Scarpa, agli inizi dei '50, aveva almeno un quarto di secolo di fumetto Disney alle spalle e i due maestri suddetti ai quali fare riferimento. Per questo la sua opera omnia può apparire più omogenea in senso stilistico qualitativo.
@Andrea87: ma tu fino a dove ti spingi con l'apertura del volume?
Chiedo aiuto qui:
A me mancano dei volumi dell'opera: esiste un modo per recuperarli? Nelle fumetterie non possono e mi rimandano al sito della gazzetta, dove però non c'è niente. E' possibile recuperarli o dovrò rassegnarmi a cercarli usati uno per uno?
:(
Alberto Becattini si lancia però talora in paragoni impropri, fuorvianti, se non totalmente campati in aria. Ce ne sono di esempi nell'omnia di Scarpa (e io ho preso in mano solo pochi volumi dell'opera). A leggere Becattini sembra che Scarpa sia un genio capace di scandagliare gli anfratti dell'umanità, e che le sue storie siamo epocali metafore della società e potenti ritratti della condizione umana. Non posso dire che reazione avrebbe Scarpa a queste sviolinate esagerate, ma io fossi un autore di fumetti mi offenderei un po' di fronte a una critica del genere. Come se per essere buona una storia a fumetti debba veicolare esplicitamente messaggi e significati. Non è così, e credo che Scarpa lo sapesse.
Ti confermo che su Corrierestore l'opera non è più disponibile, essendo stata collocata fuori catalogo nel mese di novembre scorso: io non sono riuscito ad ordinare alcuni volumi che mi interessavano proprio per pochi giorni, ed ho dovuto ripegare su ebay, dove peraltro al momento non li trovi tutti, neanche ad uno ad uno.
Guarda, credo proprio che finiscano al macero: quando mi sono accorto che i volumi dell'opera omnia di scarpa non erano più in catalogo ho scritto una mail al servizio clienti di corrierestore, che mi ha risposto (velocemente e gentilmente, devo dire) che l'opera non è più disponibile nei loro magazzini; ciò mi è stato ribadito anche in risposta ad una seconda mia mail con cui qualche giorno dopo, non rassegnato, tornavo alla carica e richiedevo al servizio clienti se proprio non c'era modo di recuperare alcun volume.
Che seccatura però... Ma come funziona la cosa del "fuori catalogo", mica portano tutti ivolumi al macero? Almeno se dessero i volumi alle fumetterie, dato che ne ho alcune localmente...
Anch'io ho dei volumi che avrei voluto recuperare, se avessi saputo di questo rischio li avrei recuperati prima (incluso il vol.2 il quale speravo ritornasse disponibile sul corrierestore...)
Ti confermo che su Corrierestore l'opera non è più disponibile, essendo stata collocata fuori catalogo nel mese di novembre scorso: io non sono riuscito ad ordinare alcuni volumi che mi interessavano proprio per pochi giorni, ed ho dovuto ripegare su ebay, dove peraltro al momento non li trovi tutti, neanche ad uno ad uno.
purtroppo macerano...Veramente?! :o
Se ne trovano solo pochi volumi, sempre gli stessi.
Non si trovano più su ebay? Questo sì che è un bel grattacapo. D:
Veramente?! :o
E' come quei ristoranti che buttano via un sacco di roba che potrebbe essere recapitata alle Caritas o ad altre mense dei poveri!
In questo caso, non so, potrebbero svendere le copie in eccesso alle edicole o alle fumetterie a prezzi stracciati o donarle alle biblioteche del fumetto...
Sono in vendita solo i volumi, dei quali non si sono immediatamente staccate le pagine . :P
Mamma mia, sarebbe un miracolo! ;D Il mio povero volume sembra più una cartellina con dentro dei fogli da disegno... :-X Le pagine seguono un ordine indefinito... 3, 9, 2, 121...(per forza: a rimetterceli dentro non si può mica guardare pagina per pagina, ci metterei 3 ore! ;D)Non so se sia ancora possibile ma potresti fartelo cambiare: io avevo l'abbonamento e due volumi difettosi li ho sostituiti con due (per fortuna) rimasti integri telefonando alla RCS.
