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Topics - Bramo

Pagine: [1]  2  3  ...  7 
1
Il sito del Papersera / Uno, nessuno e centomila Paperino
« il: Mercoledì 12 Giu 2024, 14:09:28 »
Salve a tutti.
Mi permetto di segnalare anche sul forum il mio articolo - realizzato per il sito - dedicato a Paperino in occasione dei suoi 90 anni, pubblicato sulla home del Papersera proprio il 9 giugno :D

https://www.papersera.net/wp/2024/06/09/paperino-compie-90-anni/

2
Le altre discussioni / Lo Spazio Disney, di Bramo
« il: Lunedì 14 Set 2020, 13:29:21 »
Un uomo va dal dottore. Gli dice che il fumetto Disney lo confonde, che non sa come orientarsi tra le pubblicazioni. Gli dice che si sente solo in un mondo editoriale complesso.
Il dottore dice: «La cura è semplice. Il buon Bramo ha appena aperto Lo Spazio Disney, un blog all’interno de Lo Spazio Bianco che tratta proprio quest’argomento. Lo vada a leggere. La dovrebbe aiutare.»
L'uomo scoppia in lacrime. «Ma dottore,» dice, «Bramo sono io!»
 :D

Ebbene sì, parte oggi un mio nuovo progettino, un blog dedicato ad analisi e commenti delle uscite a fumetti Disney di mese in mese, all'interno del blog network di Lo Spazio Bianco, il noto sito di critica fumettistica con cui collaboro da diversi anni.

Spero che possa essere interessante :)

Al blog si accompagnerà una rubrica mensile di dirette streaming sul canale Twitch di Lo Spazio Bianco.

Il post inaugurale lo trovate qui:
https://www.lospaziobianco.it/lospaziodisney/2020/09/14/benvenuti-nello-spazio-disney/

Grazie a chi mi seguirà in quest'avventura.
Mi permetterò di usare questo topic per segnalare di volta in volta i nuovi post e gli appuntamenti in live :)

3
Le altre discussioni / Una modesta proposta per una nuova edicola disneyana
« il: Mercoledì 5 Ago 2020, 14:32:25 »
Ieri è stato pubblicato sul sito un articolo scritto da me e da Gladstone, dal titolo Una modesta proposta per una nuova edicola disneyana:

http://www.papersera.net/wp/2020/08/04/una-modesta-proposta-per-una-nuova-edicola-disneyana/

Come precisato nell'introduzione, si tratta niente più di una "chiacchierata estiva" senza impegno e senza pretese di concretezza in merito al panorama attuale delle testate Disney presenti in edicola (non quelle da fumetteria, quindi), facendo qualche riflessione e avanzando qualche modesta idea di fantaeditoria.

Ne è venuto fuori un pezzo a nostro avviso interessante e a cui vogliamo dare risalto anche qui sul forum, per permettere un'eventuale discussione al riguardo da parte di chi vorrà leggerlo e dire la sua :)

4
Testate Speciali / Super Disney 70 - Paperinik: Le origini (volume 2)
« il: Domenica 5 Nov 2017, 20:15:38 »
Ancora una volta... il diabolico vendicatore! (articolo, 3 pagine)

Paperinik e la scuola del Krimen (Martina, De Vita)
Paperinik e il castello delle tre torri (Martina, De Vita)
Paperinik e la bella addormentata (Martina, De Vita)

Arriva la diabolica vendicatrice! (articolo, 3 pagine)

Paperinika e il filo d'Arianna (Martina, Cavazzano)

Assente... giustificato! (articolo, 1 pagina)

Paperinik allo sbaraglio (Martina, De Vita)

Secondo (e ultimo? Il cofanetto metallico pensato per racchiudere questo e il precedente parrebbe confermarlo) volume che ristampa le prime avventure di Paperinik.
Come nel precedente, anche in questo caso sono presenti le prime tavole dei secondi tempi.
Sottolineo con piacere una presenza maggiore di articoli rispetto al primo volume, che aveva solo una paginetta striminzita a mò di introduzione.

Segnalo che, al contrario dell'analogo volume del 2003, viene ripristinato l'ordine effettivo e veritiero di pubblicazione delle storie. Nell'albo di 14 anni fa infatti dopo Il filo d'Arianna veniva pubblicata Paperinika contro Paperinik, saltando di fatto Paperinik allo sbaraglio, la quale viene invece correttamente inserita in questo volume come decima storia paperinikiana. Anzi, viene addirittura citata la comparsa intermedia del personaggio nel Totem decapitato nell'articolo che precede l'avventura che chiude il volume, spiegando che non aveva senso inserirla nel volume facendo parte di una saga di ben più ampio respiro.


5
Testate Chiuse / Pk² - Discussione generale
« il: Mercoledì 7 Ott 2009, 23:27:01 »
Ci aspettiamo ora un analogo per PK2 ;D
Detto fatto :P

Pk² - L'analisi



Il 2001 era appena iniziato, ma oltre al millennio almeno un’altra cosa stava per cambiare. PK. Dopo quasi cinque anni di pubblicazioni, le Paperinik New Adventures stavano per cambiare rotta. Io purtroppo parlo grazie alle informazioni di cronaca lette sulla Tana del Sollazzo e sulle moltitudini di articoli e forum in Internet, dato che il periodo PKNA non lo vissi in prima persona, in (piccola) parte per colpa dell’età e in massima parte per colpa della mia poca spavalderia da appassionato di fumetti (spavalderia che da qualche anno ormai è invece ben presente in me).
Ma Pk² invece lo seguii. Grazie all’acquisto dello Speciale PKNA 00 mi innamorai delle atmosfere che si respiravano in quella testata, motivo per cui quando vidi un numero 1 in edicola non esitati ad acquistarlo. E nonostante lacune nella mia conoscenza della continuity del fumetto, riuscii pian piano a raccapezzarmi. Insomma, non credo che abbia sentito l’evento come svolta epocale, come invece l’avranno sentito i pkers che da anni seguivano PK, ma il ricominciare da 1 faceva capire persino a un pischello come me che qualcosa cambiava, e che valeva la pena di approfittare del cambio di rotta per salire sul carrozzone.

Narra Grrodon parlando sul Sollazzo che il PK Team avendo intuito un leggero calo nelle vendite del mensile decise di prendersi tutto il tempo per chiudere le varie sottotrame della saga, di modo da chiudere in maniera ottimale lo story-arc, senza bruschi finali rattoppati tipici della chiusure improvvise. E tutto venne preparato dal numero 49/50 di PKNA che da un lato chiudeva la prima serie delle nuove avventure del Papero Mascherato con una sequenza di “What if…?”, dall’altro preparava il terreno agli eventi che un mese dopo si sarebbero scatenati.

Cosa dire di Pk²? Il mio punto di vista, come fatto notare sopra, è particolare avendo praticamente iniziato le mie letture pikappiche da qui, ma quello che già capii dal primo numero e dai successivi quello che nacque come un esperimento senza precedenti nella storia della Disney Italia si rivelò essere qualcosa di totalmente nuovo per la media del fumetto Disney; per la qualità delle storie, per le sperimentazioni grafiche e di trama, il target delle storie se possibile si alzò ancora rispetto a quello già maturo di PKNA. E come il celeberrimo Numero Zero cambiò decisamente le carte in tavola delle pubblicazioni disneyane da edicola, allo stesso modo il primo numero di Pk² si pose come punto di svolta ulteriore, osando di più e alzando molto il tenore delle storie. Le atmosfere devono molto a MM, più che alla saga precedente.
Pk² è un esempio di evoluzione ulteriore di quella miscela, un pigiare sull’acceleratore dello sperimentale per offrire qualcosa di nuovo restando fedeli alla buona tradizione.
Questa testata mi ha accompagnato per uno splendido anno e mezzo delle mie scuole medie, e mi affascinava per le atmosfere, il carisma del PK Team, la trame e i disegni fantastici. E’ stato qualcosa di basilare per me nella mia formazione fumettistica Disney e non solo, e per questo gliene sarò per sempre grato. Successivamente ho avuto modo di recuperare qualcosa di PKNA grazie a Reloaded, grazie al Super Mito Mondadori, grazie ad altri volumi speciali… ma Pk² ha un fascino tutto suo, tutto particolare, per i motivi che spero riuscirò a rendere bene nell’analisi che vado a compiere ora.
Il senso dell’analisi? Be’, non l’ho detto chiaramente, ma penso si sia capito dall’introduzione: è soprattutto affettiva, perché vi sono molto legato, ma slegandosi dalle ragioni soggettive seguire il percorso di Pk² può risultare interessante per osservare le innovazioni adulte che vengono usate in questa tipologia di fumetto Disney e per notare i suoi alti e bassi e la sua fase leggermente calante che a un certo punto intraprenderà.

