Ma solo a me la signora in una delle taglie della quarta vignetta di pagina 25 sembra Clarabella con una parrucca?
Ho notato anch'io.
Ho un dubbio sul nome che viene coperto dalla neve sulla cassetta delle lettere a pg.30, ma non capisco il nesso con Macchia in questa realtà capovolta, dove anche il Papersera diventa Papergiorno!
Quindi tu hai capito cosa c'è scritto?
Sono andata per esclusione con i frammenti di lettere che si intravedono...posizione 1 e 5 penso sia una G, in totale sono 6 lettere.Ma potrei sbagliarmi perché non capisco quel nome che attinenza possa avere con Macchia, nel ribaltamento della realtà in questo pianeta.
Geolier?
Geotta? Boh.
Marcello Macchia?
Comunque. Albo simpatico.
La cosa che mi è balzata più vistosamente all'occhio, e mi ha divertito, è il frullato autoreferenziale della continuity bertaniana.
Enigm cita i buchi neri (la storia di Alessandro Pastrovicchio). Nell' universo specchio, Macchia e Topolino sono di fatto scambiati di posto, come nell'Incubo di corallo. Pippo sembra Posidippo, mentre Orazio combina guai come Curiazio (e il suo approfondimento chiaramente rimanda a Cavezza di Zironi). Paperino e Paperina recitano una sit-com (Siamo serie!), poi indagano in crociera negli "anni trenta" come Fantomius e Dolly. Ovviamente Bertie rimanda alla recente saga con le GM, mentre la fossa mi ha ricordato (ma qui il rimando è tirato per i capelli) l'episodio di Area 15 sulle turbine. Come avete già detto, la trama generale è un mix tra la Lampada bisestile e il crossover di Vacca. Gamba, come al solito, è buono (Ducktopia, ma è un cliché vecchio). Zapotec vabbè, ma il cameo di Vito si ricollega idealmente a quello dell'anno scorso (La cena dei cattivi).
La prima puntata del Pianeta mi è piaciuta.
Nella seconda ho gradito i camei dei testimoni, ma già temevo che la conclusione sarebbe stata quella.
La storia di Orazio mi è sembrata un po' pretestuosa, ma anche la più natalizia.
La storia di Enna mi ha divertito. Ignoravo il riferimento ad Hammett. Meglio ancora.
Area 15 mi è parso poco sfruttato. I ragazzini sono quasi uguali, cambiano solo gli interessi.
Ma soprattutto la fossa. Già pregustavo una gervasiata barksiano-donrosiana, magari tirando in ballo il Ventino fatale. Peccato.
L'operazione complessiva per ora è ok.
Purtroppo, da qualche anno il Natale non mi dice più niente, e dire che ne sono stato un grandissimo sostenitore fino al 2017/18, quindi non molto tempo fa. Tornai nel mondo Disney proprio in occasione del Natale 2010, e fu una salvezza. Intorno al 2016 mi rilessi la quasi totalità dei fumetti Disneyani natalizi prodotti sono ad allora, in un'orgia di buoni sentimenti.
E mi fa impressione che, oggi, gran parte di quelle storie, comprese alcune di quelle cui sono affezionato, mi nauseano solo all'idea di riprenderle in mano.
Che cosa volevo dire con ciò? Niente, solo che non saprei dire se le storie semplici di una volta fossero meglio, o se queste saghe siano l'unica via per non annoiare (lo scorso anno la storia di Artibani e Midthun, estranea al crossover, fu moscetta a dir poco). Diciamo che non si può nemmeno pensare di rendere ogni Natale una saga in undici storie e tre albi. Una volta, due volte ok, magari anche tre, ma poi basta.
Anche perché è un riflesso di quello che sta accadendo là fuori, con il Natale che ogni anno inizia sempre prima (ormai prima di Halloween).
Basti dire che il panettone agostino di Nino Russo ora è una realtà! Si sta esagerando.