- A proposito dell'ultima storia, dicono che si verifichi durante la vicenda delle lenticchie di Babilonia, ma un bassotto, a un certo punto, telefona con uno smartphone, mi sembra un perfetto blooper di tipo anacronistico...
Marco Nucci scrive tre delle quattro storie presenti nell'albo e lo fa, a giudizio di chi scrive questo commento, in modo intrigante e molto ben riuscito.Beato te.
Mi sembra un discreto numero, con ottima copertina.
Appunti sparsi:
- La prima storia presenta un Paperone bambino nel... 1880. Come avevo già avuto modo di dire tempo fa, eviterei riferimenti precisi perché va bene tutto ma così il nostro Zione può davvero dire di avere oltre centoquarant'anni, e ciò... boh, non mi ispira proprio. Terrei alcune date nel mistero.
Ufficialmente(?) è nato nel 1867, quindi ci sta. È che bisognerebbe vedere le sue vicende come se fossero ambientate negli anni '50. Il problema è che devi essere capace di raccontare anche tutto il contesto e devi farlo con minuzia e precisione, come faceva quel folle di Don Rosa, altrimenti c'è il rischio di risultare surreale e discordante, quindi sarebbe meglio evitare.Veramente a Barks delle date non è mai importato nulla, le storie sono ambientate nell'anno di uscita eppure i nipotini sono sempre dei bambini, Paperone ancora vivo...
Discorso un po' al vento, tanto si è capito che la strada intrapresa dalla direzione è quella di scrivere e riscrivere i personaggi, senza averne le capacità. La produzione italiana, bene o male, è sempre stata legata all'atemporalità ed all'episodicità delle storie ed è sempre andata bene così; apprezzo molto anche il "realismo" di Barks e Don Rosa, ma non è per tutti gli autori, anzi.
Veramente a Barks delle date non è mai importato nulla, le storie sono ambientate nell'anno di uscita eppure i nipotini sono sempre dei bambini, Paperone ancora vivo...Rosa ha considerato i personaggi come fossero umani e li ha cristallizzati in un periodo ben preciso, in The Simpsons i personaggi vivono in un eterno presente dove però il contesto cambia adattandosi ai tempi (esempio, gli episodi del passato di Homer, che nelle prime stagioni erano ambientati negli anni ‘60/70, nelle ultime sono stati spostati ai ‘90/00)
La continuity e la temporalità nel fumetto Disney se la sono inventate Don Rosa.
Personalmente non mi dà fastidio leggere una storia che comincia nel 1880 e finisce nel 2022 con lo stesso personaggio vivo, però capisco che possa sembrare strano.
Finalmente qualcuno lo dice. La presenza di Nucci è diventata ingombrante, e visto che è stato menzionato Casty: no, siamo su due galassie completamente differenti.Marco Nucci scrive tre delle quattro storie presenti nell'albo e lo fa, a giudizio di chi scrive questo commento, in modo intrigante e molto ben riuscito.Beato te.
Io aspetto ormai da un momento all'altro il cambio di titolo della testata da "Topolino" a "Nucciolino", visto che ormai è peggio del prezzemolo: un editoriale su due ha almeno un trafiletto su di lui, fa parte anche del reparto più "tecnico", ha scritto pure le didascalie del riassunto delle Lenticchie... Per arrivare a leggere una tavola dove non ha messo mano - escludendo il Che aria tira - tocca arrivare a pag 129 (su 164).
Io capisco il voler puntare sull'autore e tutto, ma ultimamente mi sembra davvero troppo. ;:)
Sulla Spada di ghiaccio non mi esprimo, a questo punto aspetterò la conclusione, ma per ora il giudizio non è dei migliori... Non ho trovato originalità, ma solo banalità, visto lo svolgimento quasi pedissequo rispetto alla prima storia del ciclo.
La calcistica finisce bene. Qualcuno dirà che finisce come tutti ci aspettavamo. Sì, è vero. Ma anche il Grande Mazinger vince sempre, e noi lo guardiamo perché lo vogliamo vedere vincere sempre. Ma non è un finale banale, come mai banali erano le puntate del Grande Mazinger: ha le sue trovate e un epilogo un po' diverso da come ce lo saremmo aspettati. In fondo va bene così, però... adesso basta: dopo due anni e mezzo di storie, il limone è spremuto. Fine, la cosa ha funzionato, ha retto bene, ma adesso basta.D'accordo su tutto!
... Tuttavia, devo rilevare che mi è sembrato fuori luogo Lasidor che parla di déjà vu come se niente fosse, o che ci sia una citazione della "Divina Commedia" all'entrata del bosco tetro. Era proprio necessario metterci quella frase lì? Esattamente quella? Hanno avuto Dante nell'Argaar e pure la lingua di quelle parti, che accetto sia simile a quella parlata da Topolino e da Pippo, è stata influenzata dal Francese terrestre? Non so, per me è un po' troppo...Sulla prima parte sono d'accordo in linea di principio, ma nel caso specifico non mi ha dato fastidio vedere la citazione dantesca! L'ho trovata come un punto di collegamento multiversale, diciamo così! ;D
Ma soprattutto, mi pare fuori luogo che Pippo, appreso da Topolino che gli esseri spaventosi sono solo illusioni, non ribatta con un "Ma allora non ci credo!" dei suoi. Che probabilmente non avrebbe funzionato, sia chiaro, ma ci si sarebbe potuta fare sopra una gag, senza snaturare il comportamento di Pippo nell'Argaar.
