Dopo avere accolto in maniera molto positiva il capitolo introduttivo de Gli Evaporati, mi sento nuovamente di applaudire Bruno Enna e Davide Cesarello per questo racconto che mi sta intrigando molto e in cui ravviso una regia ed un modo di fare interagire i personaggi che hanno tutti i presupposti per dare vita ad una storia con i cosiddetti.
Questo secondo episodio mi ha coinvolto dall'inizio alla fine, accrescendo ancora di più la mia sensazione di "essere dentro la vicenda" e di viverla, con la giusta tensione ed apprensione per il futuro incerto, al fianco degli eroi chiamati in causa.
Il tono della storia è maturo, adulto e riesce a trasmettere la sensazione palpabile della portata della minaccia cui i nostri sono continuamente sottoposti, con lo "spettro" di coloro che sono evaporati che aleggia implacabile nei loro ricordi e nelle loro vite.
Sto apprezzando molto poi la narrazione imbastita da Bruno Enna, la quale procede su due linee temporali sfalsate (non in modo lineare) e che alterna i flashback sul passato pre-nebbioso in cui tutto ebbe inizio al presente in cui si muovono gli interpreti topolinesi chiamati in causa, dando forma ad un trait-d'union veramente efficace ed appagante.
I personaggi sono approfonditi nella loro essenza e caratterizzazione, anche e soprattutto in relazione ai drastici cambiamenti della società attorno ad essi e che li ha certamente "segnati", spingendoli a provare un mix di emozioni difficili da gestire e che spaziano dalla volontà di rimanere tenaci e di darsi da fare rimboccandosi le maniche ai comprensibili momenti di sconforto e rassegnazione.
Pippo, Minni, Clarabella ed Orazio vengono dipinti in modo così umano che sembrano persone vere, "in carne ed ossa" e questo è un pregio che accresce il mio coinvolgimento per la storia e i suoi futuri sviluppi.
A questo proposito, credo che la vignetta muta di pagina 75, con l'abbraccio tra il "rientrato" Pippo e l'amico di una vita Orazio sia eloquente più di tante parole del suo calore umano e dell'affetto forte e vivo che lega i personaggi.
Molto gradevoli e piacevoli tutte le altre quattro restanti storie, dal racconto d'apertura facente parte della serie dei cimeli di Zio Paperone (illustrato da uno splendido Paolo Mottura) al "Principe delle Sabbie", che continua a risultarmi di lettura coinvolgente e simpatica e di cui aspetto con interesse il finale.
Graziosissima poi la breve di Enrico Faccini con Paperoga protagonista che mi ha dilettato con gusto e brio, risultandomi davvero carina e apprezzata.
Infine, anche la storia di chiusura, del ciclo della "Macchina del tempo in versione papera" si è rivelata una bella lettura, confermandomi come Francesco Artibani sappia unire verve, sentimento e ottima caratterizzazione dei personaggii (in questo caso del solo Paperino, protagonista dell'avventura) animando un mix che ritengo molto ben riuscito perché mi ha intrigato e reso partecipe di quanto accade nella storia senza mai annoiarmi.
Una vicenda, questa, che mi ha fatto vivere con brio l'avventura di Paperino in quel di Philadelphia nel 1876 regalandomi una lettura dinamica, con personaggi "vivi" e dalle battute sempre pronte ma capaci anche di fare delle riflessioni niente affatto banali e dotate di un "sentimento" che è sempre molto piacevole ritrovare, senza essere stucchevole né troppo dolce bensì calibrato e "dosato" nella giusta misura per lasciare un qualcosa al lettore.
Dal punto di vista grafico, poi, questo numero mi è risultato appagante dalla prima all'ultima storia, facendomi ammirare la bellezza delle tavole disegnate da tutti e cinque gli artisti che hanno animato i racconti che compongono il sommario di quello che ritengo un numero molto ben riuscito.
E per la seconda in meno in poco tempo una storia italiana continua a dare ragione agli americani sulla questione del telefono (l'altra era stata una storia Pico/Newton).Poi si scoprirà che anche questa è un'imposizione degli americani: "Il telefono è stato inventato da Bell! E basta!"...
Purtroppo parlo solo italiano ed inglese, quindi le fonti che posso ricercare di prima mano saranno sempre pro Meucci o pro Bell, e la questione, ad oltre un secolo di distanza, è veramente troppo complicata e le fonti di difficile reperimento.
Quello che però non riesco a comprendere è la questione dei 10 dollari e il nome "telettrofono". Sono entrambi molto ben associati a Meucci, e le fonti sicure e storiche ci sono. Quindi stavolta non è proprio una presa di posizione su una questione fumosa... è proprio un grosso errore, un falso storico, e un caso da (e mi fa MOLTO male il cuore dirlo) "ma dove hai letto questa castroneria? Su Topolino?". E mi spiace, perché su Topolino, per cultura e correttezza, intere generazioni potevano mettere la mano sul fuoco.
