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Topics - Grrodon

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Testate Speciali / Chiude anche la ristampa di Monster Allergy?
« il: Giovedì 14 Set 2006, 23:44:01 »
Questa news mi giunge fresca fresca dal forum di Comicus. Confermate? Smentite?

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Testate Speciali / Topo Goool! #4
« il: Domenica 3 Set 2006, 14:05:33 »
Topo Goool! #4

Delusione. E qui si conclude la prima miniserie antologica lanciata dalla Disney, partita ottimamente  con due superstorie nei primi due numeri e giunta fin qui con uno sciapo terzo numero e un ultimo numero all'insegna della mediocrità. Dov'è la Mundial Story di Rota? E gli altri episodi della Coppa Racconta? Si è invece preferito inserire una carrettata di insignificanti storielle tematiche.

Zio Paperone e il Calcio a Buon Mercato (Secchi/Cavazzano): Carina. Una recente storiella "di costume" con un finale velocino.

Paperino e la Partita Gratuita (Barosso/Perego): Una breve degli anni 60, che ci si poteva benissimo risparmiare. Non particolarmente detestabile, ma viene il nervoso se si pensa che calcisticamente parlando su Topolino il materiale non è mai mancato, e quindi ricorrere a questi riempitivi è alquanto irritante.

Topolino e la Leggenda della Squadra Perdente (Cordara/Pastrovicchio): Bella questa. Non ad ampissimo respiro ma bella. Una delle prima storie ad aver portato il recente rinnovamento qualitativo. Rinnovamente qualitativo che passa anche per la cura filologica: oltre alla squadra del Real Calisota nella storia possiamo trovare un Pastrovicchio più ispirato che mai, che sembra voler guardare al passato più che al futuro. Gli spettri degli antichi calciatori del Topolinia hanno infatti le fattezze che avevano i comprimari negli anni 30, e uno di loro è chiaramente il capo della banda dei Seven Ghosts di Gottfredsoniana memoria.

I Bassotti e il Ricco Match (Neville-Lilley/Branca): Una breve danese coi Bassotti. Servono altri commenti?

Topolino e l'Ambita Coppa (Sarda/Gorlero): Una delle prime storie che da piccolo mi fecero familiarizzare col concetto di spie e microfilm, letta ora ha ben poca attrattiva però. Passabile.

Paperino e le Nuove Regole del Calcio (Gentina/Pennati): Niente di che, però è fortemente demenziale e come tale ha tutto il mio appoggio.

Gambadilegno e l'Alibi Sfortunato (Tulipano/Asteriti): Mio Dio. Forse il Riempitivo per eccellenza.

Topolino e il Giallo alla World Cup (Iafrate-Sisti/ Di Vita): Storia particolare, dal momento che è italiana, inedita (nel 94 intendo) e tratta dal Mega 2000, che di regola conteneva solo storie brasiliane e danesi. Oltre a questo è lunga due puntate e pubblicizzata in copertina. Peccato sia anche banalissima, un gialletto da due lire, prevedibilissimo (basta con i cattivi che si fingono buoni e assumono espressioni equivoche come indizio per il lettore -.-), e che ha come tema il codino di Paggio. Strabah.

Peccato. Un numero come questo, dopo Paperino ai Mondiali e il Mondiale Scomparso mette solo malinconia. Si poteva concludere il progetto in modo migliore, statene lontani.

P.S. Lungi da me fare il Don Rosa, ma utto questo ha inoltre messo in luce come, calcisticamente parlando, nei fumetti Disney non ci sia un minimo di coerenza. In ogni storie i personaggi tifano per squadre diverse, Paperone continua ad acquistare squadre scalcinate partendo sempre da zero. E caso ancora più fastidioso, Pippo passa da esperto di calcio a ignorantone dal giorno alla notte. Bah, ho capito che la continuity non c'è, ma dovrebbero quantomeno cercare di evitare castronerie troppo vistose, specie in casi come questi dove le differennti versioni dei fatti vengono allegramente proposte insieme  nello stesso albo.

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Testate Speciali / I Classici Disney #356
« il: Venerdì 21 Lug 2006, 20:45:23 »
I Classici Disney #356

E per chi preferisce I Grandi Classici non posso fare a meno di segnalare che anche I Classici da tempo porta avanti parallelamente un bellissimo progetto di rilancio. Storie wow, spesso collegate tra loro da continuity, storie appartenenti allo stesso ciclo o collegate per tematiche, insomma a quanto pare insieme al voluminoso fratello anche questa testata è diventata un must per chi volesse farsi una scorpacciata di sano Disney.
QUesto numero ha come filo conduttore Umberto Eco, e infatti sono presenti due parodie, entrambe in due tempi ispirate rispettivamente a Il Nome della Rosa e Il Pendolo di Focault.

L'Incredibile Avventura di Topolino (Palmas/Cavazzano): Questa è famosa. Risalente all'85 è la più vecchia del numero. E' una storia che celebra il trentennale di Disneyland, ma lo fa discretamente rendnedo Disneyland il teatro di un inseguimento tra Topolino e Gambadilegno. Ottima la presenza dei pupazzoni ma sopratuttto il cameo iniziale di una Topolinda irriconoscibile, tuttavia una delle primissime attestazioni della "fissità" di questo personaggio.

Paperino e il Segreto della Felicità (Gentina/De Vita): I tentativi di Paperino di addolcire un parente misantropo sono una delle cose che mi rimasero maggiormamente impresse del topo '95. La storia del cugino Smorfio è un capolavoro di caratterizzazione e di gag, veramente ottima.

Topolino in Il Nome della Mimosa (Sarda/Ubezio): Altro ottimo lavoro. La prima delle due parodie è una storia della macchina del Tempo, nonchè un giallo assai ben costruito e soprattutto lungo (due tempi!), che si svolge tra le mura di un college. Da Potteriano l'ho alquanto amata (benché Ubezio mi sia indigesto), anche perchè la scuola ottocentesca supplisce bene alle atmosfere ecclesiastiche dell'originale.