Io aspetto ormai da un momento all'altro il cambio di titolo della testata da "Topolino" a "Nucciolino", visto che ormai è peggio del prezzemolo: un editoriale su due ha almeno un trafiletto su di lui, fa parte anche del reparto più "tecnico", ha scritto pure le didascalie del riassunto delle Lenticchie... Per arrivare a leggere una tavola dove non ha messo mano - escludendo il Che aria tira - tocca arrivare a pag 129 (su 164).Boh, sarò strano io, ma non vedo il problema! Se uno è bravo, è giusto che abbia i suoi spazi, non credo che stia togliendo qualcosa a qualcuno...
Io capisco il voler puntare sull'autore e tutto, ma ultimamente mi sembra davvero troppo. ;:)
Nella live dell'altro giorno celoni ha confermato che in un prossimo numero di topolino verrà regalata (grazie! ;) ) una litografia con il disegno "pulito senza scritte" della copertina di questo numero! Resta da sapere che dimensioni avrà, ma penso quelle della copertina medesima.Yep! Sarà in omaggio con il Topolino successivo a quello che concluderà la saga di Celoni, quindi il numero 3504.
Secondo voi il papero che ride nella terza vignetta di pagina 111 è Sgrizzo? Secondo me si, anche se indossa maglietta e sciarpa del Fridonia invece che del Calisota, magari è un errore? Nella seconda puntata di questa saga, uscita tre settimane fa, Sgrizzo era comparso in diverse vignette come unico tifoso del Calisota, quindi non sarebbe strano se fosse lui.No, sono i tifosi del Fridonia che si vedono anche alle pagine 85 e 90... :thankYou:
Secondo me no, cioè il tipo mascherato da Driftwood e quello vestito da Babbo Natale sì, sono gli stessi, ma il papero non mi pare uguale a quello di pagina 85, che non mi pare proprio un papero tra l'altro, ha un becco alla Archimede/Filo, mentre quello di pagina 111 mi sembra proprio Sgrizzo, ha anche le pieghette sul becco tipiche del personaggio. Poi è vestito uguale, colori a parte, a come era vestito Sgrizzo nella seconda puntata. Magari mi sbaglio ma mi sembra proprio lui.Secondo voi il papero che ride nella terza vignetta di pagina 111 è Sgrizzo? Secondo me si, anche se indossa maglietta e sciarpa del Fridonia invece che del Calisota, magari è un errore? Nella seconda puntata di questa saga, uscita tre settimane fa, Sgrizzo era comparso in diverse vignette come unico tifoso del Calisota, quindi non sarebbe strano se fosse lui.No, sono i tifosi del Fridonia che si vedono anche alle pagine 85 e 90... :thankYou:
Notavo una cosa positiva: da qualche numero non si sono più i "Cosa state per leggere".
Non mi mancheranno di certo...
Ogniqualvolta si tratta di esprimere un giudizio sul lavoro di un autore sono schietto ed obiettivo. Avendo molto apprezzato le tre storie dell'autore e soprattutto avendo appurato quella che per me è una netta risalita in termini di qualità delle due storie a puntate che stava (e sta, tutt'ora) portando avanti rispetto alla delusione dei rispettivi capitoli precedenti, non mi sono trattenuto dal sottolineare che mi siano molto piaciute.Marco Nucci scrive tre delle quattro storie presenti nell'albo e lo fa, a giudizio di chi scrive questo commento, in modo intrigante e molto ben riuscito.Beato te.
Io aspetto ormai da un momento all'altro il cambio di titolo della testata da "Topolino" a "Nucciolino", visto che ormai è peggio del prezzemolo: un editoriale su due ha almeno un trafiletto su di lui, fa parte anche del reparto più "tecnico", ha scritto pure le didascalie del riassunto delle Lenticchie... Per arrivare a leggere una tavola dove non ha messo mano - escludendo il Che aria tira - tocca arrivare a pag 129 (su 164).
Io capisco il voler puntare sull'autore e tutto, ma ultimamente mi sembra davvero troppo. ;:)
Sulla Spada di ghiaccio non mi esprimo, a questo punto aspetterò la conclusione, ma per ora il giudizio non è dei migliori... Non ho trovato originalità, ma solo banalità, visto lo svolgimento quasi pedissequo rispetto alla prima storia del ciclo.
Sono rimasta poi molto perplessa dai disegni di Cavazzano nella prima storia... se non avessi visto il nome nei credits non avrei mai detto fosse lui!
Addirittura in alcune delle prime vignette Paperone sembra uno dei nipotini.
Riguardo alla storia di Celoni, disegni superlativi!
Notavo una cosa positiva: da qualche numero non si sono più i "Cosa state per leggere".
Non mi mancheranno di certo...
sì che ci sono, ma con un restyling tipo vignette, meglio di prima, ma è sempre una pagina che si potrebbe utilizzare meglio
Per la Leggenda della Spada di Ghiaccio, per esempio, non aveva alcun senso inserire anche un "cosa state per leggere..." prima dell'inizio del nuovo capitolo.Notavo una cosa positiva: da qualche numero non si sono più i "Cosa state per leggere".
Non mi mancheranno di certo...
sì che ci sono, ma con un restyling tipo vignette, meglio di prima, ma è sempre una pagina che si potrebbe utilizzare meglio
Non su tutte le storie, ma dove servono. Le brevi, ad esempio, non ce l'hanno più. Su questo numero ce l'hanno solo Fridonia e la Celoniana (molto ampio) se non sbaglio. E ci sta.
La calcistica finisce bene. Qualcuno dirà che finisce come tutti ci aspettavamo. Sì, è vero. Ma anche il Grande Mazinger vince sempre, e noi lo guardiamo perché lo vogliamo vedere vincere sempre. Ma non è un finale banale, come mai banali erano le puntate del Grande Mazinger: ha le sue trovate e un epilogo un po' diverso da come ce lo saremmo aspettati. In fondo va bene così, però... adesso basta: dopo due anni e mezzo di storie, il limone è spremuto. Fine, la cosa ha funzionato, ha retto bene, ma adesso basta.D'accordo su tutto!
Aggiungo che per almeno un anno non vorrei più vedere storie calcistiche, ma mi rendo conto che è un'utopia...... Tuttavia, devo rilevare che mi è sembrato fuori luogo Lasidor che parla di déjà vu come se niente fosse, o che ci sia una citazione della "Divina Commedia" all'entrata del bosco tetro. Era proprio necessario metterci quella frase lì? Esattamente quella? Hanno avuto Dante nell'Argaar e pure la lingua di quelle parti, che accetto sia simile a quella parlata da Topolino e da Pippo, è stata influenzata dal Francese terrestre? Non so, per me è un po' troppo...Sulla prima parte sono d'accordo in linea di principio, ma nel caso specifico non mi ha dato fastidio vedere la citazione dantesca! L'ho trovata come un punto di collegamento multiversale, diciamo così! ;D
Ma soprattutto, mi pare fuori luogo che Pippo, appreso da Topolino che gli esseri spaventosi sono solo illusioni, non ribatta con un "Ma allora non ci credo!" dei suoi. Che probabilmente non avrebbe funzionato, sia chiaro, ma ci si sarebbe potuta fare sopra una gag, senza snaturare il comportamento di Pippo nell'Argaar.
Ho trovato un po' più fastidiosa la didascalia di spiegazione di dejà vu, ma, probabilmente, problema mio...
Sulla seconda parte sono d'accordo con te!
Aggiungo un altro "errore": sappiamo che gli pteromunghi si cibano di neve, ma è da una puntata e mezza che non se ne vede un fiocco... li vogliono far morire di fame? :cry:
Comunque, anche per me, terza puntata un po' sottotono rispetto alle prime due; adesso, attendo ansiosamente il finale! :DIo aspetto ormai da un momento all'altro il cambio di titolo della testata da "Topolino" a "Nucciolino", visto che ormai è peggio del prezzemolo: un editoriale su due ha almeno un trafiletto su di lui, fa parte anche del reparto più "tecnico", ha scritto pure le didascalie del riassunto delle Lenticchie... Per arrivare a leggere una tavola dove non ha messo mano - escludendo il Che aria tira - tocca arrivare a pag 129 (su 164).Boh, sarò strano io, ma non vedo il problema! Se uno è bravo, è giusto che abbia i suoi spazi, non credo che stia togliendo qualcosa a qualcuno...
Io capisco il voler puntare sull'autore e tutto, ma ultimamente mi sembra davvero troppo. ;:)
Forse, era meglio quando non si sapevano i nomi degli autori, così un "problema" del genere non sarebbe neanche esistito!
Danni... mi fai prendere un colpo conker! :rotfl:- A proposito dell'ultima storia, dicono che si verifichi durante la vicenda delle lenticchie di Babilonia, ma un bassotto, a un certo punto, telefona con uno smartphone, mi sembra un perfetto blooper di tipo anacronistico...
i danni di Don Rosa… le storie Disney generalmente sono atemporali :-)
Danni... mi fai prendere un colpo conker! :rotfl:
E io sottolineo anche che la sua è una personalissima continuity e se, data la sua fama, posso accettare che alcune cose da lui introdotte possano essere seguite dalla maggioranza, altre opere di "riscrittura" storica come le parentele di Zio Paperone con Paperoga e Gastone non le accetterò mai :tongue:Danni... mi fai prendere un colpo conker! :rotfl:
be’, sì, danni perché il Don con le sue manie di continuity e bolla temporale rappresenta una minuscola eccezione tra le migliaia e migliaia di storie a fumetti Disney
(sottolineo eccezione)
Parentele? È corretto. Barks nella storia "Paperino e l'isola misteriosa" ha fatto esclamare a Gastone: "Paperon de' Paperoni è mio zio per parte di padre... è anch'io erediterò una grossa fetta della sua fortuna!".E io sottolineo anche che la sua è una personalissima continuity e se, data la sua fama, posso accettare che alcune cose da lui introdotte possano essere seguite dalla maggioranza, altre opere di "riscrittura" storica come le parentele di Zio Paperone con Paperoga e Gastone non le accetterò mai :tongue:Danni... mi fai prendere un colpo conker! :rotfl:
be’, sì, danni perché il Don con le sue manie di continuity e bolla temporale rappresenta una minuscola eccezione tra le migliaia e migliaia di storie a fumetti Disney
(sottolineo eccezione)
Premetto subito che per me, in base alle 9mila storie che ho letto (secondo inducks, non le ho contate appositamente :crazy:), Paperoga e Gastone sono nipoti di Zio Paperone.Mi sa che ho capito io male! Pensavo non accettassi la parentela tra zio Paperone e Gastone e Zio Paperone e Paperoga... :rolleye:
Secondo la mia umile visione gli alberi genealogici sono solo dei giochini e nemmeno Barks era troppo legato a una continuity. Lui ha introdotto Gastone come nipote ed erede di Zio Paperone (non solo ne L'Isola Misteriosa ma anche nella storia Paperino e l'arcobaleno).Per decenni, prima di Rosa negli anni '90, si è seguita questa strada nelle storie. Anche nel primo abbozzo di albero genealogico di Barks i genitori di Gastone sono morti e lui è stato adottato da Matilda, sorella di Paperone, divenendo suo nipote (ammesso che si voglia considerare quello che, secondo me, in fondo era solo un giochino a uso personale di Barks).
Lo stesso vale per Paperoga; anni di tradizione lo considerano nipote ed erede di Zio Paperone, prima che anch'egli venga messo dal lato paterno delle parentele di Paperino e quindi non parente di Paperone nell'albero di Don Rosa.
Io preferisco seguire quello che anni di fumetto hanno insegnato, Don Rosa è un grande autore ma non legge.
Tranquilla, anzi scusami tu, infatti ho iniziato il messaggio successivo specificando subito la mia idea perché dalla tua risposta temevo appunto di non essermi fatto capire.Premetto subito che per me, in base alle 9mila storie che ho letto (secondo inducks, non le ho contate appositamente :crazy:), Paperoga e Gastone sono nipoti di Zio Paperone.Mi sa che ho capito io male! Pensavo non accettassi la parentela tra zio Paperone e Gastone e Zio Paperone e Paperoga... :rolleye:
Secondo la mia umile visione gli alberi genealogici sono solo dei giochini e nemmeno Barks era troppo legato a una continuity. Lui ha introdotto Gastone come nipote ed erede di Zio Paperone (non solo ne L'Isola Misteriosa ma anche nella storia Paperino e l'arcobaleno).Per decenni, prima di Rosa negli anni '90, si è seguita questa strada nelle storie. Anche nel primo abbozzo di albero genealogico di Barks i genitori di Gastone sono morti e lui è stato adottato da Matilda, sorella di Paperone, divenendo suo nipote (ammesso che si voglia considerare quello che, secondo me, in fondo era solo un giochino a uso personale di Barks).
Lo stesso vale per Paperoga; anni di tradizione lo considerano nipote ed erede di Zio Paperone, prima che anch'egli venga messo dal lato paterno delle parentele di Paperino e quindi non parente di Paperone nell'albero di Don Rosa.
Io preferisco seguire quello che anni di fumetto hanno insegnato, Don Rosa è un grande autore ma non legge.
Ecco perchè mi sembrava strano!
Anch'io vedo Gastone e Paperoga come nipote di Paperone.Va bene che sono Donrosiana ma Paperoga non me lo toglie nessuno... :crazy:
Pardon :ashamed2:
Era un po' che non usciva fuori il "tema Don Rosa"... una volta compariva dappertutto, quando meno te lo aspettavi!Eh, questo cattivaccio di Rosa, che piaccia o no, è una personalità troppo forte per potere rimanere nell'ombra :crazy:
Mi sembra di essere ringiovanito! ;D
E io sottolineo anche che la sua è una personalissima continuity e se, data la sua fama, posso accettare che alcune cose da lui introdotte possano essere seguite dalla maggioranza, altre opere di "riscrittura" storica come le parentele di Zio Paperone con Paperoga e Gastone non le accetterò mai :tongue:
Don Rosa ha mostrato come si fa un buon seguito a storie immortali
Infatti ho scritto "buon seguito", non "capolavoro". Il problema di Don Rosa comunque non è suo, ma di chi lo legge e non riesce ad accettare una visione più realistica del mondo dei Paperi.
Beh, abbiamo capito, non ti piace cosa ne pensa dei paperi e dell' universo Disney Don Rosa, quello neanche a me, seppur ci sia stato un periodo (trattasi di quasi un anno) in cui ero completamente donrosiana e per me il povero Paperone era già bello che seppellito, poi ho cambiato idea leggendo Barks, ma questa è un altra storia. Però:Infatti ho scritto "buon seguito", non "capolavoro". Il problema di Don Rosa comunque non è suo, ma di chi lo legge e non riesce ad accettare una visione più realistica del mondo dei Paperi.
no no no, è semplice insofferenza alla megalomania
posto che stiamo sempre parlando di animali antropomorfi parlanti che vivono in un mondo immaginario, sono praticamente tutti zii e nipoti o al più amici, e vivono avventure che sconfinano allegramente nello spazio e nel tempo...
Hai presente PKNA?PKNA è un progetto a parte e ha una continuity interna che serve per mandare avanti le trame delle storie.
Hai presente PKNA?Don Rosa non ha costruito una sua continuity interna, ma si è ricollegato totalmente a Barks spesso in modo ossessivo e fine a sé stesso.
Marco Nucci scrive tre delle quattro storie presenti nell'albo e lo fa, a giudizio di chi scrive questo commento, in modo intrigante e molto ben riuscito.Beato te.