La storia in sé è ambientata in un periodo piuttosto insolito, ossia subito dopo lo sbarco di Paperone in America e immagino prima dell'incontro con lo zio Manibuche.A parte che si tratta di un racconto di Paperone, quindi potrebbe anche essere "inventato"... però, direi invece che questa storia se ne sia bellamente infischiata del canone donrosiano, e a occhio mi sembra ambientata negli anni '20 del secolo scorso!
È la prima cosa che ho notato anch'io.
L'unica cosa che mi ha lasciato perplesso è un'altra: davvero in quell'epoca mettevano tutti il casco per andare in bicicletta? Oppure, è l'ennesima forzatura anacronistica imposta dall'alto, che prevede l'obbligo del casco nelle storie disegnate adesso?
Io, purtroppo, non ho dubbi... :rolleye:
No ma certo, cercavo di inserirla "a forza" nella storia di Don Rosa ma a dire la verità Paperone non avrebbe nemmeno avuto tempo di vivere questa storia, dato che appena sbarcato si reca quasi subito dallo zio. E va bene così, come dici anche tu è sbagliato considerare l'opera donrosiana come sacra e inviolabile, altrimenti molti spunti narrativi come questo non sarebbero possibili. :-)La storia in sé è ambientata in un periodo piuttosto insolito, ossia subito dopo lo sbarco di Paperone in America e immagino prima dell'incontro con lo zio Manibuche.A parte che si tratta di un racconto di Paperone, quindi potrebbe anche essere "inventato"... però, direi invece che questa storia se ne sia bellamente infischiata del canone donrosiano, e a occhio mi sembra ambientata negli anni '20 del secolo scorso!
Giusto così! Anch'io sono un ferreo appassionato di Don Rosa e della sua opera, ma è giusto che ce se ne possa staccare! Anzi, ultimamente c'erano troppi riferimenti, spesso forzati, alla $aga, quindi non posso che approvare! :-)
No per carità, la Time Machine no :laugh:L'unica cosa che mi ha lasciato perplesso è un'altra: davvero in quell'epoca mettevano tutti il casco per andare in bicicletta? Oppure, è l'ennesima forzatura anacronistica imposta dall'alto, che prevede l'obbligo del casco nelle storie disegnate adesso?È la prima cosa che ho notato anch'io.
Io, purtroppo, non ho dubbi... :rolleye:
Che poi...esistevano già quei caschetti da bici? Forse bisognerebbe usare la Time Machine per controllare! :rotfl:
In ogni caso il tempo e l'ambientazione rimangono abbastanza insoliti, e danno la possibilità di trattare un personaggio diverso e se vogliamo immaturo dal Paperone ricco o ancora prima dal Paperone del klondike. Infatti vediamo che non appena subisce il primo sabotaggio dall'avversario non si fa problemi a ricambiare, dando inizio a una serie di sabotaggi dannosi sia per l'uno che per l'altro.Vero! Un comportamento molto "paperinesco"! ;D
Che poi...esistevano già quei caschetti da bici? Forse bisognerebbe usare la Time Machine per controllare! :rotfl:Ci sono immagini come questa (di Fausto Coppi, di qualche anno dopo) dove il casco c'è, ma che io sappia lo usavano soprattutto in pista:
Pagina 74, prima vignetta, guardate sul bancone: direi che nel Mondo Eclissato non hanno delle grandi norme igieniche :rotfl:Beh, neanche l'olezzo nauseabondo che si innalza dalla donna eclissata con cui dialoga Clarabella scherza in quanto a mancanza di igiene! ;D
Oggi ho letto la seconda puntata degli Evaporati e devo dire che al momento Enna mi pare abbia fatto un lavoro egregio. Questo futuro ipotetico, con una popolazione in modalità sopravvivenza, in lotta contro un pericolo apparentemente insormontabile mi ha addirittura ricordato Silent hIll (la nebbia che arriva e il fuggi fuggi generale) oppure gli arroccamenti dei superstiti alla Mad Max (i primi) tutti opere che ho apprezzato. . Scorre bene, non banale, i personaggi (su Topolino mi riservo il giudizio più avanti) e le loro emozioni sono rese benissimo e su questo Cesarello è bravo nele espressioni, nei gesti ..in quaasi tutto. Proprio mentre la leggevo però non ho potuto fare a meno di confermare a me stesso il divario che trovo tra certi particolari dei disegni e certi elementi di sfondo. Mi aiuta a spiegarmi bene il canale Instagram di Topolino perché hanno proprio pubblicato una parte che quando l ho vista ho faticato a capire:Ecco, Cesarello da quando è tornato, inizialmente non mi faceva impazzire, ma mi è parso migliorato storia dopo storia, ma questo solo per quanto riguarda i personaggi. Sugli sfondi purtroppo continuo a trovare i suoi disegni fin troppo approssimativi, ed è un peccato specie considerando che è ormai palese che tutte le storie "principali" beneficeranno di una ristampa in grande formato che invece di glorificarne i disegni ne evidenzieranno le mancanze (sui Gold posso capire, sono storie nate senza sapere come un giorno sarebbero state ristampate, è naturale disegnarle con in mente la "gabbia Topolino", e lo stesso Le Imperdibili e affini che sono anche più piccoli).
