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Topolino / Topolino 3536
« Ultimo post da Paolo il Oggi alle 18:12:48 »
Recensione Topolino 3536


Una suggestiva copertina di Andrea Freccero, comprensiva della corretta versione del tartan del clan McDuck, ci introduce a quella che è la storia principale del numero, Zio Paperone e la prova di scozzesità, opera di Vito Stabile e Libero Ermetti, responsabili rispettivamente della sceneggiatura e dei disegni di questa ennesima storia basata sul passato di Zio Paperone. Ma non temete, non è la solita strizzatona d’occhio a Don Rosa che punta semplicisticamente a soddisfare le manie dei fan, si tratta invece di una buona storia, con i temi usualmente cari allo sceneggiatore (l’approfondimento del lato emotivo di Paperone, i riferimenti alle opere di Rodolfo Cimino e di Don Rosa, l’affiatamento nella famiglia dei paperi, solo per accennare ai principali), un ritmo narrativo sufficientemente dilatato, così come ormai lo standard del settimanale negli ultimi tempi, e i disegni moderni e allo stesso tempo morbidi e puliti di Ermetti, che forse paga la godibile pulizia del suo tratto con una perdita di espressività dei personaggi, raffigurati in pose spesso simili, e in un’ambientazione che ritengo avrebbe richiesto anche qualche espressione più matura, più “sporca” se non nei volti dei protagonisti, almeno in quelli dei personaggi di contorno.

 
La sala del castello nella versione di Don Rosa… le dimensioni contano!

Sempre molto godibili però i suoi primi piani frontali, con una sorta di look-in-camera che avvicina il personaggio al lettore, l’organizzazione della tavola, che si avvale in più di un’occasione di sfondi che superano i limiti della consueta gabbia per riempire la pagina come fossero un affresco sullo sfondo (si veda a tal proposito la tavola con il castello a pagina 21 e la “donrosiana” di pagina 47). A voler cercare difetti, stonano forse le proporzioni della sala grande del castello, apparentemente molto più modesta di quella vista in The Last of the Clan McDuck a sua volta ripresa dalle tavole di Foster per il suo Prince Valiant.

 La storia-evento dell’estate, Operazione Zeus, prosegue con Flashback, una puntata dedicata al coinvolgimento del lettore nella soluzione dell’enigma più che all’avanzamento della trama, cosa che si riscontra anche nel nostro forum a giudicare dal numero di commenti relativi alla soluzione dell’enigma presenti nella discussione dedicata al numero in questione. È anche questa una lettura piacevole, non appesantita dagli inevitabili vincoli dovuti al concorso e che dedica ben 17 pagine sulle 22 totali alla ricostruzione di quanto avvenuto a Rebus, in una lunga sequenza che riesce a trasmettere il senso di ansia, indecisione e insicurezza provati dall’enigmista, davvero un buon lavoro di sceneggiatura (Marco Gervasio) e disegno (Emmanuele Baccinelli). Taccio sulla risoluzione dell’enigma, sapendo che “Un aiuto verrà sempre dato al Papersera, lettore, a chi lo richiederà!” (semicit.)

 
Per citare un video di musica pop anni Ottanta: “Who can it be now?”



 Un po’ forzata la storia Bertie McGoose e il torneo del Gran Mogol (sceneggiatura di Davide Aicardi e disegni di Massimo Fecchi), dove sembrerebbe che le Giovani Marmotte affidino al vincitore di una serie di gare tra due semi-esordienti nientemeno che il ruolo di Gran Mogol, nonostante l’esistenza di Marmotte più alte in grado come ad esempio il “giudice osservatore della sfida”. Storiella semplice, che forse riesce ad interessare i lettori più giovani, “sacrificando” però ben 24 pagine del settimanale per un finale poco sorprendente.

 
Servirà parecchia fortuna per indovinare tempo e luogo in mezzo all’Adriatico!

Curiosamente, anche la puntata precedente della serie Topolino e la via della Storia” era stata commentata dal sottoscritto nella recensione settimanale, e ribadisco quanto secondo me sia stata penalizzata dall’irregolarità della pubblicazione, quasi fosse un romanzetto d’appendice a puntate da utilizzare alla bisogna come tappabuchi, quando invece è proprio la dinamicità dell’avventura con gli avanti-indietro nel tempo a richiedere a gran voce tutt’altro ritmo di lettura (ricordiamoci che è iniziata a fine aprile!). Ritengo che l’impegno di Artibani e Perina avrebbe meritato miglior fortuna. Niente di epocale, per carità: la stessa coppia di autori ci ha abituato a ben altro, mentre quest’avventura ha i suoi difetti, in particolare mi sembra che si concluda in maniera rapida ed in violazione di ogni calcolo delle probabilità con il ripescaggio in mare di Topolino da parte del triremi romano (triremi del quale peraltro, non si capisce la disposizione dei remi stessi, misteriosamente “fusi” con lo scafo in posizioni improvvisate). Rimane comunque valida per l’excursus storico-geografico nella Puglia dell’anno 109 d.C. dando modo all’autore romano di portare nel fumetto la storia dell’antica Roma, una delle sue grandi passioni.

