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Topics - Samu

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Commenti sulle storie / Topolino e la Jellamolecola
« il: Giovedì 29 Set 2022, 22:34:45 »
https://inducks.org/story.php?c=I+TL+2757-2

Scritta da Casty ed animata su carta da Enrico Faccini, "Topolino e la Jellamolecola" è una storia che apprezzo molto.
Il racconto si snoda all'interno di una ambientazione di carattere urbano (seppur fuori Topolinia) e si incentra su un incidente avvenuto in un laboratorio di studi sulla chimica che riguarda la dispersione nell'aria di una molecola tanto singolare quanto pericolosa: è la "Jellamolecola" del titolo, la cui diffusione nell'ambiente provoca lo spargimento di situazioni sfortunate e, appunto, "jellate" a iosa.
La storia è vibrante, non concede mai un attimo di stanca o un cedimento nel ritmo che, di contro, rimane sempre sul "pezzo" nell'evolversi di una vicenda che caratterizza bene il cattivo di turno e che offre degli spunti comici davvero piacevoli e graziosissimi da ritrovarsi (il flashback sulla fine dei dinosauri causato dalla presenza della molecola della Jella; il modo con cui il prof Sondern "tranquillizza" gli animi dei nostri; il tizio che sventola dapprima fiero il biglietto della lotteria dicendo di essere immune alla sfortuna salvo poi perderlo un istante dopo; l'escalation delle situazioni sfortunate cui sono sottoposti - ahiloro - Topolino e Pippo nel laboratorio di chimica...)
Il tutto regala una lettura fluida, scorrevole, intrigante e dove anche certe sequenze che si può pensare inizialmente come deputate al solo far ridere trovano invece una spiegazione più seria e ben inquadrata nell'evolversi del racconto, come la scena in cui il prof viene portato via dal laboratorio sulla carriola.
Non dico che si tratti di una avventura epocale o che sia la Storia per antonomasia quando si pensa al talento disneyano di un autore straordinario come Andrea Castellan, ma sta di fatto che questo racconto è "castyano" dentro nel suo essere vivace, coinvolgente, intriso di simpatia e di ottime caratterizzazioni dei personaggi.
L'ennesima riprova di quanto lo sceneggiatore friulano sia bravo ad intessere belle trame, portate avanti con brio ed una sana verve che anima gli interpreti della vicenda che è un vero piacere da assaporare e gustare per tutto il tempo della lettura.
E se dal punto di vista dei testi la storia mi è piaciuta davvero molto, non sono da meno i disegni di Enrico Faccini, i quali riescono a rendere espressivi e "vivi" i personaggi e le cui matite coniugano al meglio, dal punto di vista grafico, il carattere vivace e frizzante che assume la bella sceneggiatura imbastita da Casty.

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Commenti sulle storie / Zio Paperone e il risparmio a 360°
« il: Domenica 25 Set 2022, 09:42:06 »
https://inducks.org/story.php?c=I+TL+3393-1

Bella e gustosa questa vicenda scritta da Gaja Arrighini e pubblicata sul Topo nel numero 3393 di quasi due anni fa.
La storia è ragguardevole per il modo con cui viene presentata, con originalità e verve, quella che è una situazione tipica della commedia paperopolese: lo scontro tra Paperone e il suo eterno rivale in affari Rockerduck.
C'è sempre una sfida ad animare la competitività dei due e a rendere vivaci le giornate degli affiliati al Club dei Miliardari, ma questa volta il "pivello in bombetta" è deciso a sfidare il vecchio Paperone sul suo stesso terreno, quello del risparmio.
Un risparmio che si intende non soltanto nel suo banale aspetto economico che - da decenni - li vede l'uno contro l'altro, ma che va inteso nel suo senso più vasto e allargato, coinvolgendo quindi nuove sfaccettature dell'essere economi.
Dinanzi alla giuria inoppugnabile del giudice super-partes Pico de' Paperis, i due rivali si scontreranno in cinque prove tutte atte a dimostrare la propria capacità di risparmiare più dell'altro, dall'acqua usata per fare il bagno alle energie impiegate nelle contrattazioni affaristiche e così via...
La vicenda, oltre che presentare un topos classico nell'essenza ma rinnovato nella sua resa in questa piacevole disfida, l'ho molto apprezzata anche nel mantenimento di un ritmo serrato e intrigante.
Molto piacevole anche l'anima umoristica della storia, veramente riuscita, e che costella di brio e di "sale" un racconto che sa farsi ricordare col sorriso.

