Forse che le storie a puntate vadano affidate a chi sa maneggiare periodi narrativi così espansi, e sono d'accordo che non sono per tutti. Ma dire che sono soporifere, e basta, è quanto di più superficiale si possa dire.
Ecco, credo tu abbia centrato un punto importante della questione. Le storie a puntate ora vengono affidate a chiunque, e poco dovrebbe importare se è il direttore a chiederlo o l'autore di turno, perché il direttore avrebbe comunque la colpa di aver approvato storie soporifere come Nelle terre del nuovo mondo di Cabella delle scorse settimane, dopo aver dimostrato con il Pippon-Tiki e il viaggio nel micromondo che le storie a puntate non fanno per lui. Nucci ha sempre scritto belle autoconclusive (anche facenti parte di saghe, come Newton o l'ora del terrore), ma tra la deludente Vertigo, la banale ripresa della spada di ghiaccio e la semplicemente "ok" saga calcistica delle cento porte, quelle lunghe secondo me è meglio se le lascia perdere. Vacca ha scritto la soporifera Principe delle sabbie e l'inutilmente allungata Pianeta Ramingo, quando si è dimostrato molto più capace nelle autoconclusive come Gambadilegno e la rapina ippica o Le orripilanti bomboniere di Pico.
Sono invece stati autori "rodati" come Artibani (la saga di Nemo) o Enna (Gli evaporati) ad aver scritto le migliori storie a puntate recenti, che avevano già in passato scritto ottime storie quando non capolavori, ed è lì che si vede la bravura di un direttore che magari dovrebbe scegliere meglio a chi affidare lunghe saghe (quando non è stesso lui a coscriverla, come nella sopracitata Principe delle sabbie) o a sapere quando c'è veramente bisogno che la storia abbia un determinato numero di pagine.
Andy392 ha scritto che nel decennio DePoli ci sono state 21 storie a puntate e in nemmeno 4 anni con Bertani 18, quindi decisamente di più oggi. E vorrei anche aggiungere che molte delle storie a puntate dell'era DePoli sono facenti parte dei cicli di DoubleDuck, PK o Wizards of Mickey, come a dire che sono effettivamente le storie ad aver effettivamente bisogno di più pagine per essere raccontate ad averne di più (poi sulla qualità di WoM se ne potrebbe discutere, ma a quanto pare vende), al contrario di oggi dove persino una storia dove non succede niente come Gli Urbani Paperi va oltre le 4 puntate.
Le storie a puntate negli undici anni di gestione De Poli sono state 78 (calcoli alla mano fatti anche con INDUCKS), e in quella di Bertani finora ne abbiamo 58. Criterio di calcolo: minimo 3 puntate, minimo 40 pagine di foliazione. E come detto sopra: la politica delle storie a puntate, pur se non gradita, ha aiutato il Topo a tornare in positivo, come detto due volte da Bertani nel 2020 e nel 2021, salvo un calo nel 2022, presumo per vari vari fattori incidenti. Quindi, primo punto a favore.
Inoltre: gusti personalissimi, dove la gente è stata "drogata" con storie come quelle di PK e Doubleduck, ma ha dimenticato storie a puntate come "Molti personaggi in: la scatola misteriosa nel luogo misteriosissimo", o le storie calcistiche del 2010, 2014, 2018. Qualcosa di buono da quel periodo è uscito fuori (vedi le storie di Casty), non lo metto in dubbio, ma in 11 anni la cortina di fumo delle belle (poche) storie ha rivelato una qualità del Topo pressoché scadente. Senza parlare del periodo Muci, che è stato l'abisso.
Secondo: sono convinto anche io che non tutti siano portati per scrivere storie a puntate, ma anche vero che non puoi mettere SOLO i rodati, visto che 1) non sono dipendenti, ma autonomi, e quindi lavorano anche su altro e per/con altri; 2) anche se gli si chiede di scrivere qualcosa, hanno i loro tempi, e il settimanale va avanti nel frattempo.
E sui non rodati: Vacca comunque si è ben distinto nella Minaccia dallo spazio, dato che alla fine molti l'hanno apprezzata; Nucci magari avrà sbagliato con Vertigo, ma ha recuperato con le storie (a puntate) su Macchia Nera, e la Leggenda della Spada di Ghiaccio ovviamente non è piaciuta a quelli che "GNOOO SOLO DE VITA DEVE SCRIVERLA GNOOO", perché in realtà è una storia celebrativa della saga stessa (e il messaggio appare chiaro anche attraverso la figura del bardo), oltre al fatto che è scritta in maniera lineare, senza sfrizzi sfrazzi pazzi che praticamente ti fanno ridere una volta, ma alla seconda ti prende male.
Hai avuto anche Celoni, che ha lavorato parecchio sulla sua saga del Destino di Paperone, premiata come miglior storia lunga del 2022. Cabella si era ben distinto con Pippleton nel 2020, anche se è andato molto soft con le altre due; Enna aveva comunque tirato fuori la saga di Amelia e le sette streghe vulcaniche che offre buoni spunti anche su un personaggio molto spesso ridotto al lumicino dell'antagonismo con Paperone.
