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Gli indici degli ultimi Grandi Classici sono tutti complessivamente molto buoni. Il problema non è la qualità media, che non scende, quanto il fatto che insieme a Boschi sono scomparse le storie degli anni '50 e dei primi '60, la cui presenza fissa caratterizzava la testata da ormai circa 20 anni.

Pensi che sia per una minore conoscenza di quel periodo dei nuovi curatori?
Guardando la cosa in modo più generale, c'è un pericolo di perdere sempre più il "patrimonio" delle storie di questo periodo, venendo a mancare le ristampe di queste e quindi la mancata trasmissione fra una generazione e l'altra?
Non vorrei aver dato un tono troppo catastrofico, per certi versi è anche normale che nel corso degli anni gran parte della produzione risulti sempre meno "attuale" e si mantengano solo i capolavori (anche se parlando specificatamente di quegli anni, tutto Barks è un capolavoro...).

Preciso che non mi permetto assolutamente di tacciare di ignoranza i curatori, non li sto sottovalutando, tutt'al più un riconoscimento dell'immensa conoscenza di Boschi sul fumetto Disney.
Il nuovo curatore è Pier Luigi Gaspa e pare (sottolineo "pare", non avendo informazioni certe) che il problema sia di natura tecnica in quanto, dopo la morte di Boschi, si è appreso che questi non si occupava soltanto di scegliere le storie d'epoca ed introdurle ma anche di effettuare le scansioni ed i restauri digitali necessari per pubblicarle, in mancanza di impianti adeguati già pronti.
Il rischio di oblio c'è, ma anche quello di perdita di lettori, perché di fatto la testata ha perso un elemento caratterizzante e senz'altro una buona parte dei lettori assidui ne è rimasta delusa, tanto più che era l'unica a ospitare regolarmente storie così datate. Lo stesso Boschi, che introdusse la sezione Superstar, in tutti questi anni ha portato avanti una straordinaria opera di recupero di storie, rendendo le nostre collezioni dei preziosi archivi dove reperire materiale raro ed importante. Peraltro, la ripubblicazione dell'intera produzione italiana del 1949/1961 era quasi stata completata.

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Off Topic / Re:R.I.P.
« il: Lunedì 19 Giu 2023, 23:57:12 »
Purtroppo oggi ho appreso dell'improvvisa scomparsa del giovane Marco Murzilli di Avezzano, utente del Papersera con cui qualche anno fa ho avuto il piacere di scambiare del materiale per posta. Persona disponibile e corretta, riposi in pace. Purtroppo non ricordo il nickname che aveva qui.

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Gli indici degli ultimi Grandi Classici sono tutti complessivamente molto buoni. Il problema non è la qualità media, che non scende, quanto il fatto che insieme a Boschi sono scomparse le storie degli anni '50 e dei primi '60, la cui presenza fissa caratterizzava la testata da ormai circa 20 anni. 

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Testate Speciali / Re:Nuove testate e Anteprime Disney - 2023
« il: Lunedì 19 Giu 2023, 00:44:49 »
Evviva i nuovi mazzi di carte! con il box in metallo nel numero successivo!
Ovviamente togliendo l'astuccio di cartoncino, per la gioia dei collezionisti con OCD, "obbligando" all'acquisto del box...

Io tra l'altro sono uno dei pochi che compra solo un mazzo ogni volta, per dare continuità con i vecchi mazzi di carte singoli degli anni '90, quindi un box che può contenerne due in teoria non mi serve, salvo nell'eventualità di attendere un altro mazzo l'anno prossimo...
Veramente nell'anteprima su Instagram sono ben visibili gli astucci di cartoncino. Considerando questo, i box risultano degli extra del tutto opzionali, che fortunatamente non rompono la continuità in corso per i mazzi d'autore estivi.

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Testate Speciali / Re:Nuove testate e Anteprime Disney - 2023
« il: Lunedì 19 Giu 2023, 00:40:57 »

[...]
Sicuramente prenderò il volumetto sulle storie a bivi, mentre penso di abbandonare il completismo anche per il Topo Gold, 15 euro per una storia di 52pp ristampata va oltre il limite (per i volumi Glenat c'è ancora la scusa che sono inedite estere da adattare).