Affianco ai testi vivaci di Gaja Arrighini, fa un lavoro egregio il disegnatore della storia, Enrico Faccini, che sa raccontare per immagini in un modo brillante e calzante nel rendere le varie espressioni assunte dai personaggi e che sa restituire al lettore un piacere palpabile anche nell'aspetto grafico di una storia che a mio avviso può dirsi riuscita...a 360 gradi!  ;;D

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https://inducks.org/story.php?c=I+TL+2028-1

La storia oggetto di questa nuova discussione è una delle mie predilette tra quelle scritte dal bravo autore francese François Corteggiani, che voglio contribuire a ricordare per il suo lavoro di sceneggiatore Disney.
"Umperio Bogarto e la memoria perduta di Zio Paperone" risulta essere una vicenda bella da leggere dal suo incipit fino al simpatico finale, ponendovi nel mezzo un racconto spassoso e costellato di situazioni divertenti, leggere (ma mai frivole) che mi hanno strappato tanti bei sorrisi.
Il focus del racconto è calato sì sulla memoria scomparsa dello Zione (vittima di una singolare, ma coerente con il personaggio, amnesia selettiva) e tuttavia l'attenzione dello sceneggiatore per il detective che veste l'impermeabile giallo si nota appieno già nella descrizione ironica e ben sfaccettata del personaggio che auto-descrive la sua condizione attuale dalle prime pagine della storia.
Già dalle tavole iniziali della vicenda, Bogarto si presenta infatti al lettore in una situazione di precarietà lavorativa: senza un soldo in tasca, con bollette arretrate da pagare e conti da saldare, senza che un misero cliente bussi alla sua porta per chiedergli aiuto...
Almeno così è fino all'arrivo di Paperon de' Paperoni, che scuote il grosso papero dal suo torpore rivitalizzando, con la sua sola entrata in scena, la sua giornata - vista la statura economica del nuovo cliente che gli si profila all'orizzonte.
Bogarto viene presentato da Corteggiani in modo talmente realistico, nelle prime tavole della storia, che sembra davvero di leggere il racconto della vita di un investigatore squattrinato.
Anche il contesto esterno in cui si inquadra la descrizione di sé del papero detective contribuisce a calcare la mano sullo stato di inedia in cui è caduto (la pioggia battente che sembra non arrestarsi più, con un tempo da cani) ma Corteggiani è bravo nel non fare "pesare" questa situazione al lettore.
Il modo con cui descrive la negativa condizione economica in cui versa Umperio è infatti pregno di ironia e le situazioni apparentemente "pesanti" (come l'ombra misteriosa che si aggira dietro la porta del suo studio privato) vengono subito ribaltate con uno spirito di leggerezza e buon umore, che da un lato fa empatizzare il lettore con i problemi di Bogarto e che, dall'altro, strappa dei bei sorrisi.
E lo stesso accade nelle scene ambientate al molo di Paperopoli, primo luogo visitato dal detective in compagnia del facoltoso cliente alla ricerca della memoria perduta del papero più ricco del mondo.
Il racconto risulta essere animato da una leggerezza di fondo che ho trovato davvero gustosa - aspetto che riconosco ampiamente come un pregio dell'autore e che non fatico a designare come un "marchio di fabbrica" di Corteggiani - e il quale rende la lettura scorrevole, veloce ed appagante nel suo carattere simpatico e portatore di buon umore.
Alla riuscita del tutto contribuiscono i disegni di un Giorgio Cavazzano ammirabile nella sua perfezione grafica, nell'espressività che infonde ai personaggi e nella teatralità di certe situazioni.
Ed è impagabile, a questo proposito, il pianto collettivo dei Bassotti che mostrano vicinanza a Paperone e si disperano sapendo che la risoluzione di un caso tanto importante sia stata affidata proprio al goffo Umperio!

In conclusione, questa è una vicenda disneyana che non faccio fatica a considerare un gioiellino di simpatia, freschezza e verve.
Una storia che si legge con gusto e che pulsa di buon umore e leggerezza.
Pregi che riconosco appieno al suo sceneggiatore che qui, in coppia con il Maestro Giorgio Cavazzano, dà vita a quella che è una delle mie storie preferite da lui create per la Disney.