Pk² # 1 – Ducklair



Un editoriale del PK Team apre spiegando con il suo stile ermetico le ragioni del cambio di titolo, motivando con il bisogno di non ristagnare in schemi ormai collaudati, che si accompagna alla voglia di osare e di cambiare un po’ le carte in tavola. Dico qui per non ripetermi nei prossimi numeri che gli editoriali saranno sempre molto profondi, quasi filosofici, ponendo belle riflessioni ispirate ad alcune tematiche che sono presenti nella storia contenuta nel numero in questione. Una consuetudine che adoravo.
A seguire la Pk² Mail, che per l’occasione pubblica solo lettere finte. Finte? No, che dico, reali. Solo che le firme sono tutte abbastanza note! Lol, vedere lettere scritte da Sciarrone, Scarcella, la direttora Muci, Sisto, la Cannatella è stata una cosa bellissima, perfino io conoscevo gran parte dei nomi e leggere quelle battute e quelle frecciatine con i nomi della redazione che gira per la Disney Italia era una cosa che da un lato ti faceva scompisciare e dell’altro creava un clima di convivialità che credo mai in nessun’altra rivista si sia verificato.
La storia è preceduta da Updating, la facciata in cui si analizza per ogni personaggio importante per l’avventura che si sta per leggere quello che gli è successo recentemente nelle storie immediatamente precedenti. Un ottimo modo per fare il punto della situazione, ora e in futuro.
Ducklair (Artibani, Sciarrone), infine. IL capolavoro. Questa storia mi sensibilizzò parecchio, pur avendo idea solo a grandi linee di chi fosse Everett Ducklair e tutta la sua storia alle spalle, mi coinvolse emozionalmente tantissimo, tanto che ancor oggi la considero tra le migliori storie a fumetti che ho letto, e riuscii comunque a capire tutta la vicenda qui raccontata e seppi emozionarmi moltissimo. Fu la prova definitiva per me della magia narrativa del PK World, oltre che della bravura di Francesco Artibani come sceneggiatore e di Claudio Sciarrone (pardon, Jimmy Manolesta  :P ) ai disegni.
Ma cosa succede di tanto spettacolare in questa storia?
Di per sé un grande avvenimento: Everett Duckalir è tornato dal suo esilio volontario a Dhasam-Bul e stavolta per restare, non per fare solo una capatina come in Due. Se questo sulle prima entusiasma Paperinik, presto si ricrede capendo che la Duckalir Tower ritorna la sede di affari di Everett e anche che Uno è stato disattivato. Insomma, venivano tolti i grandi simboli di PKNA, quelli che più rappresentavano la svolta rispetto al Paperinik tradizionale. Rimaneva solo lo scudo Extransformer e la Pikar, ultimo regalo da parte di Uno, che nel corso della serie provocherà più guai che altro al nostro eroe.
Oltre a queste sconvolgenti novità nello status quo, Pikappa deve anche cercare di capire i motivi per cui Everett è tornato a Paperopoli, dato che la cosa non lo convince del tutto, e nei panni di Paperino trova anche lavoro come agente in prova della Starcorp, una grande compagnia di vigilanza. Conosciamo quelli che saranno i colleghi di Paperino nei prossimi numeri, e quelli che bene o male popoleranno la vita di Paperino, che sarà un buon 40% delle storie di Pk². Conosciamo il suo superiore, Mortimer Bloom, e i colleghi Tempest Gale, Rupert Potomac e Fitzroy, che spesso seminerà zizzania.
La storia trova proprio il cuore dell’azione proprio durante il primo giorno in prova, quando nell’ipermercato Duckmall Center (visualizzato la prima volta in PKNA # 12) irrompe il Verificatore, droide comandato da Everett per stanare Paperinik. Per qualche motivo, il papero ha forse visto qualcosa nei sotterranei della Ducklair Tower che non doveva e che preoccupava Ducklair, e voleva sincerarsene. Ma cosa? Il colpo di scena è nell’ultima tavola dell’epocale avventura.
E’ importante comunque anche quel poco che su Ducklair si scopre già ora: il magnate ha il potere della telecinesi, quindi sa leggere nella mente, e ha così scoperto che Paperino e Pikappa sono la stessa persona! Ma promette di non rivelarlo a nessuno.

Insomma, sono capaci tutti di fare una bella storia mettendo 4 o 5 sconvolgimenti belli grandi e da bocca spalancata, ma occorre molto più classe a minare le certezze della serie (e del protagonista), certezze con cui spesso i fan identificavano tutta la saga, per creare un nuovo status quo in cui Paperino trova un lavoro fisso e in questo modo acquisisce importanza nella serie dedicata al suo alter ego mascherato, deve tornare in qualche modo a usare il vecchio rifugio segreto sotto casa e l’apparente nuovo nemico è un vecchio amico che ha l’ambiguità come caratteristica principale. Ci vuole anche coraggio, ovviamente, e anche mestiere nel sapere mettere in tutto in una storia dai ritmi giusti e dalle trovate il più naturali possibili. Ducklair appare quindi come un vero e proprio nuovo inizio per Pikappa, così come lo era stato Evroniani per Paperinik, in entrambi i casi senza disconoscere il passato (al contrario di Frittole) ma rinnovando lo sfondo. E lo fa con maestria, in una storia che interessa per i semi che getta, diverte per le battute e le gag, commuove (io piango sempre a rileggere l’addio di Uno) e affascina con i disegni di uno Sciarrone più in forma che mai! Tutto perfetto, tanto di cappello a una storia del genere.
Unica cosa che non ho mai capito: perché nella copertina quello che vorrebbe essere il Verificatore sembra un semaforo?!?

Novità sensibili nelle nuove rubriche sono date per esempio da Tekno Room. Sorta di contraltare serio alla PK Mail, qui i lettori non vengono bellamente sbeffeggiati ma alle loro domande più tecniche sulle vicende del fumetto viene data esauriente e spesso scientifica risposta.
Per tornare al cazzeggio, Riportage si pone come spazio only-lol, in cui si costruiscono “scoop” o reportage che spesso raggiungono i vertici del demenziale e quindi del divertimento.
Ma con Digital PK2 si ritorna seri, dato che qui si resta sul piano tecnico-scientifico per analizzare aspetti controversi delle storie del mensile.

Una nota sul retrocopertina: non è più la continuazione del disegno di copertina come in PKNA e in MM, ma è l’anticipazione del numero successivo con titolo e immagine più o meno anticipativa. Bello vedere in basso come dei titoli di coda di un film, e dai nomi si poteva capire chi sarebbero stati i protagonisti di questa nuova serie.
Serie che da questo primo numero prometteva molto bene.

Pk² # 2 – Solo Un Po’ di Paura



Il secondo numero si avvale di una strepitosa copertina di Sciarrone, migliore a mio parere di quella del primo numero, e che ci introduce alla storia “di mezzo” della trilogia introduttiva di Pk². In Solo un po’ di paura (Artibani-Sisti, L. Pastrovicchio) il lettore come Paperino deve fare i conti con lo stordimento dovuto al nuovo status quo che è iniziato il mese prima, quindi vediamo un Paperino che sogna di incontrare ancora Uno, che ricomincia a pensare in termini del suo vecchio rifugio segreto, che deve trovare un posto sicuro per la Pikar (dopo l’infelice idea del cassonetto nello scorso numero) e che deve ambientarsi con il suo nuovo lavoro. In tutto questo un misterioso nuovo personaggio, vestito con un saio che gli copre anche il volto, che si fa chiamare Profunda dai barboni di Paperopoli che vivono nel sottosuolo e che l’hanno trovato, riesce tramite una sorta di ipnosi a comandare questi senzatetto per far fare a loro quello che vuole, manipolando le loro paure. Riesce a ipnotizzare anche Pikappa, il quale è convinto che Profunda sia Everett e che ha un piano per distruggere la città. Così, in questo stato di trance, Paperinik si reca alla conferenza stampa che Ducklair ha indetto per il suo ritorno agli affari, attaccandolo e azionando un misterioso congegno che si rivela essere un risuonatore di panico.
In tutto questo, Paperinik non ci fa una bella figura, e si inimica ancor di più il magnate. Che però ha mostrato di riconoscere la tecnologia di quel risuonatore, e che continua a celare un mistero nei sotterranei della Ducklair Tower, segreto che sempre più ci appare come il motivo del suo ritorno.

Situazioni rilevanti in questa storia sono Paperinik che si ricorda della Century LTD, una vecchia fabbrica abbandonata in cui vorrebbe parcheggiare la Pkar e in cui si intravede uno strano personaggio. Inoltre appare chiaro come Angus Fangus abbia ormai spostato l’obiettivo delle sue inchieste da Pikappa a Everett Ducklair, obiettivo che perseguirà per tutta la seconda serie di PK. Infine abbiamo modo di conoscere Birgit Q e Anymore Boring, braccio destro e sinistro di Everett che lo affiancheranno in questo ritorno nella vita economica di Paperopoli. Come scopriremo in in futuro Tekno Room, Boring lavorava già per le industrie Ducklair prima dell’esilio di Everett, Birgit venne assunta da Boring stesso durante l’assenza del principale. Comunque per ora i caratteri dei due sono solo abbozzati e ci sarà tempo per specificarli meglio, anche nella loro contrapposizione.
I disegni ci mostrano un Lorenzo Pastrovicchio in fase calante, che alterna alcune tavola buone con altre in cui Paperinik e altri personaggi non sono certo ritratti benissimo. Peccato.

Rubriche nella norma.