Infatti sta a 15 €.
[...]
Il punto è che se manca la carta usiamola per ciò che è più necessario, ad esempio il settimanale, evitando aumenti di prezzo su di esso.
Posso anche ammettere il ragionamento 'faccio cassa coi cartonati' per foraggiare le pubblicazioni periodiche, ma se il Topo aumenta - a distanza di circa 1 anno dal precedente aumento - anche questo ragionamento cade.

Possibile che ad ogni Anteprima debba tornare puntualmente la valutazione delle uscite in base al rapporto numero di pagine/prezzo?
Forse le pagine tascabili di un vattelapesca qualsiasi sono uguali a quelle patinate di grande formato del Topolino Gold che, peraltro, oltre ad essere cartonato è una testata a bassa tiratura in uscita anche in edicola, con tutto quello che comporta in termini di spese per distribuzione e rese? Valutate un po' se tenere in vita una testata simile è una speculazione. Incommentabile, poi, il discorso sull'evitare aumenti del Topolino facendo a meno di stampare pubblicazioni patinate.

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Testate Speciali / Re:Nuove testate e Anteprime Disney - 2023
« il: Lunedì 19 Giu 2023, 00:23:53 »
[...] Ma ancora niente Anteprima?
Mi piacerebbe se ci fosse una bella storia sul Topolino Gold... qualche classico con Topolino, un bel giallo... magari il misterio della voce spezzata.
[...]

Il mistero della voce spezzata a quel prezzo vale ?

Per me come storia non vale neanche un dollaro bucato. Figuriamoci 15 ricchi euri.

Sarebbe anche ora di finirla di trollare.

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Commenti sugli autori / Re:Guido Martina
« il: Domenica 26 Mar 2023, 18:15:50 »
Grazie per l'attenzione, Grande Tiranno! Da chi deriva il tuo nickname?

Dai dati non mi risulta che molti qui abbiano cliccato sul link (comprendo che non è il massimo della comodità, soprattutto da cellulare). Quindi vorrei segnalare qui almeno quei punti in cui mi discosto dall'Inducks (ci vorranno più post, ne dedicherò uno a decennio). Gli anni '50 sono quelli in cui ci sono più differenze tra me e l'Inducks. Qui copro il periodo 1948-1959.

1948
- L’Inducks attribuisce a Martina Topolino e il vampiro della prateria, Albi d’Oro #110 [Topolino e il vampiro della prateria] del 19/6/1948, disegni di Michele Rubino. Vero è che Martina pare responsabile di quasi tutto il contenuto degli Albi d’Oro di fine anni ’40, ma questa storia – che è un pessimo accorpamento di due storie di Gottfredson dell’anteguerra, Topolino contro Wolf del 1933 e Topolino e il bandito Pipistrello del 1934 – nella traduzione per i disegni di Rubino non lascia trasparire l’impronta martiniana, suona solo come una riproposizione frettolosa delle traduzioni anni ’30 di queste due storie.

1952
- Visti i recenti studi (Topolino Tremila, Biblioteca del Papersera, 2013) non attribuisco più a Martina – contrariamente all’Inducks, che però non n'è sicuro al 100% – Topolino e il satellite artificiale, Topolino #41-43 del 25/4-25/5/1952, disegni di Giuseppe Perego. Ormai è chiaro ch'è di Antonio Rubino, ma a differenza che per Topolino nella valle dell’incanto non ricavo indizi – a un esame del lessico – che possa esserci Guido Martina in fase di rielaborazione del soggetto. Il soggetto era probabilmente già ben definito in una sceneggiatura.
- Topolino nella valle dell’incanto/Topolino nella terra dell’incanto [la terza puntata ha il secondo titolo], Topolino #44-46 (10/6-10/7/1952), 53 p., soggetto di Antonio Rubino e disegni di Angelo Bioletto. Martina lavora su probabile soggetto o sceneggiatura di Antonio Rubino di molto anteriore (magari sostituendo Zio Paperone a un personaggio anonimo precedente, ecco perché qui Paperone vive in un castello), perché di Rubino era il simile racconto in testo I tigrotti dell’aria (con Topolino) su Topolino [formato giornale] #140 (1/9/1935). L’episodio con la palla di cannone proviene da un racconto in testo (senza personaggi Disney) di autore e illustratore ignoti: Il corsaro Verdepisello, uscito negli anni ’30 su I tre porcellini. La gag con Paperino e la chiromante proviene da un’altra produzione anni ’30, la tavola autoconclusiva No Change! (con Topolino al posto di Paperino) su Mickey Mouse Annual #6 (Dean & Son, 1934), in Italia su Topolino [formato giornale] #148 (27/10/1935) come I due responsi della sibilla. L’Inducks non riconosce ancora la paternità di Antonio Rubino, è questa la differenza con la mia lista.