Archimede e l'Imprevisto Elettromusicale (Faccini): Ah quanto adoro l'Archimede di Faccini. Che poi è lo stesso di Barks. Non un deus ex-machina, ma un essere umano che parte da bisogni alquanto umani di cui subisce poi le conseguenze in modo altrettanto umano. Solo che al centro del procedimento c'è appunto la realizzazione dei suoi desideri, mediati dalla sua geniale inventiva. La storia è tenera e lunghetta, il che è stata una sorpresa, visto che ormai siamo abituati al Faccini da brevi only-gag. Meravigliosa l'ironia con cui tratteggia gli esperti di marketing.

Ciccio e il Documentario Agreste (Pezzin/Perina): Robaccia. L'unica storia pessima di un albo che offre solo belle storie. Ma per fortuna dura una decina di tavole.

Paperino e il Pendolo di Ekòl (Sarda/Valussi): Seconda parodia Echiana in due tempi ed è sempre ad opera di Sarda. E un'altra bella storia, indubbiamente, che mette in scena il terzetto di cugini tra cospirazioni, cacce al tesoro e giornalismo creativo.

Insomma, un albetto che straconsiglio.

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Testate Speciali / X-Mickey #4: Il Giorno dei Dimentiratti
« il: Sabato 24 Giu 2006, 23:56:23 »

E se Tredicesimo Piano aveva alimentato le illusioni che X-Mickey potesse appartenere alla linea delle testate Disney a target alto, ecco che con Il Giorno dei Dimentiratti (Cordara/Ferraris) si piomba nell'abisso più nero. Tutt'oggi uno dei peggiori numeri di X-Mickey di sempre, questa quarta uscita "gode", dalla prima all'ultima pagina dei disegni di un Ferraris tuttofare. Mai si sarebbe vista una così bassa qualità sia grafica che sceneggiatoria all'interno della testata. Testata che da questo numero in avanti andrà sempre e solo considerata affine a Topolino. Non che ci sia qualcosa di male (anzi avercene di storie così su Topolino!), se non fosse per un formato assolutamente inadatto che enfatizza dove non dovrebbe, finendo per non soddisfare nessuno.
Ma questo numero non è valido neanche secondo i canoni del Disney Tradizionale, visto che la storia è quanto di più banale e buttato lì si sia mai visto. Oltre ad avere un'idea di fondo presa pari pari dai Dissennatori di Harry Potter, non si può neanche dire che ci sia una benchè minima parvenza d'intreccio. E a volerla proprio dire tutta, i ripetuti flashback che mostrano un Topolino liceale modernista andare al primo appuntamento con Minni sono quanto di più antifilologico si sia mai visto, mostrando un aggiornamento del passato del personaggio assolutamente fuori luogo.
Forse con un trattamento adeguato, Il Giorno dei Dimentiratti avrebbe potuto essere una bella storia "alla Casty", ma ora come ora potrebbe raggiungere la sufficienza solo come numero della gloriosa collana Imparo a Leggere con Topolino. Oltretutto il feeling da libro illustrato c'è tutto: la sceneggiatura è così povera di avvenimenti che le tavole sono composte quasi sempre da macrovignettone, spesso e volentieri d'azione, e quindi mute. Una bella doccia fredda dopo che Il Tredicesimo Piano aveva mostrato uno stile così ricco da sembrare compresso e soffocato nelle poche pagine disponibili.
Ma la galleria degli orrori non finisce qua: dopo un Chiedilo a Pipwolf (Macchetto/Ferraris) nella media, arriva la ciliegina sulla torta: la pessima Fuori Orario (Ambrosio/Ferraris), risibile facezia su un Topolino che per un equivoco si convince che i suoi amici del Topo Bianco abbiano cattive intenzioni, quando invece stanno semplicemente giocando a un gioco di ruolo. E la cosa più triste è che Ambrosio poco tempo dopo ci ripropinerà la stessa identica ciofeca su Pk-Frittole, cambiando solo i personaggi e mettendo Angus Fangus al posto di Topolino.
Un numero pessimo e assolutamente sconsigliato, dunque, che rappresenta uno dei punti più bassi toccati dalla testata. Peccato per l'ottima copertina, che d'ora in poi non c'entrerà assolutamente nulla col contenuto.

Next: Prima che Sia Giorno. E fortunatamente sarà tutta un'altra musica.

da La Tana del Sollazzo

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Testate Speciali / X-Mickey #3: Tredicesimo Piano
« il: Mercoledì 24 Mag 2006, 17:32:15 »

Ed ecco un numero che consiglio senza indugio anche a coloro che non seguono X-Mickey. Tredicesimo Piano (Artibani/Camboni) è un piccolo gioiellino, che quando uscì nell'estate 2002 seppe rassicurare momentaneamente i lettori che dopo La Contesa si stavano cominciando a rendere conto della vera natura della testata. Il tocco Artibanico si vede subito: la storia è interessante, inquietante e d'atmosfera. E riesce pure ad essere divertente senza scadere nell'umorismo bambinesco che avrebbe poi caratterizzato la serie. E soprattutto riesce ad essere credibile nel suo presentare situazioni assolutamente impossibili. In essa fa il suo debutto un nuovo cattivo, Saladin Slade, che avrà modo di tornare solo nel penultimo numero. Oltre a richiamare col suo abbigliamento e i suoi colori le atmosfere anni 30, che avranno una loro parte nel finale della storia, Saladin è caratterizzato impeccabilmente anche dal punto di vista grafico, da un Camboni in stato di grazia. Ed è forse proprio grazie a Camboni che si deve il 50% del feeling adulto di questa storia. La coppia Camboni/Artibani si era già vista nel panorama del Disney di Nuova Generazione in Small World, ultimo numero di X-Mickey. E con Small World questo numero condivide moltissimo, dall'impostazione caotica delle tavole agli sfondi dettagliatissimi e alla colorazione "spenta". Insomma una storia che dimostra l'ultimo affannoso tentativo di nobilitare X-Mickey da parte di un autore che era stato un baluardo di questo nuovo modo di fare fumetto Disney, e che vorrebbe liberarsi dai limiti imposti dalla generazione frittole. Non è un caso quindi che Tredicesimo Piano ci appaia fin troppo compresso nelle sue 45 tavole e che verso il finale non tutto sia chiaro.
Il numero è ghiotto anche per le altre due storie contenute: Chiedilo a Pipwolf (Macchetto/Turconi) è abbastanza divertente, mentre la breve Sorridi! che ai tempi della campagna pubblicitaria di X-Mickey era stata messa online sul sito di Repubblica, è deliziosamente leggera e inquietante.
Insomma con Nello Specchio uno dei pochi numeri di X-Mickey davvero irrinunciabili.