Per converso, autori rodati come Sisti non sempre hanno tenuto il passo (vedi il Centunesimo Canto, I segreti del deposito o la 24 h di Paperopoli), ma hanno ben figurato su altro (non propriamente storia a puntate, ma le due di Van Coot già danno un senso diverso, e le gradisco, nella misura in cui costruiscono pezzi di continuity e non fanno solo ammiccamenti alla Saga). Lo stesso Enna non era riuscito ad entusiasmare più di tanto con le storie su Leonardo e Raffaello, ma si sta riscoprendo proprio in quest'ultimo anno. Quindi, molto spesso non è un discorso di nome, ma di tematica, di capacità rodata o meno e di saper raccontare qualcosa. Lascio perdere Gagnor o Di Gregorio, perché non li ho digeriti manco io. Badino ha tirato fuori due stagioni di Siamo serie che si avvicinano tantissimo alle (lunghissime) storie della Ziche degli esordi.
La mia non è una difesa assoluta delle storie a puntate, ma su un settimanale come Topolino, che ha visto monnezza passare nei 18 anni precedenti di gestione, queste storie hanno già un sapore decisamente diverso. E francamente se c'è già un 75% di albi all'anno che sono validi, c'è da ben sperare.
Io poi vorrei spulciarmi il forum per capire se anche in quegli anni (e soprattutto nel 2017) la gente si lamentava delle storie a puntate, perché altrimenti possiamo bollare circa l'80% delle opinioni avverse come "irrilevanti" o "fuori luogo".
Sulla prima parte: hai dimostrato che le storie a puntate nell'era Bertani sono di più, perché 58 in 5 anni (circa) contro 78 in 10 (sempre circa), come a dire che tra 5 anni se si mantengono su questo livello arriveremo a più di 100 storie a puntate con questo direttore (e torno a ripetere che il problema principale, almeno per me, non è la quantità, quanto se effettivamente quella determinata storia avesse bisogno oppure no di quel determinato numero di pagine, perché la stragrande maggioranza delle storie che ho avvertito durante la lettura come allungate "tanto per", sono dell'era bertaniana). Sulle vendite, si, aiuta a vendere, pare di si, che piaccia o no, ma se a me non piace non è che devo dire altrimenti, e non è che devo farmelo andare bene per forza.
E poi dopo hai detto bene, gusti personalissimi, e qui continuare a discutere non serve, perché ognuno hai suoi. Io dell'era bertaniana non dico nemmeno che salvo poco (semmai salvo poche delle storie lunghe, e più che per le storie in se, spesso solo per l'eccessiva lunghezza, come già dissi), ma, ripeto, per gusti miei, durante l'era De Poli trovo molte più storie di mio gusto (a pagina 3 di questo topic ne ho nominate alcune, davvero poche rispetto a quante ce ne sono, senza che sto qui a fare altri esempi, tanto di miei gusti si tratta, non servirebbe a molto). Dopotutto tu mi citi Nucci che si è ripreso con Macchia Nera e la spada di ghiaccio quando io invece non sono per nulla d'accordo (buono il Bianco e il Nero, molto meno le altre), sopratutto sulla spada di ghiaccio: noiosa, incongruente, con eventi che accadevano come una "lista della spesa", senza la minima suspanse e dove tutto accade come doveva accadere senza sorprese (e io ero il primo curioso, con o senza De Vita). Per come lo scrivi pare che chi l'ha criticata è solo un nostalgico e non possa non averla apprezzata semplicemente perché non è piaciuta.
Se poi devo rispondere punto per punto, volendo lo faccio: Celoni ha scritto per me un capolavoro, ma da subito mi è parso un lavoro quasi "extra panini", dove Bertani centra poco (mi aiuta a pensarlo il fatto che sia stato pubblicato in Francia ancor prima che in Italia), ma guarda caso le quattro puntate sembrano quasi una scusante per raccontare alla fine 4 storie separate. Enna ho già scritto che è bravo, pur avendo prima citato solo gli Evaporati. Sisti è bravo infatti, ma lo è sempre stato di più con le storie più brevi guarda caso, e infatti anche ora con Van Coot. Badino ha da sempre scritto storie prettamente comiche, Siamo Serie ha puntate molto autoconclusive (rispetto ad esempio ad un Foglie Rosse).
Alla fine parli addirittura di "monnezza", denotando di non rispettare più di tanto né gli autori né i fan a cui storie di quegli anni sono piaciute, quasi a dire che invece di "monnezza" come la chiami tu oggi non viene pubblicata, quando si tratta appunto solo di gusti.
Davvero, il modo in cui scrivi fa sembrare quasi che pensi che tu abbia ragione a dire che il topo di oggi sia migliore e gli altri sbagliano nel pensare di no (quasi ti sentissi attaccato dal fatto che molti critichino le storie a puntate).