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Commenti sulle storie / Zio Paperone Lawrence d'Arabia
« il: Domenica 18 Set 2022, 17:40:20 »
https://inducks.org/story.php?c=W+US+++55-01

Complice la sua ristampa sul numero di Settembre del mensile di Zio Paperone, ho riletto con piacere la bella storia oggetto del topic che apro con l'intento di condividere con gli altri utenti il mio parere su questa avventura.
"Zio Paperone Lawrence d'Arabia" rientra a mio avviso nel novero delle storie più riuscite del Maestro Carl Barks: il racconto infatti è scandito da una narrazione affascinante e procede con ritmo e armonia per tutto il tempo della storia.
La vicenda si rivela, inoltre, essere intrigante già dalla sua prima tavola, la quale immette fin da subito il lettore nel mood della vicenda con una bella vignetta in medias res e affrescando nell'immediato tanto lo sceicco Arrabi (ovvero colui il quale muoverà il riccone paperopolese al richiamo dell'avventura) quanto le spie assoldate dall'avido antagonista bramoso di ricchezze e delineato graficamente con la fisionomia del classico cattivo suino ricorrente in diverse storie di Barks.
Il celebre cartoonist americano dà quindi vita ad una storia intensa, dove la ricerca delle ricchezze viene ben presto rimandata, da parte dei nostri, a qualcosa di ben più necessario: la messa in salvo del bravo principe Arrabi e di uno dei nipotini, tratti in ostaggio dal bieco cattivo con la faccia da maiale.
Il senso di avventura, gli spazi ampi ed assolati del deserto, le immagini delle carovane che percorrono la distesa di sabbia sotto il sole rovente, il sofferto tentativo di Paperino e dello Zione di ritrovare i due sequestrati mentre devono far fronte ai tipici miraggi desertici, la coesione e la forza di gruppo dei piccoli eroi della storia...
Sono tutti elementi che mi hanno fatto vivere la storia con un pieno coinvolgimento e che me l'hanno fatta assaporare con gusto e verve ma non per questo il racconto si dimostra carente dal punto di vista umoristico.
Ammantato di simpatia è - per esempio - quel Paperone che accetta di parlare con il principe arabo scendendo con entusiasmo dal corrimano della sua scala, così come mi ha divertito quanto dice per accertarsi della correttezza delle parole del suo interlocutore, posto all'esame della macchina della verità quando questa raffigura sulla carta l'effigie del dollaro (Ha disegnato il mio simbolo preferito, quello della verità nel mio zodiaco;D)

In conclusione, si tratta di una storia che ritengo davvero ben riuscita sotto più profili, tanto di quello più leggero ed umoristico - che strappa buone risate -quanto di quello più avventuroso ed intenso  che rappresenta sicuramente il cuore pulsante e che meglio caratterizza l'essenza più importante e incisiva di questa bella "Zio Paperone Lawrence d'Arabia".  :D

50
Commenti sulle storie / Paperino e il capro di Acatapulco
« il: Mercoledì 3 Ago 2022, 20:09:55 »
https://inducks.org/story.php?c=I+TL++348-A