1953
- Paperino e l’orologio parlante, Albi d’Oro #23 [Paperino e l’orologio parlante] (7/6/1953), 23 p., disegni di Rino Anzi. L’Inducks non riconosce ancora la paternità di Martina ma - pur essendo pessima - è sua. C'è la signora Coccodè come nelle successive Martina/Perego e due situazioni comiche entrambe l'anno dopo in Paperino e la mela stregata (1954): il mazzolino di fiori per il compleanno di Paperone, Zio Paperone che invita i nipoti a vederlo mangiare. Ecco, non è solo una situazione a scatenare l'ilarità, perché elementi che Martina ha usato nell'Orologio parlante e che lì non dicono niente funzioneranno benissimo nella Mela stregata, facendone uno dei picchi del fumetto comico italiano della decade.
- Paperino e la ghiacciaia ermetica, Albi d’Oro #44 [Paperino e la ghiacciaia ermetica] (1/11/1953), 32 p., disegni di Giuseppe Perego. L’Inducks non è ancora sicuro sulla paternità di Martina, ma Boschi lo era e io naturalmente pure.

1954
- Paperino e l’uomo delle nevi, Albi d’Oro #6 [Paperino e l’uomo delle nevi] (7/2/1954), 31 p., disegni di Giuseppe Perego. L’Inducks non riconosce la paternità di Martina, I Maestri Disney Oro #34 (5/2007) - ed io - sì.
- Topolino e il fantasma raffreddato, Albi d’Oro #12 [Topolino e il fantasma raffreddato] (21/3/1954), 31 p., disegni di Giuseppe Perego. L’Inducks non riconosce ancora la paternità di Martina, I Grandi Classici Disney #240 (11/2006) sì (nonostante la censuri malamente), e ovviamente anch'io.
- Paperino e i tappoatlantici, Albi d’Oro #22 [Paperino e i tappoatlantici] (30/5/1954), 32 p., disegni di Rino Anzi. Attribuzione a Martina incerta per me (ma l’Inducks ne è sicuro): viste le somiglianze con Topolino nella valle dell’incanto (1952) potrebbe essere un ulteriore soggetto di Antonio Rubino di qualche anno addietro, adattato alla bell’e meglio da Martina che forse include di suo pugno il cameo di Zio Paperone.
- 3-AP]Paperino al Tour, Topolino #93-95 (25/6-25/7/1954), 60 p., disegni di Giuseppe Perego. [/u]L’Inducks non è ancora sicuro sulla paternità di Martina.
- [b=https://inducks.org/story.php?c=I+TL++101-AP]Paperino e la scuola modello[/b], Topolino #101-103 (25/10-25/11/1954), 60 p., disegni di Giuseppe Perego. L’Inducks non è ancora sicuro della paternità di Martina, ma chi altri non lo è?
- Zio Paperone nemico del tempo, Albi d’Oro #4 [Zio Paperone nemico del tempo] (30/1/1955), 31 p., disegni di Giuseppe Perego. L’Inducks ancora non riconosce la paternità martiniana.
- Paperino e il cangaceiro, Albi d’Oro #37 [Paperino e il cangaceiro] (18/9/1955), 31 p., disegni di Giovan Battista Carpi. L’Inducks ancora non riconosce la paternità martiniana, ma I Grandi Classici Disney #342 (5/2015) già sì. E in fondo chi potrebbe negarla?
- Topolino e la setta di settembre, Albi d’Oro #39 [Topolino e la setta di settembre] (2/10/1955), 31 p., disegni di Giuseppe Perego. L’Inducks non è ancora sicuro della paternità martiniana.