Pk² # 3 – La Voce del Buio



E’ con La voce del buio (Artibani, Sciarrone) che la trilogia introduttiva trova il suo apice narrativo e di impostazione della nuova saga pikappica. Se Ducklair rimane insuperata come shockante inizio e Solo un po’ di paura si carica su di sé le fatiche della puntata centrale, con questa terza storia alcuni tasselli vanno al loro posto e si ha la base su cui costruire l’epopea di Pk². L’inizio è particolarmente d’effetto, con Everett che apre la cella criogenica dove era custodita sua figlia Juniper, un momento molto intenso. Lo svolgimento poi si costruisce tutto attorno alla costruzione di uno strano gigantesco aggeggio nel parco della villa di Ducklair, al trasferimento alla villa di Juniper e all’attacco decisivo di Profunda a Everett. Profunda prima cerca l’aiuto di Paperinik (mandando Hobey, il più rappresentativo dei barboni che servono la misteriosa ragazza incappucciata, a prendere in ostaggio alcuni clienti del mall in cambio dell’arrivo di Pikappa), poi decide di agire da sola, ma cadrà nella trappola che Everett le ha teso appositamente, usando i poteri telepatici di sua figlia. Perché la voce che Profunda sentiva nella sua testa era quella di Juniper, la sorella di Profunda, che altri non è Korinna, altra figlia di Ducklair. Dopo uno scontro incredibile tra padre e figlia, Juniper già sconvolta di suo si sconvolge ancor di più e Korinna fugge.
Insomma, se già dal finale del primo numero si sapeva che Everett custodiva la figlia nei sotterranei delle Ducklair Tower, la notizia che anche la misteriosa Profunda fosse prole del magnate fu sconvolgente, così come i loro poteri psichici. La storia si chiude con un inasprimento dei rapporti tra Pikappa e il suo ex-mentore, e con un Paperinik più inquieto che mai per il futuro.

La storia ci mostra l’accoppiata Pikappa-Lyla, che insieme decide di recarsi alla villa di Everett seguendo i droidi che vi stanno portando Juniper. Inoltre, appunto in questo numero esordisce la Ducklair Manor, residenza di Everett che prima non ha mai avuto bisogno di comparire con il ricco papero sempre fuori Paperopoli ma che in questa serie vedremo spesso. Inoltre iniziamo a tastare con mano i problemi che Pikappa deve affrontare senza Uno, come fare il pieno di monometilidrazina alla Pikar, e vediamo la Ducklair Universe come uno dei luoghi di rifioritura delle attività del problematico papero.
Inoltre si ritorna sul sentimento che il collega Rupert prova per Stella Nice, una commessa di un negozio del Duckmall Center, cosa che già era stata mostrata nel primo numero.
Infine, come non citare la famiglia che vediamo in auto nelle ultime due tavole? Tre personaggi del tutto simili a Homer, Bart e Lisa di una certa famigliola gialla…
I disegni di Sciarrone sono meravigliosi, da lustrarsi gli occhi, graficamente perfetti, esteticamente mirabili e sopraffini, eguagliano (e nel caso di Everett forse addirittura migliorano) la magnifica prova data nel # 1.

Con questo numero insomma le basi del nuovo corso sono gettate. Ovviamente le zone d’ombra rimangono, e sono tante, ma perlomeno le fondamenta ci sono. Un viaggio che si preannuncia interessante e maturo ha inizio…

Rubriche nella norma.          

6
Testate Chiuse / PKNA - Paperinik New Adventures - Discussione Generale
« il: Venerdì 30 Apr 2010, 23:04:22 »
Intro: "Quando il gioco si fa duro..." (cit.)



Prima del 1996 era tutta un’altra storia.
Il lettore di fumetti Disney si recava in edicola e sapeva benissimo che quello che si sarebbe trovato di fronte sarebbe stato: il “Topolino” settimanale, vari mensili di ristampe di vecchie storie (“Classici”, “Grandi Classici”, “Paperino”…), il “Mega 2000” con storie straniere inedite, testate per collezionisti (“Zio Paperone”, “Le Grandi Parodie Disney”). Il tutto in formato pocket.
Insomma, l’unica possibilità per avere storie nuove era il Topo o le straniere del Mega, altrimenti ristampe su ristampe, e spesso era preferibile rifugiarsi in quelle storie del passato di fronte alle trame leggerine delle storie danesi o a quelle non sempre brillanti del settimanale. Il fumetto Disney, nel suo glorioso passato fatto di Barks, Gottfredson, Scarpa, Carpi, Bottaro e altri, continuava a dimostrare come potesse raggiungere alte vette di innovazione, coraggio, vena artistica e alta qualità grazie a quei personaggi così duttili e universali. Perché era così difficile sfornare nuove gemme?
Sta di fatto che il 1996 è stato sicuramente uno spartiacque non indifferente, una linea che divide inesorabilmente il prima e il dopo della linea editoriale Disney nel nostro Paese e anche all’estero. Nel marzo di quell’anno esce il Numero Zero di PKNA.
Se ci si ferma un attimo a riflettere, non sarà difficile capire come tutto in quell’albo già storico gridava rivoluzione. Nel formato, non più pocket come quasi tutto il resto dei periodici dell’epoca, bensì in formato comic-book americano. Inoltre l’albo era composto da una sola storia, lunga 71 tavole senza per questo essere spezzata in due tempi. Altro fatto innovativo, la storia era inedita, prodotta in Italia ma appositamente per una testata che non fosse “Topolino”.
Insomma, si era preso il coraggio a larghe mani e ci si era buttati in un esperimento che non aveva precedenti e di cui non si poteva sapere quale sarebbe stato l’esito. Be’, oggi sappiamo che con 52 numeri regolari, 4 speciali, 2 serie successive e in qualche modo derivate, numerosissimi pkers, fan club, siti internet dedicati, forum e quant’altro questo progetto così fuori dai canoni ha avuto successo eccome, sappiamo che oltre al coraggio di cui sopra e l’innovazione intrinseca al prodotto, questi ha presto raggiunto la vena artistica e l’alta qualità delle storie, riuscendo ad essere fedele dell’eredità del grandi Maestri del passato nonostante proponesse avventure, situazioni e personaggi così rivoluzionari.
Oltre a ciò, è bene anche ricordare che grazie a PKNA che sono nate cose come  “MM - Mickey Mouse Mistery Magazine”, “Monster Allergy” o quel “Witch” che tanto successo internazionale avrebbe guadagnato con gli anni.
Partendo da un personaggio del 1969 tutto italiano, Paperinik, proprio in Italia si è riusciti a creare una formula ardita e perfetta che ha segnato un’epoca e il modo stesso di vedere le storie Disney. Si è rivista la potenzialità universale ed extra-generazionale che i fumetti disneyani avevano, in una lunga saga memorabile sotto molteplici punti di vista.

In questa retrospettiva si cercherà di vagliarli tutti, presentando recensioni/commenti/riflessioni su ogni singolo numero della serie, per sottolineare l’importanza storica e sociale di “PKNA – Paperinik New Adventures”.
Un doveroso omaggio, insomma, a Paperinik e a tutti gli autori che si sono cimentati con le nuove avventure del papero mascherato, tracciando una strada nuova nell’editoria Disney italiana in modo intelligente e geniale.

Non sarò solo in questo lungo tragitto: a recensire ci alterneremo io e L. Vertighel, che ringrazio sin d’ora per il contributo, l’incoraggiamento, la competenza e l'entusiasmo che ha già iniziato a dare a questo lungo topic di analisi della serie. Inoltre i 4 numeri Speciali di PKNA, che il PK Team fece uscire nel cuore delle estati del 1997, 1998, 1999 e 2000 saranno curati da altrettanti utenti del Papersera "special guest", che hanno accettato di dare un loro contributo personale a questa retrospettiva: ringrazio fin d'ora MarKeno, PdP93, LBreda (con mascotte a fianco ;) ) e V.

Infine è meglio fare una precisazione: sarebbe meglio leggere ciascuna recensione solo dopo aver già letto il numero di cui si parla, perchè spesso e volentieri - non sempre ma quasi - saranno presenti spoiler più o meno pesanti sulla trama della storia di cui si parla. E le informazioni spoilerose saranno coperte solo in casi eccezionali e limite, quindi il trovare una recensione senza nessuna parte coperta non è indice di mancanza di spoiler. Nerd avvisato...
Non resta che provare a rivivere insieme quella rutilante seconda metà degli anni '90 grazie a questo lavoro, che si spera essere utili e interessante.
 - Bramo