Frizzante e briosa storia a firma dei fratelli Barosso ai testi e del grande Romano Scarpa ai disegni.
"Paperino e il capro di Acatapulco" è una vicenda che intrattiene il lettore con un piglio fresco e vivace dalla prima, simpaticissima, tavola (in cui si vede Paperino in tenuta da bagnante scorrazzare lieto per la spiaggia messicana) fino alla conclusione della storia, col giusto lieto fine per il protagonista che si rifà delle costrizioni cui lo Zione lo aveva forzato per tutta la storia.
Paperino viene infatti obbligato dal ricco parente a sostituire il provetto tuffatore Pedro Mendoza, l'unico in grado di saltare da uno sperone che farebbe tremare chiunque per la sua imponente altezza e che difatti costituisce la più importante attrazione turistica per i visitatori del luogo che si fermano al ristorante dello Zione soprattutto per ammirare l'audace esecutore del temibile "tuffo della morte".
La storia presenta un Paperino comprensibilmente testardo e restio ad eseguire il dovere imposto dal ricco magnate ma ancor più testardo e inflessibile del papero sembra essere il caprone del titolo.
In realtà il "capro" comincerà sempre più a provare empatia per Paperino e sarà protagonista di sketch e azioni tanto generosi quanto divertenti nella propria simpatia grazie alla vis grafica con cui viene reso su carta dal Maestro Romano Scarpa che è un piacere e un godimento da leggere (per la bella storia dei Barosso) e da osservare di vignetta in vignetta, di tavola in tavola per l'espressività che tanto il "capro" quanto gli altri personaggi dimostrano nel corso della deliziosa avventura.
Una storia che proprio quest'anno compie sessant'anni dalla prima pubblicazione ma che non è per niente invecchiata e che sa restituire, oggi come allora, un appagante senso di gradevolezza e di tanta simpatia a chi legge per merito di una vicenda che non concede momenti di stanca e che sa far ridere, divertire, coinvolgere, intrigare e donare al lettore un bellissimo ricordo di sé una volta che si arriva all'epilogo di tale, genuina, avventura.  ;;D

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Topolino / Topolino 3480
« il: Mercoledì 3 Ago 2022, 19:41:28 »
Sommario

Topolino e l'incubo dell'Isola di Corallo - Terzo episodio
Soggetto e sceneggiatura di Marco Nucci
Disegni di Casty
Chine di Michela Frare
Colore di Manuel Giarolli

Paperinik e la Torre d'oro - Secondo episodio
Soggetto e sceneggiatura di Marco Gervasio
Disegni, chine e supervisione colore di Emmanuele Baccinelli
Colore di Irene Fornari

Paperino e il surf catastrofico
Soggetto e sceneggiatura di Sune Troelstrup
Disegni di Cynthia Campanario Pineda
Colore di Egmont

Zio Paperone e la vacanza di convenienza
Soggetto e sceneggiatura di Giulio D'Antona
Disegni e chine di Ottavio Panaro
Colore di Martina Andonova

Topolino e il pianeta ramingo
Soggetto e sceneggiatura di Francesco Vacca
Disegni e chine di Marco Mazzarello
Colore di Putra Shah Bin Bin Abd Jalil

Copertina (Disegno di Corrado Mastantuono, colori di Andrea Cagol):

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Commenti sugli autori / Giulia Lomurno
« il: Lunedì 25 Lug 2022, 19:48:51 »
Giulia Lomurno esordisce sulle pagine di Topolino con la storia Paperoga e la grande ristorazione, su testi di Giorgio Salati.
Questa sua prima prova come disegnatrice Disney non mi aveva convinto del tutto perché trovavo il suo tratto troppo fine e sottile ma non so se questo sia attribuibile a chi definisce il ripasso a chine sui disegni degli autori.
Sta di fatto che il suo esordio non mi aveva entusiasmato proprio perché trovavo i suoi disegni troppo fini e con poco spessore.
Nelle sue prove successive, invece, la Lomurno ha cominciato a piacermi sempre di più ed oggi sono sempre curioso di leggere di una sua nuova storia perché è intrigante, per me, vedere l'evoluzione del tratto di un autore dai primi passi mossi in un certo mondo narrativo e grafico fino ad arrivare ad una resa sempre più convincente del proprio stile.
Oggi posso dire infatti che Giulia Lomurno ha reso il suo stile assai gradevole e trovo che abbia fatto dei significativi passi in avanti in termini di dinamismo e di "padronanza" dei personaggi da lei rappresentati, come ho avuto modo di constatare nelle ottime tavole di raccordo da lei disegnate per il Classico d'Autore sui Bassotti uscito il mese scorso.
Mi piace l'espressività che sa infondere ai personaggi e la vivacità che riesce ad animare nelle varie scene e sequenze delle sue prove più recenti per il fumetto Disney, dalla storia di Pippo alla prese con la gara delle barzellette alla quasi tutta muta sulla divisa del Gran Mogol, passando per la simpatica e riuscita, tanto nella sua impronta narrativa che di quella grafica, vicenda di Paperina e la voce vegetale.

Insomma, per quel che mi riguarda considero la matita di quest'autrice in un'ottica molto positiva e promettente per il suo futuro sulle pagine del Topo, auspicando di nuove storie da lei disegnate che siano anche più lunghe e articolate di mute o semplici brevi, che pur reputo gradevoli e simpatiche nella loro spensieratezza.

