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Post - Aoimoku

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Molto interessante, è un argomento che mi ha sempre affascinato!

Al di là dei celeberrimi corti di guerra statunitensi, con personaggi del calibro di Paperino, Daffy Duck e Popeye, come è stata la produzione degli altri paesi belligeranti? Conosco l'italiano "Dottor Churkill", ma è stato un esperimento isolato o c'è stata una produzione continua nel nostro paese?

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Sfide e richieste di aiuto / Re:Paperino legionario romano
« il: Domenica 14 Mar 2021, 19:22:47 »
Quella è la prima di Mac Paperin. È in problema di tasse che si travestono in legionari.
Questa! Grazie mille

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Sono riuscito a recuperarla soltanto adesso. Bella e intrigante, ma solo io ho fatto fatica a seguire la trama in certe parti? I disegni sono belli ma a volte poco comprensibili e in certi casi mi è sembrato mancassero vignette di raccordo tra una scena e l'altra

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Sfide e richieste di aiuto / Paperino legionario romano
« il: Sabato 13 Mar 2021, 16:31:24 »
Ho in testa questa vignetta di una storia ambientata nel Medioevo (o forse tempi moderni, ma credo più medioevo) con Paperino che per qualche motivo si traveste da legionario romano insieme ad altri compagni e semina il panico in un villaggio britannico/scozzese convinti che siano tornate le legioni. I disegni mi pare a memoria di riconoscerli come barksiani, ma non sono sicuro. Riuscireste a indicarmi la storia?

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Quante chiacchiere per dire "Non ho capito una sega di quanto successo"

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In realtà non mi sembra un personaggio così importante, in 60 anni è stato usato in poco meno di 900 apparizioni. Tante, sicuramente non è una comparsa, anzi è un membro stabile del cast. Ma Paperoga, Archimede e Paperina, per dire altri personaggi secondari di lusso, hanno tutti più del doppio di storie alle spalle, se non il triplo.

E poi Pico dalle origini in poi ha perso sempre più ruoli. Il posto da decano della famiglia è ormai stabilmente occupato a Paperone e Nonna Papera. Con l'affermarsi di Archimede si è visto anche sottrarre il ruolo di genio-inventore che aveva all'inizio ed è stato sempre più confinato nel ruolo dell'anziano professore estremamente istruito, ma proprio per questo lontano dal mondo quotidiano. Difficile riuscire a utilizzarlo in maniera che non ripetano il tormentone "Pico parla e tutti dormono"

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In che modo nomi di squadre come Washington Redskins e Cleveland Indians sarebbero discriminatori? La cancel culture è uno schifo. Spero che in Europa non arrivi mai questa follia
Allo stesso modo in cui lo sarebbe un "I terroni di Abbiategrasso" o "Napolecani Segrate", non è ovvio?

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Scusate, ma sinceramente mi sembrano 5 pagine passate a discutere di un fattoide

Ci sono prove che ci sia una "netta prevalenza della sinistra" tra autori e lettori, al di là della cerchia di conoscenti di un singolo utente?

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Commenti sugli autori / Re:Giulio Chierchini
« il: Martedì 17 Nov 2020, 12:28:29 »
Vengo a conoscenza della scomparsa di Chierchini in ritardo, ma lo vorrei comunque omaggiare. L'ho conosciuto nella sua versione più tarda, dalla fine degli anni Novanta in poi, quando forse il suo stile si era incartapecorito come le sue dita. Non per questo risultava sgradevole, anzi. Era uno stile molto classico, come quello di Asteriti, ben incastonato nelle storie vecchio stile che ancora trovavano posto in un Topolino proteso verso stili più 'duri' o 'futuristici'.
Mi divertivano sempre molto le piroette che i suoi personaggi facevano quando infuriati, specie i paperi, e in generale trovavo nelle sue vignette un gustoso mix tra solidità e movimento, come nella celebre vignetta del "Questo matrimonio s'ha da fare" coi Bassotti statuari e Paperino travolto dalle loro urla.
Vorrei poi ricordare il suo contributo a uno dei personaggi più divertenti della Disney italiana, quell'Anacleto Mitraglia da lui ottimamente ritratto alla Dick Dastardly, alto magro e coi baffetti a punta, una versione iconica diventata quella definitiva del personaggio.

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Le altre discussioni / Re:Protesta contro le censure
« il: Mercoledì 9 Set 2020, 13:30:02 »
E cosa servirebbe scrivere alla redazione italiana se le censure provengono e sono incentivate dalla California?

Dalla California? Spiegami, che non ne so niente

Ciao!

Il Grande Tiranno
A Burbank (California) sta la sede della Disney, che ricordiamolo sempre è la vera proprietaria di Topolino e compagnia, mentre Panini e la redazione di Topolino li hanno solo in prestito. Se a Burbank decidono che Topolino da domani va disegnato privo di orecchie, a Milano non possono fare altro che iniziare a disegnarlo senza orecchie.

