Secondo me è la premessa generale che non va bene: piuttosto scrivi una storia di come ha reso il carattere dei paperopolesi e topolinesi senza il Natale, più acido, o la famiglia dei paperi più slegata. Poteva essere fatta anche un interessante disamina sul ruolo che ha nelle persone una delle ultime attività che simboleggiano ormai il ritrovo, la famiglia in un mondo sempre più individualista. E ci poteva essere battista, magari da solo, senza una famiglia. Questa cosa è stata fatta in parte solo con paperoga.
E invece no, mi scrivi una storia su un babbo natale che non dovrebbe esistere ma c'è, ma fa magie, e battista a casaccio che ha dei sentori. Resto molto perplesso. Peccato perchè l'idea di Nucci era potenzialmente una bomba. Potevano giocarsela molto meglio e potevano anche pubblicizzarla molto meglio, attirando nuovi lettori (cosa che in realtà un pò è successa, ma depotenziata dalle storie di contorno senza alcun senso.
Battista e l’amico fenomenale di Tito Faraci e Federico Butticè parte già con l’handicap di avere Battista come protagonista.
A parte la storia breve in questione che ho trovato simpatica anche dialetticamente, 'contesto' il fatto di non trovare Battista all'altezza di essere protagonista di storie sia brevi che lunghe (unica 'contestazione' che faccio a Gumi la cui recensione mi trova d'accordo in tutti gli altri punti)
In passato abbiamo visto il maggiordomo di Paperone in varie situazioni in cui cercava un 'riscatto' rispetto a sottovalutazioni professionali ed economiche o era coinvolto in nuovi rapporti sentimentali. Non contando quelle in cui accompagnava datore e nipoti in missioni di ricerca, quando non sostituiva proprio Paperino in una di queste, mantenendo sempre il suo aplomb accanto alla macchina del thè anche in zone impervie. Lo ritengo un personaggio fondamentale nelle storie della quotidianità paperopolese.