 In conclusione, finalmente un numero che sembra provare ad interrompere la serie “non brillante” infilata nei mesi estivi!



Voto del recensore: 3.5/5
Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
https://www.papersera.net/wp/2023/09/04/topolino-3536/


Ora è possibile votare anche le singole storie del fascicolo, non fate mancare il vostro contributo!

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Topolino / Topolino 3536
« Ultimo post da Paolo il Oggi alle 18:12:43 »
Recensione Topolino 3536


Una suggestiva copertina di Andrea Freccero, comprensiva della corretta versione del tartan del clan McDuck, ci introduce a quella che è la storia principale del numero, Zio Paperone e la prova di scozzesità, opera di Vito Stabile e Libero Ermetti, responsabili rispettivamente della sceneggiatura e dei disegni di questa ennesima storia basata sul passato di Zio Paperone. Ma non temete, non è la solita strizzatona d’occhio a Don Rosa che punta semplicisticamente a soddisfare le manie dei fan, si tratta invece di una buona storia, con i temi usualmente cari allo sceneggiatore (l’approfondimento del lato emotivo di Paperone, i riferimenti alle opere di Rodolfo Cimino e di Don Rosa, l’affiatamento nella famiglia dei paperi, solo per accennare ai principali), un ritmo narrativo sufficientemente dilatato, così come ormai lo standard del settimanale negli ultimi tempi, e i disegni moderni e allo stesso tempo morbidi e puliti di Ermetti, che forse paga la godibile pulizia del suo tratto con una perdita di espressività dei personaggi, raffigurati in pose spesso simili, e in un’ambientazione che ritengo avrebbe richiesto anche qualche espressione più matura, più “sporca” se non nei volti dei protagonisti, almeno in quelli dei personaggi di contorno.

 
La sala del castello nella versione di Don Rosa… le dimensioni contano!

Sempre molto godibili però i suoi primi piani frontali, con una sorta di look-in-camera che avvicina il personaggio al lettore, l’organizzazione della tavola, che si avvale in più di un’occasione di sfondi che superano i limiti della consueta gabbia per riempire la pagina come fossero un affresco sullo sfondo (si veda a tal proposito la tavola con il castello a pagina 21 e la “donrosiana” di pagina 47). A voler cercare difetti, stonano forse le proporzioni della sala grande del castello, apparentemente molto più modesta di quella vista in The Last of the Clan McDuck a sua volta ripresa dalle tavole di Foster per il suo Prince Valiant.

 La storia-evento dell’estate, Operazione Zeus, prosegue con Flashback, una puntata dedicata al coinvolgimento del lettore nella soluzione dell’enigma più che all’avanzamento della trama, cosa che si riscontra anche nel nostro forum a giudicare dal numero di commenti relativi alla soluzione dell’enigma presenti nella discussione dedicata al numero in questione. È anche questa una lettura piacevole, non appesantita dagli inevitabili vincoli dovuti al concorso e che dedica ben 17 pagine sulle 22 totali alla ricostruzione di quanto avvenuto a Rebus, in una lunga sequenza che riesce a trasmettere il senso di ansia, indecisione e insicurezza provati dall’enigmista, davvero un buon lavoro di sceneggiatura (Marco Gervasio) e disegno (Emmanuele Baccinelli). Taccio sulla risoluzione dell’enigma, sapendo che “Un aiuto verrà sempre dato al Papersera, lettore, a chi lo richiederà!” (semicit.)

 
Per citare un video di musica pop anni Ottanta: “Who can it be now?”



 Un po’ forzata la storia Bertie McGoose e il torneo del Gran Mogol (sceneggiatura di Davide Aicardi e disegni di Massimo Fecchi), dove sembrerebbe che le Giovani Marmotte affidino al vincitore di una serie di gare tra due semi-esordienti nientemeno che il ruolo di Gran Mogol, nonostante l’esistenza di Marmotte più alte in grado come ad esempio il “giudice osservatore della sfida”. Storiella semplice, che forse riesce ad interessare i lettori più giovani, “sacrificando” però ben 24 pagine del settimanale per un finale poco sorprendente.