PKNA Numero Zero – Evroniani



È il 1996. Sulle pagine di “Topolino” comincia a circolare una curiosa pubblicità raffigurante tre strani personaggi che pronunciano battute del tipo “Pikappa non ci scappa”, senza che i lettori abbiano la minima idea di che cosa possa significare. La curiosità sale velocemente.
È il 14 Marzo. Nelle edicole italiane, in mezzo ai classici fumetti Disney, si trova un insolito volume, differente dagli altri per formato e numero di pagine, simile ai comic book americani. Fa strano infatti vedere su un giornale di questo tipo il logo "Walt Disney Magazine", in alto a sinistra. Poi l’attenzione cade sulla copertina, raffigurante un essere paperiforme di colore viola volare minacciosamente contro Paperinik! Rivelazione! Praticamente nessuno si sarebbe aspettato che quel nuovo fumetto di cui si era fatta tanta pubblicità potesse essere interamente dedicato ad avventure inedite del vendicatore mascherato. In alto poi c’è il logo, quel PK che molti si erano chiesti fino a questo momento che cosa fosse significato e che ora era chiaro a tutti, attorniato da un anello argentato in cui è impressa l’ormai storica sigla “Paperinik New Adventures”. È uscito il Numero Zero di PKNA.
L’interno è composto dalla storia principale, Evroniani (Sisti & Sisto/Lavoradori), che da anche il titolo all’albo, introdotta da un buffo quanto esaltante editoriale. Evroniani è destinata a diventare l’inizio di una rivoluzione in casa Disney, la scintilla che diede il via non solo ad un fumetto capolavoro, ma anche ad un nuovo filone fumettistico italiano che prenderà piede qualche anno dopo coinvolgendo anche diverse case esterne alla Disney. Eppure il Numero Zero, nient’altro è che un ottimo episodio pilota per una serie a fumetti che, probabilmente a quell’epoca, neanche si immaginava ciò che sarebbe diventata da lì a poco. La storia narra di un popolo alieno, gli Evroniani, intento ad invadere il pianeta Terra per assicurarsi l’unico nutrimento possibile, ovvero l’energia emozionale. Paperinik si trova a doverli affrontare per la prima volta in una semplice ronda notturna, accorgendosi però che non è in grado di tener loro testa. Intanto Paperino è diventato, tramite Zio Paperone, il custode della Ducklair Tower, imponente grattacielo di 150 piani, acquistato all’asta dopo l’esilio del suo proprietario, Everett Ducklair, in un eremo tibetano. Paperino scopre, però, che la torre possiede un piano segreto, il 151°, e riesce quasi per caso ad introdurvisi. Qui fa la conoscenza di Uno, intelligenza artificiale creata da Ducklair per gestire interamente il palazzo, che gli offre aiuto nella lotta contro la minaccia evroniana, oltre ad un rifugio segreto all’interno del 151° piano.
All’apparenza Evroniani non nasconde diversi difetti, come una trama che può sembrare stereotipata, una componente demenziale piuttosto marcata e i disegni di un Lavoradori estremo come pochi nel tratteggiare la tecnologica Paperopoli, difetti che in pochissimi numeri verranno completamente convertiti in pregi grazie ad una gestione semplicemente geniale della serie.
Ma il Numero Zero non era soltanto una rivoluzione nella forma, ma anche e soprattutto nei contenuti e nello spirito. Un tipo di narrazione mai usata in un fumetto Disney, una storia che osava molto di più delle classiche storie Topolinesche, e se questo non si riesce a cogliere ancora in questo numero e negli Zero successivi è perché l’albo ha una funzione essenzialmente introduttiva, ha il compito di prendere il lettore e traghettarlo all’interno di una Paperopoli che muta e si trasforma dal classico ambiente pacioso e calmo di “Topolino” alla metropoli dark, fantascientifica e minacciosa di PK, dove il pericolo si tocca con mano. Una storia che mostrava un enorme potenziale che di lì a poco sarebbe esploso regalando uno dei più grandi capolavori che la Casa del Topo abbia mai prodotto.
 - L. Vertighel

PKNA Numero Zero/2 – Il Vento del Tempo



Dopo l’uscita di Evroniani, nessuno, nemmeno le più alte sfere della Disney Italia, avevano idea di quale sarebbe stato il destino di PKNA. Il Numero Zero era uscito come numero di prova, ed era stato un rischio enorme dal momento che non era possibile prevedere quanto il vecchio pubblico avrebbe apprezzato la serie, né quanto quello nuovo ne fosse attratto. Fortunatamente Evroniani fu un successo, cosa che spinse la redazione a continuare il progetto, pur procedendo con i piedi di piombo. Per questo motivo non era dato sapere quando il secondo numero della testata sarebbe stato pubblicato. Si dovettero attendere circa tre mesi per poter finalmente vedere in edicola il Numero Zero/2. Quando Soffia il Vento del Tempo (Sisti & Sisto/Sciarrone) (sì, perché è questo il titolo completo della storia principale, accorciato nel titolo dell’albo in Il vento del Tempo), mette in scena il secondo grande filone narrativo di PKNA, e anche quello più amato, ossia quello dei viaggi temporali. In questo secondo numero si vede già la volontà di Sisti di alzare un pochino il tiro della serie, costruendo una storia più intricata e complessa, condita anche da diversi paradossi temporali, di quella semplice e lineare che avevamo visto nello scorso numero. Vengono inoltre presentati nuovi importantissimi personaggi. Il Razziatore, cronopirata che compie razzie nel passato, qui ancora tratteggiato come un semplice criminale interessato solo ai suoi scopi e quindi ancora lontano dall’avere quello spessore caratteriale che gli verrà impresso già dalla sua seconda apparizione; Lyla Lay, giornalista di Channel 00, che si scoprirà subito essere un droide proveniente dal XXIII secolo, dislocato in quest’epoca al fine di sorvegliarla per conto della Tempolizia, associazione con il compito di controllare i viaggi attraverso il continuum temporale e di combattere contro eventuali cronocriminali.
La componente comica dello scorso numero viene qui abbandonata in luogo di una sferzante ironia che dona al tutto un’aria più seria e matura, che contraddistinguerà tutti gli episodi della serie.
I disegni di Sciarrone, pur non essendo ancora ai livelli stratosferici che vedremo qualche anno dopo, sono già eccezionali, rappresentati con una maestria incredibile nel tratteggiare sia i personaggi che l’ambientazione urbana e futuristica di Paperopoli.
Da segnalare, inoltre, l’esordio su questo numero dei PK Files, schede che presentano il nuovo personaggio interno ad ogni storia, e i PK Project, rubriche che tentano di spiegare scientificamente le varie tecnologie che venivano mano a mano presentate nel corso degli albi, rubriche che rappresenteranno l’ossatura, insieme alle storie brevi, del futuro “post-lettura” pikappico.
Insomma, un numero di grande qualità, che introduce il suo argomento come meglio non si potrebbe. Un numero di prova, di nuovo, che svela l’insicurezza ancora presente in Disney per un fumetto che prima di allora non aveva avuto precedenti, e che quindi non dà ancora una definitiva certezza per un sicuro proseguimento.
 - L. Vertighel

PKNA Numero Zero/3 - Xadhoom



Nonostante il grande successo di pubblico che stava ottenendo, neanche con lo Zero/2 la Disney si convinse appieno della sicurezza del progetto PKNA, che rimaneva ancora un tentativo rischioso sotto diversi punti di vista.
Per questo motivo, il tempo che trascorse prima della pubblicazione del Numero Zero/3 fu simile a quello intercorso fra l’uscita dello Zero e dello Zero/2. Xadhoom! (Sisti & Sisto/Ackerman) uscì infatti alla fine dell’estate del ’96, e continuò il processo d’introduzione dell’universo pikappico come era stato per i precedenti due numeri. La storia, questa volta, mette in scena Xadhoom, un’aliena mutante in grado di controllare la propria materia/energia, proveniente dal pianeta Xerba, distrutto dagli Evroniani. La vendetta, quindi, è il motivo che spinge la Xerbiana alla lotta contro Evron, accecata dal dolore per la perdita del suo popolo e per la spietatezza dei vampiri succhia emozioni. Ma ciò che fa di Xadhoom il personaggio probabilmente più tragico, triste e malinconico mai creato dalla Disney non è solo il suo sentimento d’odio e la sua sete di vendetta, che contribuirebbero a tratteggiarla superficialmente come un’implacabile assassina, ma il senso di colpa e il rimorso che prova verso se stessa, per aver abbandonato la sua gente per dedicarsi ai suoi studi scientifici, e per aver acconsentito all’atterraggio evroniano sul pianeta Xerba, consegnandolo di fatto, pur inconsapevolmente, alla sua fine. In questa miriade di situazioni negative, Xadhoom ci viene presentata come un personaggio ancora piuttosto ambiguo, in bilico fra l’egoistica sete di vendetta e la richiesta d’aiuto che le viene posta da Pikappa per fronteggiare l’invasione evroniana della Terra.
I disegni di questo numero, poi, costituiscono un caso diventato celebre già poco dopo l’uscita dell’albo. Il disegnatore infatti non esiste! Paul Ackerman è semplicemente uno pseudonimo adottato dal ben più conosciuto Stefano Intini, dopo che i suoi disegni vennero manipolati poiché ritenuti non conformi ai canoni che doveva avere la serie. A causa, infatti, della destinazione di PKNA anche al mercato estero, venne richiesto a Intini, così come a Sciarrone nel numero precedente, di adottare uno stile più canonico ai dettami classici Disney. Sciarrone accettò l’imposizione, Intini invece no, e vedendosi così deliberatamente modificare gran parte delle espressioni dei personaggi della storia, decise di disconoscere la paternità dei disegni pubblicando il suddetto pseudonimo nei credits dell’albo.
Il Numero Zero/3 chiude, quindi, il periodo di impostazione e introduzione del nuovo universo, e anche quello di prova: visto il successo e il grande apprezzamento di pubblico che la testata aveva ottenuto, era arrivato il momento di fare il salto di qualità e di raggiungere l’agognata serialità, che infatti sarebbe giunta due mesi dopo con la pubblicazione del #1.
 - L. Vertighel