Next: Il giorno dei Dimentiratti, dove anche l'ultima illusione si schianterà miseramente al suolo e il disgusto prenderà definitivamente il sopravvento.

da La Tana del Sollazzo

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Testate Speciali / X-Mickey #2: La Contesa
« il: Giovedì 27 Apr 2006, 22:37:50 »

Prosegue la ristampa di X-Mickey, e prosegue con degli inediti. Da una rapida sfogliata in edicola si può infatti vedere come ogni finto spot presente nella versione originale sia stato sostituito con nuovi spot creati ad hoc. Perchè tanto dispiego di mezzi per X-Mickey quando la ristampa del ben più valido PKNA, venga lasciata a marcire nel già visto non è dato saperlo (o forse sì sonoscendo la passione di Claretta per l'X-Sorcio). Ad ogni modo X-Mickey #2 (aka #999) presenta al suo interno tre storie di cui la principale La Contesa (Ambrosio/Turconi), quando uscì nel Maggio 2002, contribuì a fugare ogni dubbio sulla diversità di target che X-Mickey aveva rispetto al gemello Pk2. Pkfrittole avrebbe esordito solo un mese dopo e da una rapida sfogliata alle pagine di questo secondo albo, si vedevano elementi perfettamente topolineschi come la vignettona col classico finale "a rincorsa" e l'impostazione classica delle vignette. Se nell'ottica del Disney di Nuova Generazione La Contesa si rivela un prodotto decisamente inadeguato al suo formato, come storia tradizionale è senza dubbio di buon livello. Un Turconi in formissima illustra infatti la disputa tra scrittori  del brivido che avviene in casa di Manny. Viene quindi ripescata l'idea secondo la quale nel nostro immaginario esistono i mostri proprio perchè sono stati introdotti da scrittori che hanno viaggiato nel mondo dell'impossibile, un idea che pone in relazione i due mondi e che in seguito sarà progressivamente dimenticata. Lo scenario è quello tipico di inizio X-Mickey con Manny. Toppersby e il Topo Bianco a farla da padrone, che ben presto si sarebbe progressivamente incentrato su Pipwolf e il suo mondo privato. Dalla breve del numero precedente vengono inoltre esportati i Libri Predatori, che diventeranno una presenza costante nel mondo di X-Mickey. I Libri sono il tema dell'episodio di Chiedilo a Pipwolf (Macchetto/Ferraris), che grazie anche agli approssimativi disegni di Ferraris contribuisce a rendere ancor più chiaro il tono del fumetto. In chiusura la breve In Una Gelida Notte (Ambrosio/Coppola) è una perfetta (e bella) storia Topoliniana che fa luce sul personaggio di Ice, affidata ai disegni di un Coppola profondamente cavazzaniano.
In conclusione, è stato con questo numero che crollò ogni più piccola aspettativa di avere tra le mani se non un potenziale sequel di MM, quantomeno un degno esponente del Disney di Nuova Generazione, ma col senno di poi non si può non ammettere di ritrovarsi di fronte a un genere di storie che sarebbe meraviglioso poter leggere sul settimanale, dove a Pipwolf si sta continuamente e scioccamente continuando a dare il ruolo di solista...

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Testate Speciali / X-Mickey #1: Nello Specchio
« il: Venerdì 31 Mar 2006, 21:21:03 »

Quando nell'Aprile 2002 uscì il primo numero di X-Mickey molti lettori credettero di ritrovarsi davanti un degno successore del Faraciano MM. Purtroppo così non fu, e già dal primo numero cominciò a intrasentirsi che qualcosa non andava, che non ci si trovava davanti allo stesso tipo di prodotto a cui appartenevano PKNA, Pk2, MM e Witch. Purtroppo l'era Frittole era alle porte e avrebbe in seguito trovato la sua consacrazione con Un Supereroe per Caso, primo numero della terza serie di PK. Sebbene il formato fosse lo stesso del Disney di Nuova Generazione, con una storia principale a dare il titolo al numero e una numerazione "originale" che partiva dal numero 1000 per poi decrescere, bastava una scorsa per rendersi conto che l'interno non era ciò che ci si aspettava. La prima storia occupava solo 45 tavole, ed era seguita da altre due (non così) brevi, una delle quali era una sorta di rubrica della posta a fumetti. Il mondo presentato all'interno era come al solito un estensione del mondo Disney tradizionale, con personaggi del tutto nuovi che seguivano una continuity che sarebbe rimasta isolata (almeno così si credeva) dal normale ambito settimanale. Ma il tono era bambinesco, e lo si capiva dall'editoriale, dalle rubriche e da una serie di piccoli particolari che al lettore disattento potevano non saltare all'occhio ma che zitti zitti preparavano il terreno per la grande mutazione dell'era frittoliana. Questo primo numero è da oggi nuovamente in edicola, seguendo l'ultimissima linea editoriale della Disney, che consiste nel ristampare a costo zero ogni testata ormai chiusa (e non). Escludere da questo revival proprio il bellissimo MM non è certo la cosa migliore da fare, ma tuttavia si capisce più che bene il motivo della ristampa di una rivista che a suo tempo floppò: i contenuti sono stati di recente trasferiti nella testata madre Topolino e c'è bisogno di far conoscere ai bambini tutto il cast del mondo dell'Impossibile. Col senno di poi (sono passati quattro anni) non si può non ridimensionare la delusione che accompagnò l'uscita di MM, collocando questo primo albo nella cornice che più gli si confà: il Disney Tradizionale. E in quest'ottica la prospettiva cambia non poco: senza l'ombra di MM e PKNA a pesare su di lei, ciò che rimane è un normale fumetto Disneyano di ottima fattura.
Nello Specchio (Enna/Perina): Sceneggiato da un Bruno Enna in stato di grazia, questa prima storia presenta Pipwolf, Marzabar, gli avventori del Topo Bianco e l'intero Mondo dell'Impossibile in maniera assai egregia, con una sceneggiatura curatissima e una scelta dei dialoghi assai raffinata. Quel che ci vuole per confondere del tutto le idee a un lettore desideroso di capire il senso di questa operazione editoriale. E infatti Nello Specchio è proprio così: il tono oscilla tra il maturo (ottime in questo senso le battute e la caratterizzazione di Topolino) e il caricaturale (avventori del Topo Bianco, battaglia finale assai veloce), e impedisce di inquadrare il prodotto per ciò che è, o sarebbe diventato già dal secondo numero. I disegni di Perina fanno il resto, risultando morbidosi e nel contempo espressivi e instaurando una labile linea continuativa con MM di cui Perina era uno dei migliori disegnatori.
E' con Chiedilo a Pipwolf che il dubbio inizia a crescere. Già il fatto che Pipwolf si rivolga direttamente al lettore, nuoce alla credibilità del tutto, e trovate come Igor il Postino Invisibile non fanno altro che suggerire il tono allegro e scanzonato che assumerà il giornale.
Cartoline da Mostropoli (Enna/Coppola) infine è la breve, di 11 pagine che presenta in modo del tutto originale dei nuovi aspetti del mondo dell'Impossibile senza farlo capire al lettore, e inducendolo invece a pensare che si tratti di una storiellina slegata dal contesto, e pubblicata solo perchè horror. Come breve è un piccolo capolavoro come non se ne sarebbero visti tanto spesso, con dialoghi all'altezza e un finale originale.
Con la chiusura e il successivo "trasloco" del mondo dell'Impossibile sul Topolino settimanale, la Disney ha praticamente riparato all'errore commesso, con un atto pieno di buon senso. In quest'ottica si può rivalutare l'intera serie come appartenente a un filone diverso da ciò che il formato suggerirebbe. Il numero in edicola adesso ripropone le stesse identiche storie e rubriche, con una variazione: le pubblicità farlocche di Coppola e soci sono state sostituite da altre nuove di zecca.

