Dal profilo Instagram di Panini, il prossimo numero di Topolino Gold è dedicato alle Lenticchie di Babilonia
Prego che non sia la versione ricolorata e riletterata presa da ZP. Ma ci spero ben poco
La versione originale sarebbe un recupero assolutamente necessario. Credo che non sia mai stata riproposta decentemente.
Ma temo purtroppo che per determinate storie l'edizione ZP sia ormai l'impianto base standard, un po' come le ricolorate di "Paperino mese".
Riletterare le storie italiane fu davvero un errore di quella storica serie, figlio di certe ingenuità/mood dell'epoca (vedi "Le grandi parodie") derivante dagli anche troppi mezzi a disposizione, all'epoca. Una volontà di uniformare e mascherare le origini italiane di poche storie in un mare di racconti stranieri che proprio non capisco.
A guardare l'anteprima, la tavola proposta sembra proprio da ZP.
Che piacere rileggerti.
Non posso che quotare tutto parola per parola. Il peccato originale è intorno a quel periodo con le ricolorazioni di PM, volumi speciali (come fu per storia e gloria) e ZP il quale aggiunge quel rilettering asettico.
Quello che mi chiedo è se esistono ancora gli impianti originali o meno. Per alcune storie chiaramente no, come nel caso di Tapioco Sesto, ma per altre credo che l'ostacolo sia il costo per digitalizzarle. Cosa che per i GCD posso capire in parte, ma che mi fanno storcere il naso quando si tratta di un volume da collezione in cui noi siamo il target.
Poi a qualcuno piaceranno pure, a me non sono mai calate fin da quando ero piccolo. Onestamente, e sarà una bestemmia, ma preferisco leggere la versione con il raccordo di Perego tanto queste ricolorazioni e rilettering rompono la mia immersione.
Al netto di questo però apprezzo questa seconda vita del gold che si allontana da una ennesima riproposizione di saghe e che si focalizza su piccole perle del passato. Sarebbe bello vedere delle vecchie parodie (per quanto straristampate) in questa veste se non che purtroppo esiste Disney Deluxe e il suo formato scomodo e brutto.
[...] Riletterare le storie italiane fu davvero un errore di quella storica serie, figlio di certe ingenuità/mood dell'epoca (vedi "Le grandi parodie") derivante dagli anche troppi mezzi a disposizione, all'epoca. Una volontà di uniformare e mascherare le origini italiane di poche storie in un mare di racconti stranieri che proprio non capisco. [...]
In realtà la spiegazione è molto semplice, e non si trattò di errore, ma di giusta uniformità: la cura e il lavoro editoriale di Zio Paperone, oggi, possiamo solo sognarli. Altro che ingenuità: la ricolorazione era una scelta obbligata in una testata in cui la gran parte delle storie era di origine USA o danese, con consuetudini cromatiche assai diverse dalle nostre, e così pure il nuovo lettering, dato che si trattava di nuove traduzioni. I mezzi che fortunatamente erano già disponibili allora consentirono di realizzare veri e propri capolavori in alcuni casi, ed in generale appunto una uniformità che non sarebbe stato opportuno spezzare quando occasionalmente venivano ospitate storie italiane. Per le edizioni fedeli all'originale c'era un'altra testata, che era I Maestri Disney. Se oggi si utilizzano in modo "definitivo" gli impianti di Zio Paperone la colpa non è di chi li fece realizzare allora, ma di chi sceglie di utilizzarli adesso anche in contesti inopportuni. C'è da considerare, comunque, anche il fatto che nella maggior parte dei casi gli impianti disponibili delle vecchie storie a puntate non sono integrali, ma consistono nella digitalizzazione degli impianti analogici che già non comprendevano più alcune parti rimosse per le prime ristampe, nonché spesso delle censure di alcuni dialoghi. Per riproporre oggi certe storie così come uscirono su Topolino andrebbe effettuato un restauro certosino, integrando gli impianti disponibili con porzioni riprese dagli albi originali e ben armonizzate col resto, in modo da non fare notare gli interventi eseguiti. Un'operazione tutt'altro che semplice, ma che è stata già effettuata in passato in diverse occasioni e sarebbe giusto replicare con continuità.
Caro Pidipì, rieccoci qua! Il tempo passa, magari leggiamo ben poco di Disney, ma un occhio al forum lo diamo quotidianamente

Ormai ho anche dimenticato come quotare e non fare post chilometrici!
Leggo solo ora le considerazioni tue e di Max.
Sia chiaro, per me "Zio Paperone" é un qualcosa di sacro, affascinante e formativo. Alcuni miei post del passato lo dimostrano.
Dici bene, Max, quando affermi che oggi qualcosa di simile possiamo solo sognarla.
Ma la pubblicazione, vista adesso, paga lo scotto dell'essere stata pioniera. Molte splash page iniziali delle storie di Barks, serie "colorata", sono state allungate e riadattate. Nuvolette modificate con conseguente aggiustamento dei disegni attorno. Traduzioni spesso non ottime. E via cosi'.
Certo, ha seminato nozioni, storie inedite, creato una nuova generazione di lettori. Ma ad esempio, gli impianti ormai 'ufficiali' e consolidati per i vari TuttoBarks filologici sono quelli, e non sono un granché. Potevano essere il punto 0 per poi passare a versioni più 'contemporanee'. E' come se, per Gottfredson, utilizzassimo ancora e sempre quelli di "Topostrips".
Comunque, tornando alle italiane. Se vogliamo vederla nell'ottica di uniformità "artistica", allora capisco il tuo ragionamento. Ma ZP veniva venduto come testata filologica e il più possibile conforme all'originale tanto quanto (se non di più') a "I maestri Disney".
Modificare il lettering (e qualche volta anche il testo) di una storia italiana, creata appositamente cosi', é sulla stessa scia dei rimontaggi de "Le grandi parodie" o dell'ospitare una versione a tre strisce di una storia di Barks. Non é filologia, é modifica.
A questo punto, davvero meglio le versioni di Perego: si perde una pagina e mezza per riguadagnare tutto in resto in versione originale, al netto di qualche dialogo censurato.
Sulle colorazioni, posso anche starci. Oggi sarebbero sicuramente più efficaci, ma sanno di ingenuo (quelle belle nuvolette digitali in sottofondo). Tra una danese e un Murry d'annata, mi sta bene uno Scarpa anni '60 ricolorato (tralaltro con ben più cura che su "Paperino mese"). I colori originali in grande formato sarebbero un pasticcio e in ogni caso un extra su cio' che é già finito.
Vero anche che oggi si dovrebbe procedere ad un lavoro di taglia e cuci, scansioni delle varie versioni, ecc. Più che il costo o l'infattibilità, credo che cio' che blocchi é l'assenza di un amore nerd e un po' autistico nel procedere a questa operazione. Con i mezzi adeguati, per noi sarebbe una goduria, per un grafico esterno/società esterna alla Panini non credo proprio.
Pace e bene, Papersera