O almeno è ciò che penso io, ed è per questo che non mi scandalizzo affatto per l'opera di riscrittura che in Terra (Macchetto/Zanon-Baldoni), il bravo Augusto prosegue senza ritegno alcuno. Witch così mi piace parecchio, anche se è triste pensare che ormai l'unico modo che aveva questo fumetto di riguadagnare punti fosse quello di diventare un'altra serie a fumetti. Ci abbiamo perso in coerenza, ci abbiamo guadagnato in qualità. Qualità che è innegabilmente riconoscibile in questo secondo numero Macchettiano, ricco come nel suo stile di trip mentali, spesso anche fini a sè stessi e non sempre chiari e sensati. Ma sinceramente il vaneggio che il visionario Macchetto ci offre, a base di sogni, posti che comunicano con altri posti per sfociare in paradossi temporali mi piace. E' roba d'autore, questa. Che potrà non piacere o venir criticata per mille motivi puristici, ma che si conferma ben tre gradini più in alto della fuffa commerciale e superficialoide in cui si era finiti la scorsa serie.
Considerazioni di principio a parte, il numero offre 54 tavole piuttosto intense, in cui oltre a presentare il primo scontro indiretto con la Dark Mother, vengono tirati i mille fili delle trame iniziate nel numero scorso, a partire da un Matt cattivo che si rivelerà non essere tale, ma qualcosa di diverso, così diverso da retcontinuizzare quanto visto in 76 numeri. Prosegue poi il trasloco di Peter, la nuova gestione della libreria e della scuola di danza fino ad arrivare alla cosa più assurda di tutte e cioè all'AMANTE della madre di Cornelia. E dulcis in fundo (anzi all'inizio) la più grande svolta di tutte: i nuovi costumi delle Witch. Se nei loro abiti di tutti i giorni le witch non avevano un immagine canonica tipo Topolino e Paperino, la loro versione magica era ormai parecchio iconica. Stupisce quindi che si sia deciso di operare un restyling di questo tipo, potenziandole a tal modo. Certo, graficamente le differenze non sono poi 'sta gran cosa e si limitano a un drappo in più o in meno, ma i poteri, quelli sì che cambiano le carte in tavola. Le lamia, le frange tentacolari prensili, le ali estensibili tipo aeroplani, Taranee che può trasformarsi nella Torcia Umana, avvicina tutto quanto allo stile Marvel, e aggiunge un po' di pepe ai combattimenti, di solito uno dei punti deboli del fumetto. Insomma una svolta non da poco che parrebbe voler svecchiare, e migliorare il fumetto in ogni sua parte. Questo perchè anche L'Idea (Radice/Turconi), appartenente alla miniserie Witch on Stage, dimostra un principio di miglioramento rispetto al superficialume delle brevi della scorsa saga. E cosa da non dimenticare, sarà anche una coincidenza ma in copertina dietro strilli di pessimo gusto si può ancora scorgere un soggetto ispirato al contenuto della storia.
Una rondine non farà primavera, forse neanche due di seguito. Ma se ormai Macchetto è dentro la comitiva, penso proprio che alternandosi con Enna e Radice saprà fare un lavoro invitante. E se così non sarà pazienza, ci saremo comunque goduti le magnifiche tavole oniriche di baby Cornelia nel bosco misterioso.