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Testate Speciali / PKNA #10: Trauma
« il: Martedì 21 Mar 2006, 20:48:14 »

Quando nel 1997 uscì Trauma (Faraci/Pastrovicchio), questa storia balzò subito nella hit parade dei numeri preferiti dai lettori. Concluso in modo poco sensazionale il cosiddetto ciclo delle Spore, i lettori si ritrovarono davanti a una tra le storie più adulte di Tito Faraci, fino a quel momento conosciuto più che altro per il suo lato umoristico. Qui Tito ebbe invece modo di scatenare tutta la sua verve, cospargendo la storia di didascalie che riportavano i pensieri di Paperinik, espediente che avrebbe avuto poi largo seguito in MM. Il combattimento tra PK e Trauma, colosso Evroniano iperpotenziato, diventa qui l'occasione per avventurarci all'interno della psiche dell'eroe fino a raggiungere i lati più nascosti del suo Io. Divisa in tre atti, questa lotta diventa l'occasione per rappresentare la lotta dell'uomo contro la peggiore delle bestie: la propria paura. Trauma rappresentò anche il trampolino di lancio di Lorenzo Pastrovicchio, i cui elaboratissimi e iperdettagliati  disegni (corre voce che ci abbia messo quasi sei mesi) resero ancora più indimenticabile questa storia. Raramente si sarebbero riviste in futuro simili pose plastiche e anche il tratteggio sarebbe poi gradualmente diminuito fino a raggiungere i livelli di sintesi odierni, per molti assai meno esaltanti.
Due furono gli elementi introdotti da Trauma che sarebbero stati poi ripresi in futuro: il personaggio di Gorthan, Evroniano capace di apprezzare l'arte, che avrebbe poi avuto un ruolo considerevole in Mekkano, e le bande cittadine come La Legione e i Rock'n'Roll Kings, che già in Urk sarebbero tornati.
Un elemento assente per chi questo mese comprerà la ristampa, sarà l'editoriale e la posta, che finalmente, dopo lo scherzo dello speciale 97, facevano chiarezza sulla questione Zero Barra Uno, proclamandone la non-esistenza e preparando il terreno per lo speciale 98. Tutto il resto delle rubriche è invece opera dello stesso Tito che firma anche la breve, posta in appendice, Senza Benza (Faraci/Ziche), appartenente al ciclo delle Angus Tales. In questa divertentissima ministoria si consolida il tormentone di Baldo L'Allegro Castoro, che sarebbe diventato in seguito sempre più "invasivo", raggiungendo le pagine delle storie principali.

Riporto qui sotto uno breve stralcio dalla mia tesi che, guarda caso, riguarda proprio Trauma:

L’autore che più di ogni altro ha scavato a fondo nella psiche dell’eroe è senza dubbio Tito Faraci. Già alle prese col personaggio di Topolino, Faraci si era distinto per aver analizzato attentamente il rapporto tra lui e l’antagonista per eccellenza Pietro Gambadilegno, ripulendolo dai cliché che da più di settant’anni inquinavano il mondo Disney.
L’abbondante uso di didascalie, monologhi interiori del protagonista, da sempre tratto distintivo del suo stile, avvicina il lettore al personaggio e rendono Faraci l’autore giusto per cavalcare l’onda di rinnovamento sollevata da PK. Non è un caso quindi che le didascalie siano massimamente presenti in quello che viene considerato il suo capolavoro: Trauma, disegnato da Lorenzo Pastrovicchio.
È il sonno il momento in cui si è del tutto indifesi, e Faraci ci mostra un Paperinik perseguitato da un incubo che non riesce a ricordare. Il titolo ha un doppio significato, non si riferisce solo alla psiche di PK ma è anche il nome dell’antagonista, un generale evroniano geneticamente modificato. Un superguerriero come tanti se ne sono visti all’interno del genere supereroistico ma con una differenza sostanziale: Trauma ha il potere di far affiorare nella mente della vittima il terrore, rendendola inerme e allo stesso tempo garantendosi un pasto. L’evroniano infatti si nutre delle paure altrui. L’eroe diventa tale solo nel momento in cui supera la sue paure, ma non si tratta di paure legate alla sua identità supereroistica, si tratta di paure comuni. Solo a un passo dalla fine, quando Trauma farà riemergere a livello conscio l’incubo di Paperinik, si scoprirà che altro non è che il ricordo di un banale episodio di bullismo che Paperino aveva subito durante l’infanzia, quando alcuni prepotenti avevano cercato di sottrargli i fumetti che gli erano stati regalati da Zio Paperone.
Nel momento, in cui Paperinik, anzi Paperino, ricorda e supera il trauma, automaticamente l’evroniano si indebolisce e fugge via. La vittoria è da attribuirsi all’uomo, più che al superuomo perché, come Paperinik stesso afferma nel finale, <<Il coraggio è la capacità di trasformare la paura in forza, in energia. Senza bisogno di essere mutanti o supereroi. A volte può bastare…essere un piccolo, fragile papero>>.