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Commenti sugli autori / Claudio Panarese
« il: Domenica 24 Lug 2022, 13:55:34 »
Claudio Panarese sicuramente non è uno degli autori più dibattuti all'interno del Forum ma, non trovando un topic su di lui incentrato già presente nella sezione dei commenti, ho pensato che una discussione su di lui rivolta fosse un giusto modo per parlarne appositamente con chiunque ne voglia disquisire un po', condividere pareri sul suo stile o scrivere di ricordi di storie da lui disegnate che sono rimaste impresse nella mente di noi lettori.
Da parte mia, posso dire che il tratto di Panarese lo considero portatore di umorismo e divertimento: le sue storie che ho avuto modo di leggere le ricordo con vero piacere perché mi hanno fatto ridere per la resa dei personaggi, le loro espressioni, le loro movenze e pose talvolta esagerate si ma in senso positivo, di quell'esagerazione che sa far ridere e guardare a quei personaggi con allegria.
Tra le sue storie che rammento con più piacere, ho da ricordare almeno Zio Paperone e la banconota contesa (su testi di Sergio Tulipano), la lunga e divertente Paperino e la stella di Skalunia, Paperino e il compleanno di Nonno Bassotto (che vede l'autore occuparsi anche del soggetto e della sceneggiatura), Paperino e la coppa di Paperopoli e Paperoga e la giornata troppo perfetta.
Quest'ultima l'ho riletta proprio oggi e mi ha divertito nuovamente con gusto non solo per i testi vivaci e allegri di Rudy Salvagnini ma anche per le espressioni che Panarese sa infondere ai parenti di Paperoga che i guai se li combinano da sé al solo vedere il papero col pon-pon, temendo che già solo una sua visita possa causare chissà quale devastante cataclisma ai loro danni.  ;D

Sarebbe bello, per me, vederlo ritornare a disegnare storie Disney considerato che manca dalle pagine del libretto da più di un decennio e che i suoi Paperi li ricordo con vivo piacere perché sanno farmi divertire ogni volta che riprendo in mano una storia da lui animata su carta.

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Commenti sugli autori / Arild Midthun
« il: Lunedì 18 Lug 2022, 20:31:45 »
Arild Midthun è una delle matite più interessanti che ho avuto modo di scoprire negli ultimi tempi e considerando il fatto che mi sembra essere un autore stimato qui sul Forum, pensavo fosse giusto parlarne in una discussione incentrata specificamente su di lui.
Nativo della città di Bergen, l'autore in questione presenta un tratto che trovo frizzante e dinamico e con le sue belle matite posso dire che riesce a rendermi la lettura della storie da lui disegnate ancora più intrigante e piacevole.
Il suo è uno stile personale che sa rendere espressivi e vivaci i personaggi che raffigura ed un'altra caratteristica che apprezzo molto dell'artista norvegese consiste anche nella sua abilità nel rappresentare sfondi ben curati ed architetture talmente ben rifinite che i luoghi in cui si muovono i protagonisti della vicenda sembrano essere veramente reali e tangibili.
Lo conosco da poco questo autore ma già sento molto trasporto nei confronti dei suoi Paperi e di come li anima su carta per mezzo di uno stile che è un piacere da guardare e che trovo intrigante nel suo essere espressivo, riconoscibile e di stampo realistico.

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Commenti sulle storie / Paperoga e la grande scoperta del Borbest
« il: Martedì 5 Lug 2022, 20:45:01 »
https://inducks.org/story.php?c=I+TL+3089-4

