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Post - Paolo

Pagine:  1 [2]  3  4  ...  372 
16
Giochi / Re:La Tombola Disney
« il: Lunedì 25 Dic 2023, 16:50:15 »
Si parte tra un paio di minuti per 3 partite...

https://www.papersera.net/wp/tombola-disney-le-cartelle/

 - Paolo

17
Off Topic / Re:Auguri a tutti i Paperseriani!
« il: Lunedì 25 Dic 2023, 16:26:06 »
Auguri a tutti voi, carissimi.

Anche da parte di Massimo de Vita, che mi manda un messaggio con questa immagine da condividere con "tutti i paperseristi".



 -Paolo

18
Giochi / Re:La Tombola Disney
« il: Domenica 24 Dic 2023, 17:50:28 »
Inizia l'ultima partita, ci si riaggiorna più tardi, direi.

  -Paolo

19
Giochi / Re:La Tombola Disney 2021
« il: Domenica 24 Dic 2023, 17:21:07 »
Mi accorgo ora che questo era il thread del 2021, possiamo spostarci qui:

https://www.papersera.net/forum/index.php/topic,495.msg626711.html#msg626711

 -Paolo

20
Giochi / Re:La Tombola Disney
« il: Domenica 24 Dic 2023, 17:20:58 »

21
Giochi / Re:La Tombola Disney 2021
« il: Venerdì 22 Dic 2023, 14:53:31 »
OK, alla prossima, ora devo staccare.

22
Giochi / Re:La Tombola Disney 2021
« il: Venerdì 22 Dic 2023, 14:26:24 »
Proviamo/partiamo con una partita alle 14:30?

  -Paolo


23
Topolino / Topolino 3548
« il: Sabato 2 Dic 2023, 17:23:43 »
Recensione Topolino 3548


Copertina di Corrado Mastantuono e puzzle allegato

Sorprendente nelle forme e nei contenuti il lungo editoriale del direttore in occasione di questo numero che, nella versione con il bel puzzle allegato, avvia le celebrazioni per le incombenti festività natalizie.

 Il fascicolo si apre con Qua e i Bumpers: Un arduo compito, storia che vede il ritorno dei Bumpers, la rock band precedentemente conosciuta come I Rintronati, con una storia dedicata a Brianna, la bassista del gruppo.

 Non so se la storia disegnata da Mattia Surroz su testi di Giorgio Salati sia prima di una serie di possibili approfondimenti dedicati ai vari componenti del gruppo. Probabilmente la volontà di questo tipo di vicende è quella di approfondire questi personaggi “minori” e quindi più liberi dai vincoli esistenti sui quelli tradizionali, così da favorirne l’identificazione da parte dei lettori del settimanale.

 Dal testo traspare chiara la passione di Salati per la musica, e non mi riferisco alle battute sull’“umore basso” della bassista, quanto invece all’utilizzo ben contestualizzato dei termini più tecnici.

 La storia però soffre – come mi è capitato di notare anche in altre occasioni da parecchie settimane a questa parte – di una mancata scelta precisa della direzione dello stile narrativo: a volte sembra rifarsi agli schemi di Marco Nucci che abbiamo imparato a conoscere, dove le didascalie supportano la narrazione in prima persona mescolando pensieri, considerazioni, parti di dialogo lasciate tipicamente nello “spazio bianco” tra una vignetta e l’altra; altre volte la storia scorre quasi avesse intenti didattici; altre ancora si avvicina alle tematiche dei teen drama presenti sui canali televisivi.

 Insomma, o non sono stato in grado io di percepirne direzione ed obiettivo, o forse è una scelta precisa dell’autore quella della commistione. Fatto sta che comunque la sensazione che ho avuto di scarso coinvolgimento davanti ai destini dei protagonisti, le cui vicende vanno avanti senza sorprese o scivoloni, non è mutata dopo aver ripreso in mano il fascicolo per scriverne la recensione.

 
Ragazza grintosa…[/size][/i]

 Di certo l’essere lontano dal target per il quale il soggetto è stato pensato non mi ha facilitato le cose. Posso però supporre dai pochi commenti presenti sul forum relativamente alla storia (e al fascicolo in generale) che forse non sono l’unico a provare questa sensazione.

 Più coinvolgente La strega e lo scienziato, terza parte della nuova avventura di Ducktopia ad opera dell’eclettico Francesco Artibani e Licia Troisi, con gli ottimi disegni di Francesco D’Ippolito (che si è divertito – non so se dietro suggerimento di Artibani – a citare la prima iconica copertina dei Fantastic Four in una vignetta che avrebbe meritato l’onore della tavola intera).