Next: Urk. Numero che potrebbe deludere ma che finalmente mette in scena un personaggio da tempo annunciato e non ancora apparso.

da La Tana del Sollazzo

39
Testate Speciali / PKNA #8: Silicio
« il: Venerdì 20 Gen 2006, 20:07:12 »
Se anche gli ultimi due numeri fossero risultati un po' indigesti ecco che con Silicio si ritorna agli splendori ben conosciuti. Silicio fu uno degli esempi più sfavillanti di compenetrazione intelligente tra sottotrame pikappiche. Sisti porta avanti la saga di Due narrandone il ritorno e intrecciandola con la Quadrilogia delle Spore di cui questo numero è il terzo episodio.
Più che nell'intreccio però la bellezza di questa storia sta nelle atmosfere estive, parecchio penalizzate dal periodo di uscita della ristampa, e soprattutto nei disegni Sciarronici che reinterpretano il personaggio di Russel e tratteggiano una Paperopoli torrida. C'è spazio anche per uno sguardo al primo stadio vitale degli evroniani (carini, vero?), per un apparizione del Sommo Zotnam (qui trasformato in Ammiraglio RRAdokon O_o) e per una versione più vacanziera di Angus fangus e Zio Paperone.
Il numero ha una certa importanza perchè dà inizio alla prima di una lunga tradizione di miniserie poste in appendice alla storia principale: si tratta dell'ironica Angus Tales, che vedrà le matite della Ziche molto spesso accompagnate dai testi di Faraci.
La prima storia, Colonne Infami, è però sceneggiata dalla Mulazzi e con la sua colorazione "flou" ci porta indietro nel tempo, fino ai tempi in cui Fangus abitava ancora in Nuova Zelanda.
Piccolo consiglio per i neofiti: e ADESSO che si colloca lo speciale Missing uscito in ristampa poco tempo fa. La presenza di Urk e di Time Zero suggeriscono che la storia dovessere essere prevista ancora più avanti ma fattostà che il posto giusto per inserirlo nella collezione è tra l'#8 e il #9.

Next: Le Sorgenti della Luna, finale così sottono per la Quadrilogia delle Spore da non sembrare tale, e dimostrazione che Guerrini non è granché bravo a disegnare Xadhoom, ma che con l'Africa ci sa fare.

http://www.elikrotupos.com/sollazzo/viewtopic.php?t=217

40
Topolino / La Rinascita di Topolino
« il: Sabato 15 Lug 2006, 02:55:22 »
Poco tempo fa sul Sollazzo è nata una disputa tra nastalgici (Elik) e progressisti (modestamente io) che ha avuto come casus belli proprio il famigerato Casty. Ne è seguita poi una sfida che è a sua volta sfociata nell'analisi da parte nostra rispettivamente del Topo di dieci anni fa e quello di adesso. In seguito si è aggiunto pure Tej (qui Bruno) che ha pensato di colmare il buco. Bè per quel che mi riguarda riporto qui sotto ilrisultato della mia analisi:


Qui mi si dice che io conosco solo Barks e Scarpa.
Qui mi si dice che amo troppo il vecchiume.
Qui mi si dice che le storie recenti in cui vedo reminiscenze di vecchie glorie non sono altro che mie impressioni da nerdastro autoilluso.

Questo mi si dice. E chi me lo dice? ELIKROTUPOS. E' sempre sua la colpa.
Quindi da adesso in poi mi metterò a ripercorrere la storia recente del Topo per dimostrare quanto di buono sta accadendo nell'ultimo periodo, per dimostrare ad Elikrotupos che un miglioramento netto c'è.

Cominciamo ricordando la situazione alquanto deludente dei primi anni 2000. Esauritasi la spinta al rinnovo del Disney di Nuova Generazione, le storie belle erano sempre più rare. Ogni numero oltre a presentare un'infinità di storie che finivano per mangiarsi spazio l'una con l'altra, sembrava puntare quasi unicamente sull'umorismo, sulla messa in discussione dell'autorevolezza di certi personaggi, proponendo strane coppie o smitizzazioni varie. Ciò che in quel periodo nasceva di buono finiva per svalutarsi (storie della baia) quando non lo si inflazionava bellamente (pp8). Poi c'era la mania di etichettare le storie a seconda del personaggio protagonista (paperinik, pp8, amelia, indiana pipps) finendo per creare una antipatica struttura a vasi non comunicanti che deve ancora essere smantellata del tutto. Ma vabbè già poco prima del 2500 autori come Savini e Casty (che finora aveva scritto solo Topolino e i Mostri Idrofili) stavano cominciando a cambiare le cose.
Noi cominceremo l'analisi dal 2500 prendendolo come inizio convenzionale del rinnovo:

2500

Per comodità riporto il commento (poco lusighiero) che feci a suo tempo, quando ero piccolo e niubbo:

hem...non vorrei deluderti... (rispondendo a Elik)
un numero celebrativo, nient'altro.
la copertina è di perina...ed è cartonata!

la particolarità è che ogni storia contiene il numero 2500, anche le tavole, ma non è mai inteso alla stessa maniera, a volte si parla di 2500 metri, kilometri, pecore da contare e così via...
il numero si apre con un ciak di Artibani, carino

-si prosegue con "zio paperone e la festa dei 2500" (25 tavole) di gentina/camboni. paperone vuole festeggiare il 2500esimo fantastiliardo con una festa di tre persone ma paperino e paperoga gliela trasformano in un ricevimento di 2500 persone.
tra gli invitati figurano topi e paperi. leggibile ma squallida.