A mio avviso questa è una bella storia che mette in luce il carattere solare e sognatore del suo protagonista in modo naturale e ben centrato nella sceneggiatura fresca e disinvolta ad opera del suo scrittore, Roberto Gagnor.
Vittima di un tiro burlone architettato dal cugino Paperino e dall'amico Archimede, Paperoga ignora che le applicazioni del suo cellulare - che usa fin troppo negli ultimi tempi - siano state modificate da un disturbatore elettronico creato ad hoc dal Pitagorico, con la conseguenza di interferire anche sulle mappe online che consulta assiduamente pure quando in realtà non ne avrebbe bisogno.
Accade così che, d'improvviso, il suo cellulare gli segnala una nuova direzione: quella per il "Borbest" e Paperoga lo prende chiaramente come un nuovo punto cardinale scoperto dalla sua mente geniale.
La storia mi è piaciuta molto perché descrive il Paperoga che più apprezzo quando lo vedo protagonista o comunque tra i personaggi principali di una avventura Disney.
In lui Gagnor fa emergere un carattere solare, allegro, improntato alla ricerca del nuovo con entusiasmo.
Ma Paperoga non è soltanto questo: il papero col maglione rosso, come dimostra pienamente in questa bella storia, è essenzialmente un personaggio virtuoso per almeno due ragioni.
In primis perché è un trascinatore, uno che riesce a scuotere la normalità di chi gli sta attorno portandolo a vivere qualcosa di nuovo alla ricerca di una bella avventura da ricordare.
E ciò porta inevitabilmente al suo altro grande pregio, che consiste nell'essere un sognatore, un personaggio che è rimasto candido nell'anima e che è sempre pronto ad entusiasmarsi al solo pensiero di creare qualcosa in cui ci metta del suo ma che non rimane confinato all'interno di un piglio egoistico e solitario e che anzi assume un carattere inclusivo nel mettere anche gli altri al corrente di quanto ha scoperto (come accade col Borbest in questa storia) e di renderli partecipi della sua stessa avventura e del suo stesso sogno.
Per questo motivo, ho apprezzato molto la chiusura della storia che si concentra proprio su questo delizioso aspetto sognatore del personaggio e che viene esteso a chi ha attorno, a partire dagli stessi Paperino e Archimede che non possono fare a meno di cogliere il bello che il fantomatico "Borbest" portava con sé e che forse può ancora portare.
Una storia, questa, che mi è proprio piaciuta nel suo centrato, e da parte mia ampiamente condiviso, focus sul suo protagonista e che ho gradito molto nel suo carattere poetico nel senso più genuino del termine - che quindi non risulta per niente artificioso o raffazzonato - e che chiude la vicenda con un bello sguardo improntato ad un futuro dove il sogno e l'avventura sono potenzialmente infiniti per chi li sa cogliere e cercare con lo sguardo entusiasta di chi non si accontenta di ciò che ha già vissuto e che si mostra sempre dinamico alla ricerca di nuove strade da percorrere e nuovi..."Borbest " da scoprire.

56
Commenti sulle storie / Topolino e il rampiro di Transvitania
« il: Venerdì 1 Lug 2022, 19:00:45 »
https://inducks.org/story.php?c=I+TL+3127-1

Ennesima ottima prova di Casty all'opera con un Topolino che riesce a rendere umano e genuino nel suo comportamento e nelle sue azioni in una storia che mi ha restituito tanta simpatia ma anche una bella sensazione di brivido e tensione.
Innanzitutto, mi è piaciuto molto il rivedere nel ruolo di co-protagonista, al fianco dell'inossidabile duo di amici inseparabili costituito dai classici Topolino e Pippo, il personaggio di Bruto che mi ha conquistato nella sua simpatia anche per il modo con cui viene tratteggiato, graficamente, da Enrico Faccini.
I disegni di quest'ultimo servono al meglio la trama ispirata dell'autore friulano, che parte da uno spunto accattivante e che lascia spiazzati quale quello di un sito web talmente affascinante che, una volta cliccato, risucchia letteralmente l'ignaro navigatore all'interno di una dimensione buia, oscura e assoggettata dal bieco Conte Vlud.
Al servizio del personaggio negativo della vicenda vi è il Magnamaus, un gattone che nonostante sia in combutta col nemico dei nostri in questa avventura mi ha ispirato simpatia sin da subito per la sua grossa portata, il suo colore di un bel giallo ed arancione accesi e per l'espressività che gli dona Faccini e che emerge pure nel finale a sorpresa con cui Casty chiude la vicenda con un tono leggero.
Lo stesso personaggio del Magnamaus richiama il videogioco cult degli anni '80 di "Pac-man" e questa assonanza viene accentuata dalla presenza dei fantasmini che si nascondono tanto da lui quanto dal Conte Vlud e che inizialmente si rivelano essere dei personaggi sì molto teneri ma al contempo altrettanto pavidi e insicuri di sé.
Sarà proprio l'incontro con Topolino - recatosi nella strana terra/dimensione di Transvitania con l'obiettivo di salvare i suoi due amici catturati dal beffardo escamotage di Vlud - a renderli coscienti del fatto che anche loro hanno qualcuno da portare in salvo e solo facendo appello al proprio coraggio potranno superare la loro inedia e la propria paura.

