Il mio incontro con "i gamberi in salmì" risale agli anni Settanta, anni strani: nonostante fossero ricchi di aspetti drammatici (il terrorismo, l'eroina, gli scontri di piazza...) noi che c'eravamo tendiamo comunque a giudicarli positivamente, con indulgenza, quasi sicuramente a causa dell'effetto nostalgia, ma anche per quello che c'era di positivo: la grande musica, i cortili dove si giocava (non solo a pallone), le sorprese dentro i pacchetti delle patatine... e i giornalai: diversi da quelli di oggi, saturi dell'odore di carta e inchiostro dei quotidiani, meno assortiti – solo quelli più grandi si permettevano il lusso di esporre il pallone "Super Tele" – ma con una scelta di fumetti (e figurine) che ancora oggi ricordo come sterminata: Cucciolo, Tiramolla, Tex, l'Intrepido, Geppo, i supereroi della Corno, Felix, Mandrake, Flash Gordon, quelli tenuti più in disparte – i giornaletti "zozzi" –, il Corriere dei Ragazzi, Braccio di Ferro... e poi, ovviamente, c'erano loro: i fumetti Disney, anzi, i giornaletti di Topolino, per indicarli con un nome cumulativo che oggi farebbe inorridire ogni appassionato purista. | (https://www.papersera.net/immagini/RSc10/01_01.png) |
(https://www.papersera.net/immagini/RSc10/01_02.jpg) | Uno di questi ricordo di averlo avuto tra le mani e di non averlo mollato più per giorni e giorni, per leggerlo e rileggerlo più e più volte. La copertina era gialla, raffigurava Paperino coinvolto nella lettura di un inquietante thriller. Si trattava dell'oggi famoso numero 13: "I Gialli di Paperino", un fumetto che grazie all'aspetto esteriore da libro giallo "vero" mi faceva sentire più adulto ed importante... e che sicuramente mi coinvolgeva tantissimo nella sua lettura: la prima storia che presentava era "Paperino e il misterioso Mister Moster", di Giovan Battista Carpi, inquietante e forse anche complessa alla mia prima lettura. Ma il pezzo forte, la storia che avrebbe fissato per sempre nella mia memoria quel particolare fumetto era quella che veniva subito dopo: "Paperino e i gamberi in salmì"! Un lungo preambolo per arrivare all'incontro con questa storia! Credetemi se dico che rimasi folgorato: una storia complicata, un nuovo personaggio che risulta essere nientemeno che fratello di Zio Paperone, un misterioso professore ronchisiano (e chi aveva mai sentito parlare della Ronchesia?), un giallo che teneva inchiodati alla lettura fino all'ultima pagina, e soprattutto una grande, grandissima ed ancora vagheggiata identificazione con Qui Quo e Qua: non più i petulanti e saccenti lettori del mitico Manuale delle Giovani Marmotte (che comunque avevo ricevuto poco prima per Natale nella sua terza edizione), ma tre ragazzi intraprendenti, che ti fanno venir voglia di andare a giocare, er... andare ad investigare con loro: prima alla ditta dei taxi, poi alla pasticceria... morivo dalla voglia di vedere cosa appuntavano sul loro blocchetto di appunti. E cosa erano riusciti a vedere di decisivo durante l'ennesima ripetizione del filmato? |
Ma il momento di vera e propria invidia fu quando andarono a casa della zia per rovistare nella sua collezione di riviste culinarie: la vignetta muta con loro che entrano in cantina, dove ci sono i ripiani zeppi di fascicoli ben ordinati e catalogati per anno deve aver fatto scattare un qualche corto circuito nei miei (allora) giovani neuroni, forgiandoli irreversibilmente nella passione non solo del collezionismo, ma soprattutto della catalogazione e dell'ordinamento dei fumetti, delle riviste, dei quotidiani... di qualunque cosa sia ordinabile numericamente o cronologicamente! Per anni ho sognato una cantina del genere dove immergermi nella lettura e nella contemplazione degli scaffali pieni e ben ordinati, immane era la mia soddisfazione quando – all'aumentare della collezione di fumetti – mi avvicinavo sempre di più verso quella situazione che non riesco ancora a dimenticare. E potete immaginare quanto fastidio mi diede vedere dopo poche pagine la situazione disastrosa nella quale avevano lasciato la cantina i due nipoti. Il terzo – beato lui – era andato ad indagare fuori città, ben più distante dal cortile condominiale cui erano limitate le mie scorribande, con tanto di cinepresa! | (https://www.papersera.net/immagini/RSc10/01_03.gif) |
Eppoi c'è lo Zio Gedeone, che da subito entrò a far parte della schiera dei personaggi preferiti. Così diverso da quel Paperone che è suo fratello ma allo stesso modo testardo e orgoglioso. Mi spiace moltissimo che spesso venga dimenticato.
devo ammettere di non possedere la stessa dovizia di ricordi per quel che riguarda il mio incontro con Romano Scarpa
Ecco, di solito le opere prime non sono storie eccezionali, c'è bisogno di un certo rodaggio prima che uno sceneggiatore sviluppi la sensibilità necessaria per muovere questi meravigliosi personaggi.
E invece Scarpa no.
Come si fa quindi a non voler bene ad una persona che tanto ha segnato la tua vita? Che ti ha regalato ("regalato" anche letteralmente: a otto anni non avevo soldi "miei", non ricordo chi mi comprò il giornaletto in questione, ma di certo per me fu un regalo) delle emozioni così profonde da restarti nella memoria per tutti questi anni?Il pensiero di Paolo rispecchia in toto l'affetto e il trasporto che provo anch'io nei confronti di Romano Scarpa, l'autore Disney che più di ogni altro ha segnato in modo profondo la mia passione per il mondo del Fumetto ed in particolare di quello disneyano.
Romano Scarpa è e rimarrà qualcosa in più di un autore di fumetti, è una delle persone che mi hanno accompagnato durante la crescita, che hanno contribuito a formarmi per quello che sono, e a cui devo molto, ma posso ricambiare solo condividendo con voi il mio affetto per lui!
Grazie ancora Romano!
- Paolo