Io aspetto ormai da un momento all'altro il cambio di titolo della testata da "Topolino" a "Nucciolino", visto che ormai è peggio del prezzemolo: un editoriale su due ha almeno un trafiletto su di lui, fa parte anche del reparto più "tecnico", ha scritto pure le didascalie del riassunto delle Lenticchie... Per arrivare a leggere una tavola dove non ha messo mano - escludendo il Che aria tira - tocca arrivare a pag 129 (su 164).
Io capisco il voler puntare sull'autore e tutto, ma ultimamente mi sembra davvero troppo. ;:)
Sulla Spada di ghiaccio non mi esprimo, a questo punto aspetterò la conclusione, ma per ora il giudizio non è dei migliori... Non ho trovato originalità, ma solo banalità, visto lo svolgimento quasi pedissequo rispetto alla prima storia del ciclo.
Sono rimasta poi molto perplessa dai disegni di Cavazzano nella prima storia... se non avessi visto il nome nei credits non avrei mai detto fosse lui!
Addirittura in alcune delle prime vignette Paperone sembra uno dei nipotini.
Riguardo alla storia di Celoni, disegni superlativi!
Beh, abbiamo capito, non ti piace cosa ne pensa dei paperi e dell' universo Disney Don Rosa, quello neanche a me, seppur ci sia stato un periodo (trattasi di quasi un anno) in cui ero completamente donrosiana e per me il povero Paperone era già bello che seppellito, poi ho cambiato idea leggendo Barks, ma questa è un altra storia. Però:
A definirla megalomania mi sembra eccessivo. :thankYou:
B ci sta benissimo che le storie soggettivamente non ti piacciano ma (scusami se mi permetto, perdonami se sbaglio) penso che il tuo giudizio sia un po' influenzato dal pensiero che hai su Don Rosa con il suo modo di vedere il mondo, perchè certi seguiti di storie di Barks sono delle normalissimi raccontid'avventura che se un buon lettore verosimilmente non sapesse minimamente chi è Don Rosa non ci vedrebbe niente di che. Inoltre a una persona potrebbe benissimo piacere Don Rosa senza condividerne le idee. :D
C che fastidio ti da una continuity più definita? E perchè ne attribuisci la "colpa" solo a Don Rosa? Hai presente PKNA?
Infatti Don Rosa ha chiarito che per lui quelli non sono animali antropomorfi parlanti che vivono in un modo immaginario, ma uomini disegnati come fossero animali, uomini che vivono nel mondo reale, hanno emozioni vere e vivono avventure realistiche (entro certi limiti, naturalmente).
C - leggo PK dall'uscita del numero zero, Evroniani, quando tu non eri ancora al mondo... PK è e resta un universo a sé, come pure lo era MMMM, e tale va considerato pure quello del Don che invece nella mente di diversi (non pochi) lettori sembra sia da considerare "canon" (e ovviamente non lo è)Quoto.
Mu permetto di "contrastare" la tua corretta riflessione riguardo al monopolio martiniano perché secondo me non paragonabile ai periodi successivi in quanto un periodo pionieristico e in cui era la norma affidare i fumetti a poche persone se non addirittura a uno soltanto.Marco Nucci scrive tre delle quattro storie presenti nell'albo e lo fa, a giudizio di chi scrive questo commento, in modo intrigante e molto ben riuscito.Beato te.
Io aspetto ormai da un momento all'altro il cambio di titolo della testata da "Topolino" a "Nucciolino", visto che ormai è peggio del prezzemolo: un editoriale su due ha almeno un trafiletto su di lui, fa parte anche del reparto più "tecnico", ha scritto pure le didascalie del riassunto delle Lenticchie... Per arrivare a leggere una tavola dove non ha messo mano - escludendo il Che aria tira - tocca arrivare a pag 129 (su 164).
Io capisco il voler puntare sull'autore e tutto, ma ultimamente mi sembra davvero troppo. ;:)
Sulla Spada di ghiaccio non mi esprimo, a questo punto aspetterò la conclusione, ma per ora il giudizio non è dei migliori... Non ho trovato originalità, ma solo banalità, visto lo svolgimento quasi pedissequo rispetto alla prima storia del ciclo.
Sono rimasta poi molto perplessa dai disegni di Cavazzano nella prima storia... se non avessi visto il nome nei credits non avrei mai detto fosse lui!
Addirittura in alcune delle prime vignette Paperone sembra uno dei nipotini.
Riguardo alla storia di Celoni, disegni superlativi!
Be', prescindendo dai giudizi personali sulle storie, non è certo la prima volta che ciò accade. Negli anni '50, numeri abbastanza causali di Topolino, come il 148 e il 197, vedono rispettivamente 61 tavole a fumetti su 92 e 66 tavole su 87 firmate da Guido Martina, facente parte anche della redazione. E si trattava di storie come "Paperin Meschino", "Paperino e la caccia agli errori" e "Biancaneve e lo specchio infranto", buone storie ma io non mi sento di definirle capolavori.
Negli anni sessanta, prendiamo i Topolini 337 e 347: nel primo 58 tavole su 94, nel secondo 60 tavole su 100, portano la firma dei prolifici fratelli Barosso.
Negli anni '90, consideriamo il numero 1824, con 71 tavole su 117, e il 1830, 65 tavole su 113, realizzate da Carlo Panaro.