 Non vi dico nulla sui contenuti se non che ci sono importanti colpi di scena e che, come anticipato, il lavoro di D’Ippolito è di prim’ordine, non facendoci mai rimpiangere la “gabbia” tradizionale della tavola nelle numerose volte in cui l’abbandona: scelta che potrebbe forse penalizzare l’immediata leggibilità della storia, ma che consente di “investire” del tempo per rileggere l’episodio, così da poter apprezzare dettagli e finezze sfuggite ad una prima lettura incentrata solamente sul dipanarsi degli eventi.

 
Arrivano i mostri! Ehm… i nostri![/size][/i]

 Eventi che però si succedono in maniera così tumultuosa che ho percepito una sorta di disequilibrio nella distribuzione dello spazio (inteso come spazio fisico: tavole, vignette) all’interno della storia, dilatando a volte oltremodo quello dedicato alle scene più tradizionali e meno funzionali alla trama (ad esempio pagina 55) e comprimendo troppo quello dedicato ad elementi chiave: a tal proposito si veda la pur immaginifica tavola pubblicata a pagina 61 dove un passo fondamentale avviene frettolosamente e in campo lungo. Comunque attendo il finale con un bel po’ di curiosità!

 Paperino e Paperoga senza sosta di Tito Faraci e Giovanni Preziosi (all’esordio sul settimanale con buoni risultati) mi ha dato la sensazione di leggere/ascoltare una barzelletta divertente, ma già sentita molte altre volte per poter riuscire a suscitare qualcosa in più di un sorriso di simpatia.

 
Bruto che vola? Gasp! Speriamo non soffra di vertigini!

Più fantasiosa Sul filo del vento, opera da autore completo di Alessio Coppola all’interno della serie PippoSpot, dove stavolta le esigenze commerciali del committente si incontrano con quelle sociali di un quartiere periferico.

 La serie si è sempre caratterizzata per la grande libertà delle trovate di Pippo, e il lettore è predisposto a sospendere la sua incredulità per il tempo necessario alla lettura, ma quando chi si ritrova in pericolo per essere stato sollevato da terra e trasportato in alto da un aquilone è Bruto (o Gancetto che dir si voglia), praticamente l’unico componente del cast di Topolinia in grado di volare autonomamente, la sensazione che ci sia qualcosa di strano sale potente.

 Chiude l’albo una storia di Maya Åstrup e Andrea Freccero che attendevo con curiosità, non solo per rileggere qualcosa dell’autrice danese appassionata di retcon (si vedano ad esempio The Butterfly Tribe e Once Upon a Sorceress) ma soprattutto per il ritorno ai disegni di Freccero… La più recente storia dell’attuale direttore artistico di Topolino era Dinamite Bla e il segno di Buzzurro, pubblicata a inizio 2020. Lecita quindi la curiosità di rivederlo all’opera!

 Ma la sceneggiatura non ha certo aiutato il disegnatore: ispirata a The Coin, storia scritta e disegnata da Don Rosa nel 1999 per l’editore francese, La lunga notte della Numero Uno non regge il confronto né dal punto di vista del coinvolgimento del lettore, né per la scorrevolezza della trama, apparsa a tratti forzata e troppo poco credibile; il tutto senza alcun condimento umoristico. Davvero deludente.

 
Non è mai “solo” un decino…[/size][/i]

 Un numero, insomma, nel quale individuo solamente nella terza parte di Ducktopia un punto di forza; non abbastanza per raggiungere le tre stelle… E se le speranze di avere nuovi autori sono riposte nel “bando” pubblicato dal direttore nelle due pagine di editoriale non prevedo un futuro esattamente roseo e glorioso. Spero di sbagliare.



Voto del recensore: 2.5/5
Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
https://www.papersera.net/wp/2023/12/02/topolino-3548/


Ora è possibile votare anche le singole storie del fascicolo, non fate mancare il vostro contributo!


24
Il sito del Papersera / Re:Prenotazioni libri/quaderni/albetti Papersera
« il: Sabato 18 Nov 2023, 15:14:59 »
Comunicazione di servizio: sabato sarò a Bologna per la mostra mercato dell'ANAFI, se ci sarà anche qualcuno interessato a materiale Papersera, posso portare qualcosina.
 
-Paolo

25
Mostre, Fiere e esposizioni / Re:Bologna ANAFI 25 novembre 2023
« il: Sabato 18 Nov 2023, 15:13:46 »
Anche io sarò a Bologna, anzi, se qualcuno deve prendere materiale Papersera, me lo dicesse per tempo che mi organizzo per portarlo (sarò comunque in treno...)