-"Topolino e l'anniversario da incubo"(8 tavole di cordara/gottardo) fa cagare. c'è topolino che continua a fare sogni scemi e non arriva puntuale alla festa dei 2500 nonsisabenecosa. orribile. nell'ultima tavola si scorgono enigm e atomino. nostalgia

altro ciak di artibani, questa volta scarso.

-"paperino paperotto e il 2500 a tema" (24 tavole di Enna/Soffritti) mi è piaciuta! ben fatta e ben sceneggiata, ripresenta l'ambientazione anni 20 dei primi episodi e parla della storia d'amore tra il poliziotto e la maestra. bella.

poi c'è un quiz di cultura topolinesca tremendamente facile.

-in "manetta e la banconota più che perfetta"(6 tavole di michelini/pastro) manetta indaga su una banconota falsa senza accorgersi che il taglio è di 2500 dollari. simpatica ma troppo scontata.

-un'altra bella storia è "topolino e il misterioso 25:00"(30 tavole di savini/dalla santa), ci sono zapotec e marlin, la macchina del tempo e i soliti cronopasticci,ma a me è piaciuta!

-"zio paperone e il TDF 2500" (26 tavole di gianatti/ziche) è invece di uno squallore unico: c'è zio paperone che fa uno scherzo ai bassotti, attirandoli nel deposito per festeggiare il 2500esimo tentativo di scasso. è una stronzata contrabbandata dal disegno umoristico della ziche, ma pur sempre una stronzata. storie così fanno pensare. a forza di andare avanti a stereotipi siamo arrivati al punto che i personaggi si prendono per il culo tra loro

-"veloci come il vento al 2500" (16 tavole di macchetto/perina) chiude l'albo con l'ennesima storia celebrativa. tutti i personaggi fanno una gara di corsa e pico de paperis fa il cronista. tra il pubblico ci sono ezechiele, timmy, tommy, lupetto, gimmy e paperetta ye ye (ancora tu? ma non dovevamo vederci più?).

terzo e ultimo ciak artibanico, bufissimo


in conclusione: a parte un paio di storie, tutto il resto è deboluccio. cosa dovevo aspettarmi da un numero celebrativo, dopotutto? (bé, c'è celebrativo e celebrativo, la storia di cavazzano in apertura del numero 2000 era di tutt'altra pasta)
casi come quelli della storia sui bassotti mettono tristezza, è brutto vedere i personaggi in questo stato, spompati, che fingono di essere se stessi.
deprimente vedere macchia nera, un tempo il male allo stato puro, andare alla festa di paperone o correre alla corsa campestre.
i personaggi sembrano recitare un ruolo scritto su un copione, e inevitabilmente la loro recitazione risulta manierista e fasulla. peccato...
comunque queste constatazioni sono ormai vecchie e riguardano la situazione generale, in definitiva questo numero fa quello che può per rimanere comunque leggibile e superiore alla media di questi tempi.



ah, dimenticavo: ANNUNCIO IL DECESSO DI ROCK SASSI.
dopo aver vissuto un periodo d'oro, passando in mano ad autori diversi da faraci, che l'hanno promosso al rango di personaggio regolare, il poliziotto texano è improvvisamente mancato all'affetto dei suoi cari.
ne danno il triste annuncio i lettori.

no, dico potevano farlo ricomparire almeno in quest'occasione!
maledetti buffoni.:aargh:


Ok, come potete ben vedere il panorama era abbastanza deprimente.
Poi si volta pagina:

2501:
Si inizia già da subito con un numero che tra le brevi ha Topolino e il Vortice di Luce (Panaro/Pastrovicchio), storia che segna il ritorno in grande stile (leggi, in stile gottfredsoniano) di Macchia Nera, che da adesso in poi smetterà di essere la macchietta che era diventato. Ottimo Pastrovicchio, e notevole Panaro che però avrebbe ben presto smesso di firmare storie rilevanti adagiandosi sugli allori delle storie brevi. Bum Bum e l'Artista Liberato (Mastantuono) è invece una gradevolissima chicca. Oltre a portare avanti il discorso di Mastantuono autore completo vede la partecipazione dei personaggi di Tin Tin! Da segnalare anche la posta che per un brevissimo periodo divenne filologica,con domande a tema Disney e risposte competenti. Cosa che si è andata persa adesso che la posta è identica a quella di Witch.

2502
Altro grande numero. Topolino e il Furto della Perla Rossa (Savini/Ferraris) porta avanti il rilancio di Macchia Nera (anche grazie alla sua macchina, in allegato come gadget) con una storia intrisa di spirito Gottfredfsoniano, con citazioni più o meno evidenti a Topolino e il Mistero di Macchia Nera e al ciclo di Eta Beta, che per la cronaca qui torna ad essere un uomo del futuro e non un alieno. Ma non c'è solo l'ottimo Savini, c'è anche Archimede e l'Applauso Facile (Faccini) di un Faccini autore completo, perfetto esempio di breve dal sapore barksiano. In conclusione la gradevolissima Paperinik e l'Intrigo Sotterraneo (Ambrosio/Ziche) in cui viene messa a repentaglio la sicurezza del rifugio di Paperinik. Un numero da avere.

41
I Classici della Letteratura Disney #16

L'ultimo numero che prendo fino a un bel po' di tempo contiene ben tre storie di Guido Martina, di tre lunghezze diverse. E' inutile che io sprechi ancora fiato per deprecare il comparto redazionale che è sempre scarso e non accenna minimamente al fumetto perdendosi in chiacchiere e raccontando minuziosamente trame che nella parodia saranno seguite solo labilmente.

Paperino e il Conte di Montecristo (Martina/Bottaro): Una delle primissime parodie, una storia in due tempi che presenta un Bottaro acerbo ancora molto basato su Taliaferro piuttosto che su Barks (che pure c'è nella figura del giudice). La storia, bè, è la classica storia di Guido Martina con le solite caratterizzazioni estremizzate, i lunghi viaggi e le trovate assurde. Solo un tantino troppo assurde stavolta, visto che le ultime trovate seppur fantasiose non stanno affatto in piedi. Ovviamente anche la parodia stessa è una sorta di sequel dell'opera originale, con Paperino che ripercorre labilmente le avventure che il Conte aveva vissuto un secolo prima.

