Recensione Topolino 3608 Se il successo di una pubblicazione si misura dalla sua risonanza, possiamo affermare senza dubbio che
Topolino 3608 si appresta ad essere uno dei maggiori risultati di vendite del settimanale, almeno per quanto concerne la sua storia recente.
In questi giorni, infatti, non c’è mezzo di comunicazione – dai quotidiani locali ai telegiornali nazionali – che non si stia occupando dell’iniziativa varata in occasione della “
Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali“.
Una iniziativa che ha previsto la pubblicazione di ben 5 varianti diverse di Topolino 3608: una versione nazionale, distribuita in tutta la penisola e destinata agli abbonati, e ben 4 versioni regionali, nelle quali la prima storia pubblicata è stata tradotta in catanese, fiorentino, milanese e napoletano. I libretti sono disponibili nelle edicole della regione corrispondente oltre che, naturalmente, sul
sito ufficiale di Panini Comics.
Il pubblico sembra avere molto apprezzato tale proposta, tanto che l’editore ha dovuto annunciare che le copie regionali, inizialmente esaurite dopo un solo giorno dall’uscita del numero, verranno ristampate – forse anche deludendo qualche accaparratore e speculatore. Ma non è solo dall’alto volume di vendita delle varianti che si registra la buona riuscita di questa trovata pubblicitaria;
va infatti segnalato come siano piovute richieste dalle molte parti d’Italia escluse in questa occasione di realizzare copie dedicate alle loro “lingue locali”. Il consenso e l’attenzione ottenuti ci fanno credere che l’iniziativa sarà replicata e trapelano voci che potrebbero essere già in lavorazione nuove versioni dialettali.
In fondo, i dialetti tuttora esistenti nel nostro Paese sono innumerevoli e si potrebbe attingere quasi all’infinito da questo patrimonio culturale.
Una riscoperta che ci fa comunque notare la controtendenza in essere rispetto a quanto accadde nel Secondo Dopoguerra, quando l’arrivo della televisione (e di certe sue trasmissioni) e anche la larghissima diffusione di Topolino formato libretto contribuirono all’affermazione della lingua italiana lungo tutto lo Stivale.
Non perdiamo comunque l’occasione di riscoprire anche qualche parola ricercata in italiano![/size][/i]
Archiviata questa lunghissima premessa, viene abbastanza spontaneo domandare: il contenuto delle storie proposte farà sì che qualche lettore, fra quelli qui occasionalmente raggiunti, prosegua nell’acquisto del settimanale? Qualche dubbio su di una risposta affermativa, purtroppo, aleggia:
il libretto raggiunge la sufficienza grazie ad una prevalente componente umoristica – invero piuttosto rara negli ultimi tempi – ma manca probabilmente un’avventura più complessa e incisiva. Curiosa anche la scelta di inserire fra le storie pubblicate la seconda puntata di una serie già lanciata quasi due anni fa, invece di un potenzialmente più invitante primo episodio di una nuova saga.
La vicenda che apre il libretto,
come detto l’unica che abbia goduto della traduzione nei dialetti precedentemente elencati – traduzione curata da linguisti docenti delle Università delle città coinvolte – può dirsi comunque piacevole e divertente.
Zio Paperone e il PdP 6000 si inserisce nel classico filone che vede la Banda Bassotti cercare di prevalere sulle difese tecnologiche insuperabili realizzate da Archimede per la salvaguardia del Deposito. La trama di
Niccolò Testi scorre via lineare con qualche simpatica gag, mentre i disegni di
Alessandro Perina sono garanzia di un ottimo risultato.
Un intramontabile inseguimento
Lo stesso sceneggiatore firma anche una delle storie centrali del numero,
Manetta e l’imprendibile Banda del muro. Pur trattandosi di un’indagine condotta dal Commissariato di Topolinia, più che un giallo
ci troviamo a leggere un’avventura portata avanti su un registro comico abbastanza gradevole ma che presenta la sua falla maggiore nello svelamento del mistero, oggettivamente poco credibile.
Marco Mazzarello alle matite fa un buon lavoro, in particolare nella rappresentazione del simpatico
detective partner dell’ispettore: ci resta la curiosità di sapere se ritornerà anche in altre future occasioni.
Un’altra storia dal sapore classico è
Paperino e il pulsante annullante, scritta da
Giovanni Eccher e disegnata da
Paolo De Lorenzi. Non è Archimede stavolta, ma suo nipote Newton l’ideatore di una strabiliante invenzione che, consegnata nelle mani di Paperino, darà origine ad una serie di buffi disastri (per noi che osserviamo da lontano). Una spassosa serie di gag ci conduce fino ad una morale finale che, comunque, non guasta né appare posizionata in maniera artificiosa. Molto telefonata è invece la conclusione di
Gastone al contrario, dove neanche i guizzanti disegni di
Blasco Pisapia risollevano una breve scritta da
Tito Faraci che lascia soprattutto una forte sensazione di già visto, anche più e più volte.
L’originale soluzione adottata per il titolo nella prima tavola
L’ultima avventura del libretto è, infine,
Flight 008, secondo episodio della seconda stagione ambientata nelle
Isole della Cometa. Pur gettando qualche base per lo scioglimento di alcuni nodi intrecciati nelle precedenti puntate,
permane nella sceneggiatura di Pietro Zemelo soprattutto un’aura generale di mistero, alimentata probabilmente da un lato dall’utilizzo di personaggi non canonici (ma molto simili a loro e fra loro), dall’altro dalla colorazione grigiastra di
Irene Fornari che ammanta tutto il paesaggio dell’arcipelago dove si svolge l’azione. Tutto o quasi, perché volando al di sopra delle nuvole come accade a Mick e Maya si avverte subito un senso di libertà in aperto contrasto con i toni cupi e oppressivi presenti invece a terra. Un effetto del quale va reso merito anche a
Nico Picone, autore di tavole articolate, mai banali, molto ben riuscite. La fine dell’episodio giunge comunque lasciando ancora molti interrogativi in sospeso, ragione per cui non resta che attendere la prosecuzione e sospendere il giudizio sulla trama fino alla conclusione della serie.
Per quando riguarda le rubriche del numero, oltre ad una nuova lezione di Andrea Malgeri che spiega come disegnare i Bassotti (stavolta di profilo), segnaliamo due interviste. In apertura, la parola va al Professor
Riccardo Regis, coordinatore del progetto protagonista di questo libretto, che ci spiega il rapporto fra lingue e dialetti in Italia; in chiusura, spazio al fumettista e
youtuber Alessandro Perugini, in arte
Pera Toons, che racconta la sua trasformazione da lettore ad autore di nuvolette parlanti (e non solo).
Voto del recensore:
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