intendo c'è un espressività di orazio notevole, mi ricorda DeVita (che per me è un compliementone) e poi vedo quei due personaggi a 'triangolo' sullo sfondo e quel oggetto tipo caldaia, quella sagoma di palazzi che mi paiono grezzi. Subito vien da pensare che il disegnatore stia a sua volta lavorando su tavole piccole, come se fosse un lavoro certosino andare a dettagliare certi elementi..lo dico perchè è indubbio che le possibilità sarebbero ben altre. Non so forse mi sto incaponendo io ma fatico un po' a dar un giudizio completamente positivo.
Purtroppo se continua così prenderò il volume che spero gli dedichino (purtroppo per lo spazio in casa che sta finendo)
Da notare che, nella one-page di Faccini (deliziosa nel suo essere così semplice ed al contempo intrisa di simpatia), compare il personaggio di Cipolla, "il bullo del quartiere". Credo che non si vedesse da parecchio sul Topo e mi ha fatto piacere ritrovarlo, nonostante sia un tipo molto indisponente e che in un modo o nell'altro finisce sempre per causare danni a Paperino, anche senza far nulla di pratico (come in questo ciak) ma già solo con la sua presenza! ;DIo ricordavo due bulli del quartiere di Paperino ma ho poi appurato che erano Obice e Malandrino (in 'Paperino e le usanze gentili', storia del 1971). Questo Cipolla dove era già comparso?
Per esempio in Paperino e la magia del teatro (https://inducks.org/story.php?c=I+TL+3056-1).Da notare che, nella one-page di Faccini (deliziosa nel suo essere così semplice ed al contempo intrisa di simpatia), compare il personaggio di Cipolla, "il bullo del quartiere". Credo che non si vedesse da parecchio sul Topo e mi ha fatto piacere ritrovarlo, nonostante sia un tipo molto indisponente e che in un modo o nell'altro finisce sempre per causare danni a Paperino, anche senza far nulla di pratico (come in questo ciak) ma già solo con la sua presenza! ;DIo ricordavo due bulli del quartiere di Paperino ma ho poi appurato che erano Obice e Malandrino (in 'Paperino e le usanze gentili', storia del 1971). Questo Cipolla dove era già comparso?
Da notare che, nella one-page di Faccini (deliziosa nel suo essere così semplice ed al contempo intrisa di simpatia), compare il personaggio di Cipolla, "il bullo del quartiere".Prima o poi risalterà fuori anche Timoteo Piccione :-)
Credo che non si vedesse da parecchio sul Topo e mi ha fatto piacere ritrovarlo, nonostante sia un tipo molto indisponente e che in un modo o nell'altro finisce sempre per causare danni a Paperino, anche senza far nulla di pratico (come in questo ciak) ma già solo con la sua presenza! ;D
Ci ho pensato anch'io: dopo l'avvenente papera bionda di cui è innamorato Paperoga (Miss "Bon Bon Labelle") e la pur fugace apparizione di Cipolla, ci starebbe benissimo un ritorno di Timoteo Piccione in qualche divertente storia di Enrico Faccini!Da notare che, nella one-page di Faccini (deliziosa nel suo essere così semplice ed al contempo intrisa di simpatia), compare il personaggio di Cipolla, "il bullo del quartiere".Prima o poi risalterà fuori anche Timoteo Piccione :-)
Credo che non si vedesse da parecchio sul Topo e mi ha fatto piacere ritrovarlo, nonostante sia un tipo molto indisponente e che in un modo o nell'altro finisce sempre per causare danni a Paperino, anche senza far nulla di pratico (come in questo ciak) ma già solo con la sua presenza! ;D
Ricordo che tanti anni fa c'era stato addirittura un parlamentare che si era lamentato pubblicamente che su Topolino era stato scritto che il telefono era stato inventato da Bell e non da Meucci, tanto che alcuni numeri dopo era uscito anche un articolo che rettificava l'affermazione! Vediamo se si sveglia qualcuno anche questa volta...Ho trovato per caso un mio vecchio messaggio (https://www.papersera.net/forum/index.php/topic,12458.msg438326.html#msg438326) di sei anni fa, e... niente, si dicono sempre le stesse cose! :rolleye: