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« il: Sabato 8 Lug 2023, 02:45:12 »
Per quel che mi riguarda stavo concordando finché non hai deciso che il filo rosso che unisce tutte le serie di Pk è Evron.
Evron è chiuso, e non dico non possa essere ripreso attraverso filamenti narrativi minori o reimpastato in un disegno più grande (e magari redentivo per la razza evroniana stessa), ma insistere che Pk = Evron è un ragionamento pericoloso che ha dato la stura ad alcune delle peggiori banalizzazioni che abbiamo visto compiere negli anni, quando si parlava di Pk.
Pk è stato tante altre cose, anche migliori di Evron.
In primis è stato uno stile, un modo di ragionare, di fare fumetto Disney. E questa eredità direi che è stata tramandata pienamente: se apro un topo dell'era Bertani questa cosa la vedo, che si tratti dell'intimismo della Cometa, delle sperimentazioni di Fast Track Mickey o il fattore Gamma di Pastro Jr, c'è follia, voglia di osare, di stupire con effetti speciali e pathos.
In secondo luogo è stato una portentosa opera narrativa. Ma per decidere per davvero di cosa parlasse, quale fosse il tema comune a tutte le serie bisogna appunto guardare il corpus nel complesso: PKNA, PK2 e PKNE. E allora ecco cosa emerge: Pk è la storia di Paperinik che scopre la tecnologia Ducklair. Stop. E' la storia di come la usa, di come gli viene portata via, di come la ritrova e via dicendo. Qualsiasi cosa si lega a questo.
Quindi se si dovesse concepire un finale a questa storia i casi sono due: o alla fine la perde e tanti saluti oppure... decide di farci qualcosa di buono. Non so cosa, sicuramente dovrebbe essere un qualcosa di grosso, di molto utile e positivo, magari ecologico, che aiuti per davvero il Calisota innescando un cambiamento. Immagino un finale in cui viene presa una decisione di qualche tipo, col beneplacito di Everett, Uno, Archimede, Dunia o Paperone e delle personalità forti dello scenario economico e scientifico paperopolese. Un qualcosa di cui poter tenere conto anche fuor di Pk, senza che risulti ingombrante per il resto del fumetto disneyano. In questo modo si avrebbe tutto: un punto, un'ideale conclusione per la saga, senza per forza dover dare l'addio ai personaggi.
Sono mie ipotesi e fantasticherie, eh, ma per una volta mi lascio andare a questo esercizio di immaginazione. Perché a me personalmente dispiace troppo del vedere come da un lato sulle pagine del Topo si stia costruendo una sempre più complessa lore paperinikkiana che si dipana su tre epoche, fatta di belle addormentate, ladri gentiluomini, miliardari sudafricani che sembra però non voler minimamente riconoscere quanto di bello era stato costruito in Pk. Gli universi diventano credibili quando gli autori agiscono coordinati. il multiverso lasciamolo ad altri signori.