Le Straordinarie Avventure di Paperin Girandola (Martina/De Vita Senior): Idem come sopra, solo in tre parti. Anche qui Paperino ripercorre nel presente le avventure di Saturnino Farandola, come se la storia fosse un sequel. E anche qui Martina fa compire ai paperi un viaggio che li porterà a vivere un sacco di avventure sconnesse e legate da un filo logico alquanto esile. E poi c'è Pier Lorenzo De Vita ancora molto barksiano.

Paperin Caramba Y Carmen Olè  (Martina/Carpi): Ma è Paperina questa? Vabbè che è nei panni della Carmen, femme fatale e traviatrice però mi è sembrato un po' eccessiva la sua caratterizzazione maligna e disonesta. La storia è una breve, che però risente non poco delle poche pagine a disposizione. Avrebbe meritato di più.

Insomma un numero medio, da avere solo se piace Martina .E la prossima settimana tocca a Paper-Alì.

42
I Classici della Letteratura Disney #15

Un numero dedicato al duo Pavese/Scala che, lo confesserò, mi ha tratto in inganno dal titolo. La storia che dà il titolo al volume è piuttosto recente mentre io mi aspettavo di trovare Paperino e l'Oro del Reno by Martina/De Vita Senior. Vabbè, resta il fatto che il volume male non è soprattutto perchè finalmente ha il coraggio di rinunciare alla pubblicazione rimontata di Barks presa di peso da Topolino.

La Trilogia di Paperin Sigfrido e l'Oro del Reno (Pavese/Scala): Perchè trilogia? In fondo è una storia in tre tempi, che come tale qui è stata pubblicata come se si trattasse di un unicum. E se anche fosse non mi sembra che i tre episodi che la compongono abbiano una qualche suddivisione in capitoli. Bah, cmq al di là di questo posso dire di aver abbastanza apprezato, sopratutto per Scala che con queste atmosfere arzigogolate e surreali ci va decisamente a nozze. Insomma, una delizia grafica rovinata parzialmente da un finale troppo veloce. C'è anche una certa discontinuità interna, ma immagino che sia appannaggio dei poemi epici, e come tale indice di fedeltà. Promossa comunque.

Zio Paperone e il Valhalla Cosmico (Barks): Dicano quel che vogliono i detrattori della colorazione computerizzata ma veder finalmente una storia di Barks presa da Zio Paperone mi ha dato una certa gioia, rassegnato com'ero a vedermele in eterno pubblicate su tre strisce e con la colorazione e gli errori tipici dell'epoca. La storia è pure molto buona, ovviamente, a metà strada tra una breve e una lunga, e comunque pregna di ironia Barksiana. Finalmente un Barks deluxe, valorizzato come merita.

Paperino e "I Dolori di un Giovane Papero" (Pavese/Scala): Sarà perchè è una delle storie dei miei anni d'oro, ma il Werther disneyano mi è sempre piaciuto molto. Anche qui il solito stile ornato di Scala che si fa ancora più ornato nelle parodie, e soprattutto una sceneggiatura drammatica, pur nel suo piccolo. Insomma, deliziosa.

Buon numero in definitiva, credo prenderò ancora il prossimo in cui c'è Il Conte di Montecristo e Paperino Girandola, altre due storie che mi mancano.

43
I Classici della Letteratura Disney #14

Toh, un volume con materiale nuovissimo per il sottoscritto e che quindi mi sono alquanto goduto. Il fatto che nel titolo sia dato rilievo al Paladino fa cadere la motivazione del titolo famoso per invogliare il pubblico dal momento che L'Orlando in nessuna delle sue incarnazioni ha avuto questa parola nel titolo. E a ben vedere è abbastanza seccante che abbiano pubblicato il ciclo carolingio così alla rinfusa mettendo Paperin Furioso due numeri fa, eliminando Il Tesoro di Papero Magno e pubblicando per primo Paperino e Paperotta. Sarebbe stato molto meglio pubblicarli tutti e in ordine, magari in due volumi da due storie ciascuno. Ma vabbè non chiediamo troppo...

Paperino il Paladino (Chendi/Bottaro): Capolavoro! E il motivo di cotanto apprezzamento sta proprio nel brancaleonico italiano aulico utilizzato per tutta la storia  con grandioso effetto comico. Per quanto riguarda la trama niente di troppo nuovo con un Paperino assai bersagliato e un finale tutt'altro che lieto. E poi ci sonoi disegni di Bottaro, con un bel drago e una Nocciola in forma. Insomma, avercene.

Paperino e i Cavalieri delle Slitte Volanti (Barks): Toh usare come riempitivo una breve di Barks è una cosa assolutamente gradita. Non una delle migliori di Barks, ma sempre godibile. Solo che per favore basta con questi rimontaggi indegni tratti da Topolino. Cioè su Zio Paperone Barks è stato risanato, dobbiamo continuare a far finta di nulla?

Paperin Meschino (Martina/De Vita Senior): Che tipo Guido Martina. Eccolo qui alle prese con una Grande Parodia (in tre tempi!) che assai insolitamente segue pedissequamente (ma non troppo) la trama dell'originale senza trovate bislacche e surreali come nel Don Chisciotte o in Paperino Barone di Munchhausen. Eppure il suo stile per quanto meno a briglie sciolte del solito rimane inconfondibile e ha modo di venir fuori comunque. C'è il vagare senza meta, Pippo in un ruolo di spalla, le tirannie dello Zione (la questione eclissi era telefonatissima) e il finale a rincorsa. E poi c'è un Pier Lorenzo De Vita ancora acerbo, ma più gradevole del solito nel suo seguire fedelmente Barks.

Un altro volume che sottolinea pesantemente l'inutilità dell'apparato redazionale. A che serviva mettere tutta la vicenda dell'Orlando Innamorato se nella parodia questa non viene minimamente seguita? E che senso ha sprecare quattro pagine per la biografia di Andrea da Barberino? Bah, odio gli squilibri.