E porterò i doppioni: oggi vado a comprare il box delle figurine!  :crazy:

  -Paolo

26
Sono ancora indeciso se fare o meno quest'album, la grafica non mi attira particolarmente, ma ancor di più mi darebbe fastidio non poterlo completare: come mai i multipack sono introvabili? Sul sito non vedo ancora ordinabili le figurine singole, non è che poi resto senza le due card?

  - Paolo

27
Il sito del Papersera / Re:Segnalazione errori del forum
« il: Lunedì 13 Nov 2023, 22:21:13 »
Anche a me succede la stessa cosa. Ora funziona.
Grazie Tenebroga, da me ancora non funziona.

Potete provare ora? Credo possa aver qualcosa a che fare con la cache del sito.

 -Paolo

28
Il Mercatino / Re:[VENDO] Albi, Almanacchi e varie (1949-1977)
« il: Mercoledì 1 Nov 2023, 16:06:51 »
Hai un messaggio privato:-)

  - Paolo

29
Topolino / Re:Topolino 3543
« il: Lunedì 23 Ott 2023, 11:08:26 »
Sarei curioso di sapere cosa ne pensate della storia di Zironi con Gambadilegno. Come ho scritto nella recensione a me è piaciuta molto, sia per la sua originalità sia per come sono state gestite le atmosfere. A voi?

 -Paolo

30
Topolino / Topolino 3543
« il: Domenica 22 Ott 2023, 13:05:31 »
Recensione Topolino 3543


La copertina e la statuetta celebrativa

 Altre celebrazioni per il centenario della Walt Disney Company continuano ad essere presentate sul settimanale: dopo il francobollo della scorsa settimana è la volta di una bella copertina di Andrea Freccero con i colori “old style” realizzati da Andrea Perrotta, dove ci viene riproposto l’iconico Mickey Mouse del 1928 alla guida dello Steamboat Willie e – per chi la desiderasse – una statuetta in plastica dello stesso soggetto realizzata in base ai disegni di Emmanuele Baccinelli, particolarmente ben riuscita e che spicca notevolmente rispetto alla qualità media dei gadget allegati a Topolino.

 La genesi della copertina e della statuetta (a proposito, il prezzo della confezione con il gadget è superiore di 10 euro ai consueti 3,5) è presentata nelle prima pagine del Topolino con un’intervista doppia di Francesca Agrati ai due autori ed è arricchita da alcune interessanti illustrazioni degli schemi realizzativi della statuetta.

 Le celebrazioni del centenario continuano all’interno del fascicolo, con una simpatica serie di cinque gag autoconclusive da una pagina ognuna sceneggiate da Francesco Artibani e disegnate da Lorenzo Pastrovicchio in stile retrò, ricche di citazioni grafiche e simpatiche da leggere.

 Mi sono mancate però alcune trovate tipiche delle tavole domenicali anni Trenta, in particolare la minore verbosità dei balloon, dove non veniva spiegata l’azione descritta dal disegno, in favore di un’abbondanza di fumetti contenenti solo punti esclamativi o interrogativi, oppure la vignetta finale dove si vedeva spesso svenire il protagonista.

 Ma l’omaggio confezionato dagli stessi autori di altri due precedenti omaggi al Topolino di Gottfredson (Topolino e i bracciali di Maciste e Topolino e l’avventura su misura) è molto piacevole, e sarei curioso di vedere qualche sperimentazione in più aumentando il numero di vignette alle dodici tipicamente presenti in una tavola domenicale.

 
Le trovate tipiche delle tavole degli anni Trenta[/size][/i]

 In apertura del fascicolo troviamo la storia lunga – 60 tavole – di Luca Barbieri e Francesco D’Ippolito, K – Diari del Klondike, ennesima rivisitazione dei temi della gioventù dello Zione che forse impone una riflessione sull’utilizzo di questa tematica: quanto presentato sul settimanale offre un omaggio all’Uomo dei Paperi, ha una trama godibile, ben disegnata e con spunti grafici interessanti nelle tavole di apertura – ad esempio si veda pagina 16, dove i rapidi movimenti dei nipotini sono sottolineati da una struttura della tavola originale e dinamica.

 Quello che però secondo me impedisce al lettore di appassionarsi allo svolgimento degli eventi è il voler costantemente “impreziosire” le imprese di Paperone con un suo gesto nobile, generoso, onesto e solo teoricamente inatteso… mentre di contro mancano i suoi eccessi, la celebrazione della sua folle adorazione per il denaro, la sua ferrea volontà di eccellere e primeggiare, la volontà di combattere e litigare per un decino.

 
La particolare visualizzazione degli spostamenti del nipotino all’interno della tavola.