 
Servirà parecchia fortuna per indovinare tempo e luogo in mezzo all’Adriatico!

Curiosamente, anche la puntata precedente della serie Topolino e la via della Storia” era stata commentata dal sottoscritto nella recensione settimanale, e ribadisco quanto secondo me sia stata penalizzata dall’irregolarità della pubblicazione, quasi fosse un romanzetto d’appendice a puntate da utilizzare alla bisogna come tappabuchi, quando invece è proprio la dinamicità dell’avventura con gli avanti-indietro nel tempo a richiedere a gran voce tutt’altro ritmo di lettura (ricordiamoci che è iniziata a fine aprile!). Ritengo che l’impegno di Artibani e Perina avrebbe meritato miglior fortuna. Niente di epocale, per carità: la stessa coppia di autori ci ha abituato a ben altro, mentre quest’avventura ha i suoi difetti, in particolare mi sembra che si concluda in maniera rapida ed in violazione di ogni calcolo delle probabilità con il ripescaggio in mare di Topolino da parte del triremi romano (triremi del quale peraltro, non si capisce la disposizione dei remi stessi, misteriosamente “fusi” con lo scafo in posizioni improvvisate). Rimane comunque valida per l’excursus storico-geografico nella Puglia dell’anno 109 d.C. dando modo all’autore romano di portare nel fumetto la storia dell’antica Roma, una delle sue grandi passioni.

 In conclusione, finalmente un numero che sembra provare ad interrompere la serie “non brillante” infilata nei mesi estivi!



Voto del recensore: 3.5/5
Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
https://www.papersera.net/wp/2023/09/04/topolino-3536/


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Collezionabili Disney / Re:Gadget - Discussione generale
« Ultimo post da il Tommi il Oggi alle 17:52:42 »
Chissà che questo nuovo castello non stia benissimo nel plastico I love Paperopoli al posto del suo omologo... Dovrò pensarci  :james:
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Topolino / Topolino 3563
« Ultimo post da Gumi il Oggi alle 17:49:51 »
Recensione Topolino 3563


 Questa recensione è stata particolarmente difficile da scrivere. Quando qualcosa appassiona o entusiasma è bello soffermarcisi, quando qualcosa invece non piace affatto è ancora semplice trovare parole da scrivere. Ma come comportarsi quando non si sa cosa dire?

 Il problema probabilmente non è nemmeno nelle storie, variegate per tematiche e costruzione. Nemmeno nei disegni. La fatica, tutta personale, si è manifestata nel non avere avuto la capacità di adoperarsi per portare comunque a casa un risultato in tempi decenti. Dopo la doverosa autocritica è tempo di parlare finalmente del numero 3563. 

 Indipendentemente dagli umori e dalle difficoltà del recensore ci sentiamo comunque di poter affermare che il numero non passerà alla storia

 Il numero si apre e si chiude con due storie che fanno parte di “saghe” più lunghe: la prima fa parte della serie “I pionieri del volo” di Sergio Cabella, la seconda invece fa parte della serie “Cavezza” di Beppe Zironi. 

 In entrambi i casi, a sorpresa, si staglia come protagonista (o quasi) il personaggio di Orazio, che ultimamente sembra trovare terra fertile per comparire sempre più spesso. Certo, nella prima storia si tratta di un Orazio d’epoca, dei primi del 900, ai tempi in cui volare su un aeroplano era un’impresa per pochi. 

 La serie di Cabella prosegue in maniera abbastanza lineare con I pionieri del volo – De Topis e l’infinita scommessa volante. Lo sceneggiatore (e disegnatore) genovese mostra anche in questo caso una certa predilezione nel raccontare storie d’epoca, di scavare nella storia, di raccontarci di quando il mondo si è improvvisamente rimpicciolito, le distanze si sono accorciate, l’inesplorabile è stato esplorato (si pensi ad esempio alla sua bella trasposizione dell’incredibile avventura vissuta dall’esploratore inglese Ernest Shackleton nel 1914). In questo caso personaggi ed eventi sono inventati, ma rimane vivo lo spirito dell’impresa, dell’avventura, della ricerca di spingersi oltre quanto fatto fino a quel momento. Sottotrama romantica che non può mancare in questi casi. Volendo esprimere una critica, la sceneggiatura è risultata essere un pochino monocorde: nonostante l’intensa sequenza di eventi raccontata le emozioni del lettore non hanno seguito allo stesso modo il livello di profondità e trasporto auspicabile.