44
I Classici della Letteratura Disney #11

Mi son procurato cotanto volumozzo perchè per me erano tutte inedite. O quasi visto che la seconda storia contenuta in teoria la dovrei possedere visto che è del mio periodo topolinoso, ma in pratica l'avevo bellamente rimossa.

Paperino e l'Isola del Tesoro (Chendi-Bottaro/Bottaro): Wow, che grande atmosfera si respira già dalla prima tavola. E che piacere rivedere dopo tanto tempo la vignetta dove il pirata Paperone taglia il naso a un bassotto, immagine che avevo visto su una figurina presumibilmente appartenente all'album Disney illustrato da Bottaro. Per quanto riguarda la storia, bè, segue assai labilmente quella di Stevenson, tanto che potrebbe essere considerata una normalissima storia piratesca, se non fosse per il titolo e la presenza in questa collana. Questo rende ancor più inutile e irritante lo spazio dato nelle rubriche alla trama del romanzo, anche se di suo può essere una cosa utile. Insomma, non sarà un Dottor Paperus (anche se graficamente siamo lì)  però è una gran bella storia in tre parti. Solo che...cosa mi significa quella tavola di raccordo disegnata da Perego? Passi la soppressione delle tavole di stacco tra un episodio e l'altro, ma questo significa voler fare le cose coi piedi.

Zio Paperone in...Capitani Coraggiosi (Scala): Dopo il colosso di 80 pagine ecco una storia più breve, di sole 30. E' abbastanza recente, risale agli anni 90 e vede Scala nelle vesti di autore completo. Una gradevole storiellina che sottolinea il voler seguire fedelmente il testo nelle parodie recenti. Tuttavia stonano non poco le parti a paperopoli in cui alcuni Personaggi vestono gli abiti normali. Anche qui 10 pagine di trama dell'opera sono a dir poco irritanti.

Il Fantasma di Canterville (Sisti/Marini): Un gioiellino. Sisti è un originalone, che cerca di fare le cose sempre con classe. E' da una storia come questa che traspare un grandissimo amore per il mondo Disney, e allo stesso tempo per l'opera di riferimento, che qui viene ripresa pari pari senza stravolgimenti. Insomma, 26 tavole di simpatia arricchite dai disegni di Marini, molto a suo agio con lo stile realistico degli ambienti.

Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Ad una selezione di storie abbastanza buona non corrisponde un adeguato apparato critico, come era invece in Topolino Story. Tralasciando il rimotaggio delle storie in più puntate, dà poi un certo fastidio tutto lo spazio dato alla trama delle opere. Che poi si limita a un riassunto dettagliato e non a un'analisi approfondita. E di tutto questo ne fa le spese il fumetto, privo di qualsivoglia informazione. Bah.

45
I Classici della Letteratura Disney #10

Causa asprezza economica me ne sono perse un bel po', e in questo modo non ho potuto recuperare L'Inferno di Paperino, El Kid Pampeador e Topolino e i Cavalieri della Tavola Rotonda. Non volendo però perdermi Paperino di Munchhausen sono corso in edicola, riuscendo ad accaparrarmi il volumozzo, scoprendo che oltre al Paperus è presente anche Paperino e il Flauto Magico parodia che ai tempi della serie in volumi si era beccata un numero tutto suo e qui invece viene relegata a storia ultraminore.

Paperino di Munchhausen (Martina/De Vita Senior)
Cosa dire di una storia che meglio di qualsiasi altra dà la misura di quanto l'inventiva di Martina galoppasse negli anni '50? Bè questa è per certi versi LA parodia di Guido Martina, quella che anche grazie a una certa affinità con l'opera di riferimento, quell'improbabile Barone di Munchhausen ricco di nonsense e delirio a briglia sciolta,  mostra quanto un autore si possa divertire a realizzare una storia. E Martina aveva un'idea tutta sua della costruzione di una trama, e con Munchhausen dev'essere andato un bel po' a nozze, visto che la storia altro non è che un vagare senza meta di Paperino che uscito di casa per fare la spesa si ritrova in una dimensione narrativa onirica in cui capitano le cose più strane, bizzarre o grottesche. E poi ci sono i disegni di Pier Lorenzo De Vita, che ben diversi (e assai meno raffinati, oserei dire) di quelli con cui Scarpa avrebbe stemperato la forza delirosa di Martina in Paperin Fracassa, riescono a completare egregiamente l'insieme. E il risultato è una storia da cui i detrattori di Don Chisciotte e Paperodissea dovrebbero guardarsi, perchè potrebbero rimanere fortemente delusi. Quanto a me, posso dire di essermi abituato con gli anni al Martina più folle, indipercui tra una risata e l'altra posso dire di essermi goduto appieno questa follia a fumetti.

Il Dottor Paperus (Bottaro-Chendi/Bottaro)
Il capolavoro di Luciano Bottaro, su cui è stato scritto tanto, tantissimo, in special modo in quest'ultimo periodo. Riporto giusto il commento (sintetico) che scrissi in occasione dell'uscita della storia nella collana Topolino Story:

Una grande parodia. Grande in tutti i sensi. Un Bottaro al massimo della forma, divertente e inquietante. Gli spiritelli sono stupendi, il tratto poi mostra parecchie influenze Barksiane (paperi), Taliaferresche (Paperina), Biolettiane (diavoli) e DeVitapadresche (cavalli).
Uno spettacolo per gli occhi retto da una trama intrigante cosparsa di gag spettacolose (lo scudo falso che provoca 10 anni di guerra, le prime mattaglie). Un capolavoro del fumetto Disney.


Ora, una cosa mi chiedo: ma chi è che ha scelto di dedicare a Munchhausen il volume, con dentro cotanta perla? Bah.

Paperino e il Flauto Magico (Bencivenni/De Vita Junior)
Certo, se l'avessi conosciuta quando a suo tempo uscì in un volume tutto suo, accompagnata solo da un altra storia mi sarei sentito parecchio truffato, ma inserita qui senza alcun preavviso mi ha colpito alquanto. Non un capolavoro ma una storiellina di 27 tavole assai fresca e gradevole.

Per quanto riguarda le rubriche non vedo molti miglioramenti, sempre riassunti troppo lunghi e assai poche informazioni generali sulla storia. Mah.

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