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« il: Martedì 24 Gen 2017, 17:33:51 »
Non ho mai scritto un post in questo topic in precedenza perché non facevo parte del forum.
E chiarisco che scrivo questo post non per dare considerazione a queste persone (che non calcolo affatto), ma per trarne spunto per esplicare un concetto più vario.
Comincio col dire che io non partecipo e non ho nessun profilo social in qualsivoglia social network per due motivi:
1) Non mi piace sbandierare i fatti miei ai quattro venti (ma ugualmente non biasimo coloro che lo fanno);
2) Trovo che spesso siano contenitori di sciocchezze, stupidita' e pensieri superficiali a vagonate.
Chiarisco questo perché voglio subito fugare il fatto che io abbia potuto postare una bandierina di qualsivoglia nazione o che abbia postato slogan di svariato tipo.
Davanti a certi fatti resto spesso scosso e le valutazioni sull'accaduto preferisco farle in modo pratico e non teorico.
Ho riletto tutto il topic dall'inizio fino alla fine e posso dire che, quasi tutti, hanno mantenuto una certa coerenza di pensiero nel tempo. E questa e' una cosa buona!
Ma oltre a questo ho notato soprattutto una cosa che già ieri (nel topic del politically correct) mi e' balzato agli occhi: si parla spesso di pensieri filosofici (per l'amor di Dio bellissimi ed interessanti da leggere) rapportati pero' ad eventi reali e che cambiano e mutano la vita delle persone.
Molti utenti magari saranno giovani e, anche sulla scia di studi illuministici, professano valori che sono nobili.
Ma la nobiltà d'animo e la filosofia estrema e relativa cozzano sempre più con la realtà e le brutture di tutti i giorni.
Parlare di libertà di pensiero, di espressione e di satira in momenti come questo possono realmente ferire gli animi già martoriati di tante persone.
Non voglio fare del "facile populismo" ma mi vengono in mente tanti esempi. E mi vengono in mente perché, Signori, qui non siamo in una realtà virtuale, in un ateneo in cui fare tutti i discorsi che volete sull'attuazione della democrazia.
Qui siamo in un mondo in cui i fatti riportati sono reali ed hanno cambiato la vita delle persone. Centinaia di migliaia di persone.
E non mi si venga a dire che le offese recate con queste vignette, o quelle passate, sono "danni collaterali".
Andate a dirlo ad una madre che ha perso un figlio sotto le macerie di avere più apertura mentale!
Andate a dirlo a chi tutti i giorni muore difendendo il proprio diritto di professare la religione cristiana che la vignetta sulla trinità non e' blasfema o esagerata!
Andate a dirlo a tutti coloro che si battono per portare il dialogo in un Islam più moderato che le vignette sul profeta non aumentino il rancore verso le altre religioni!
Il troppo diritto alla libertà ci sta invece portando ad una società sempre più chiusa in comparti stagni e vittima del controllo di qualcuno.
Vorrei portare un ragionamento sulle vignette iniziali pubblicate sui musulmani.
Per lavoro ho frequentato la Francia in diverse città e quindi sto parlando di impressioni reali e non di quello che possiamo captare da televisioni, giornali o dal web.
La Francia ha un tessuto sociale molto variegato in cui ormai si mischiano popoli e religioni di tutti i tipi.
Non fatevi abbindolare dal motto "egalite', fraternite', liberte'" perché, in fondo in fondo, cosi' non e'!
I cittadini francesi di prima generazione definiamoli cosi' (cioè quelli non arrivati dai paesi colonizzati) vivono spesso con malcontento questo melange forzato di razze, tradizioni ed inclinazioni religiose.
Ovviamente non e' cosi' per la totalità della popolazione (e mi sembra ovvio) ma in tanti nascondono, dietro finti sorrisi, emozioni molto più taglienti e latenti.
Fatte queste debite premesse io non mi sento di dover guardare alla Francia come esempio di civiltà da seguire!
Hanno tanti difetti, come noi certamente, e nascondono le loro vere idee ed emozioni dietro comportamenti di facciata.
Inoltre hanno inserito prima di noi nello statuto il principio di laicità dello stato proprio per questo. Per ovviare al loro sfrenato desiderio di colonialismo estremo che, oltre ai vantaggi del passato, gli sta portando anche i problemi culturali e sociali del presente (vedasi la "ghettizzazione" nelle banlieu e le relative rivolte).
In molti casi i francesi, nel loro stesso territorio, sono in scacco degli immigrati o dei francesi "importati" musulmani.
Io stesso, negli hotel e ristoranti in cui ho lavorato, ho assistito a scene incredibili in cui i musulmani esigevano chissà quali diritti assoluti. Alla mie domande in merito ai loro comportamenti il direttore (francese) spesso mi rispondeva che si doveva fare come chiesto altrimenti si sarebbero trincerati dietro a proteste di razzismo religioso e mobbing (con tutte le relative scocciature giuridiche).
Ho spiegato tutto ciò perché mi sono stufato di sentire che noi siamo un "popolino".
Perché mi sono stufato di sentire che gli altri sono sempre migliori di noi in tutto.
Perché mi sono stufato di ricevere lezioni di etica e civiltà dagli altri che ci vedono come uno sciame di mafiosi incalliti.
Ma pensate davvero che i difetti nelle costruzioni, nei permessi edilizi siano solo un costume italiano?
Io stesso ho lavorato a Courchevel 1860 (e non e' la data di fondazione ma i metri sul livello del mare!) sulle Alpi francesi in un hotel che e' situato proprio sotto il costone di una montagna. Quindi cosa permette a questi "giornalisti" di fare lezioni a noi su come gestire il nostro territorio?
Pensassero a guardare ai problemi di casa propria e a cercare di pubblicare cose più sensate e civili.
Dire poi che "in nome della libertà di stampa ed opinione" possano buttare fango e calunnie su qualsivoglia argomento mi sembra piuttosto insensato.
Tutta questa estrema libertà (ed il correlato progresso portato da ciò) non vedo che ci abbia portato chissà quali miglioramenti pratici.
Forse ha portato la possibilità arbitraria a qualunque minchione di dire la sua su ogni argomento?
Senza limiti, censure, buongusto ?
Siamo proprio sicuri che di questo (e non delle cose realmente meritevoli) non ne potesse fare a meno la società civile?