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Topolino / Re: Topolino 3187
« il: Lunedì 26 Dic 2016, 09:32:56 »
Il numero natalizio del Topo ha da sempre dovuto sottostare a dei canoni di comparazione molto rigidi e particolari.
Il lettore abituale del libretto ricerca in questo numero emozioni ed ambientazioni che riportino, in breve tempo, la mente a ritroso nel tempo.
Spesso si vorrebbe essere catapultati a determinati anni in cui si è letta una determinata storia che, ovviamente, è legata nella mente a ricordi ed avvenimenti particolari.
Quindi sperimentare in questo numero di Topolino e' qualcosa di "rischioso" e che può portare una buona fetta di lettori a storcere il naso.
La storia di Casty è, in questo caso, l'esempio perfetto.
Chi è riuscito a carpirne, o meglio a sentire, le emozioni ed i messaggi natalizi riportati (anche se in forme diverse dai soliti stereotipi) ha classificato la storia come ottima o, in alcuni casi, come capolavoro.
D'altro canto chi non è entrato in simbiosi con il messaggio che Casty ha voluto diffondere (sia per come è stato diffuso che per i personaggi tramite i quali è stato veicolato) ha ritenuto la storia non all'altezza dei livelli soliti dell'autore.
Forse, per essere più lucidi ed obiettivi nel giudizio, bisognava decontestualizzare la storia dal numero in cui è stata inserita.
Se poi si aggiunge il fatto che il Castellan ha abituato i lettori a storie memorabili, si può capire perché qualcuno può essere stato in parte "deluso".
Stessa cosa dicasi per la storia di Pietro.
Qualcuno, a mio parere, non ha "capito" la storia non per poca profondità nella lettura o perché sia uno/a sprovveduto/a, ma perché in questo numero dell'anno ricerca storie più leggere e meno riflessive.
Ricerca storie che abbiano un significato, che aprano il cuore alle sensazioni tipiche del Natale ma che siano di immediato impatto (per capirsi tipo il Canto di Natale di Dickens).
Ma questo non toglie il fatto che la storia di Venerus sia un piccolo capolavoro di tecnica comunicativa.
È un piccolo capolavoro poiché, senza neanche una parola, riesce a sviluppare temi ed emozioni che altri autori non riescono a sprigionare neanche in centinaia di pagine e vignette.
Il lettore abituale del libretto ricerca in questo numero emozioni ed ambientazioni che riportino, in breve tempo, la mente a ritroso nel tempo.
Spesso si vorrebbe essere catapultati a determinati anni in cui si è letta una determinata storia che, ovviamente, è legata nella mente a ricordi ed avvenimenti particolari.
Quindi sperimentare in questo numero di Topolino e' qualcosa di "rischioso" e che può portare una buona fetta di lettori a storcere il naso.
La storia di Casty è, in questo caso, l'esempio perfetto.
Chi è riuscito a carpirne, o meglio a sentire, le emozioni ed i messaggi natalizi riportati (anche se in forme diverse dai soliti stereotipi) ha classificato la storia come ottima o, in alcuni casi, come capolavoro.
D'altro canto chi non è entrato in simbiosi con il messaggio che Casty ha voluto diffondere (sia per come è stato diffuso che per i personaggi tramite i quali è stato veicolato) ha ritenuto la storia non all'altezza dei livelli soliti dell'autore.
Forse, per essere più lucidi ed obiettivi nel giudizio, bisognava decontestualizzare la storia dal numero in cui è stata inserita.
Se poi si aggiunge il fatto che il Castellan ha abituato i lettori a storie memorabili, si può capire perché qualcuno può essere stato in parte "deluso".
Stessa cosa dicasi per la storia di Pietro.
Qualcuno, a mio parere, non ha "capito" la storia non per poca profondità nella lettura o perché sia uno/a sprovveduto/a, ma perché in questo numero dell'anno ricerca storie più leggere e meno riflessive.
Ricerca storie che abbiano un significato, che aprano il cuore alle sensazioni tipiche del Natale ma che siano di immediato impatto (per capirsi tipo il Canto di Natale di Dickens).
Ma questo non toglie il fatto che la storia di Venerus sia un piccolo capolavoro di tecnica comunicativa.
È un piccolo capolavoro poiché, senza neanche una parola, riesce a sviluppare temi ed emozioni che altri autori non riescono a sprigionare neanche in centinaia di pagine e vignette.