1956
- Paperino e la città calda, Albi d’Oro #1 [Paperino e la città calda] (8/1/1956), 31 p., disegni di Pier Lorenzo De Vita. L’Inducks non riconosce ancora la paternità martiniana, ma le ristampe e le cronologie di Alberto Becattini sì (da più di 20 anni).
- Topolino e l’aria leggera, Albi d’Oro #18 [Topolino e l’aria leggera] (6/5/1956), 31 p., disegni di Giuseppe Perego. L’Inducks non riconosce ancora la paternità martiniana, I Grandi Classici Disney #255 (2/2008) sì.
- Il Lupo Mannaro e l'orgoglio della contea, Albi d’Oro #19 [Il Lupo Mannaro e l'orgoglio della contea] (13/5/1956), 31 p., disegni di Mario Sbattella. L’Inducks non  riconosce ancora la paternità martiniana e probabilmente non sarà mai ristampata, ma vi avverto che qualitativamente è sopra la media delle americane col personaggio, e c'è da divertirsi.
- Topolino e la freccia rossa, Topolino #145 (25/8/1956), 31 p., disegni di Giulio Chierchini. L’Inducks ancora non è sicuro della paternità martiniana.
- Topolino e la mano fosforescente, Albi d’Oro #39 [Almanacco Topolino] (10/1956), 31 p., disegni di Giulio Chierchini. L’Inducks non riconosce ancora la paternità martiniana, I Grandi Classici Disney #344 (7/2015) sì.

1957
- Paperino e la cometa della fortuna, Topolino #161 (25/4/1957), 31 p., disegni di Luciano Capitanio. L’Inducks non è ancora sicuro sulla paternità martiniana, I Grandi Classici Disney #325 (12/2013) sì.
- Paperino e il mare di nebbia, Topolino #162 (10/5/1957), 32 p., disegni di Giuseppe Perego. L’Inducks non è ancora sicuro della paternità martiniana, le ristampe sì.

1958
- Biancaneve e lo specchio infranto, Topolino #197 (25/10/1958), 31 p., disegni di Luciano Bottaro e Giulio Chierchini. L’Inducks non riconosce ancora l’apporto di Chierchini alle matite, I Maestri Disney Oro #21 (1/2001) sì.
Special, consentimi di dissentire dalla tua posizione riguardo due sole storie, assai importanti dal punto di vista storico: mi riferisco al Satellite Artificiale ed alla Valle dell'Incanto.
Quanto al Satellite, devo dire di trovare parecchio strana la paternità di Antonio Rubino, sia per una questione stilistica (dato che ci sono molti elementi contenutistici e linguistici che richiamano lo stile martiniano dei primi anni) che di circostanza, dato che, come ben sappiamo, Rubino era stato direttore nell'Anteguerra ma nel 1952 non lavorava più da tempo per Topolino. Non si comprende perciò la logica di una sua sceneggiatura una tantum, neanche se si trattasse di un riciclo dato che è difficile immaginare una storia di questo tipo concepita negli anni '30. Peraltro, da un punto di vista anagrafico lui nel 1952 era già a fine carriera e presumibilmente in pensione (era nato nel 1880). Certo, resta il mistero di questo "dattiloscritto" riguardante la storia del Satellite con altri personaggi (da approfondire) ma anche il fatto che di "Leo Babba" o simili ne compaiono altri proprio nelle prime storie anni '50 di Martina.
Quanto alla Valle dell'Incanto (che è disegnata, in modo decisamente penoso, da Anzi e non da Bioletto), mi sembra ragionevole ravvisarvi un'impronta diversa da quella di Martina. In particolare, vi si possono notare dei richiami alla produzione inglese del Mickey Mouse Weekly e la data di produzione non può essere antecedente alla normale lavorazione, perché solo da poco Zio Paperone si era visto con quell'abbigliamento e con certe peculiarità. Resta quindi da chiedersi quale avrebbe potuto essere l'eventuale ruolo di Martina, sulla cui effettiva collaborazione sono in questo caso abbastanza scettico. Piuttosto, alcuni particolari come quello della fiera e della coralità sembrano replicati dalle sue prime storie. È interessante anche il fatto che la città viene chiamata Topolinia mentre tre anni dopo Martina la chiamerà Topolinopoli. Comunque, non vedo come si possa chiamare in causa proprio Antonio Rubino come sceneggiatore, non essendovi alcun paragone stilistico possibile con altre sue produzioni, oltre a quanto ho già premesso su di lui poco sopra per il Satellite Artificiale.