In questi anni, nel caso delle censure o omissioni più clamorose, è stato chiarito come ci sia un ufficio che o sta in California o comunque ha un filo diretto con Burbank che controlla la produzione italiana prima che vada in stampa e ha l'ultimissima parola su cosa possa o no essere pubblicato. Un paio di anni fa ha potuto perfino far sparire dal settimanale una storia importante che era addirittura stata presentata in anteprima a Lucca Comics

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Le altre discussioni / Re:Protesta contro le censure
« il: Domenica 30 Ago 2020, 17:11:32 »
E cosa servirebbe scrivere alla redazione italiana se le censure provengono e sono incentivate dalla California?

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Commenti sulle storie / Re:Topolino e il gioco Made in Japan
« il: Domenica 30 Ago 2020, 17:06:17 »
Sono abbastanza sicuro che se la gag sulla rottura della quarta parete di Pippo l'avesse fatta Scarpa, staremmo qua a scrivere "genio!"

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Testate Chiuse / Re:Pk² - Discussione generale
« il: Giovedì 2 Lug 2020, 11:17:14 »
CUT
Concordo su quasi tutto. L'unica cosa in cui non lo sono è l'esplorazione della vita senza maschera di Paperino. Il Duckmall era un microcosmo interessante che stemperava la tensione della macrotrama principale, l'unico neo era appunto la storia amorosa di Rupert troppo lunga e troppo fiacca

Condivido in particolare che sia svanito il 'sense of wonder' che aveva fatto la fortuna di PKNA, senza essere adeguatamente sostituito. Il bello di PKNA era leggere di viaggi nel tempo e nello spazio, droidi del futuro, alieni, intelligenze artificiali... tutto questo viene abiurato per darci un PK che torna eroe fortemente urbano come alle origini, pur in un contesto più duro e comunque fantascientifico. Non che non sia una formula efficace (basta guardare Batman), ma evidentemente qualcosa è andato storto nell'interessare il lettore a questa nuova versione dell'eroe

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Commenti sugli autori / Re:Massimo De Vita
« il: Martedì 23 Giu 2020, 15:13:49 »
Semplicemente con il lancio di Disney+, la più importante iniziativa commerciale degli ultimi anni in Disney, hanno serrato il controllo su tutti i campi periferici del loro impero (come la sezione italiana del fumetto) per evitare qualunque tipo di polemica durante il lancio e lo stabilizzarsi di Disney+

Ma il lancio della piattaforma è avvenuto quest'anno, mentre delle censure "paradossali" ci si lamenta dai tempi dell'ultimo periodo De Poli. Non mi sembra sia cambiato qualcosa.
In un business come quello di Disney non funziona mica che si svegliano la mattina del lancio e dicono "ah già, avvisate tutti di non fare casini". Disney+ è un progetto in sviluppo da anni, grossomodo gli stessi in cui l'edizione italiana si trova sotto la costante minaccia delle 'eminenze grigie' che censurano fuori da ogni controllo

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Commenti sugli autori / Re:Massimo De Vita
« il: Lunedì 22 Giu 2020, 16:40:07 »
Bertani subentra proprio nell'ottobre 2018 e la storia di De Vita censurata esce a dicembre. Nel caso sarebbe stata, forse, la prima di una serie di censure successive che avrebbero portato alla non pubblicazione di altre sue storie. Ma De Vita è stato spesso anche solo disegnatore di testi altrui, attività che avrebbe sospeso per protesta (questa sua ultima storia con Indiana e Super Pippo potrebbe essere stata disegnata prima del dicembre '18)   

Quanti possibili censori ci sono in giro riguardo il fumetto disneyano?
La Disney stessa, dai suoi studi californiani? La Panini, che invece mi ispirava una certa libertà creativa?
La direzione, con direttori più progressisti (De Poli) ed altri più conservatori (Muci e, forse, Bertani)?
Le 'ambasciate', con ambasciatori italiani della Disney più realisti del re?
Tutti questi spinti da chi? Dalle mamme del Moige? Sembra di essere tornati ai tempi dei Meledetti Fumetti, dove queste mamme (e papà) provocavano roghi pubblici spingendo i figli a liberarsi di tanto 'pericoloso' cartaceo.

Continuo a chiedermi se anche autori di altri paesi soffrano di questa situazione. Marco Rota potrebbe sicuramente mettere a paragone i paesi scandinavi con il nostro, la Egmont con la Panini e le eventuali influenze della Disney su un editore storico come quello danese (quindi più 'forte') ed uno nuovo in campo disneyano come l'italiano.
Semplicemente con il lancio di Disney+, la più importante iniziativa commerciale degli ultimi anni in Disney, hanno serrato il controllo su tutti i campi periferici del loro impero (come la sezione italiana del fumetto) per evitare qualunque tipo di polemica durante il lancio e lo stabilizzarsi di Disney+

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