Non solo Pietro Gambadilegno e Macchianera, adesso Topolino deve combattere anche con i pregiudizi di alcuni politici nostrani. Nell'ultimo mese il magazine per ragazzi, che quest'anno festeggia 70 anni, è stato utilizzato come sinonimo di lettura poco impegnativa e ricca di sciocchezze da sinistra e destra e “Dove l'ha letto, su Topolino?” è diventato uno slogan per dare liberamente dell'ignorante al proprio avversario.
L'ultimo, in ordine di tempo, Massimo Cacciari. Ospite a Carta Bianca, il talk show di Rai 3, durante un confronto con il giornalista Maurizio Belpietro ha dichiarato: “Se la gente avesse letto qualche libro in più oltre a Topolino, capirebbe molte cose”. Ma il filosofo è, per così dire, in buona compagnia. Il 2 marzo Carlo Calenda, in un post su Twitter in risposta a Maurizio Gasparri sui libri letti da Matteo Salvini chiedeva “Includi Topolino?”. Seguito poi, il 18 marzo, dallo stesso ministro dell'Interno che, commentando le critiche alla flat tax fatte da alcuni quotidiani, diceva: I numeri dei giornali hanno l'attendibilità di Topolino”. Dello stesso tenore una frase del neo segretario Pd Nicola Zingaretti, sempre a proposito di flat tax: “È una bufala da Paperon dè Paperoni”.
Un atteggiamento che ha stancato gli addetti ai lavori: sceneggiatori, disegnatori e giornalisti sui social hanno manifestato il proprio scontento. A cominciare da Francesco Artibani, autore Disney dal 1992: “Un settimanale che ha avviato alla lettura almeno tre generazioni di italiani diventa oggi un esempio negativo da citare con disprezzo. Se affermassi che i politici sono tutti ladri, i giornalisti dei pennivendoli e i filosofi dei gran chiacchieroni pieni di idee fumose e incomprensibili direi delle banalità offensive. È per questo che è ora di pretendere rispetto per questo lavoro” ha scritto sul suo profilo Facebook.
Al tweet aveva risposto lo stesso Artibani, scrivendo: "Calenda, io la seguo con interesse ma, cortesemente, non mi cada su Topolino. Non banalizzi anche lei quello che è un lavoro serio".
Il suo pensiero è stato condiviso da tantissimi lettori, che hanno raccontato quanto i fumetti e gli articoli del magazine siano stati importanti per la loro crescita; e da molti colleghi, che hanno sottolineato la serietà con la quale svolgono il loro lavoro nella nona arte. “Topolino fa parte di me. Disegno fumetti grazie a Topolino, ho iniziato a leggere grazie a Topolino e questo mi ha permesso di approcciarmi a lettura via via più complesse, Grazie Topolino e grazie anche a chi lo denigra per farsi bello perché Topolino mi ha insegnato ad accettare chi la pensa diversamente da me” ha scritto il disegnatore Francesco D'Ippolito.
Anche Alex Bertani, direttore del magazine, ha commentato: “Dispiace un po’ che persone competenti e preparate parlino con tanta leggerezza di uno strumento come Topolino, un giornale che è stato capace, nei suoi ormai 70 anni di vita editoriale, di iniziare alla lettura generazioni di lettori, stimolandone la crescita personale e contribuendo spesso alla formazione di un loro forte senso critico. Topolino ha questa grande capacità di raccontarti la realtà che hai attorno e di farlo in modo divertente e solo in apparenza 'leggero' adatto anche ad un pubblico più giovane che spesso lo avvicina soprattutto per la magia delle sue avventure. Riesce a fare divulgazione usando un linguaggio semplice e fruibile, per questo efficace, e chi è esperto di comunicazione sa quanto sia complesso farlo. Topolino è spesso una 'stazione di partenza' di percorsi personali ricchi di stimoli e passioni”. Tuttavia, il direttore non sente la necessità “di alzare i toni o di rischiare di finire strumentalizzati in qualche polverone mediatico, sicuramente sono dichiarazioni un po’ infelici, ma credo anche che in fondo nessuno le abbia veramente fatte con intenti denigratori, Topolino è un giornale molto diffuso e credo le persone attente ne conoscano bene sia l’elevato valore di intrattenimento che quello formativo e divulgativo”.
“C'è una distorsione – ha ribadito Artibani – riguardo quello che Topolino magazine è. Sì, è un giornale per bambini, ma questo non significa che debba essere banalizzato o mortificato. Ha un suo valore, non per altro è uno degli ultimi fumetti rimasti dedicato a quella precisa età anagrafica. Purtroppo non è da ieri che i fumetti hanno questa connotazione negativa, nonostante autori come Umberto Eco, Dino Buzzati e Gianni Rodari abbiano provato a sdoganarli. E spesso chi li denigra non li conosce nemmeno, non li ha mai letti o non li legge da anni. Prendiamo il caso di Nicola Zingaretti, che ha usato come esempio una vecchia versione di zio Paperone degli anni'70, quando era ancora un imprenditore senza scrupoli. Adesso è diventato più etico, ha una morale, si è evoluto: dunque, perché citare qualcosa che non si conosce, che può diventare inutilmente offensivo?”.
Artibani è autore, insieme a Fausto Vitaliano, del progetto Topolino Comic&Science, lanciato sulle pagine del settimanale dal 2016 e incentrato sulla divulgazione specifica. Con la collaborazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, di Roberto Natalini, direttore dell'istituto per le applicazioni del calcolo M. Picone e di Andrea Plazzi, matematico e curatore di fumetti. Ad aiutare Topolino e co. a esplorare il mondo delle scienze, personaggi come Piero Angela e Carlo Rovelli.
“La cosa straordinaria è che tutti quelli che ci hanno aiutato hanno letto o leggevano ancora il magazine, conoscevano a fondo i personaggi ed erano entusiasti di partecipare a questo nostro progetto. Così come Topolino, che è un personaggio estremamente dinamico e voglioso di imparare. Leggere le sue avventure può far accendere la scintilla della curiosità. Che sia musica o sport, letteratura o matematica, ogni lettore può trovare una sua passione. Non scriviamo sciocchezze o invenzioni, e vorremmo non diventare un esempio negativo, uno slogan falso e insensato”.
Fonte:
https://www.repubblica.it/robinson/2019/03...lino-222162555/