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Topolino / Re:Topolino 3566
« il: Sabato 30 Mar 2024, 19:43:36 »
Avremo anche aspettato del tempo per rivedere Gamba in azione dall'esilio di Ducktopia ma ne è valsa la pena. Sopratutto se a narrare le sue gesta successive ma collegate a quella serie è Francesco Artibani, bravissimo a coinvolgere in un grande giallo personaggi 'alternativi' e variegati, come in questo caso Topesio e Miklos. E lo sa fare sia a Paperopoli che a Topolinia, descritta inizialmente come una non metropoli ma neanche un villaggio. Sappiamo che non è grande quanto la città dei paperi ma solo pensando ai tanti episodi gialli e noir che vi si susseguono incessantemente, agli scenari del quotidiano Daily o a certi scorci di questa stessa storia, la città dei topi ad una metropoli si avvicina comunque.
Riguardo i disegni, il pur bravo Lorenzo Pastrovicchio non mi convince nel dare a Topolino un aspetto troppo infantile: non sempre ma spesso, cominciando da delle orecchie piccole che potrebbero essere più dei nipotini che dello zio. E poi quello sguardo pupesco e quel mento piccino confrontato ad una testa più voluminosa (al punto che anche Minni, non scevra da questa infantilizzazione, alcune volte mi ricordava Melody). Per il resto non male il nuovo look di Sgrinfia, sebbene i suoi vecchi baffi fossero il segno estetico più caratteristico del personaggio. Ma anche questi più voluminosi e castani non gli stanno male.
Delle critiche sull'illustrazione devo farle anche a Marco Palazzi: il vicino di Paperino, in questa storia del Pesce d'Aprile Anacleto Mitraglia (riconoscibile più che altro dalle iniziali AM sul giubbetto), è in realtà un mix fra lo stesso personaggio 'italiano' e quello barksiano di Jones: del vicino 'americano' ha sia il fisico robusto che il collo taurino e il mascellone 'yankee', al punto che inizialmente credevo fosse proprio il Mister. Al contrario, Anacleto è stato sempre caratterizzato da un fisico longilineo, magro, quasi dinoccolato, tutte caratteristiche che qui non ha proprio. Anche nel look vediamo un Mitraglia con giubbotto ed iniziali e un berretto sicuramente più da Jones che da Anacleto, solitamente con gilet e bombetta. Strano che Palazzi abbia confuso i due vicini creando così un 'ibrido'.
Credo sia la prima volta che Carlo Panaro affronta una storia muta e questa con Paperoga (che è un po' il 're' di questo genere) mi ha piacevolmente divertito, anche perché sottolinea lo stretto rapporto fra il personaggio e il suo copricapo. Le interessanti illustrazioni di Preziosi mi ricordano un po' quelle di Lavoradori. Meno estreme ma con quella certa spigolatura che rende le tavole accattivanti.
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Francesco Vacca ci racconta una collaborazione 'alla pari' fra Archimede e Intellettuale 176, facilitata dal fatto che stranamente, nonostante un pericolo incombente, altri luminari di Paperopoli non abbiano raccolto l'invito del Pitagorico a lavorare insieme per una comune difesa. Sempre meglio il Bassotto che Spennacchiotto, comunque. Anche perché, a differenza dello scienziato malvagio, Intellettuale sembra avere delle crisi esistenziali e familiari che lo rendono meno pericoloso del previsto e proprio questo suo conflitto interiore provocherà un finale a sorpresa.
Riguardo i disegni, il pur bravo Lorenzo Pastrovicchio non mi convince nel dare a Topolino un aspetto troppo infantile: non sempre ma spesso, cominciando da delle orecchie piccole che potrebbero essere più dei nipotini che dello zio. E poi quello sguardo pupesco e quel mento piccino confrontato ad una testa più voluminosa (al punto che anche Minni, non scevra da questa infantilizzazione, alcune volte mi ricordava Melody). Per il resto non male il nuovo look di Sgrinfia, sebbene i suoi vecchi baffi fossero il segno estetico più caratteristico del personaggio. Ma anche questi più voluminosi e castani non gli stanno male.
Delle critiche sull'illustrazione devo farle anche a Marco Palazzi: il vicino di Paperino, in questa storia del Pesce d'Aprile Anacleto Mitraglia (riconoscibile più che altro dalle iniziali AM sul giubbetto), è in realtà un mix fra lo stesso personaggio 'italiano' e quello barksiano di Jones: del vicino 'americano' ha sia il fisico robusto che il collo taurino e il mascellone 'yankee', al punto che inizialmente credevo fosse proprio il Mister. Al contrario, Anacleto è stato sempre caratterizzato da un fisico longilineo, magro, quasi dinoccolato, tutte caratteristiche che qui non ha proprio. Anche nel look vediamo un Mitraglia con giubbotto ed iniziali e un berretto sicuramente più da Jones che da Anacleto, solitamente con gilet e bombetta. Strano che Palazzi abbia confuso i due vicini creando così un 'ibrido'.
Credo sia la prima volta che Carlo Panaro affronta una storia muta e questa con Paperoga (che è un po' il 're' di questo genere) mi ha piacevolmente divertito, anche perché sottolinea lo stretto rapporto fra il personaggio e il suo copricapo. Le interessanti illustrazioni di Preziosi mi ricordano un po' quelle di Lavoradori. Meno estreme ma con quella certa spigolatura che rende le tavole accattivanti.
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Francesco Vacca ci racconta una collaborazione 'alla pari' fra Archimede e Intellettuale 176, facilitata dal fatto che stranamente, nonostante un pericolo incombente, altri luminari di Paperopoli non abbiano raccolto l'invito del Pitagorico a lavorare insieme per una comune difesa. Sempre meglio il Bassotto che Spennacchiotto, comunque. Anche perché, a differenza dello scienziato malvagio, Intellettuale sembra avere delle crisi esistenziali e familiari che lo rendono meno pericoloso del previsto e proprio questo suo conflitto interiore provocherà un finale a sorpresa.