da La Tana del Sollazzo

10
Testate Speciali / Witch #82: Energia
« il: Venerdì 4 Gen 2008, 17:27:52 »
Witch #82: Energia


Pare che Macchetto si sia preso una pausa bella lunga (oddio, rispetto alla sua precedente frequenza, chiaro), visto che anche questo mese il numero non è suo. E dopo il bravo Enna, tocca a Ferrari che finora era sempre stato il novellino in questo trio di sceneggiatori a cui è stata affidata la settima serie. Un novellino che sceglie proprio questa occasione per fare un salto di qualità bello grosso, dopo alcune prove che mostravano ancora parecchia inesperienza, pur rivelando una certa volenterosità. Energia (Ferrari/Zanon-Baldoni) infatti è un numero piuttosto buono, che svolge senza troppe pecche il suo compito, forse il più arduo, ovvero mostrare il turno di Will, che dovrebbe (e sottolineo dovrebbe) essere delle cinque il personaggio più interessante, nonchè il capo. E siccome in ottanta numeri tutto ciò che si è riusciti a mostrare di questo personaggio è la sua spiccata propensione alla paranoia, ecco che l'intera ricerca delle radici del suo potere è una gigantesca pippa mentale, un vaneggio lungo quanto l'albo, che spesso si incrocia con la realtà fino a portare all'inevitabile conclusione, che vede il ritorno sulle scene di una Dark Mother più libera che mai. In tutto questo le stonature a cui siamo abituati sono minime e raggruppate per la maggior parte verso l'inizio della storia, con qualche scivolone umoristico e qualche semplicioneria sceneggiatoria qua e là. Fortunatamente quando il sogno di Will ingrana, il numero assume una luce assai più interessante. L'unico elemento ancora parecchio fastidioso è Matt, che non si capisce bene né a che gioco giochi lui, né a che gioco giochino con lui gli autori visto che non è ancora stato chiarito il suo nuovo ruolo, e addirittura inizia a sembrare che alcune cose siano state date per scontate (il riferimento di Irma al suo "aver avuto" una storia con Will...mi sono perso qualcosa?). Tuttavia la radice del potere di Will sembrerebbe implicare un pur parziale ritorno del personaggio al precedente status, con buona pace della retcon. Quanto a Le Scenografie (Radice/Turconi) siamo sempre là. Nel suoi piccolo Teresa con questa miniserie riesce a far notare la differenza dalle porcherie brevi della scorsa saga, ma il suo sottoutilizzo risulta assai fastidioso. Inoltre già il fumetto di Witch è così agonizzante che per ricreare interesse occorre inventarsi di sana pianta mille e più colpi di scena, figuriamoci quanto può essere interessante ORA COME ORA volgere lo sguardo sulla dimensione quotidiana delle cinque. Vabbè pazienza, per fortuna che è fatta bene.

da La Tana del Sollazzo

11
Testate Speciali / Witch #81: Aria
« il: Mercoledì 5 Dic 2007, 12:55:08 »
Witch #81: Aria


Oh che bello rivedere Enna di tanto in tanto, sarebbe bello anche rivederlo di poco in poco, ma anche così va più che bene. Macchetto gestisce la cosa e si fa aiutare qua e là da sceneggiatori che lavorano in sintonia con lui, e se tra questi nomi c'è quello di Enna, il migliore, bè, l'alternanza autoriale di livello altissimo è assicurata e per una volta c'è da stare allegri pensando a ciò che il futuro riserva a questo povero massacratissimo fumetto. Certo, questo non elimina certo tutti i contro che ci sono stati finora: la retcon, i personaggi che ormai hanno pochissimo da dire, lo status quo che ormai non è più credibile, le contraddizioni, la cornice di rubriche e via dicendo, ma la sensazione è quella di essere in buone mani, professionali e che al fumetto tengono di più di quelle in cui eravamo durante il disastro della serie scorsa.
Va poi detto che Aria (Enna/Campinoti-Salfo) non è il massimo che si sia mai avuto dall'autore, e forse per contrasto con la mediocrità del periodo, era riuscito ad emozionarmi maggiormente lo scorso suo numero, quello che si pensava concludesse il ciclo dei Ragorlang, con una dignità quasi immeritata per la disgraziatissima saga del restyling. Qui invece siamo immersi in un contesto qualitativo comunque più alto di prima, e quindi l'apporto Enniano spicca di meno. Però spicca, poco da fare, e le sue finezze sceneggiatorie si prendono il loro bello spazio. Enna è credibile, Enna sa raccontare, Enna riesce a impreziosire elementi narrativi che in mano ad altri sarebbero rimasti piuttosto banali.
Invece i disegni mi hanno orripilato. Magari non nella prima parte, dove sono anche più che accettabili, e riescono finalmente a farmi accorgere dei nuovi cortumi delle Witch, cosa che ormai non mi toccava minimamente durante la lettura. Ma è verso il finale che, non si capisce bene perchè, il lato grafico decade sempre di più fino a raggiungere i mitici picchi di disgusto di pp. 78/81, carichi di ragazze deformi, espressioni dementi e un'anatomia da prima elementare.
I Costumi (Radice/Turconi) non si discosta minimamente da quello che pare essere l'andazzo solito delle brevi di Teresa, sicuramente di livello migliore di quelle dello scorso anno (superficialissime), ma in cui si vede che l'autrice è sacrificatissima. Oltretutto il messaggio anti-trendayolo della storiellina pare una voce soffocata all'interno di un giornale che lo confuta dalla copertina fino all'ultima pagina. E viene pure da chiedersi: ma se ne saranno accorti?