 E ancora meno convincente trovo l’utilizzo fatto negli anni dei comprimari delle storie di Paperone, in particolare Doretta Doremì: Barks con un pugno di vignette l’ha definita creando un universo ricco di sentimenti, sottintesi, potenzialità, empatia e umorismo, Rosa ha dato al personaggio la sua interpretazione (che personalmente condivido) inserendola in una storia e in un tessuto sociale attentamente studiati dall’autore.

 Gli altri temo la stiano riducendo ad una “papera qualunque”, l’ennesima figurante nell’universo dei paperi, indistinguibile dall’attuale Brigitta, per dire.

 Procedendo nella lettura, incontriamo il lavoro di Jaakko Seppälä e Kari Korhonen sono gli autori di una sorta di omaggio a Barks, con Paperino e i campionati contesi (The Tale of Two Cities nell’originale, citando il romanzo storico di Charles Dickens con il quale comunque la storia non ha nulla a che spartire), una classica storia di 10 pagine, i cosiddetti ten-pager consolidatisi nei comic book statunitensi negli anni Cinquanta, dove Paperino riesce ad affermarsi come eccellenza in una determinata attività salvo poi esagerare nello sfoggio della sua maestria e guidare l’avventura verso l’inevitabile disastro finale. Il voler mantenere il layout originale della storia, appesantendolo peraltro con uno sfondo della pagina giallo, penalizza un po’ la lettura, ma la storia in sé è una valida riempitiva.

 E arriviamo a Gambadilegno e la nave fantasma, storia migliore del numero e una delle migliori dell’anno. Quest’opera di Giuseppe Zironi meriterebbe un approfondimento circostanziato e analitico, ma trasformeremmo questa recensione in qualcos’altro. Mi limito a sottolineare come ci si trovi di fronte a un vero e proprio racconto horror, che lega le sue atmosfere a moltissimi altri, in particolare quelli di William Hope Hodgson e Howard Phillips Lovecraft (Dagon e Il Richiamo di Cthulhu tra tutti).

 Gambadilegno è solo in quest’avventura (fortunatamente! La presenza di una spalla comica come Sgrinfia o Trudy avrebbe stravolto le atmosfere), la narrazione avviene in prima persona durante un interrogatorio in prigione, situazione consueta per il Nostro, che ci introduce ad una tematica ancora più standard: l’oggetto misterioso portatore di influssi nefasti.

 
Sperduti nell’oscurità oceanica.

 Il piano che porta al furto dell’oggetto è abbastanza standard e assolutamente non problematico per il lettore, ma da lì la trama prende una piega inaspettata; uno dei personaggi di sfondo rompe il consueto schema narrativo e si propone come antagonista, rappresentando l’elemento disturbatore dello svolgimento canonico della routine narrativa.

 Senza voler rivelare troppo, vi dico che l’equipaggio della nave in cui incappa Gambadilegno rimarrà tra i ricordi memorabili “inquietanti” della sterminata produzione Disney, accanto al Capitano d’oro di Zio Paperone e il viaggio nel paese-che-non-c’è, agli sguardi di Minni e le mummie del pianeta Rhubarhape, alle visioni di Minni e il segno della Sfinge… e ovviamente anche in questo caso alle opere di Barks come lo scheletro che cammina in Paperino e il segreto del vecchio castello e il Gongoro di Paperino e il feticcio.

 E poi c’è l’ambientazione: l’oceano, l’ultima frontiera della conoscenza umana, affascinante e nascosta, dove i più profondi (…indegno gioco di parole!) segreti del nostro pianeta attendono pazientemente di essere rivelati o di indurre al dubbio, alla disperazione e infine alla follia il malcapitato che dovesse trovarsi ad incrociare i loro sentieri. Le tavole di Zironi, graffiate e spigolose come al solito, si adattano perfettamente a questa narrazione, con vignette standard che si alternano ad altre a tutta pagina, sequenza che non inquadrano direttamente nessun personaggio, sequenze claustrofobiche e rivelazioni terrorizzanti (senza svelare nulla, guardate pagina 142). Insomma una gran bella storia.

 Concludendo, un fascicolo che mi ha dato modo di citare Gottfredson, Barks e Lovecraft potrebbe meritare il massimo dei voti, ma non è sempre tutt’oro ciò che luce. Non basta citare i miti per poterli emulare e quattro stelle credo siano il valore giusto da dare ad un numero che comunque nel complesso è il migliore che ho letto da un bel po’ di tempo a questa parte.



Voto del recensore: 4/5
Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
https://www.papersera.net/wp/2023/10/22/topolino-3543/


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