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Topolino / Re:Topolino 3608
« il: Giovedì 16 Gen 2025, 23:05:17 »
Torno dopo due numeri che non mi hanno entusiasmato (3606 meh, 3607 un po' meglio, ma comunque nulla di imperdibile), per raccontare l'altalena emotivo-cerebral-transeunte che mi ha accompagnato in questa iniziativa nazional popolare tipicamente italiota.
Si era partiti male, con il primo annuncio che tirava in ballo costrutti di fantasia quali il "lombardo" e il "toscano".
Poi si aveva corretto il tiro, puntando astutamente su specificità un po' più circoscritte.
A questo punto, la mia diffidenza, già ammansita, era venuta meno leggendo le tavole in anteprima in tutte le versioni, trovandomi sorprendentemente a ridacchiare di gusto, e a sorprendermi per l'utilizzo, nel catanese, di vocaboli "da bollino giallo" (se non altro, nell'opinione comune che si ha del Topo).
Ebbene, ovviamente mi è capitata la versione in italiano standard. E allora inevitabilmente l'occhio si è concentrato sulla - purtroppo prevedibile - totale discrasia tra l'intreccio della storia e l'operazione mediatica: cioè è una storia "normale" a cui è stata appiccicata una iniziativa estemporanea che nulla c'azzecca. Se qualcuno (oltre a me) avesse in cuor suo sperato che il PdP 6000 si sarebbe rivelato essere un nuovo Multivox 2222, e che magari i suoi effetti avrebbero comportato le variazioni linguistiche delle varie versioni della storia, glielo spoilero: non è così. È un antifurto.
Potevo dunque pensare di adagiarmi su di una confortevole delusione, ma ecco che le prime pagine della storia si scoprono essere briose e sfiziose, e avere persino un ché di pikappico. Forse il merito è di Perina (che davvero meriterebbe di disegnare almeno uno PKNE), forse è l'autore che ha imbroccato la storia della vita, forse è un caso. (Peraltro proprio questa settimana nella mia rilettura PKNAica sono arrivato a Q'winkennon.)
Poteva bastare? No: scopertomi finalmente compiacente nel seguire l'intreccio, ecco che questo va poi a farsi meno brillante e più rassicurante, portandomi a concludere la lettura con un affaticato spaesamento (e poraccio Battista).
Ho gradito o non ho gradito? Dopo aver riflettuto a lungo, e deciso di lasciare la risposta in sospeso, nel redazionale di approfondimento ecco il professore che parla di "lombardo" e "toscano".
E vabbè. l'Italia è questa.
Sarebbe stato strano veder filare tutto liscio....
Eccher e Manetta visti e stravisti, ben disegnati. Ho già detto che preferivo il Mazzarello esuberante, ma anche questo fa la sua figura.
Faraci pure già visto, ma non riesco a non riconoscergli la maestria nel saper tirare in lungo.
Infine, le Comete.
La scorsa settimana ho taciuto, anche perché, francamente, della prima stagione ricordavo poco, e quel poco era confuso.
La prima/settima puntata mi era stranamente parsa molto lineare, al punto da rischiarirmi le idee su eventi e personaggi.
In questa seconda/ottava, si ritorna invece alle atmosfere da film d'animazione recente ("alla Pixar Miyazaki", per usare una espressione impropria), che però a fumetti mi lasciano un po' stranito e mi confondono (i dialoghi spezzati e sovrapposti, il montaggio con stacchi brutali, su carta, richiedono concentrazione). Ma soprattutto ritorna l'impressione di non aver capito dove si voglia andare a parare. Di che parla 'sta serie?
Bella, comunque, la prima tavola.
Mi metto in attesa della (molto probabile) storia scritta da Pera Toons.
Prima di Natale era atteso in un centro commerciale che frequento, il quale era tutto tappezzato di avvisi sul tema, al punto che il non sapere nulla dell'autore in questione (al di là del nome), mi fece sentire molto vecchio.
