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« Ultimo post da Samu il Oggi alle 11:18:39 »
È la sera del 24 Dicembre ma l'atmosfera, in quel di Paperopoli, è tutto fuorché lieta, serena e meno che mai...natalizia!
I paperopolesi sono stufi dello stress del Natale, del traffico che pervade le strade, della frenetica corsa per gli ultimi regali.
Ogni anno, la stessa storia: la medesima recita natalizia che si ripete stancamente ogni notte di Natale, lo stesso caos insopportabile, la stessa frenesia collettiva ingiustificata ed inutile...
La città ne ha fin sopra i capelli e tutti (o quasi) auspicano ardentemente che il Natale cessi di esistere.
E il loro desiderio viene esaudito.
Niente più ninnoli, ghirlande, decorazioni, alberi da addobbare, regali da scartare...
Niente più Natale, si passa direttamente al 26 Dicembre senza alcun ricordo del giorno prima.
Tuttavia, una volta che il giorno del Natale viene svuotato del suo significato fino ad essere depennato dal calendario, gli abitanti di Paperopoli avvertono una sensazione straniante, di una mancanza il cui peso si fa sentire.
La storia di Vitaliano e Limido ci invita a riflettere su quale sia il senso vero di questa festa, inutile e ammorbante se la si intende come una vuota celebrazione del consumismo ma che ha ancora un significato se si comprende il valore dello spirito natalizio.
Che non è un artefatto che si crea a tavolino il 25 Dicembre.
Natale non è nient'altro che uno stato d'animo ed il modo più autentico di viverlo è la semplicità dello stare bene insieme alle persone che si amano, pure con pochi addobbi, anche in una location semplice e spartana, anche e soprattutto senza inutili fronzoli e orpelli.
La reputo una delle storie natalizie più belle e significative del recente passato del libretto e rientra tra le mie preferite a tema natalizio in assoluto.
Una chicca che merita di essere conosciuta o riscoperta per la sua narrazione brillante ed il messaggio pregno di valore con cui invita il lettore a riflettere su che cosa sia realmente questo fantomatico "spirito natalizio".