Accanto ai nomi di questi prolifici autori, potrei citarne altri che si sono distinti per la mole di storie realizzate: per forza di cose, non tutte potevano essere capolavori assoluti, ci saranno state anche vicende meno riuscite, se non scadenti. In ogni periodo il direttore o la redazione hanno dovuto puntare su alcuni autori specifici, per storie celebrative o importanti.
E per fortuna non hanno cambiato il nome del settimanale in "Martinino", "Barossino", "Panarino" e chi più ne ha più ne metta.
Tutto questo detto con il massimo rispetto e senza nota polemica (visto anche che si tratta di argomenti soggettivi), ovviamente.
Scusate se mi intrometto anche se non ho letto l'albo.
L'ho già detto: per me la mania di fare sequel e di creare una continuty non ha senso. Si, l'ha fatto Don Rosa ma resta un caso unico. Lui seguiva la sua continuity (vabbè... quella di Barks) ed era solo. Non esisteva una redazione che si adattava a Don Rosa e che quindi scriveva tutte le storie seguendo quelle del Don. L'hanno tirato in ballo e non capisco il perchè, la maggior parte dei suoi seguiti sono di storie Barksiane con un finale chiuso, ma qui si ricollegano ad una storia che è un capolavoro anche e soprattutto per il finale, l'ultima tavola in particolare.
Detto ciò, non concordo con chi dice che Nucci non è il primo autore ad essere presente con tante storie (qui si parla di pagine) in molti numeri. E' vero che non è il primo, avete già citato Cimino e Martina, ma la maggior parte degli autori che in passato occupavano tantissimo spazio tra le pagine del topo appartenevano ad un periodo pionieristico (forse, però, esagero) del fumetto che non riguardava soltanto la Disney. Su Tex il creatore Gianluigi Bonelli ha scritto consecutivamente i primi 180 numeri e solo dopo è arrivato il figlio. Bunker ha scritto praticamente tutti gli episodi delle sue serie e i disegnatori erano sempre gli stessi: un periodo Magnus, poi Piffarerio...
E senza offesa, Nucci non è Cimino, Martina o Scarpa.
Scusate se mi intrometto anche se non ho letto l'albo.
L'ho già detto: per me la mania di fare sequel e di creare una continuty non ha senso. Si, l'ha fatto Don Rosa ma resta un caso unico. Lui seguiva la sua continuity (vabbè... quella di Barks) ed era solo. Non esisteva una redazione che si adattava a Don Rosa e che quindi scriveva tutte le storie seguendo quelle del Don. L'hanno tirato in ballo e non capisco il perchè, la maggior parte dei suoi seguiti sono di storie Barksiane con un finale chiuso, ma qui si ricollegano ad una storia che è un capolavoro anche e soprattutto per il finale, l'ultima tavola in particolare.
Detto ciò, non concordo con chi dice che Nucci non è il primo autore ad essere presente con tante storie (qui si parla di pagine) in molti numeri. E' vero che non è il primo, avete già citato Cimino e Martina, ma la maggior parte degli autori che in passato occupavano tantissimo spazio tra le pagine del topo appartenevano ad un periodo pionieristico (forse, però, esagero) del fumetto che non riguardava soltanto la Disney. Su Tex il creatore Gianluigi Bonelli ha scritto consecutivamente i primi 180 numeri e solo dopo è arrivato il figlio. Bunker ha scritto praticamente tutti gli episodi delle sue serie e i disegnatori erano sempre gli stessi: un periodo Magnus, poi Piffarerio...
E senza offesa, Nucci non è Cimino, Martina o Scarpa.
I primi Martina, Scarpa e Cimino appartenevano sì a un periodo pionieristico per il fumetto Disney, ma questo vale fino agli anni '50, al massimo i '60, dagli anni settanta/ottanta in avanti non mi sembra proprio si possa parlare di pionierismo, con Topolino che esisteva da più di vent'anni anni e vendeva centinaia di migliaia di copie. Poi comunque sono stati citati anche autori più recenti, come Panaro. D'accordissimo che Nucci non possa essere paragonato a Scarpa o Cimino, però non mi sembra sia così inferiore qualitativamente ad autori come i fratelli Barosso o Panaro, che sono tra i più prolifici della storia del settimanale.
E senza offesa, Nucci non è Cimino, Martina o Scarpa.Ma va'? Davvero?
Adesso mi aspetto che questa conversazione sfoci in discussioni su multiverso e variazioni spaziotenporali...
C - leggo PK dall'uscita del numero zero, Evroniani, quando tu non eri ancora al mondo... PK è e resta un universo a sé, come pure lo era MMMM, e tale va considerato pure quello del Don che invece nella mente di diversi (non pochi) lettori sembra sia da considerare "canon" (e ovviamente non lo è)
E senza offesa, Nucci non è Cimino, Martina o Scarpa.Ma va'? Davvero?
Ti dirò, Nucci non è neanche Barosso, Chendi, Artibani e Vacca, e non è neanche Ambrosio: è Nucci!
Se poi vuoi confrontare gente con decenni di storie alle spalle con uno appena arrivato, dicendo che non è come loro, mi sembra quantomeno ingeneroso nei suoi confronti!
Tra trent'anni, se saremo ancora qui, potremo confrontare la sua carriera con quella di certi mostri sacri, adesso no...