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Le altre discussioni / Re:Politically correct, censure e rimaneggiamenti vari
« il: Mercoledì 15 Feb 2023, 14:15:26 »
In realtà lo "stereotipo razzista" (labbroni, naso largo con anello) era già stato eliminato in Paperino e il feticcio nella Carl Barks Library della Another Rainbow negli anni '80, versione che poi è stata ripresa da ZP e dallo stesso Don Rosa nella sua Saga per raffigurare il Gongoro stesso e lo stregone. È vero che il Gongoro resta comunque di etnia africana, ma credo sia più problematico e fuori dei canoni il fatto che si tratta di uno zombie, categoria giustamente al di fuori dei canoni Disney attuali e sicuramente ben fuori le righe anche già nel 1949. La decisione è quindi comprensibile, ma comunque fortemente sbagliata, perché alla Disney dovrebbero sapere bene che Don Rosa costituisce un mercato a sé molto importante e che una tale decisione impedisce la pubblicazione di nuove omnie dell'autore e di nuove edizioni della Saga, iniziative editoriali peraltro concluse appena in tempo in versione deluxe qui in Italia e non solo. Un compromesso potrebbe essere una censura consistente nella rimozione delle sole porzioni di storia comprendenti il Gongoro, ma questo nel capitolo 11 della Saga vorrebbe dire eliminare quasi tutto. Sarebbe bene quindi concedere una deroga almeno per quelle edizioni che non sono rivolte al grande pubblico delle edicole, altrimenti come fan donrosiani finiremo per diventare degli appassionati di antiquariato, con volumi dai prezzi alle stelle perché mai più ristampabili. Quelle due storie rischiano di portarsi appresso l'intero corpus donrosiano.

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Testate Speciali / Re:Nuove testate Disney — 2023
« il: Mercoledì 15 Feb 2023, 09:42:05 »

[...] Riletterare le storie italiane fu davvero un errore di quella storica serie, figlio di certe ingenuità/mood dell'epoca (vedi "Le grandi parodie") derivante dagli anche troppi mezzi a disposizione, all'epoca. Una volontà di uniformare e mascherare le origini italiane di poche storie in un mare di racconti stranieri che proprio non capisco. [...]

In realtà la spiegazione è molto semplice, e non si trattò di errore, ma di giusta uniformità: la cura e il lavoro editoriale di Zio Paperone, oggi, possiamo solo sognarli. Altro che ingenuità: la ricolorazione era una scelta obbligata in una testata in cui la gran parte delle storie era di origine USA o danese, con consuetudini cromatiche assai diverse dalle nostre, e così pure il nuovo lettering, dato che si trattava di nuove traduzioni. I mezzi che fortunatamente erano già disponibili allora consentirono di realizzare veri e propri capolavori in alcuni casi, ed in generale appunto una uniformità che non sarebbe stato opportuno spezzare quando occasionalmente venivano ospitate storie italiane.   Per le edizioni fedeli all'originale c'era un'altra testata, che era I Maestri Disney. Se oggi si utilizzano in modo "definitivo" gli impianti di Zio Paperone la colpa non è di chi li fece realizzare allora, ma di chi sceglie di utilizzarli adesso anche in contesti inopportuni. C'è da considerare, comunque, anche il fatto che nella maggior parte dei casi gli impianti disponibili delle vecchie storie a puntate non sono integrali, ma consistono nella digitalizzazione degli impianti analogici che già non comprendevano più alcune parti rimosse per le prime ristampe, nonché spesso delle censure di alcuni dialoghi. Per riproporre oggi certe storie così come uscirono su Topolino andrebbe effettuato un restauro certosino, integrando gli impianti disponibili con porzioni riprese dagli albi originali e ben armonizzate col resto, in modo da non fare notare gli interventi eseguiti. Un'operazione tutt'altro che semplice, ma che è stata già effettuata in passato in diverse occasioni e sarebbe giusto replicare con continuità.