 Luca Usai ai disegni fa un bel lavoro, soprattutto nelle vignette che vedono i nostri protagonisti in volo a bordo del loro biposto con bellissimi paesaggi di mare e di nuvole.

 
Tra cielo e mare[/size][/i]

 Nota di interesse per il redazionale di Francesca Agrati che in maniera schematica ma efficace fa una panoramica della storia del volo umano andando ad individuare quali siano state le tappe fondamentali che hanno permesso all’uomo moderno di pensare all’aeroplano come a un mezzo di trasporto come qualsiasi altro.

 Orazio, dicevamo, ma stavolta nella sua versione “canonica”, è protagonista unico e indiscutibile della storia finale. Zironi porta avanti il suo worldbuilding Cavezziano andando a immaginare le varie tappe con cui il cavallo più celebre della banda Disney (con buona pace degli “animati” e meno antropomorfi Khan, Philippe e Maximus) è finito ad essere il personaggio odierno. Ovverosia le varie vicissitudini lavorative che lo hanno portato a diventare il più efficiente riparatutto del Calisota e dintorni.

 
Piccoli e grandi problemi

 Cavezza – Problema irrisolvibile, per i disegni dello stesso Zironi va a raccontare il seguito di quanto avvenuto nel primo episodio della serie “Strade Future” in cui il nostro aveva deciso di non proseguire i suoi studi ereditando dal suo datore di lavoro e mentore, il signor Capretti, la bottega di riparatore.

 In questo secondo episodio, di transizione, vediamo Orazio alle prese con le varie difficoltà del mestiere che ha intrapreso, rendendosi facilmente conto che ciò che per qualcuno può essere un problema irrisolvibile per altri può essere una opportunità. La trama è abbastanza articolata e formata da vari eventi ed episodi apparentemente scorrelati tra loro, in cui Orazio dimostra la sua abilità e allo stesso tempo raccoglie la fiducia di clienti e avventori. Ma la fine porterà l’equino tuttofare a riconsiderare le sue scelte: “e se cambiassi tutto?”: lo scopriremo nel prossimo episodio. I disegni di Zironi hanno sempre un loro perché: non sono perfetti dal punto di vista stilistico, sono sporchi, talvolta qualche tratto è più abbozzato o essenziale. Ma l’artista emiliano ha la capacità di vivacizzare luoghi e personaggi in una maniera che rende il tutto assolutamente godibile nella sua imperfezione.

 Completano il numero Gli allegri mestieri di Paperino – Comparsa a scomparsa, una divertente “breve” della coppia Faraci – Faccini. Anche questa storia fa parte di una serie, “Gli allegri mestieri di Paperino”. 

 Il tono volutamente assurdo e demenziale ben si confà alle matite dell’artista ligure che riesce in maniera efficacissima a rappresentare le disavventure di un Paperino che si muove da comparsa bistrattata (e maldestra) nei meandri delle produzioni cinematografiche di suo zio. Alcune battute centrate ne fanno una lettura certamente piacevole, forse la migliore storia del numero. Particolarmente divertente la parte in cui lo sceneggiatore di un film di fantascienza di dubbio gusto e dalla dubbia trama si ritiene particolarmente offeso dal modo con cui le comparse “recitano” i versi dei mostri alieni che interpretano. 

 
Ottima ironia su sceneggiatori che si credono grandi artisti.[/size][/i]

 Centrale e della lunghezza di ben 24 tavole invece troviamo Zio Paperone e l’inaspettato Museo Ammazzamotori di Davide Aicardi e Giulia La Torre. La storia non appare troppo innovativa dal punto di vista delle tematiche, altre volte ZP ha aperto il deposito al pubblico come attrazione (si pensi a Zio Paperone & il deposito per gioco di Manuela Marinato e Francesco Guerrini): ma mai come in questo caso il protagonista non è tanto il cubo di cemento posto sulla collina ma Paperone stesso e la sua abilità di tuffarsi nelle monete. 

 Conclude questa recensione la storia di Arild Midthun autore completo ristampata su questo numero del settimanale: Paperino, Qui, Quo, Qua e il tesoro vichingo è una classica e gradevole caccia al tesoro. Il mantenimento della struttura a quattro strisce per tavola in questo format/rubrica dedicata alle storie Egmont ha purtroppo il difetto di vedere rimpiccioliti i bei disegni dell’autore norvegese, anche se meglio in questa maniera rispetto al non vederli affatto. Tuttavia alcuni passaggi grafici non risultano completamente chiari (come ci finisce la macchina sul legname nella prima tavola?) e la trama risulta essere dopotutto abbastanza telefonata. Rimangono le belle rappresentazioni nordiche e il tratto e il tratteggio di Midthun che danno una bella variazione sul tema rispetto a ciò che, graficamente, solitamente vediamo pubblicato sulle pagine di topolino.