Si era partiti male, con il primo annuncio che tirava in ballo costrutti di fantasia quali il "lombardo" e il "toscano".
Poi si aveva corretto il tiro, puntando astutamente su specificità un po' più circoscritte.
A questo punto, la mia diffidenza, già ammansita, era venuta meno leggendo le tavole in anteprima in tutte le versioni, trovandomi sorprendentemente a ridacchiare di gusto, e a sorprendermi per l'utilizzo, nel catanese, di vocaboli "da bollino giallo" (se non altro, nell'opinione comune che si ha del Topo).
Ebbene, ovviamente mi è capitata la versione in italiano standard. E allora inevitabilmente l'occhio si è concentrato sulla - purtroppo prevedibile - totale discrasia tra l'intreccio della storia e l'operazione mediatica: cioè è una storia "normale" a cui è stata appiccicata una iniziativa estemporanea che nulla c'azzecca. Se qualcuno (oltre a me) avesse in cuor suo sperato che il PdP 6000 si sarebbe rivelato essere un nuovo Multivox 2222, e che magari i suoi effetti avrebbero comportato le variazioni linguistiche delle varie versioni della storia, glielo spoilero: non è così. È un antifurto.
Potevo dunque pensare di adagiarmi su di una confortevole delusione, ma ecco che le prime pagine della storia si scoprono essere briose e sfiziose, e avere persino un ché di pikappico. Forse il merito è di Perina (che davvero meriterebbe di disegnare almeno uno PKNE), forse è l'autore che ha imbroccato la storia della vita, forse è un caso. (Peraltro proprio questa settimana nella mia rilettura PKNAica sono arrivato a Q'winkennon.)
Poteva bastare? No: scopertomi finalmente compiacente nel seguire l'intreccio, ecco che questo va poi a farsi meno brillante e più rassicurante, portandomi a concludere la lettura con un affaticato spaesamento (e poraccio Battista).
Ho gradito o non ho gradito? Dopo aver riflettuto a lungo, e deciso di lasciare la risposta in sospeso, nel redazionale di approfondimento ecco il professore che parla di "lombardo" e "toscano".
E vabbè. l'Italia è questa.
All'intervista di Fisbio Bertani aveva detto che agli abbonati sarebbe arrivata la copia in dialetto se abiti in Toscana/Lombardia/Campania/Sicilia, mentre alle altre regioni quella nazionale. Per questo mi sono stupita quando mi è arrivato il numero nazionale.Da un punto di vista logistico è una operazione molto impegnativa e complessa.
Sarebbe stato strano veder filare tutto liscio....
Eccher e Manetta visti e stravisti, ben disegnati. Ho già detto che preferivo il Mazzarello esuberante, ma anche questo fa la sua figura.
Faraci pure già visto, ma non riesco a non riconoscergli la maestria nel saper tirare in lungo.
Infine, le Comete.
La scorsa settimana ho taciuto, anche perché, francamente, della prima stagione ricordavo poco, e quel poco era confuso.
La prima/settima puntata mi era stranamente parsa molto lineare, al punto da rischiarirmi le idee su eventi e personaggi.
In questa seconda/ottava, si ritorna invece alle atmosfere da film d'animazione recente ("alla Pixar Miyazaki", per usare una espressione impropria), che però a fumetti mi lasciano un po' stranito e mi confondono (i dialoghi spezzati e sovrapposti, il montaggio con stacchi brutali, su carta, richiedono concentrazione). Ma soprattutto ritorna l'impressione di non aver capito dove si voglia andare a parare. Di che parla 'sta serie?
Bella, comunque, la prima tavola.
Mi metto in attesa della (molto probabile) storia scritta da Pera Toons.
Prima di Natale era atteso in un centro commerciale che frequento, il quale era tutto tappezzato di avvisi sul tema, al punto che il non sapere nulla dell'autore in questione (al di là del nome), mi fece sentire molto vecchio.