PKNA # 1 – Ombre su Venere



E’ questo il primo numero che ha come sceneggiatore della storia uno che non è l’accoppiata Sisti & Sisto. Il passaggio di testimone non è comunque traumatico, giacché al timone c’è un autore tra i migliori dei Disney anni ’90, che tanto saprà dare soprattutto al fumetto Disney di Nuova Generazione, PK in testa.
Ombre su Venere (Artibani/Sciarrone) si occupa di far convergere in una stessa avventura due delle trame che sono emerse nei tre Numeri Zero, precisamente gli Evroniani e Angus Fangus. Gli alieni viola tentano infatti di rapire il giornalista, riuscendo però solo a coolflamizzarlo. Per tentare di farlo tornare normale, Paperinik insieme a Xadhoom  e a Uno si recano dalle parti di Venere, dove è di stanza un gigantesco incrociatore evroniano, e dove i nostri scopriranno il motivo d’interesse da parte degli Evroniani per Angus.
La storia è decisamente ben costruita, Artibani dimostra di saper già destreggiarsi bene con questi nuovi personaggi, e lo si vede con Angus e  con il comportamento degli Evroniani semplici, del generale Zondag (che qui assume spessore) o del tecnarca Zoster, qui al suo debutto.
Altro new-entry, che avrà modo di entrare tra i regular della serie, o perlomeno tra quelli della redazione di Channel 00, è Mike Morrighan, che si mostra subito arrogante e pieno di sé in un’indagine che compie insieme a Lyla per trovare Angus. Indagine che tra l’altro li porterà a una misteriosa maschera tribale della Nuova Zelanda, il cui significato resta oscuro e sarà svelato solo nel # 7, guarda caso sempre scritto da Artibani, che quindi qui già preparava il terreno della continuity per una futura storia.
In questa avventura abbiamo anche modo di apprendere che il tetto della Ducklair Tower altro non è che un’astronave spaziale costruita da Everett Ducklair, cosa che poi assumerà un significato più profondo quando da PK2 # 11 si scoprirà che Ducklair è un alieno. Nel dettaglio, il sistema di mimetizzazione olografica sarà riproposto paro paro nell’ultima tavola dell’ultimo numero di PK2.
Non mancano le gag tipiche dello sceneggiatore, che rendono il tutto più godibile, come gli scambi di battute tra Pikappa e Uno e Angus coolflame che continua a fare scherzi. Il tutto, misto a una buona dose di azione (l’attacco dalla Ducklair Tower, la battaglia sull’incrociatore) conduce al bellissimo finale, per certi versi simile a quello dello Zero/2 con l’umiliazione di Fangus, e con un incipit al tema del prossimo numero, ascoltando la notizia al TG in cui si parla di un misterioso hacker.
La parte grafica è affidata a uno Sciarrone di cui già si nota un miglioramento rispetto al suo primo approccio avuto ne Il Vento del Tempo, dove già si era evidenziato grande talento: qui si supera ulteriormente seguendo un suo personale percorso stilistico, e lo si nota IMHO soprattutto nel modo di disegnare Uno, ma non solo. Ogni espressione di Paperinik, ogni posa di Lyla e ogni sfondo è un piccolo capolavoro.
 - Bramo

7
Testate Chiuse / MM - Mickey Mouse Mystery Magazine: Discussione Generale
« il: Lunedì 14 Giu 2010, 20:08:05 »
Intro: "Decido che è ora di dare un'occhiata ad Anderville" (cit.)



1999. Sono passati circa tre anni dall’avvento di una delle più grandi rivoluzioni del fumetto Disney, vale a dire dal Numero Zero di "PKNA – Paperinik New Adventures". In questo periodo sono già uscite alcune delle migliori storie della saga quali Frammenti d’Autunno, Motore/Azione e Carpe Diem. E su questa innovativa testata si sono fatti le ossa sceneggiatori nuovi, giovani e dal grande talento, che hanno saputo usare il progetto PK non solo come mezzo per dare nuovo smalto al personaggio di Paperinik e al fumetto Disney in generale, ma anche come palestra dove affinare la loro abilità in libertà, senza alcuni dei vincoli strutturali tipici delle storie per “Topolino”.
Tra questi autori, ce n’è uno in particolare che, in parallelo all’ascesa del successo di PKNA costruisce su “Topolino” a partire dal 1997 una serie di storie spesso disegnate dall’ottimo Giorgio Cavazzano e con protagonista Topolino, il tutto in trame poliziesche. Tanto che in queste storie spesso e volentieri il protagonista più che il Topo più famoso del mondo è il commissariato di Topolinia, o addirittura l’ispettore Manetta, che conosce qui una seconda giovinezza.
Questo straordinario autore, il mio preferito degli anni ’90, è Tito Faraci. Il quale, mentre sul settimanale si fa conoscere con le storie di cui accennavo qui sopra, creando il personaggio di Rock Sassi, inventando storie memorabili con protagonisti proprio Manetta e Sassi, cercando di scavare più a fondo nell’animo di Pietro Gambadilegno e cercando di dare una dignità al personaggio di Topolino, su PKNA sfornava cose come le Angus Tales o Motore/Azione piuttosto che uno dei suoi capolavori, Trauma.
Faraci sperimentava, quindi: su PK sfruttava al massimo tutte le possibilità che il nuovo modo di concepire il fumetto Disney gli offriva, potendo spingere il pedale della demenzialità e dei tormentoni al massimo, coniugando però nello stesso tempo sceneggiature dalla forte componente seria e con tematiche profonde; su “Topolino” lo sceneggiatore si occupava di ridare la giusta dimensione a Mickey Mouse, personaggio troppo spesso in quegli anni e nei decenni precedenti reso un insopportabile perfettino (con le dovuto eccezioni, vedi Silvano Mezzavilla per fare l’esempio più prestigioso), approfondendo la sfera del noir, delle trame gialle e poliziesche trattate con un po’ di quell’humor brillante di cui Tito non è certo privo. E’ proprio in quest’ottica che si vede il recupero di Manetta, che viene valorizzato e diventa è protagonista insospettabile di alcune storie decisamente memorabili.
E arriviamo al 1999. PKNA è stato e continua a essere un grande successo grazie alla sua formula evolutiva, e questo successo deve aver convinto le alte sfere della Disney Italia che un’operazione analoga poteva essere ripetuta, avendo un solido precedente alle spalle. Se in PKNA era stata presa una figura tanto amata come Paperinik, per poi rimodernarla in mille modi, evolvendola e spingendo verso un’estremizzazione delle sue avventure supereroistiche, la nuova testata avrebbe preso un’altra icona classica e avrebbe compiuto su di essa un’operazione simile di restyling. Questa icona era la più classica che c’era, Topolino.
La sua figura di investigatore dilettante alle prese con casi banali viene presa ed estremizzata, facendolo diventare un vero detective privato in una situazione del tutto estranea alla sua, ostile addirittura. Se per Paperinik la novità era il covo (dal rifugio sotto casa alla Ducklair Tower) per Topolino è il cambio di città (da Topolinia ad Anderville). Se per Paperinik i nemici da normali ladruncoli diventavano più pericolosi e fantascientifici (dai Bassotti a Evroniani/Razziatore), per Topolino dai soliti noti come Gamba o Macchia Nera si era arrivati a veri e propri gangster e politici corrotti.
E queste sono solo alcune delle analogie tra i progetti PK e MM. Già, perché quest’operazione verrà denominata "MM – Mickey Mouse Mystery Magazine". Formato, numero di pagine, target di riferimento… tutto uguale, la molla iniziale è la stessa. E come autore ideatore della serie c’è proprio Tito Faraci, che può finalmente fondere alla perfezione e nella loro dimensione naturale le operazioni che stava compiendo da una parte su PK e dall’altra su “Topolino”.

La testata non avrà la stessa fortuna e longevità del suo gemello più grande. La sua sorte è molto più simile a quella di PK2, che infatti anche come trame e temi si avvicina di più a MM che a PKNA.
Solo 12 numeri verranno prodotti di questo fumetto, che in pratica può essere considerato una miniserie, anche perché per buona parte dei numeri il filo conduttore è una macrotrama principale che lega insieme le storie. Ad un numero limitato di uscite corrisponde anche una cerchia ristretta di sceneggiatori: Faraci è ovviamente l’autore di punta, seguito dal suo compare Francesco Artibani (l’altro mio sceneggiatore preferito degli anni ’90), e i due in pratica monopolizzano le storie salvo una comparsata di Macchetto e una di Secchi, e la collaborazione a un paio di soggetti da parte di Sisto. I disegni sono dei migliori giovani che si sono esercitati su PK, come Sciarrone e Perina, non mancando Zironi e Mastantuono. Per non parlare della guest star d’eccezione, il Maestro Giorgio Cavazzano, che ha aperto le danze disegnando il primo numero.
Perché questa testata non ha avuto successo? Le ipotesi sono che Topolino possa essere un personaggio che piace poco al lettore comune che ha radicata in sé l’idea del perfettino, oppure che rivoluzionare così le storie di Topolino è stato troppo per alcuni lettori, abituati a una sua versione più "tranquilla", o che il personaggio-simbolo della Disney non poteva assumere atteggiamenti così “estremi”, oppure che era “troppo adulta” come serie… Non si sa, forse un connubio tra queste e altre cose, fatto sta che purtroppo un fumetto dall’altissima qualità ha riscosso poco successo e ha chiuso i battenti prima del previsto.