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Topolino / Re:Topolino Speciale Anteprime - 2023
« il: Martedì 31 Gen 2023, 20:09:18 »
Questo aumento è davvero preoccupante e potrebbe generare un tracollo delle vendite. Come abbonato per ora la cosa "non mi tocca" ma per la prima volta mi pongo il dubbio: ci sarà ancora una testata a cui essere abbonati tra un anno o due?
Se la guerra non finisce e la crisi non rientra è pensabile trovarsi con un Topo in edicola a 4€ nel 2024?
Gli sforzi di Bertani, della redazione e degli autori in questi anni va dannatamente a cozzare con la cruda e criminale realtà del mondo che ci circonda :shocked:
Fossi in voi ci andrei più piano con il catastrofismo e le attribuzioni di causalità. La guerra in Ucraina è solo una delle cause: basti pensare che aumenti consistenti del prezzo della carta vi sono sempre stati anche in passato, ed hanno sempre costretto a ritocchi non trascurabili dei prezzi di copertina dei periodici. Neanche a farlo apposta, si potrebbe considerare quello del 1996/1997, che costrinse all'aumento del prezzo dei fumetti più popolari in Italia da 3000 a 3500 lire (la stessa percentuale di oggi, da 3 a 3,50€). Stavolta si è scelto di aumentare il prezzo più gradualmente per limitare gli abbandoni impulsivi, ma era chiaro da subito che soli 0,20€ di aumento non potevano essere sufficienti. La dura realtà con cui dobbiamo confrontarci per quanto riguarda i nostri amati periodici è più l'inarrestabile calo di vendite, che continua da almeno 20 anni e dipende solo in parte dagli aumenti e da fattori economici esterni. È il prodotto fumetto ad essere una forma di intrattenimento sempre più di nicchia e nostalgica, surclassata purtroppo da tutt'altro. Le edicole stanno chiudendo in modo drammatico, minando anche la reperibilità stessa dei periodici. Tuttavia questa situazione, nonostante la sua indubbia gravità, non porterà a conseguenze così drastiche nel breve termine. Il prezzo "tondo" di 3,50€ dovrebbe reggere per qualche anno, e la sopravvivenza della testata, nel peggiore dei casi, potrebbe essere assicurata dalla sola vendita online o tramite abbonamento, abbattendo così i costi di distribuzione e azzerando le rese. Lo ha appena fatto Lupo Alberto.

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Topolino / Re:Topolino Speciale Anteprime - 2023
« il: Martedì 31 Gen 2023, 19:50:09 »
Infine un'ultima domanda: è mai calato il prezzo di Topolino? Mi sembrava che una volta fosse successo...
Sì, con l'introduzione della periodicità settimanale (con il numero 236 della testata, datato 5 Giugno 1960) l'editore ritoccò al ribasso il prezzo della rivista, forte di una situazione economica florida per il Paese che faceva prevedere un significativo incremento delle vendite del Topolino.
Fu così che il prezzo del giornalino passò dalle 100 alle 80 lire.
Samu le sai tutte!

Inoltre,ma solo per un breve periodo,nel luglio 2015, uscirono con doppia cover, 4 numeri al prezzo speciale di 1 € a copia.
Ricordo che in quel periodo non ero abbonata e non lo stavo acquistando, ma vedendolo in edicola attratta dal prezzo,dalla cover e ovviamente più di tutto il resto dal nome della testata, presi tutte e quattro le uscite.
Chissà se quell'esperimento abbia avuto il successo sperato.

https://inducks.org/issue.php?c=it%2FTL+3110
Non l'ha avuto affatto. Quei numeri hanno venduto abbastanza bene, ma erano sottocosto e la perdita non è stata compensata da un aumento significativo delle vendite a offerta conclusa.