da La Tana del Sollazzo

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Testate Speciali / Topogag
« il: Lunedì 26 Nov 2007, 15:42:57 »
Speciale Lucca

Topogag - Le Più Belle Strisce Quotidiane e Tavole Domenicali dal 1935 al 1978

Questo volumetto in origine faceva parte degli articoli del Topocatalogo e non di rado veniva allegato come premio dopo un abbonamento ad una testata Disney. Evidentemente doveva esserne stato prodotto un numero spropositato di copie, vista la frequenza con cui lo si ritrovava ogni due per tre tra le offerte Disneyane. Bè una piacevolissima sorpresa è stata l'averlo trovato a Lucca...come premio per il quiz che Bertoni, Fausto e Valentina facevano ai bambini. E ovviamente ringrazio l'ultima dei tre per averne concesso una copia a me, Icnarf, Dapiz, Hybiscus, Rensel, Elik e Laurentius, sicuramente un bell'omaggio arricchito (almeno nel mio caso) da una sua dedica che mi invita a non perdere le speranze per l'arrivo, prima o poi, di una bella cronologica del Topolino a strisce di zio Floyd. Per quanto riguarda i contenuti del volume, di sicuro non si tratta del Topolino avventuroso che noi tutti auspichiamo di rivedere nella tanto sofferta integrale di Gottfredson, ma ne è un ottimo antipasto. La prima metà dell'albo propone una selezione di tavole domenicali che vanno dal 1935 al 1942, una produzione che vede alle matite principalmente Gottfredson, poi sostituito da Manuel Gonzales e ai testi Ted Osborne e Merril De Maris. Va detto, che a differenza delle strisce, che dal 1930 al 1955 furono sempre collegate tra loro in lunghissime sequenze di avventure continuative (il famoso ciclo di cui noi tutti invochiamo la ristampa), la tavole, tranne rarissimi casi, sarebbero state quasi sempre autoconclusive.
C'è poi una seconda metà, che vede invece una selezione di strisce quotidiane autoconclusive che vanno dagli anni 50 ai 70. Questo tipo di produzione nasce infatti nel 1955, quando, dopo Topolino e il Ritorno di Davy Crockett, la produzione avventurosa continuativa viene conclusa e rimpiazzata da queste gag quotidiane. Non cambia l'autore dei disegni, che fino al 1975 è sempre Floyd Gottfredson, stavolta su testi di Roy Williams o Del Connell. Le strisce in questione sono parecchio varie, e si passa da alcune gag parecchio argute, ad altre un po' più scolastiche che fanno rimpiangere l'epoca d'oro che si lasciano alle spalle. Sensazione di nostalgia che si avverte specialmente passando dallo stile del tardo Gottfredson a quello decisamente anni 70 del successore Roman Aràmbula, privo di particolari guizzi stilistici.
In sostanza, un buon volume, sì. Che non ha certo velleità maggiori se non quella di dare una buona infarinatura su ciò che è stata la produzione Disney per i quotidiani, pur trattando l'argomento da un punto di vista periferico e senza andare al nucleo di ciò che veramente ci sogneremmo di poter rileggere. Un antipasto sfiziosissimo in attesa dei pezzi da novanta, insomma.

da La Tana del Sollazzo

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Testate Speciali / Ratatouille
« il: Lunedì 26 Nov 2007, 15:43:33 »
Speciale Lucca