Voto del recensore: 2/5
Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
https://www.papersera.net/wp/2024/04/19/topolino-3563/


Ora è possibile votare anche le singole storie del fascicolo, non fate mancare il vostro contributo!

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Collezionabili Disney / Re:Statuine
« Ultimo post da il Tommi il Oggi alle 16:30:26 »
purtroppo, l'esecuzione e la resa finale sono al di sotto delle aspettative, e questo mi spiace da Pkers e per Claudio Sciarrone, che si è davvero prodigato per questo progetto.
Uhm, se intendi da un punto di vista "materiale" va bene, sono d'accordo, ma per quanto riguarda l'estetica trovo che il prodotto sia riuscito benissimo.
una statua intera è già oggi più rara da avere, specialmente la bianca, della quale non mi stupirei de ce ne fossero solo una sessantina di sane.
Forse anche di meno, considerando lamentele e proposte di vendita che si trovano sul web. Io tiro lì un 30-40.
ho letto anche di statue che sembravano sane e hanno avuto dei difetti dopo qualche giorno
La mia è in bella mostra sulla mia Billy e non osa muoversi  >:))
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Collezionabili Disney / Re:Statuine
« Ultimo post da Luxor il Oggi alle 15:19:36 »
Grazie della risposta....ho notato che le parti rotte combaciano perfettamente quindi userò l'attack...non penso di ritoccare....come detto prima combaciando le parti non si nota nulla.

p.s. ma che ne pensate dei prezzi folli che girano su ebay.....secondo voi sono vendibili le statue a quei prezzi?

Per ora non ho visto tanti venduti, solo una statua colorata rotta venduta a meno di 100 euro, che comunque è un ottimo prezzo considerando che c'è anche il volume di Droidi, che vedo venduto all'incirca alla stessa cifra da solo.

Detto ciò, per me quei prezzi sono fuori categoria e principalmente per il fatto che, purtroppo, l'esecuzione e la resa finale sono al di sotto delle aspettative, e questo mi spiace da Pkers e per Claudio Sciarrone, che si è davvero prodigato per questo progetto.

In termini strettamente numerici, le valutazioni su Ebay potrebbero non essere così esagerate perchè parliamo di pezzi numerati e limitati, poco più di 1000 statue per la versione colorata e un centinaio per quella bianca, e, considerando quante sono andate distrutte, una statua intera è già oggi più rara da avere, specialmente la bianca, della quale non mi stupirei de ce ne fossero solo una sessantina di sane.

Se però consideriamo che ho letto anche di statue che sembravano sane e hanno avuto dei difetti dopo qualche giorno, chi ce la può mettere la mano sul fuoco che la spesa fatta poi valga effettivamente la pena? Io ho una statua col braccio dello scudo staccato di netto, per il quale proverò una riparazione, e un'altra con lo stesso braccio attaccato al corpo, ma non del tutto, si vede distintamente la sezione, e che balla non poco, motivo per il quale non mi stupirei di trovarlo a terra un giorno di questi.

Al netto di ciò, questo è uno di quei classici casi dove il prezzo è totalmente soggettivo, ma io personalmente non spenderei più della metà della cifra originale e solo a patto di poter fare una consegna a mano, che con i corrieri il rischio di ulteriori danni sarebbe troppo alto.
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Sfide e richieste di aiuto / Storia Paperino Archimede nel futuro
« Ultimo post da Paperdano il Oggi alle 15:13:21 »
Salve cerco una storia di Paperino che va nel futuro e incontra un suo discendente e uno di Archimede, non ricordo la trama ma dovrebbe essere una storia non italiana (mi sembra danese o olandese) apparsa su Topolino nel 2010/2015
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Commenti sugli autori / Re:Casty
« Ultimo post da Sir Top de Tops il Oggi alle 13:04:43 »
il prologo della spectralia promette bene! Ma secondo voi è davvero l'ultima storia del ciclo di Atlantide? non aveva almeno altri 2 soggetti?
No non è l'ultima. In principio dovevano essere 12, ma credo in un formato diverso. L'idea che mi sono fatto è che saranno di meno ma piu lunghe. In teoria la prossima dovrebbe essere "Topolino e le vestigia di Zeda"
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Topolino / Re:Variant Panini
« Ultimo post da francescovalentini il Oggi alle 12:27:17 »
E invece topolino 3566 con carte riproposte che prezzo ha?

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