Questo thread di analisi vuole rendere omaggio a uno dei magazine Disney di nuova generazione più coraggiosi e adulti, uno dei prodotti più innovativi e qualitativamente migliori che la Disney Italia abbia prodotto, con un Topolino che finalmente torna più simile al se stesso originario nel carattere e nelle avventure in cui si trova, un Mickey Mouse che ricorda molto da vicino quello delle mitiche storie a strisce di Floyd Gottfredson, quando il Grande Topo si batteva con nemici davvero terribili e mortali.
Insomma, un recupero riuscitissimo dello spirito originario di Topolino, detective ma soprattutto uomo comune che finisce in guai più grandi di lui, come le migliori storie di Gottfredson e Romano Scarpa ce lo avevano restituito. Il tutto però in una forma nuova e intrigante.
Mi sembra giusto riportare infine le parole di Tito Faraci stesso su MM, pubblicate su “La Nera di Topolino” (Oscar Best Sellers Mondadori n. 1645):
Per Topolino c’era la volontà di fare qualcosa di simile [a PKNA, ndr]. Un rinnovamento che fosse radicale e, allo stesso tempo, rispettoso della tradizione. Che partisse proprio da lui, da Topolino. Un personaggio gravato dalla nomea di primo della classe, di eroe perfettino. Quando invece, nelle classiche strisce disegnate da Floyd Gottfredson fra gli anni Trenta e Cinquanta, Mickey Mouse rappresentava l’uomo qualunque che finiva per puro caso in storie più grandi di lui. Storie che spesso avevano forti tinte noir e, seppure con il filtro dell’ironia, lasciavano intravedere un mondo duro e pericoloso.
Topolino doveva tornare lì, in quel mondo. E lasciare quella Topolinia dove tutto per lui era ormai troppo semplice.
[…]
Si dice che per fare un eroe ci voglia una tragedia. Così, scrivendo questa sceneggiatura [Anderville, MM # 0, ndr], ho dato a Topolino la sua tragedia: la perdita di ogni sicurezza e, forse, dell’innocenza. Ma mai del sorriso. Suo e, spero, di chi legge

Anche stavolta, come nell’analisi di PKNA, non sarò solo in questa lavoro di approfondimento: a dividere l’onore con il sottoscritto ci saranno L. Vertighel, Bacci e Pacuvio, validissimi utenti del Papersera che grazie alla loro passione e competenza mi affiancheranno nella recensione dei 12 numeri della serie. Ringrazio fin d’ora questi ottimi collaboratori per il loro lavoro.
Avanti, fatevi guidare per le strade di Anderville… ;)
 - Bramo

MM # 0 – Anderville



Un giorno come un altro, a Topolino viene comunicato che è comproprietario di un’agenzia di investigazioni ad Anderville, metropoli che intuiamo essere a non eccessiva distanza da Topolinia.
Il suo socio è Sonny Mitchell, vecchio compagno di università di Topolino, tanto amico quanto diverso nel carattere: Sonny infatti ha intestato la sua agenzia a entrambi, all’insaputa di Topolino, e ora che Sonny è sparito (la sua auto è stata trovata in un fosso, vuota) il nostro eroe deve andare ad Anderville per sistemare le pratiche.
Con quest’incipit parte Anderville (Faraci/Cavazzano), una delle storie più belle scritte da Tito Faraci per la Disney, una delle sue più riuscite. E direi anche che parte la creazione di un microcosmo (come suggerirà il titolo dell’ultimo albo della serie) geniale quanto ben descritto, tanto da far empatizzare il lettore con i nuovi personaggi fin da questo numero zero.
Ricalcando l’esperienze di PKNA, infatti, si decide di non far partire la numerazione dal canonico 1 ma dal più moderno e accattivante 0. E come nel più classico degli esempi, il numero zero introduce alla nuova realtà, alle nuove situazioni e ai nuovi personaggi che popoleranno questo nuovo fumetto.
Topolino arriva ad Anderville, dicevamo, e subito si accorge anche solo dall’aspetto esteriore di come questa città sia diversa dalla sua Topolinia: in luogo delle casette con giardino, del rassicurante centro cittadino e delle vie tranquille abbiamo grattacieli altissimi, palazzi imponenti e a volte inquietanti, strade sporche e quartieri malfamati. Una città dura fin dalle apparenze. E il commissariato, dove Topolino si reca per le pratiche dell’agenzia, è altrettanto estraneo alle atmosfere topolinesi. Come direbbe Little Caesar, “è un posto interessante si ti piace il genere duri e cattivi”.
Little Caesar? Be’, in una città del genere non può mancare il tipico bar-tavola calda americano, dalla parvenza malfamata e dal cibo non certo fresco o di qualità: Topolino ci entra quasi per caso, ma quel posto diventerà il posto in cui trascorrerà più tempo il nostro Mickey. Il proprietario si chiama Little Caesar, un tipo grosso e massiccio dai modi rozzi e irresistibili, che conosce tra poliziotti e delinquenti tutta Anderville. A completare il quadro abbiamo Ray e Dash, due avventori del bar onnipresenti, che passano le loro giornate lì a scambiarsi battute a raffica sul cibo di Little Caesar, sfidando la sua ira. Quest’ambiente con questi personaggi (a cui aggiungere Stan l’edicolante, Eddie il bookmaker e Burke il tassista) formano un setting praticamente perfetto per l’atmosfera che evoca: uno sfondo decisamente azzeccato per le indagini e avventure che Topolino si troverà ad affrontare, un’atmosfera raccolta e allo stesso tempo  divertente e divertita, una cricca leale con chi sa guadagnarsi la sua fiducia (come riesce subito a fare Topolino) ma anche fondamentalmente cazzara.
Già da questo numero, in effetti, Topolino avrà modo di scoprire quanto può essergli utile in una città come questa il supporto di Little Caesar e degli altri: si dà il caso che il Topo dalle orecchie tonde incappi nelle mire del Professore, docente di crimine applicato, un uomo che si occupa di mantenere l’ordine e la gerarchia all’interno del crimine di Anderville. E’ questi un personaggio a mio parere estremamente interessante, e mi spiace che sia stato poco sfruttato (comparirà in futuro solo nel # 6). Il Professore ha un compito per Topolino, quello di individuare e far arrestare un sicario che viene da fuori, esterno al crimine organizzato della città e che quindi non è ben visto per il suo ruolo destabilizzante nel sistema.
Le risorse che Topolino e i suoi nuovi amici mettono in campo per trovare questo Rud Kaminsky li portano a scoperchiare un “vaso di Pandora” non da poco, e le cui conseguenze si ripercuoteranno nei prossimi numeri. Infatti in seguito alle implicazioni di  quest’operazione, l’ispettore Jan Clayton gli vieta di lasciare la città. Motivo per cui Topolino deciderà di prendere le redini dell’agenzia di cui è socio.
Come dicevo, la sceneggiatura è un’armonia magica e incantevole, mai stonata e che riesce a introdurre tutto quello che è importante per MM riuscendo anche a metterci subito una storia interessante e avventurosa e definendo i contorni di questo nuovo mondo. Perché i particolari (il commissariato, Little Caesar, le strade…) derivano tutti dall’insieme, da Anderville stessa, che Faraci si è divertito a costruire partendo dagli esempio di città “malate” che compaiono in tanti film e romanzi hard-boiled, città in cui dilaga la corruzione della politica e la malavita seria e pericolosa. Insomma, tutta un’altra storia rispetto a Topolinia, e Topolino se ne accorge in fretta. Ma altrettanto in fretta impara: lo scontro che ha contro un “pesce piccolo” fuori dalla tavola calda dimostra come, anche se appena arrivato, Topolino sa già destreggiarsi in un ambiente noir dato che, come ha sottolineato l’autore, le sue storie a strisce lo vedevano coinvolto spesso in situazioni del genere.
Faraci quindi costruisce l’architettura del nuovo mondo partendo dalla città (in fondo, anche in PKNA Paperopoli viene in parte modernizzata, mostrando un centro città con un grattacielo come la Ducklair Tower, e ancora di più la città verrà stravolta nella serie "PK – Frittole" con il concetto di Paperopoli 2.0) e definendo i particolari, ma anche inventando personaggi che già dalla prima storia si mostrano molto tridimensionali e realistici, sempre rifacendosi agli stilemi del noir più classico. Little Caesar, Clayton, il pesce piccolo, Kaminsky fanno tutti parte di un immaginario comune e ben radicato in certa narrativa, ma che mai come allora aveva trovato uno spazio così ben sfruttato e non parodistico nel mondo Disney (Gottfredson a parte). C’è anche la figura delle femme fatale, incarnata dalla fidanzata di Sonny, Vera Ackerman, una ragazza piuttosto ambigua e misteriosa. Simili comprimari costituivano un aspetto atipico decisamente esaltante, specie per chi già amava PK.
Sono inoltre degni di nota due particolari importanti che sono presenti qui e che torneranno nelle prossime storie: l’ironia da una parte e i pensieri di Topolino dall’altra!
Forse non è nemmeno il caso di sottolinearlo, parlando di Faraci, ma è bene ricordare che il suo particolare stile di sceneggiatura ricolmo d battute salaci e di sarcasmo a go go trova in MM uno sbocco particolarmente felice, forse perché anch’esso tipico della letteratura noir (il detective classico ha sempre la battuta pronta). La cosa si riscontra moltissimo nel terzetto Ray, Dash e Little Caesar, ma anche Topolino stesso non si risparmia un linguaggio brillante e spigliato che lo rende molto credibile e simpatico.
A questo si aggiunga il fatto che Tito può sviluppare al pieno delle potenzialità quello che è un suo marchio di fabbrica nelle sue storie: le didascalie che riportano i pensieri in tempo reale del protagonista. Usata in alcune storie per “Topolino” (vedere la prima tavola di Dalla Parte Sbagliata per capire) e in almeno due storie per PK (Trauma in PKNA # 10 e Tutto e Niente in PK2 # 13), è una tecnica molto stuzzicante, specie perché spesso i pensieri che possiamo leggere sono o perle di saggezza dal valore riflessivo o ancora battutine ironiche che aumentano il loro effetto umoristico immaginandosi che il protagonista non le dice ad alta voce a benefici di un “pubblico” ma le formula tra sé e sé. Fantastico! Questo, insieme all’indicazione di luogo e tempo in cui ci troviamo scritto dentro uno “squarcio nero” saranno due caratteristiche delle tavole di MM.
In tutto questo popò di modernismo e coraggio narrativo, ai disegni abbiamo un Maestro Disney, Giorgio Cavazzano. Se non è strano vedere Cavazzano fare coppia con Faraci (molte delle più belle storie dello sceneggiatore di Gallarate sono disegnate da Giorgio), è già più atipico vedere un grande nome del fumetto disegnare una storia per un fumetto Disney di Nuova Generazione. Cavazzano è l’unico Maestro infatti che collaborerà a queste realtà editoriali (prima di questa storia aveva già disegnato due storie brevi per lo Speciale 97 e lo Speciale 98 di PKNA), e si occupa di definire il character design dei protagonisti, tracciando una linea d’ispirazione per tutti gli artisti che verranno dopo di lui, e riuscendo a coniugare il suo stile classicamente disneyano con sfondi più arditi a inusuali, e con la struttura delle tavole più aperta (vedi le bellissime due tavole mute in cui predomina il blu). Sfondi a parte ogni personaggio benedetto dalla matita di Cavazzano è uno splendore, non solo tutti i nuovi personaggi ma Topolino stesso, che è davvero meraviglioso, classico ma slanciato e vivo, esaltato anche dalle chine.
Insomma, una partenza col botto sotto tutti i punti di vista. La nuova realtà di Topolino, con i suoi limiti geografici e i suoi comprimari e antagonisti è fissata, ora occorre solo svilupparla. E le prossime storie lo sapranno fare in modo egregio.
Questa storia è stata ristampata in Italia nel volume “MM - Le Origini” (uscito come cartonato nel 1999 e come Disney Time # 27 nel 2001) - insieme ai due numeri successivi - e in “La Nera di Topolino” (Oscar Best Sellers Mondadori n. 1645).
 - Bramo