Classici a Fumetti - Ratatouille

Altro mio acquisto lucchese è quest'albo, che segue gli ultimi due a cura di Ambrosio e Rigano, che trasponevano invece il secondo e terzo capitolo della trilogia dei Pirati dei Caraibi. E una cosa va detta subito: mentre una trasposizione a fumetti dei due live action sopracitati poteva essere un'operazione estremamente accattivante visto che trasformava in disegni un mondo in carne ad ossa, restituendo loro (stilisticamente parlando) una propria disneyanità, nel caso di Ratatouille (Macchetto/Urbano), che già parte con lo status di prodotto d'animazione, si ha invece una penalizzazione. La solita vecchia penalizzazione di qualsiasi adattamento fumettato, oserei dire. Che però ora non è più pesante come un tempo, quando su Topolino apparivano le trasposizioni dei classici Disney anni 90, costretti in quelle vignette strettissime e ritmicamente sballati dall'incapacità degli adattatori americani. Da quando questo tipo di operazioni sono state ormai affidate alla scuola italiana abbiamo prodotti di ben altro livello e di diversa caratura, più vicini ad una graphic novel che a un semplice prodotto di merchandising senza arte nè parte. Il problema è che ancora non basta per ottenere un prodotto che convinca al 100%, specie in questo caso. Ratatouille è un film in cui la regia è sempre e comunque sopra le righe e fa un uso a dir poco strepitoso del mezzo cinematografico, proponendo gag, dialoghi e trovate senza precedenti nel campo dell'animazione. Una simile sceneggiatura sarebbe stata penalizzata in qualsiasi caso, a meno che non si fosse scelto di dedicargli il doppio delle tavole, di resettargli la sceneggiatura e ricostruirgliene un'altra, più vicina possibile al medium fumetto. Ne sarebbe valsa la pena? Per la Disney probabilmente no, e così ci troviamo davanti un albo, pur molto curato, che sa un po' troppo di vorrei ma non posso. Un Macchetto leggermente sottotono riesce a trasporre alla perfezione alcune sequenze (come la discussione tra Remy e suo padre successiva al loro ricongiungimento), trascurandone molte altre, e arrendendosi proprio nella seconda metà. Comportamento quasi analogo a quello di Urbano, che ritrae alla perfezione alcune cose come gli ambienti, rispettosissimi del lungometraggio, e alcuni personaggi secondari come i cuochi, e ne devasta letteralmente altri come Remy e soprattutto Colette, veramente orrida in quasi tutte le vignette in cui appare.
Insomma, senza dubbio un Ratatouille banalizzato, da non condannare in toto, questo sì, e che comunque mostra che si sono fatti notevoli progressi in questo campo. Ma che tuttavia non riesce a far concludere la lettura soddisfatti, come invece riuscivano i pirati ambrosiani, strapieni di inutili didascalie, ma che perlomeno avevano dalla loro una realizzazione grafica impeccabile e il vantaggio di spiegare certi punti rimasti oscuri durante la visione dei lungometraggi.

da La Tana del Sollazzo

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Testate Speciali / Witch Speciale: Notti di Magia
« il: Lunedì 19 Nov 2007, 17:28:50 »
Witch Speciale: Notte di Magia

Vedersi allegare a Witch una volta tanto non un fronzolo idiotone, ma un albo speciale e per giunta a fumetti, e per giunta migliore del numero regolare (non che ci voglia molto...), e per giunta disegnato bene, è stata una graditissima sorpresa. Un po' meno mettersi a leggerlo e scoprire a tre quarti della storia una serie di cadutone di stile non indifferenti nei dialoghi della battaglia finale. Ma è Witch, bisogna accontentarsi. E questo Speciale qualcosa di cui accontentarsi direi che lo offre, anche solo per quanto riguarda il comparto grafico. Notte di Magia (Ferrari/Dalena-Razzi) infatti offre ben 56 tavole disegnate ad arte e colorate ancora meglio in cui i personaggi di Witch tornano ad avere una loro estetica, un'espressività di tutto rispetto e a muoversi in scenari di forte atmosfera. Tavole per giunta parecchio grandi, visto che il formato dell'albo è differente da quello dei numeri normali, e maggiormente esteso sia in lunghezza che in larghezza. Poi la trama è quello che è, con una storia del terrore che diventa vera, il mondo dei mostri che giunge sulla terra pronto a combattere contro una fatina leziosa che fa la parte della cattiva, e l'Oracolo che nel finale si rivela essere un personaggio ormai totalmente sputtanato. Ma non importa, ripeto, come regalo non è stato affatto male, anche perchè è un po' che mi sfoglio l'albo riguardandone i disegni. Disegni che come già accaduto in passato in speciali di questo tipo presentano un inchiostratura blanda, se non assente, che mette in bella mostra le smatitate dei disegnatori, come nell'animazione Disney del periodo Xerox. Una piacevole particolarità è il citazionismo sfrenato che pervade la Heaterfield in festa: in giro per la città si possono vedere infatti tizi (più o meno) travestiti da celebri personaggi Disney. Si inizia da Joel e Martin in versione Incredibili, per passare al Peter/Jack Sparrow e alla Cornelia/Elizabeth Swann. Tra la folla spuntano oltre a Topolino e Pippo pure Zick e ben DUE (!) Evroniani, e nelle scene in cui la città è invasa dai mostri fa continuamente capolino pure Mike Wazowsky, che stavolta è proprio lui e non un cosplay qualsiasi.

da La Tana del Sollazzo

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Testate Speciali / Witch #80: Emozioni
« il: Lunedì 19 Nov 2007, 17:27:31 »

