Recensione Topolino 3627
La copertina e la storia di apertura di
Topolino 3627 sono dedicate al ritorno, dopo due anni, del geniale Geekson e delle sue scoperte scientifiche finalizzate al controllo di immense quantità di energia. E insieme a Geekson ritorna così
Alessandro Pastrovicchio, in veste di autore completo (assieme al pregevole contributo di
Manuel Giarolli ai colori), con
Il raggio scioccante, il primo dei tre episodi che completeranno l’avventura nelle prossime settimane.
Topolino e l’effetto Omega è una storia particolare, i disegni hanno uno stile molto personale e la costruzione della tavola segue schemi piuttosto liberi e dagli esiti molto interessanti, che riescono a coinvolgere il lettore e a trasportarlo nello svolgimento delle vicende, ma
si percepisce piuttosto facilmente come siano tavole progettate per una pubblicazione a respiro più ampio, come più che probabilmente sarà, vista la contemporanea pubblicazione
della prima storia in un
cartonato dal formato decisamente più grande del settimanale, presentato pochi giorni fa nella cornice di Etna Comics.
Tutta la vicenda gode di un approccio narrativo molto cinematografico, in particolar modo all’inizio con la sequenza degli eventi che hanno portato Geekson ad abbandonare la comunità scientifica – a suo dire troppo ottusa – e sviluppare in autonomia i suoi progetti, covando sentimenti di rivalsa e rancore.
Una sorta di origin story del tipico villain in perfetto stile supereroistico. Personalmente, non sono riuscito a dare un riferimento temporale preciso agli eventi, spiazzato dalla barba grigia di Enigm… che sembra molto invecchiato da allora, rispetto a Geekson che è invece rimasto praticamente lo stesso. Ma è un inizio molto (molto!) migliore di quello della storia precedente, che prendeva le mosse dall’ennesima telefonata di Basettoni a Topolino!

La disposizione dei pezzi sulla scacchiera non è casuale
Un plauso va sia all’autore, sia – soprattutto – a chi leggendo la storia
si è accorto del fatto che la partita a scacchi tra Geekson e Ghimel non è una partita qualsiasi, ma
i pezzi sono disposti sulla scacchiera in modo da replicare la cosiddetta “Immortale di Kasparov”, a giudizio degli esperti la miglior partita di scacchi mai giocata. Tanto di cappello!
Per concludere,
il finale sospeso dell’ultima tavola è molto coinvolgente, come dovrebbe essere per ogni storia “a puntate”, e sono curioso di vedere come andrà avanti.
Passiamo poi alle due avventure successive, due storie accomunate dall’elemento del “riuso”, o forse meglio della reinterpretazione di un’idea.

Un evidente omaggio a “I Goonies”
La prima è
Paperino Paperotto e l’avventura davvero avventurosa, di
Bruno Enna e
Nicola Tosolini: pur introdotta da un lungo prologo che si rivelerà decisivo per il prosieguo della trama orizzontale, relativa alla
liaison tra lo sceriffo Marble e Miss Witchcraft,
l’avventura cita ed omaggia uno dei film-simbolo degli anni Ottanta,
The Goonies di Richard Donner, in maniera piacevole e non intrusiva, apprezzata da chi ha vissuto quell’epoca (e ha visto il film), ma talmente ben inserita nella trama da non stonare per gli altri lettori.
Interessante notare come quella che ho sempre interpretato come un’ambientazione di matrice anni Settanta si stia forse spostando verso gli anni Ottanta, magari per “seguire” la finestra demografica di riferimento…
La storia, comunque, conferma le ottime capacità di Enna nel mantenere il ritmo dell’avventura cambiando continuamente il punto di vista dell’azione tra i ragazzi di Quack Town, lo sceriffo Marble e Miss Witchcraft, risultando così la migliore del numero.
Una volta tanto, poi, mi sento se non di promuovere, almeno di tenere in considerazione la storia di produzione Egmont:
Paperino, Zio Paperone e il tappo filosofale, sceneggiata da
Stefan Petrucha e disegnata da
Diego Bernardo non è certo un capolavoro, ma ha lo stesso obiettivo di una delle storie “classiche” di
Carl Barks,
A Financial Fable (
Paperino e la pioggia d’oro), dove viene spiegato come l’abbondanza di una qualsivoglia merce – fosse anche l’oro – conduce ad una svalutazione della stessa, che ha senso essere ambita fintantoché è scarsa…
un mattoncino per la formazione intellettuale dei giovani lettori.

La spiegazione sui metamateriali
Pico, Paperoga e la tuta del silenzio, di
Marco Bosco con i disegni di
Giampaolo Soldati, prova a spiegare argomenti come i
metamateriali possano influenzare la propagazione di alcune tipologie di onde, come quelle elettromagnetiche (la luce, ad esempio) e quelle sonore, sinceramente riuscendoci meglio nell’articolo che nella storia, che sembra un po’ forzata sia nell’esigenza di Pico che nella curiosità di Paperoga… ma almeno
è stato uno spunto originale, mi sarei aspettato il solito piano dei Bassotti per annullare il rumore prodotto dal loro ennesimo attacco al Deposito!
Infine, spesso mi fanno notare nelle recensioni che non nomino la tavola autoconclusiva di chiusura fascicolo: non è perché me ne scordo o la salto in quanto alla fine dell’albo, è che queste tavole hanno davvero poco da dire,
chissà che non valga la pena fare una riflessione sulla loro opportunità e magari sostituirle con un qualcosa di più strutturato, da distribuirsi sempre in ragione di una pagina a settimana, ma che possa avere una trama di più ampio respiro e che possa convincere il lettore a vedere cosa succederà la settimana dopo…
Per il voto finale pesa molto il valore delle prime due storie, decisamente sopra la media e che garantiscono le tre stelle e mezzo.
Voto del recensore:
3.5/5Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
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