Chissà, magari allora ci sarà qualcuno che nominerà un nuovo autore prolifico, e dirà "questo XXX non è Cimino, Martina, Scarpa o Nucci, non si merita tutto questo spazio!"... :tongue:
(Ma perché siamo tutti così fuori tema con questo numero? Cos'è successo di strano? ;:) )
Destino di Paperone, mi turba che facendo,il collegamento da le lenticchie di babilonia in epoca antica la storia riprenda subito dopo in epoca moderna con elementi fin troppo palesemente moderni, avrei fatto un ambientazione e oggetti più neutri.Tornando alle questioni più specifiche di questo numero, non vedo tutta questa 'modernità' nel prologo del Destino collegato alle Lenticchie. Anzi, le tavole oniriche prevalgono con colori e ambientazioni piuttosto cupe che hanno poco di realistico, sia esso moderno o antico. Non ho visto né smartphone né pc in giro e anche il grattacielo dell'Anonima Bassotti è rimasto quello originale, un palazzone si 'moderno' ma nello stile dell'epoca (che non è certo precolombiana)
Ah, c'è una cosa che non ho capito: perché, alla fine della storia calcistica, Paperoga dice "Riedenschneider? Questa, poi!" riguardo al cognome di Freddi?Io invece l'ho intesa come una semplice battuta, data la lunghezza e la particolarità del cognome che è stato dato al giovane papero che tutta la squadra ha sempre chiamato e conosciuto soltanto con il semplice nome di "Freddie".
Sicuramente, si ricollega a qualcosa delle storie passate, ma non ricordo cosa... :ashamed2:
Continuano a inquietarmi molto quei tifosi del Fridonia con parte superiore del volto e corpo canino e becco da rapace... boh, me li sono sognati di notte :rotfl:Il becco che indossano è soltanto una maschera à la Driftwood.
Non ho visto né smartphone né pc in giroUn Bassotto una uno smartphone per telefonare, lo si riconosce chiaramente.
- Fama: omaggio di Nucci alla saga di Don Rosa, molto bello ma fine a sé stesso. Concordo con chi ritiene Cavazzano ormai lontano dai suoi giorni migliori: quei becchi spalancati che fanno spesso capolino (si veda a esempio il Paperone di pagina 14) sono il segnale di una stanchezza che l'autore veneziano, troppo carico di gloria, non riesce più a nascondere. Voto: 5.Non sono riuscito a trattenermi dal rispondere a questo messaggio che trovo agli antipodi del mio pensiero e che, pur nel rispetto dell'opinione altrui, non posso far a meno di rigettare in toto.
- Topolino e la leggenda della Spada di Ghiaccio: la storia va sedendosi sempre di più, incapace di quel guizzo di cui avrebbe bisogno per restare nella memoria dei lettori. Le trame non sono per forza limitate: le tre storie originali sono molto diverse tra di loro, ma Nucci non riesce a distaccarsene. Né è questo il principale problema della storia: ad ogni puntata si evidenzia maggiormente il grande limite di questo autore, ottimo nel registro avventuroso-drammatico, mediocre in quello comico-quotidiano. Laddove De Vita (ma anche e soprattutto Scarpa, De Rosa e prima ancora Walsh, per non parlare di Martina e Cimino) riuscivano a fondere perfettamente i due elementi, travolgendo il lettore con battute improvvise, talvolta surreali che tuttavia nulla toglievano a vicende serrate e coinvolgenti, Nucci latita, ci prova ma si ferma subito (per esempio, come altri hanno già notato, Pippo non si esibisce in uno dei suoi "non ci credo" laddove sarebbe stato opportuno e nonostante l'imbeccata di Topolino). E non tutte le storie possono fare a meno della componente umoristica, come in fondo era stato per l'Isola di Corallo.
Sempre buono il disegno di Canfailla, qui in deciso progresso con le sue scelte grafiche: azzeccata, stavolta, la comparsa dia pagina 60, superba la pagina 70, ottime le quadruple sparse in giro (pagine 71 e 72, per esempio). Solo la tonalità data dal colorista inizia a convincermi meno: non è in questo modo che la storia riuscirà a differenziarsi da quelle originali. Voto: 6.Spoiler: mostra
- Fridonia's World Cup 2022: Nucci delude, non solo il finale è quello atteso, ma tutto si svolge nel modo più banale possibile,La storia era in bilico, precipita dalla parte sbagliata e solo il ritorno di Soffritti ai disegni (almeno non si vedono più i becchi spalancati di Intini) evita un voto peggiore. Voto: 5Spoiler: mostra
- Il destino di Paperone: incommentabile. Don Rosa ha mostrato come si fa un buon seguito a storie immortali, Celoni prova a fare il Nucci della situazione, drammatizzando una situazione che Scarpa aveva saputo trattare con eleganza e maestria, senza spettri e senza incubi, e soprattutto restando ben lontano dal cliché dickensiano, qui del tutto fuori luogo anche se è Natale. Disegni adeguati al tono della storia, quindi pure incommentabili. Voto: 3.
Ma davvero le diamo un TRE? Non so se ti ricordi ma a scuola il 3 lo prendevi se consegnavi un compito quasi in bianco e quel poco che c'era di scritto erano corbellerie.
