Fra tutte le storie che leggevo ce n'erano alcune che preferivo assolutamente rispetto alle altre, e la maggior parte di loro erano quelle disegnate da "quel" Walt Disney che aveva un tratto molto preciso, i personaggi sembravano veri e le sue avventure mi appassionavano così tanto che quasi mi sembrava di vedere un film. Anche se non conoscevo il nome di chi faceva quei disegni sapevo sempre riconoscere il suo stile, e ogni mercoledì quando arrivava Topolino, lo sfogliavo tutto per cercare se c'era una sua storia e poi iniziavo a leggerlo proprio da lì. "Quel" Walt Disney che amavo tanto che disegnava avventure come "Zio Paperone e lo Scozzese volante", "Paperino e i gamberi in salmì", "Topolino e l'ultraghiaccio", "Pippo e i parastinchi di Olympia", si chiamava in realtà Romano Scarpa ed era Italiano come me, ma all'epoca non era dato avere queste informazioni. Mi piaceva talmente tanto leggere i suoi fumetti che avrei dato non so cosa per avere in un libro tutte le sue storie, ma siccome non sono mai stata una persona paziente e visto che il libro non usciva, decisi di farmelo da sola. Strappai tutte le pagine dei fumetti disegnati da lui che riuscii a trovare e le incollai le une alle altre, consumando un bel po' di colla Pritt, poi gli misi una bella copertina disegnata da me colorata con i pennarelli. Però! Che bello che era il mio libro! E guai a toccarlo! Me lo mi portavo sempre dietro per poterlo leggere quando non ero a casa. Purtroppo di quel periodo oltre ai ricordi non mi è rimasto niente, né il libro, né i cadaveri dei Topolino e i Classici che ho sacrificato per la mia grande opera, in compenso scuoto la testa e sorrido. | (https://www.papersera.net/immagini/RSc10/08_01.jpg) |
(https://www.papersera.net/immagini/RSc10/08_03.jpg) | Eccola lì la storia, "Topolino e Bip Bip alle Sorgenti Mongole", mai letta, per cui un'ulteriore sorpresa ad alzare l'adrenalina già alle stelle. Ma dov'è finito l'aplomb di una donna di 35 anni? E che ne so? Forse a mollo con i piatti che ho lasciato da lavare... L'introduzione è già avvincente perché tratta un tema a me caro, i nativi americani, e questa storia promette di affrontare il mistero delle loro origini. Ovviamente le mie aspettative non vengono disattese, "Topolino e Bip Bip alle Sorgenti Mongole" è una storia intelligente, saggiamente costruita, con riferimenti storici attendibili e personaggi affascinanti e accattivanti. La vicenda narra della caccia ad un tesoro nascosto dagli antichi abitanti dell'America del Nord che, se ritrovato, testimonierebbe la colonizzazione del continente da parte delle popolazioni asiatiche che nella preistoria passarono attraverso lo stretto di Bering, che durante l'era glaciale emergeva dalle acque formando un ponte di terra. L'avventura inizia con il ritrovamento da parte di Topolino e Atomino Bip Bip di un'antichissima fiasca in pelle contenente 11 semi di sambuco che, come ricostruisce il consulente di turno l'antiquario Nataniele Ragnatele, dovrebbero servire ad aprire l'ingresso di una caverna dentro la quale è celato il tesoro, e delle vicissitudini che i tre protagonisti devono affrontare dopo il furto della fiasca da parte del suo millenario guardiano, l'antico Hon-Ki-Ton. |
Non manca neanche una citazione ai classici della letteratura, in questo caso l'omaggio va a Herman Melville, in occasione dell'incontro dei tre protagonisti con il comandante di un peschereccio, il capitano Mac Hab che, bocciato agli esami di ammissione alla caccia ai cetacei, deve accontentarsi di perseguitare Boby Dick, un'aringa bianca particolarmente beffarda, e in ultimo salvatore dei nostri personaggi. Geniale la ricostruzione dell'antico paese di minatori dove Topolino, Atomino e Ragnatele scoprono che i residenti sono ormai miliardari perché nella zona è stato scoperto l'uranio, e la polvere d'oro serve al barista per sciacquare le bottiglie. C'è poi una vignetta della storia che mi lascia incantata ogni volta che la leggo, tanto in alcune occasioni i disegni di Romano Scarpa mi sembrano più dei fotogrammi di un film piuttosto che dei fumetti, ed è quella di quando i protagonisti giungono infine alle sorgenti mongole, infatti puntualmente mi sfugge il dialogo contenuto nella nuvoletta perché il rumore della cascata mi assorda. | (https://www.papersera.net/immagini/RSc10/08_04.jpg) |
Io da bambino non conoscevo storie come questa perché i Classici che uscivano all'epoca ristampavano storie apparse sul topo negli anni dal 67 al 70 circa (i vari Gran Gala, Mondo Papero ecc.) ne deduco quindi che probabilmente tu hai goduto della presenza di un fratello maggiore in casa o qualcosa del genere.
Sono storie che ho letto per la prima volta ormai quasi trentenne e di conseguenza non sono mai riuscito ad amarle come quelle di una decina di anni più recenti lette da bambino.
Peccato però....
Sono storie che ho letto per la prima volta ormai quasi trentenne e di conseguenza non sono mai riuscito ad amarle come quelle di una decina di anni più recenti lette da bambino.
Peccato però....
A me succede il contrario, ho avuto la fortuna di leggere tante storie importanti entro i 15 anni di età, e di conseguenza riesco a portarle nel cuore ancora oggi.
Mentre quelle più recenti, lette in età adulta, purtroppo non mi lasciano ricca di passione, pur partecipando emotivamente all'avventura.
In special modo provo rammarico per le storie di Casty, che apprezzo sia per trama che per stile, ma che non riesco a godermi come vorrei.
Fa piacere constatare che altri provano le tue stesse sensazioni: anch'io sono del 1965, di novembre, cresciuto a pane e Topolino, e ricordo nitidamente tutte le storie lette fino ai quindici-sedici anni circa, ed è un piacere leggere adesso in questo forum le recensioni delle storie di Romano Scarpa, lette ed amate nell' infanzia e nell'adolescenza, anche se per molto tempo credevo che le avesse scritte Walt Disney...Certo quelle lette adesso non hanno proprio lo stesso sapore ma dipende sia dalla nostra età sia dal diverso contesto in cui le storie sono calate: bisogna riconoscere comunque il grande valore di Casty, come hai scritto anche tu, ed anche di altri autori, e delle parodie come Dracula, Moby Dick, Dottor Ratkyll e Mr Hyde, L' Isola del tesoro e, a mio parere, di tutta la saga di Pk.
A me succede il contrario, ho avuto la fortuna di leggere tante storie importanti entro i 15 anni di età, e di conseguenza riesco a portarle nel cuore ancora oggi.
Mentre quelle più recenti, lette in età adulta, purtroppo non mi lasciano ricca di passione, pur partecipando emotivamente all'avventura.
In special modo provo rammarico per le storie di Casty, che apprezzo sia per trama che per stile, ma che non riesco a godermi come vorrei.