Witch #80: Emozioni


Che Macchetto stia facendo del suo meglio per risollevare Witch è indubbio. Ed è indubbio che almeno in questo caso il suo meglio coincida col suo peggio. Si è parlato più volte della retcon di quest'ultima saga, ma è davanti a numeri come questo che la cosa ormai cessa di essere vagamente giustificabile, e no, non esistono più forzature in grado di di negare quella che è ormai l'evidenza: Will e Taranee sono diventate originarie di Heaterfield. Giunti all'OTTANTESIMO numero doveva pur succedere. E così come sul Topo ormai dilaga l'ignoranza di autori che cercano di raccontarci in tutti i modi il primo incontro tra Paperino e Paperina, ignari del fatto che sia avvenuto in tempo reale e proprio nei fumetti, così anche in Witch ormai gli echi di continuity si fanno sempre più lontani, rimpiazzati da uno status quo talmente stabile che chiunque potrebbe essere in grado di scriverci storie su storie. Allungando il brodo per un altro centinaio di numeri. Perchè tanto vende, sia mai che un fumetto chiuda quando ha fatto il suo tempo.
Nel risanamento che sta avendo la Disney in questo periodo, e che sta piano piano lambendone ogni settore, fumettistico o cinematografico che sia, sembra proprio che sia Witch ad essere rimasto indietro. Le nuove politiche che giungono da Burbank e che antepongono una sana base qualitativa al facile guadagno a breve termine di stampo Eisneriano, sembrano infatti non aver ancora toccato quello che in questi tempi di crisi è stato la punta di diamante del Disney Italiano, che sembra essere rimasta bloccata nello squallido canglo epocale di inizio secolo, in cui ogni settore stava toccando il fondo. La Disneyanità dei contenuti contrapposta alla superficialità modernista della confezione stanno rendendo Witch sempre più un prodotto ibrido, pasticciato, incapace di poter essere apprezzato nè dai puristi più raffinati nè dalle bimbeminkia più winxofile. Insomma, il Chicken Little del fumetto Disney.
Ed è chiaro che quando perdi credibilità ci vuole niente per deludere: in questo caso siamo di fronte a Emozioni (Macchetto/Urbano), un numero di passaggio. Un altro? Ebbene sì, un numero che serve a far da stacco tra il blocco Fuoco + Acqua e il prossimo (intitolato presumibilmente Aria). Se ci si pensa è più che fisiologico avere un numero di respiro in una saga che comunque ha il pregio di essere abbastanza coesa, ritmata e vagamente corente nel suo svolgimento. Va ricordato che su sei numeri questo è solo il secondo in cui si tira il fiato, che per giunta è sceneggiato da Macchetto, come gli altri, e che in fin dei conti non rappresenta una parentesi troppo slegata dal resto come poteva essere il numero di Ferrari sulla notte di San Lorenzo. Nasce poi il fratellino di Will, non si capisce bene dopo quanti mesi di gravidanza ma così è. E questo è un altro fatto importante. Insomma in sè il numero non ha niente di criminale ma è un'ottima cartina tornasole per capire quanta poca credibilità è rimasta a questo povero fumetto. Fumetto che infatti oltre al personaggio piuttosto ben riuscito dell'ostetrica, non offre molto altro e che anzi mette in una luce piuttosto ridicola tutti gli altri personaggi, oramai incapaci di comunicare alcunchè. Vedere pagine e pagine in cui Peter e Cornelia inscenano il siparietto delle grandi pulizie con la straabusata gag dell'armadio riempito di roba è irritante, scoprire le segrete pene amorose della severa insegnante di danza è inutile, e veder sbocciare l'ennesimo pseudoamorazzo di Irma è svilente per i suoi precedenti uomini. O quantomeno è svilente per Joel, che ci era stato così caldamente imposto come rimpiazzo di Martin, e invece adesso è finito...nella storia breve. La Band (Radice/Turconi) infatti lo rimette in pista, ma come semplice amico (-___-) di Irma, tralaltro bassista di una band estranea ai Cobalt Blue. Visto che Matt è diventato il braccio destro di Dio può anche darsi che si siano sciolti ma spiegarlo nel fumetto non sarebbe stato male. Vedere la Radice così svalorizzata poi dà parecchio fastidio, a questo punto preferirei vederla sulle pagine di Topolino, a far da contraltare con la sua sensibilità femminile alle storie sempre più superficialoidi della scuola gianattiana.

da La Tana del Sollazzo

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