Se posso permettermi però anche io non ho trovato Cavazzano al massimo della forma nei suoi disegni, quantomeno sui personaggi. Non che non li trovo piacevoli per carità solo che si parla di LUI e le attese son sempre altissime.Non ho letto le sue ultimissime storie ma ho visto alcune vignette sparse per i social: qualche disegno riguardante i personaggi non ha convinto nemmeno me, ma penso che ci possano essere due attenuanti: il fatto che sia molto minuzioso su oggetti e sfondi e il fatto che forse negli ultimi tempi è stato sovraccaricato leggermente più del solito. Il livello è ancora altissimo per me, basta vedere queste tavole:
…ne parli come se la storia di Celoni sia un remake di quella di Scarpa... in realtà è una storia nuova, creata in un'epoca totalmente differente (in cui il linguaggio del fumetto utilizzato è giocoforza diverso) che inizia da dove quella del maestro veneziano finisce, nulla di più e nulla di meno
Ti correggo solo su Celoni, che si è già cimentato come sceneggiatore su Dylan Dog. Per il resto su molti punti concordo con te. La politica bertaniana prevede più drammoni che storie umoristiche.ne parli come se la storia di Celoni sia un remake di quella di Scarpa... in realtà è una storia nuova, creata in un'epoca totalmente differente (in cui il linguaggio del fumetto utilizzato è giocoforza diverso) che inizia da dove quella del maestro veneziano finisce, nulla di più e nulla di menoIo non ho nessun astio verso Celoni, che come disegnatore è ottimo, certamente nella mia top 10 relativa a quelli attivi al giorno d'oggi; e mi interessa poco se parliamo di sequel, remake, reboot o come tu preferisci. Mi limito a far notare che per il suo esordio da sceneggiatore si è andato a cimentare con una delle migliori storie disneyane di tutti i tempi, una top 100 se non top 50, quando avrebbe dovuto farsi una gavetta di qualche anno con storie meno impegnative, esattamente come hanno fatto tutti prima di lui. Persino Barks e Scarpa hanno impiegato quattro anni - dicasi quattro - per arrivare al loro meglio, e vogliamo credere che Celoni sia così bravo da potersi cimentare con una storia di questo livello già al suo esordio? Per me è palese che sta facendo il passo ben più lungo della sua gamba, senza togliere nulla né alla sue capacità di disegnatore (qui sfruttate male) che alle sue potenzialità come sceneggiatore (che penso ci siano e forse un giorno apprezzeremo).
poi (ovviamente) può piacere o meno, ma nelle tue frasi percepisco più astio verso l'autore che non una critica costruttiva
…
Parentele? È corretto. Barks nella storia "Paperino e l'isola misteriosa" ha fatto esclamare a Gastone: "Paperon de' Paperoni è mio zio per parte di padre... è anch'io erediterò una grossa fetta della sua fortuna!".E io sottolineo anche che la sua è una personalissima continuity e se, data la sua fama, posso accettare che alcune cose da lui introdotte possano essere seguite dalla maggioranza, altre opere di "riscrittura" storica come le parentele di Zio Paperone con Paperoga e Gastone non le accetterò mai :tongue:Danni... mi fai prendere un colpo conker! :rotfl:
be’, sì, danni perché il Don con le sue manie di continuity e bolla temporale rappresenta una minuscola eccezione tra le migliaia e migliaia di storie a fumetti Disney
(sottolineo eccezione)
Nella storia originale Barks lega una parentela stretta tra Gastone e lo Zione, di sangue, poi Don nel suo albero genealogico rende Gastone figlio della sorella di Quackmore (Dapnhe) ovvero il padre di Paperino e marito di Ortensia. Mentre Paperino è figlio di sua sorella, quindi veramente nipote, Gastone sarebbe il figlio della sorella del marito della sorella di Paperone! :lamp: :embarrassed: Dopo questa storia, Barks compilò diversi alberi genealogici fortemente legati a quelli di Don, che poi li ha riutilizzati, solamente aggiungendo vari personaggi e non modificandone particolarmente ;;D. Scusate l'OT e il mal di testa, ma dovevo reagire. Se poi ho sbagliato qualcosa Karabandagore ha il diritto di correggermi... ;D
Le ultime due foto sono appunti di Barks ;;D
Cavazzano alla presentazione della sua biografia ha parlato di "ordini" dall'alto, perché Fame sarebbe sembrato un titolo triste, e non sia mai che qualcuno si possa intristire pensando al significato più negativo della parola (questa è una mia considerazione)... :rolleye:Ti ringrazio. Mi sembrava che negli ultimi tempi i paletti fossero diminuiti e invece purtroppo ci sono ancora queste modifiche davvero sconcertanti. Mi è venuto in mente Geppetto che è molto povero e mangia le bucce di pera e si deve barcamenare per trovare il minimo indispensabile per Pinocchio. Con questi criteri temo che anche il romanzo di Pinocchio farà una brutta fine, ahinoi.
Cavazzano alla presentazione della sua biografia ha parlato di "ordini" dall'alto, perché Fame sarebbe sembrato un titolo triste, e non sia mai che qualcuno si possa intristire pensando al significato più negativo della parola (questa è una mia considerazione)... :rolleye:Ma "fame" nel senso di fame, o la parola inglese? Perché se così fosse, non rendeva proprio per niente e hanno fatto bene a cambiarla!