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Non Solo Disney / Re:Tex
« il: Martedì 24 Gen 2023, 23:00:16 »
Nel numero di Tex ancora in edicola è presente la conclusione di un'avventura lunga 3 numeri (ben 330 tavole) ambientata a Vancouver e nei suoi dintorni, magistralmente disegnata da Corrado Mastantuono, che è ormai un autore stabile anche in Bonelli. Credo sia doveroso per qualsiasi estimatore dei suoi lavori disneyani conoscere anche questa parte della sua produzione.

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Collezionabili Disney / Re:Filatelia disneyana
« il: Lunedì 2 Gen 2023, 22:21:26 »
A ricorrenza ormai trascorsa, condivido volentieri con voi questa semplice ipotesi di francobollo che ho proposto al Ministero dello Sviluppo Economico il quale, purtroppo, non ha previsto un'emissione commemorativa per il novantesimo anniversario della prima pubblicazione Disney italiana, nonostante le recenti emissioni per i compleanni di Topolino e Paperino abbiano avuto tanto successo.

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Testate Speciali / Re:Nuove testate Disney - 2022
« il: Domenica 18 Dic 2022, 13:24:44 »
Quello che mi fa strano è che sono ristampe! Quindi il costo per la produzione è inferiore a quello di un Topolino (che ha sicuramente tirature e vendite ben maggiori) che stampa storie inedite e quindi da pagare agli autori.
Forse una testata come l' almanacco quando ristampa un inedito qui in Italia,lo "compra" all'estero.Quindi penso (ma qui è tutta una mia supposizione) per questo costi di più rispetto alle altre riviste vatt. Ciò non toglie che è un aumento non indifferente,sommato al prezzo di base non proprio economico,considerata anche la foliazione.
Certo che i costi sono inferiori in assoluto, ma vanno ripartiti su una tiratura molto, molto più bassa rispetto a quella di un Topolino. Di conseguenza, considerati per la singola copia sono assai più alti.

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Testate Speciali / Re:Nuove testate Disney - 2022
« il: Domenica 18 Dic 2022, 13:20:58 »
Sulle varie testate vattelapesca: è vero che qui sul forum le comprano in 4 gatti, ma noi siamo una nicchia (ovvero quella che si informa sulle uscite e sugli indici, si orienta a prodotti magari più costosi ma più curati ecc.). Quei volumi probabilmente vendono tanto (o, almeno, abbastanza) tra chi se li trova davanti in edicola mentre compra il giornale, a chi deve passare un paio d'ore in treno o in spiaggia, o tra i più piccoli che non possono permettersi cartonati ne sono attirati da testate più classiche. Alla fine se si va a vedere sono testate con centinaia di uscite alle spalle quindi qualche utilità ce l'avranno

Sull'almanacco: per me è una sorta di "o la va o la spacca". La testata non vende molto se la memoria non m'inganna, quindi alzano il prezzo e se va bene (ovvero i lettori continuano ad acquistare portandola in profitto) si va avanti, altrimenti se c'è un ulteriore crollo si chiude e via

Un aumento così sostanziale su Almanacco, considerando il numero di pagine inferiore se non erro rispetto al passato, mi sembra davvero ma davvero troppo: 5 euro, considerati comunque i redazionali ed il lavoro che c'è alla spalle, era comunque ben pagato. Sarebbe un peccato chiuderlo, per via delle inedite e del formato su quattro strisce, ma a quasi 6 euro 128 pagine in edizione non di pregio perdonatemi, ma è eccessivo.
Consideri soltanto il prodotto finale ma non la ripartizione delle spese che ci sono dietro ed il bilancio della testata. La sostanza è invece tutta lì; è chiaro che uno stesso prodotto se di grande successo ed in grande tiratura può essere venduto ad un prezzo molto più basso rispetto a quello che avrebbe in una situazione opposta.

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