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Il sito del Papersera / Re:Premio Papersera 2025
« il: Martedì 14 Gen 2025, 23:31:27 »
Seguo.
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Auspico una riscoperta delle storie di Fratel ConigliettoMi sa che arrivi tardi...
Oltre a "Jubal Pomp", Filo Sganga è stato ribattezzato anche con il nome di "Jubal Cock", laddove cock si può tradurre come "gallo".In effetti, il nome scelto da Scarpa era proprio Jubal Cock, e lo si può leggere nel model sheet sul quinto volume, ma anche in quello sul decimo. Il fatto è che il termine "cock", in inglese, ha un doppio senso a sfondo sessuale e quindi non è stato molto ben visto all'epoca... da qui il cambio in Pomp.
Ed effettivamente Filo è un gallinaceo.
Il nome indicato da Maximilian ammetto che non lo ricordavo mentre rammentavo il cognome "Cock" perchè era segnato su un model sheet del personaggio realizzato da Scarpa nel 1981 e ripubblicato sul quinto volume della sua Opera Omnia.
Grazie mille Simone per i consigli! In particolare mi incuriosiscono Les trésors de Picsou.Io me li faccio mandare da un contatto in Francia, ma credo sia possibile acquistarli da qualche sito che li spedisca qui (dovresti informarti riguardo alle spese di spedizione per vedere quale ti conviene o magari combinare l'acquisto di più numeri). Sicuramente, puoi trovare i numeri meno recenti anche nel circuito dell'usato, come su Vinted.
Posso chiederti come ricevi i numeri? Sei abbonato o li compri da qualche parte?
Disney Masters n.26 sarà dedicato a Marco Rota e il n.27 sarà dedicato a Paul Murry.Finora, non ci sono stati volumi dedicati a sceneggiatori, ma solo a disegnatori, autori completi o coppie sceneggiatore/disegnatore (Paul Murry and Carl Fallberg e Dick Kinney e Al Hubbard).
secondo me, visto che hanno fatto un volume per Casty e un altro per Mastantuono, potrebbe esserci un numero per Artibani (magari con il Segreto di Cuordipietra) oppure per Enna (avrei suggerito la trilogia horror ma "Ratkyll e Hyde" è bandito)
Ciao a tutti,Ciao, Claudia! Io seguo le pubblicazioni francesi da qualche anno e ti posso consigliare Picsou Magazine e Les Trésors de Picsou. Contengono un sacco di redazionali, approfondimenti e interviste e la selezione delle storie è sempre ottima, con frequenti recuperi di rarità e materiale inedito.
qualcuno per caso segue delle testate francesi, come Picsou Magazine o altre, anche uscite in passato (ma magari ancora reperibili)? Se sì, mi sapete dire se contengono storie di buona qualità, hanno approfondimenti o articoli, o altro?
Mi sto interessando alle testate francesi per impratichirmi un po' con il francese, ma vorrei orientarmi per capire cosa vale la pena recuperare.
Grazie
Per precisare, le vignette che hai messo a sinistra nel tuo post non sono gli originali di Barks, ma sono una versione inchiostrata da Rob Klein delle matite esistenti.Riguardo a quella vecchia questione di Archimede che dà del "tu", del "voi" o chiama addirittura "zio" Paperon de'Paperoni, segnalo la storia (di Barks!) Zio Paperone in cerca di svago in cui lo chiama Uncle Scrooge!Da notare come la vecchia edizione italiana abbia tradotto alla lettera "Yes, Uncle Scrooge!" con "Sì, zio Paperone!", mentre l'edizione moderna ha evitato ogni problema traducendo semplicemnete con "Sì!".
A proposito di Archimede che chiama Paperone "zio", succede anche nella storia incompleta di Barks Archimede Pitagorico in "Il Pifferaio magico di Paperopoli", risalente alla fine degli anni '50, mentre nella versione completata da Don Rosa nel 1990 i riferimenti alla parola "uncle" sono stati eliminati.
Qui Archimede lo ha chiamato "uncle Scrooge" pur riferendosi a lui come "sir" nella stessa frase, peraltro due volte, mentre nella versione di Rosa lo chiama "Mr. McDuck":
Qui pensa a lui come "uncle Scrooge McDuck", diventato "Scrooge McDuck" nella versione di Rosa:
Qui invece non c'è stato bisogno di nessuna modifica, dato che lo chiama "Mr. McDuck" già nel testo di Barks:
Altri due casi in cui "uncle Scrooge" è diventato "Mr. McDuck":
Di questa storia esiste anche una seconda versione, realizzata da Daan Jippes nel 2007, ma qui è difficile stabilire cosa abbia scritto in originale, dato che parliamo di un autore olandese che ha creato la storia per un editore danese scrivendola in inglese, senza però che la sua storia sia mai stata pubblicata negli USA. Basandomi sulla traduzione italiana, comunque, vedo da Inducks che il primo riferimento è diventato "Paperone", mentre il secondo è diventato "Paperon de' Paperoni"; ora non posso controllare le vignette successive ma se ben ricordo anche lì non lo chiamava "zio".
Ti faccio anch'io i miei complimenti, Simone, per il tuo articolo!Grazie anche a te!
Tra l'altro, non so se sia ancora così, ma a giudicare anche dalle ultime inedite Egmont arrivate sull'Almanacco ricordo che addirittura loro disegnavano ancora Topolino con i calzoncini rossi.È esatto e l'origine di questo design mi era stata rivelata dal disegnatore Cesar Ferioli in una intervista che condussi insieme a lui per il blog nel lontano 2011 (e che è stata successivamente riportata da David Gerstein all'interno del quarto volume della Floyd Gottfredson Library edita da Fantagraphics): "l'idea dei calzoni corti per le storie danesi l'ebbe, in origine, Byron Erickson, direttore artistico della ditta a quel tempo. Essa (l'idea) fu introdotta nella storia a tre puntate 'Fantasy Island' all'inizio dei '90. Dal momento in cui i lettori non si accorsero del fatto (non ci furono delle lettere di protesta) si continuò così."
Se non sono indiscreta, posso chiederti in cosa consistono i tuoi contributi sui periodici francesi?Finora, ho pubblicato: un breve articolo in memoria di Carlo Chendi, un articolo sul rapporto tra Barks e Bottaro e un'intervista a Vito Stabile. Sul prossimo numero di Picsou Magazine, ci sarà un mio resoconto sull'ultima edizione di Lucca Comics & Games, mentre su quello dopo ancora un'intervista a un'altra personalità italiana dei fumetti Disney. Poi chissà...
bellissimo articolo, Simone!Grazie di cuore!
E come distinguere Emi Ely ed Evy?Nelle storie olandesi, portano tre acconciature differenti.
Ciao, sapete come distinguere Tip e Tap?No.
le tre pagine del numero dei grandi classici di dicembre 24 dedicate a Sergio Asteritiè bello poter leggere ancora qualche studioso della "vecchia scuola".
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