E dopo tanti mesi di digiuno dal Topo, nonostante più volte avessi tentennato, ho ceduto solo oggi di fronte a una storia che richiamava il Topolino delle storie a strisce che adoro e che era firmata da una coppia d'assi: il grandissimo Artibani, tra i migliori degli ultimi decenni, e l'altrettanto grande Camboni, che non ha resistito a riproporre alcune delle sue prodezze viste nei volumi Glenat. Le aspettative non sono affatto deluse, la storia è ovviamente molto diversa da La Scarpa Magica ma non avevo dubbi, essendo lo stile di Walsh più unico che raro. Non aggiungo niente di più perché avete già detto tutto quello di buono che penso di questa storia, in particolare molto d'accordo sulla bella caratterizzazione di Topolino e Pippo e sulle battute che allegeriscono una storia potenzialmente "cupa". Forse alcuni passaggi potevano essere più approfonditi e spiegati con più pagine a disposizione, o forse no, perché così prevale maggiormente l'aspetto magico e fiabesco della storia.
Storia dunque molto classica come classica è gran parte del numero. Un numero che può soddisfare i nostalgici.
A proposito di nostalgia, il Federico Taddia dell'intervista è quello di Screensaver?
E sempre in ambito nostalgia, è tornata la mitica miss Bon Bon Labelle
(anche se in maniera un po' sottotono rispetto alle vecchie one-shoot di Faccini)
PS chiudo il lungo intervento con un plauso alla nuova grafica che trovo più "professionale" e meno "giocattolosa".