"Basta così, zio!
Tu vuoi darti allo sfruttamento
intensivo dei lavoratori! Nessun fine può giustificare la tua azione!"
Suona così l'ammonizione che uno dei nipotini impartisce a Zio Paperone mentre il ricco parente è impegnato a trastullarsi giocherellando con una grossa quanto misteriosa pietra preziosa.
Ma...facciamo un passo indietro per capire cosa ha portato la famiglia dei paperi a vivere un tale momento di difficoltà.
Siamo a casa di Paperino in una tranquilla giornata a ridosso dell'inizio delle vacanze, scadenza che, logicamente elettrizza i nipotini che fantasticano di mete esotiche, mentre Paperino rassegnato attende che il destino si compia. Sa che il rischio di vedersi coinvolto dallo zione in un viaggio di avventure è più che concreto e trema, Detto fatto e lo Zio Paperone si presenta all'uscio bardato in una divisa simil/coloniale riesumata dai suoi trascorsi scontri con i predoni dell'Alto Tibet nel 1872 (che data magnificamente casual, davvero una splendida data che ci libera da ogni angoscia anagrafico/continuativa che ci possa turbare riguardo al voler trovare il pelo nell'uovo nei trascorsi della vita del nostro magnate collocandolo in attività in un anno che oggi è tale ma domani potrebbe essere un altro).
Sarà perciò in Tibet che andranno i paperi , alla ricerca di un rubino dalla intensa luce interna, il piu grande al mondo, "l'occhio di zampirone". Ora, se avete presente lo zampirone e la sua forma spiraliforme potete anche immaginare le proprietà ipnogene del rubino in questione!
Ma torniamo alla storia; i paperi arrivano in Tibet con un mezzo forse insolitamente (o quasi) tradizionale per come ci ha abituati nelle sue storie Cimino , un semplice velivolo a petrolio agricolo che schiantatosi sulle montagne li lascia in balia di un paesaggio sconosciuto e pericoloso. Così attraverso alcune peripezie essi giungono in una valle abitata da nativi dall'aspetto alquanto assonato e amorfo! Perchè gli autoctoni hanno l'aria assente si chiede Paperino? Giusto il tempo di porsi le domande e i paperi si accorgono che la valle è dominata da un immenso faro sulla cui cima splende una sfera luminescente che proietta la sua luce anche intorno alle montagne. Sembrano tutti morti di sonno i nativi, tranne tre di essi dall'aspetto ben più infido e truce, i quali si premurano di interrogare gli estranei appena arrivati. L'aggressività dei tre ribaldi ha la meglio sui paperi che vengono rinchiusi in cella con l'accusa di essere spie. In cella, non potendo dormire perchè la luce del rubino penetra implacabilmente dalle finestre aperte in ogni casa della valle come anche in prigione, i paperi si rendono conto, grazie anche al manuale di QQQ, di essere capitati proprio nel luogo che cercava Paperone, solo che il rubino è li perchè in tempi remoti fu trafugato dagli antenati dei loro carcerieri i quali adesso sfruttano le qualità ipnotiche della gemma per costringere tutti gli altri abitanti a un lavoro intensivo e massacrante di estrazione di minerali preziosi. Così i valligiani, la cui volontà è svuotata e asservita dalla luce che li colpisce di continuo, sembrano senza speranze ma...Zio Paperone ha fiutato l'affare e dopo una prima notte insonne che non produce danni solo a lui ovviamente galvanizzato, decide di prendere in mano la situazione. E' un Paperone che in questo momento raggiunge il suo apice nella storia, guidando i paperi alla riscossa il giorno dopo averli fatti riposare con dell'argilla applicata sugli occhi per non far penetrare la luce del rubino. Così i paperi fingendosi vinti riducono all'impotenza i tre malvagi e finalmente fuggono con la gemma. Raggiunti dal resto del villaggio si vedono ringraziare per averli liberati dal giogo e Paperone rinuncia a un premio in diamanti chiedendo in cambio di mantenere il rubino che torna con essi a Paperopoli...ma...è finita?...no di certo perchè il piano del nostro arcimiliardario è davvero diabolico, degno del più bieco e spietato dei capitalisti: sfruttare il rubino per schiavizzare la volontà dei lavoratori di una delle sue tante miniere! E, fra le righe, sembra proprio lo voglia fare come esperimento pilota! :o. E qui Cimino, superbo conoscitore delle dinamiche socio economiche, di ieri come oggi, perfettamente calato nella realtà degli anni in cui scrive la storia, quì, dicevo, Cimino sembra addirittura proiettarsi nel futuro, e con lui ci proiettiamo anche noi, perchè a cosa ci rimanda e cosa ci può rievocare la luce magnetica e ammaliante di quel rubino se non gli ammalianti supporti mediatici che la tecnologia di oggi ci mette a disposizione rendendoci la vita certamente più bella e gradevole ma, che se mal gestiti o peggio sovrabusati, rischiano di renderci schiavi di un sistema pericolosamente incline all'omologazione che tanto piace ai plutocrati burattinai.
Così avviene la reazione di sdegno descritta in avvio del racconto e i nipoti all'unisono deplorando il comportamento dello zio lo abbandonano. Fin tanto che, giorni dopo il "povero" Paperone si vede raggiungere da una ferale notizia: nella miniera dove ha installato il faro è avvenuta la perdita di tonnellate di materiale perchè i minatori non potendo dormire di notte disturbati dalla luce del rubino, si riappropriano del sonno perduto proprio al buio della miniera.Con la produzione ferma e le paghe da trasmettere in ogni caso, per il malcapitato plurimiliardario è il tracollo! Dovrà far togliere la pietra che agiva solo sul sonno dei minatori ma aveva perso le reali qualità ipnotiche perchè maneggiata da Paperone senza guanti al contrario dei tre ribaldi del Tibet.
Finale in piena armonia, col vecchio zio che fa ammenda del suo peccato e rivaluta un concetto che si porta dietro, questo si fin dalle sue origini barksiane: "il gusto del guadagno viene dalla lotta con gli antagonisti" e se a fargli vincere ogni battaglia fosse stato il potere del rubino, egli sarebbe rimasto inoperoso e questo non è certamente nelle corde di Paperon De Paperoni!