Sinceramente mi stupisce non poco il concentrarsi della vostra attenzione su aspetti diversi dalla mancanza di filologia e diffusa disomogeneità delle versioni in cui le storie sono presentate: questo, a mio parere, è il difetto principale dell'opera che ne riduce non poco il valore. Gli articoli mi paiono molto buoni, c'è la completezza (credetemi, non sarebbe stato meglio pubblicare le storie in ordini diversi da quelli cronologico), la grafica è decisamente migliore rispetto a quella della GDDP e i difetti di rilegatura talvolta presenti credo si debbano all'eccessivo numero e peso delle pagine per quel tipo di rilegatura (e di colla). Ma tornando alle storie, sono proprio le versioni in cui sono presentate il problema: si alternano storie riletterate e ricolorate per Zio Paperone, altre con le pagine originariamente in b/n ricolorate (male) per Paperino Mese o Topomistery, altre nella versione totalmente ricolorata più di recente per Paperino, ma con il lettering originale, altre con le pagine originariamente in b/n ricolorate con colori fedeli a quelli delle pagine colorate all'epoca, ma essendo tinte piatte digitali anziché tinte diluite stese a mano, la differenza si nota. Per non parlare poi delle censure, a cui solo in qualche caso si è rimediato: che senso ha ripristinare le tavole di fine e inizio delle diverse puntate, se poi il resto della storia è nella versionaccia uscita su Topomistery? Sono ben pochi i volumi uniformi e non venitemi a dire che in redazione conservano solo la versione più recente di una storia, perché non è vero: qui la scelta di utilizzare, dove esistenti, le versioni con i colori digitali sfumati è stata precisa e voluta. Anche non ci fossero più gli impianti originali delle storie anni '50, sarebbe stato comunque possibile eliminare il colore nelle tavole che hanno esordito in b/n e ripristinare le parole o brevi frasi censurate, riprendendole dagli albi originali: un lavoro editoriale ben più nobile rispetto alla colorazione per nulla necessaria delle pagine mai colorate prima, e non certo più impegnativo o costoso. Perciò accogliamo quest'opera nelle nostre librerie, sì, ma con la consapevolezza che si è trattata di una occasione splendida e purtroppo sprecata per realizzare qualcosa di straordinario di cui si sarebbe parlato per decenni, mentre invece si è preferito confezionare, a parità di lavoro, un prodotto raffazzonato e carente, all'insegna del tutto-colore e delle "migliori versioni disponibili" [sic]. :'(Mi rendo conto che il messaggio qui sopra è del 2017, ma... soltanto in quest’ultimo periodo mi sto prendendo il tempo di leggere sul serio l’omnia di Scarpa.
L'unica cosa che non mi ha convinto della sua omnia è stato l'inserimento di diverse storie disegnate fondamentalmente da altri autori ma che il Maestro aveva aiutato e corretto in qualche tavola. Per cui si può intravedere un suo 'tocco' in illustrazioni che però sono palesemente di altri. Questo 'allungare il brodo' (arrivando a 51 volumi) non mi è piaciuto: è vero che una omnia, proprio perché tale, prevede 'tutto' di un autore ma in questo caso si è esagerato.Ciao, Cornelius!
Romano Scarpa è bello tutto, ovunque e comunque ^-^Condivido in tutto e per tutto!!! O0
Oltre ai primi 10 numeri ti consiglio anche il 22 ("Storia e gloria della dinastia dei paperi") e il 42 ("Paperolimpiadi").Ora probabilmente per qualcuno dirò un'eresia... ma le strip stories impallidiscono di fronte al resto della produzione di Scarpa come autore completo, specialmente rispetto alla prima trentina di storie.
Secondo me anche i numeri dal 43 fino al 50 non sono male, per avere le strip-story e praticamente gli ultimi anni della produzione del Maestro.
Ora probabilmente per qualcuno dirò un'eresia... ma le strip stories impallidiscono di fronte al resto della produzione di Scarpa come autore completo, specialmente rispetto alla prima trentina di storie.
Il top del top è dal '56 al '63 (appunto la prima decina di volumi) insieme a poche altre selezionate nel corso degli anni. Il resto, mi si passi il termine, è ordinaria amministrazione, seppur di qualità.
Ma le strip stories personalmente non le considero per nulla imperdibili, anzi.
Ma le strip stories personalmente non le considero per nulla imperdibili, anzi.Cara PKa, concordo sull'eccellenza dei primi anni, molto meno sul giudizio sulle strip stories, a mio avviso invece davvero notevoli!
Oltre ai primi 10 numeri ti consiglio anche il 22 ("Storia e gloria della dinastia dei paperi") e il 42 ("Paperolimpiadi").Ora probabilmente per qualcuno dirò un'eresia... ma le strip stories impallidiscono di fronte al resto della produzione di Scarpa come autore completo, specialmente rispetto alla prima trentina di storie.
Secondo me anche i numeri dal 43 fino al 50 non sono male, per avere le strip-story e praticamente gli ultimi anni della produzione del Maestro.
Il top del top è dal '56 al '63 (appunto la prima decina di volumi) insieme a poche altre selezionate nel corso degli anni. Il resto, mi si passi il termine, è ordinaria amministrazione, seppur di qualità.
Ma le strip stories personalmente non le considero per nulla imperdibili, anzi.
Romano Scarpa è colui che, dopo Floyd Gottfredson, mi ha fatto amare Topolino.E chi ha mai negato ciò?
Posso senz'altro amare di più le magiche e fresche storie anni '60 ma non biasimare il suo desiderio di introdurre qualche innovazione. Credo sia normale per un artista cercare nuovi stimoli.
Rimarrà per sempre tra i più grandi
... chi potrebbe mai acquistare una omnia panariana? Persino quella dedicata a Romano Scarpa fu un buco nell'acqua incredibile per l'editoreQuesta frase scritta da Blu nel topic dell'attuale n. 3418 di Topolino mi ha colpito perché in passato si è parlato di un successo non proprio clamoroso dell'omnia scarpiana ma che addirittura fosse stata un 'buco nell'acqua' per la RCS mi sembra esagerato. Magari Blu ha ragione ed io non ho letto qualcosa di più specifico sull'argomento, per cui mi piacerebbe tornarci su.
Il primo è la bassa reperibilità sul mercato dell'usato, contrariamente alle omnie che l'hanno preceduta