PS. Per offrire più punti di vista possibili, qui di seguito il link al thread presente sul forum del Papersera dedicato a questa storia, in cui tra le altre cose possiamo ritrovare i primi passi da forumista di Pacuvio :P e varie opinioni non solo sulla suddetta storia ma su tutta la serie di MM e sul “Disney di Nuova Generazione”. Qui.

8
Testate Chiuse / PK Frittole: Discussione generale
« il: Lunedì 7 Set 2009, 00:08:01 »
Prima parte dell'analisi
http://www.ilsollazzo.com/forum/viewtopic.php?f=32&t=307&start=0#p23929

Seconda parte dell'analisi
http://www.ilsollazzo.com/forum/viewtopic.php?f=32&t=307&start=20#p23930

Cliccando sui due link qui sopra potrete trovare le due parti che compongono la mia mega-analisi della terza serie di PK, PK - Pikappa (conosciuta dai fan come PK Frittole).
Se non volete seguire i link per leggere l'analisi di Pk Frittole, dal post # 9 di questo thread è riproposta per intero, per via di un approccio più sensato e completistico alla mia opera e soprattutto per via di un atto d'amore da parte mia verso il Papersera :P
E' un progetto che ho portato avanti da un po', per pubblicarlo sulla Tana del Sollazzo, e ovviamente qui sul Papersera.
In soldoni, ho voluto analizzare numero per numeri le 32 uscite di quel mensile per far luce sulla serie di PK più bistrattata, primo perchè anche sul web se se ne parla lo si fa solo in generale e solo focalizzandosi sugli aspetti negativi, secondo per cercare di trovare anche del buono in quella serie e fare dunque una sorta di revisionismo storico...
"Approfondimenti destinati a far discutere..." (cit.)

PS: ovviamente, come per i sollazzieri, anche per i paperseristi vale la mia raccomandazione, se ve la sentite potete commentare dicendo la vostra in merito alla terza saga di PK! ;)

9
Testate Speciali / Topolino Limited De Luxe Edition #5: On the road
« il: Martedì 10 Nov 2015, 00:04:07 »
Copertina

Illustrazione di Paolo Mottura

Una vita in viaggio (due righe di citazione da Jack Kerouac)

Topolino e Pippo - On the road

Punti di riferimento: Mission (molto) possible, di Fausto Vitaliano (3 pagine)

Blocknotes: Diario di viaggio, di Paolo Mottura (5 pagine)

Gli autori (biografie di Fausto Vitaliano e Paolo Mottura)

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Topolino Limited De Luxe Edition sembra essere ormai il contenitore ideale per due tipi di storie Disney: quelle di PK e le parodie. La raccolta delle due storie di Topalbano sono propenso infatti a considerarle una sorta di parodia, anche se non secondo le modalità classiche, visto che fanno riferimento al protagonista di una serie di romanzi.
Quest'anno su Topolino sono state pubblicate ben due parodie di romanzi: L'Isola del Tesoro ad opera di Teresa Radice e Stefano Turconi e On The Road, scritta da Fausto Vitaliano e disegnata da Paolo Mottura.
È proprio quest'ultima ad ottenere l'onore della pubblicazione sul volume lucchese, in un'edizione che si colloca come una gioia per gli occhi fin dalla magnifica copertina di Mottura.
Inutile nasconderlo: come è stato per Gli Argini del Tempo, anche in questo caso il valore aggiunto dato dal volume rispetto al settimanale Disney è tutto per la parte grafica: le tavole di Mottura guadagnano un sacco nel formato gigante del cartonato, esaltando soprattutto quelle vignette ricche di dettagli atti a caratterizzare gli sfondi, che risultano così importanti ai fini del messaggio della storia. Il tratto morbido e ricercato dell'artista non può che beneficiare di questa ristampa, consentendo al lettore di bearsi di questi disegni fantastici, dove i due protagonisti risultano plastici e molleggiati in maniera deliziosa, e perfettamente coerente con lo spirito sempre in movimento con cui è caratterizzata la sceneggiatura di Fausto Vitaliano.
Il lavoro dello sceneggiatore è molto buono: di fronte alla sfida del dover adattare un romanzo certamente non facile da incastonare all'interno dei "paletti" disneyani, Vitaliano si concentra su quei fattori più basilari come la poetica del viaggio, la tensione verso la libertà e il collegamento diretto tra questi due elementi - viaggio e libertà. La storia risulta così priva di fronzoli, con una trama solida fatta di tappe, inseguimenti e avventure genuine, costituendo un bel leggere, un piacevole intrattenimento costellato da alcuni pensieri piuttosto suggestivi.
Non tutto fila liscio: un paio di tormentoni che vengono ripetuti davvero troppo volte (chiamare "cosi" i rotoli di carta con la conseguente correzione, per esempio) o un'eccessiva e quasi didascalica insistenza sulla contrapposizione tra il sedentario da scrittoio e il viaggiatore che capisce il mondo perché lo vede, chiaramente uno dei messaggi-chiave dell'avventura ma che proprio per questo non occorreva ripetere così spesso. Ma è poca roba rispetto alla riuscita complessiva di quest'opera, e ad una caratterizzazione interessante di Topolino e Pippo che, pur in ruoli leggermente diversi dai soliti, riescono ad essere a loro agio in quei panni e credibili. Pippo nei panni di "viaggiatore e filosofo" (cit.) risulta un personaggio decisamente riuscito, che attinge molto alla "pippesca" attitudine di vita leggera e scanzonata, togliendo dall'equazione l'ingenuità. Ci sta.

Il volume si arricchisce, come di consueto, da alcuni interessanti contenuti speciali. Vitaliano preferisce non approfondire più del necessario il dietro le quinte alla creazione della storia, concentrandosi sulla spiegazione delle varie citazioni, riferimenti e inside jokes relativi al romanzo di partenza o ad altre fonti di ispirazione, spesso comunque rilevabili abbastanza facilmente già alla prima lettura della storia.
La parte riservata a Paolo Mottura si rivela invece più succulenta, sia per le riflessioni esposte su come approcciare graficamente il lavoro di Vitaliano, sia per i magnifici acquerelli dell'artista, che sono davvero dei piccoli capolavori capaci di creare atmosfere uniche e impagabili, davvero ricche di sensazioni, e che da soli valgono buona parte della spesa del volume.
Anche questo titolo, quindi, si costituisce come pezzo consigliato nelle librerie degli appassionati.

Citazione da: Valerio
Ma L'Isola?
L'Isola del Tesoro dei Turconi la proporranno in questo formato l'anno prossimo. Sempre nel 2016 dovrebbe trovare posto in questa collana anche la nuova edizione di Dracula di Bram Topker, già valorizzata tre anni fa nell'omonimo brossurato Speciale Disney #60. Questo, oltre a creare un'apprezzabile unità di formato con Ratkyll e Hyde e con il futuro terzo tassello della "trilogia dell'orrore" di Enna&Celoni (che chiaramente finirà su questa testata, dopo l'esordio su Topolino), ci autorizza a pensare che prima o poi ristampino come De Luxe anche l'ultimo esponente rimasto di questa nuova ondata di parodie, cioè Moby Dick di Artibani e Mottura, e che era stata ristampata con modalità identica a Dracula nel Disney Time #63 di due anni fa. Ma quest'ultimo è solo un ragionamento completamente personale sulla base di queste notizie. Chi vivrà vedrà, di certo sarebbe una mossa coerente e ordinata.

10
Testate Speciali / Topolino Limited De Luxe Edition 8 - Moby Dick
« il: Sabato 11 Giu 2016, 18:07:11 »
Moby Dick
https://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+3003-1P
di Francesco Artibani, Paolo Mottura e Mirka Andolfo
(Topolino Limited De Luxe Edition #8)




In queste settimane è uscito in fumetteria un nuovo titolo di questa prestigiosa collana che, dopo il terzo PKNE del mese scorso, torna ad occuparsi dell'altra tipologia di storie accolte sulla Limited De Luxe Edition finora: le parodie.
La differenza rispetto alle precedenti parodie è che non si tratta della prima edizione di lusso per questa storia specifica: viene infatti ristampato il Moby Dick di Francesco Artibani e Paolo Mottura, che aveva già conosciuto una riedizione in un Disney Time brossurato con alette tre anni fa.
Il motivo di tale scelta è probabilmente da ricercare in una volontà di unità stilistica per questo filone di "nuove parodie", anche ripensando alle voci della scorsa Lucca che volevano ristampato in questo formato anche il Dracula di Bruno Enna e Fabio Celoni, che completerebbe il cerchio insieme ai successivi adattamenti già ospitati alla loro prima riedizione di lusso.
Iniziativa coerente e lodevole, tanto da spingermi a spendere i (quasi) 10 euro per avere la storia in triplice copia :P
Mi ha anche fornito l'occasione di rileggere dopo tanto tempo questa grande avventura, che si riconferma essere potente e catartica. La sfida dell'adattare un romanzo come il Moby Dick di Herman Melville in salsa disneyana era tutt'altro che semplice, ma Artibani la supera brillantemente, mettendo in primo piano i personaggi Disney (che dimostra una volta di più di conoscere approfonditamente) e le motivazioni che li muovono. Così facendo riesce ad inserirli coerentemente in una vicenda in cui "tutti cercano qualcosa", dove la mitica balena rimane quasi sullo sfondo, come importante motore degli eventi, mentre vediamo agire benissimo figure come Paperino e Qui, Quo e Qua, che ripescano in modo adatto gli scontri e le marachelle tipiche del fumetto Disney di un po' di anni fa.
Ma inevitabilmente è proprio il Paperone/Quackab a giganteggiare su tutto e tutti: il suo incrollabile obiettivo, l'impegno costante per raggiungerlo, i monologhi sentiti... tutto contribuisce a delineare in modo epico e strutturato il protagonista della vicenda, anche grazie ai disegni iperdettagliati di Paolo Mottura.
Mottura è in stato di grazia: a partire dalle grinze sul volto di Quackab per arrivare agli spruzzi del mare, al legname della nave, alla posa sempre plastica e straordinariamente animata di tutti i personaggi, Paperino/Ismaele in primis.
Anche la sua versione della balena bianca è magistrale: certo rifugge in alcuni scorci da un'anatomia conosciuta dal lettore, ma tutto questo non fa nient'altro che accrescere con maestria l'imponenza della bestia e l'inquietudine di cui è portatrice.

Il grande formato della nuova edizione esalta sicuramente le tavole, che possono farsi ammirare con maggior attenzione e gusto.
È forse il suo solo pregio (insieme alla sempre gradita cartonatura), a confronto con la precedente ristampa. I contenuti speciali infatti si limitano ad un breve - seppur sempre interessante - intervento di Artibani relativo alla lavorazione di Moby Dick, e ad alcune illustrazioni in acquerello di Mottura, davvero spettacolari.
Vien però da chiedersi perché non approfittarne per inserire tutti quelli prodotti dal disegnatore: di stampe, serigrafie ecc relative alla suddetta storia ne sono state realizzate parecchie, alcune delle quali pubblicate all'epoca su Topolino e sul Disney Time del 2013. Qui ce ne sono di altre non presenti prima, ma metterle insieme a quelle delle precedenti edizioni pareva brutto?
I "dietro le quinte" del Disney Time erano poi decisamente più corposi, con un vero e proprio racconto di Artibani sull'acquisto da parte sua e di Mottura di una barca che si intrecciava con info approfondite sul fumetto.
In conclusione, questa nuova De Luxe è consigliabile? Se non avete la storia, senza se e senza ma. Se già l'avete ma state seguendo questa collana, ha senso acquistarla, anche se non strettamente necessario a meno che non siate completisti patologici.
Ma resta il fatto che per avere un'experience completa ritengo vada comunque "mixata" con la precedente ristampa.

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Testate Speciali / Phineas and Ferb - Il Magazine Ufficiale
« il: Giovedì 20 Gen 2011, 01:21:26 »
Domani in edicola il primo numero! :-?

Qui il comunicato stampa.

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Testate Speciali / Tron Legacy - La Storia a Fumetti
« il: Mercoledì 15 Dic 2010, 18:07:00 »
Oggi in un ipermercato mi sono imbattuto in questo.
Adattamento a fumetti del prode Stefano Ambrosio, disegni sbavosi di Paolo Mottura, euro 12.90, Disney Libri (è proprio sullo stesso stampo di Alice in Wonderland, Novecento, Prince of Persia). Non l'ho comprato, solo sfogliato... per ora :P Ma è figoso.
Invece sfogliando il "Disney Comix" viene pubblicizzato in edicola dal 29 dicembre, con copertina diversa, a euri 3.90.

13
Testate Speciali / Vita e dollari di Paperon de' Paperoni
« il: Venerdì 19 Ott 2007, 22:20:04 »
Capitando per caso su afnews (http://www.afnews.info/) ho letto, subito sotto l'articolo per il compleanno di Cavazzano, del fatto che il 5 novembre dovrebbe uscire una nuova versione del celebre Oscar mondadori "Vita e dollari di Paperon de paperoni", una rsitampa con 50 pagine in più di approfondimento... potrebbe essere interesante come qualcosa di speciale per festaggiare i 60 anni dello Zione, ma sarà l'unica iniziativa?

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Topolino / Topolino 2907
« il: Mercoledì 10 Ago 2011, 11:06:34 »
Copertina

Stefano Intini

Le Storie

Topolino e il Grande Mare di Sabbia
(Radice/Turconi)
Paperino e l'Elmo degli Dei [primo e secondo tempo] (C. Panaro/Freccero)
Paperino Ficcanaso per (un) Caso (Hedman/Andersen)
Paperino, Paperoga e la Migliore delle Scuse (Vitaliano/Gottardo)

Topogulp:

Che Aria Tira a... Topolinia (Ziche)
Comportamenti Ecologici a 360° - Inquinamento Acustico (O. Panaro)
Comportamenti Ecologici a 360° - Amico dell'Uomo e dell'Ambiente (O. Panaro)
Vita al Deposito - La Sveglia (C. Panaro/Zanchi)
E' Dura Essere Paperinik - Dotazioni (C. Panaro/Zanchi)

Da segnalare:

 - intervista a Teresa Radice e Stefano Turconi sul sito "Topolino.it" riguardo alla storia di apertura di questo numero
 - articolo sui grattacieli in cui viene citato PKNA e la Ducklair Tower
 - editoriale della De Poli sull'abbandono degli animali durante le vacanze (a cui è dedicato anche il Che Aria Tira e la cover)

Next:

 - Speciale giochi e barze sotto l'ombrellone
Topolino e la Mano di Crom
Dinamite Bla e il Salame Tripiccante
 --> next completo qui

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Topolino / Topolino 2811
« il: Mercoledì 30 Set 2009, 10:48:28 »
Come d'obbligo nei "casi particolari", potendo attingere da qui al sommario del numero che sarà in edicola la prossima settimana, apriamo il topic.

Topolinia 20802, Ep. 1 - Topolino va in città (Vitaliano, Ghiglione)
Q-Blog - Il cuore del mistero (Ambrosio-Camerini, D'Ippolito)
Ripariamo con Orazio - Terza Lezione, Pareti (Bosco, Milano)
Zio Paperone e il passato screanzato (Gray, Andersen)
Zio Paperone, Amelia e la guerra dei sogni (Cimino, Chiercini)

C'è Cimino disegnato da un disegnatore "classico", c'è una straniera e soprattutto c'è una nuova saga, il cui almeno primo episodio è scritto dal Fausto nazionale, che tanto farà discutere.
Ora, se Pacuvio ha qualcosa da dire, come suggeriva nel topic dello scorso numero, può farlo ;)

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