"Topolino e il rampiro di Transvitania" per me è una storia gustosa, che si fa leggere con verve e brio dall'inizio alla fine e dove i riusciti e ben studiati momenti di tensione si alternano con intelligenza alle situazioni più leggere delineate da Casty e che mi hanno strappato delle belle risate in qui e là, soprattutto quando Topolino - in pena per le sorti di Pippo e Bruto - li ritrova seduti, a giocare a carta, forbice, pietra oppure la scena in cui cercano di entrare di soppiatto nel castello di Vlud senza farsi beccare dal Magnamaus di guardia e che presenta il rapido cambio di iniziativa di Topolino: - Noi=andare via pian pianin... Anzi, no! Noi=fuggire a gambe levate !  :rotfl:
A mio parere questa è una avventura frizzante che si fa leggere senza cadere in momenti di stanca e che anzi riesce a tenere alta la soglia d'attenzione del lettore con un connubio artistico tra i due autori che risulta vincente nelle rispettive parti curate dall'uno e dall'altro, tanto dal brillante punto di vista narrativo di Casty quanto del vivace comparto grafico di Enrico Faccini.  :D

57
Commenti sulle storie / Topolino e il regalo dell'ultimo minuto
« il: Martedì 21 Giu 2022, 21:38:34 »
https://inducks.org/story.php?c=I+TL+3141-2

Ideata da Francesco Artibani per i disegni di Marco Mazzarello, "Topolino e il regalo dell'ultimo minuto" è una vicenda che merita di essere letta e conosciuta.
La storia è semplice partendo da una situazione che può capitare a chiunque e in cui stavolta incappa Topolino, nel fatto cioè di avere preparato ed organizzato in modo certosino ogni aspetto della serata romantica che ha intenzione di passare con Minni dimentico però della cosa più importante: il regalo per festeggiare l'anniversario del loro fidanzamento!
Il Topo dalle grandi orecchie, in vista dell'imminente appuntamento con la fidanzata, si precipita dunque a rotta di collo verso il centro commerciale per procurarsi la borsetta che Minni aveva già da qualche tempo adocchiato con interesse, intenzionato a comprarla come dono per la propria amata.
Purtroppo per lui le cose si metteranno in maniera decisamente imprevista e, preso da altri avvenimenti che accadono nel giro di pochi minuti nella sua visita al centro commerciale, Topolino finirà con l'essere a tutti gli effetti fuori tempo in quanto, a questo punto, non solo si presenterà in ritardo all'appuntamento con Minni ma ci andrà anche a mani vuote facendo una ben magra figura.
Ecco quindi che la storia ci offre un uso insolito della macchina del tempo, che per una volta non lo rispedirà indietro di secoli, di millenni e neanche di anni ma solo di qualche minuto.
Facendo tesoro delle esperienze negative da lui vissute nel giro di questi piccoli balzelli temporali nel suo recentissimo passato, Topolino alla fine troverà il modo di chiudere la vicenda in maniera positiva seppur molto lontana da come avrebbe potuto immaginare la conclusione di tale disavventura quotidiana.
La storia è veramente un bel leggere e ci restituisce un Topolino umano nei suoi errori e nelle sue dimenticanze ma che viene difficile da non guardare con simpatia data la sua propulsione a cercare di fare sempre e comunque il bene, anche nelle piccole cose quando si sente chiamato in causa dalle circostanze.
Francesco Artibani sviluppa una avventura dal taglio urbano che considero brillante nella sua semplicità e nella sua intensa piacevolezza e non solo al riguardo del carattere centrato ed amabile del suo protagonista.
La storia è bella e mi è piaciuta particolarmente anche e soprattutto per il focus su quel personaggio che sembra, in apparenza, essere soltanto un poco di buono e disonesto ma che in realtà è di tutt'altra pasta.
E la scena in cui questo signore parla con il figlio al telefono è veramente costruita bene e si rivela carica di significato nella sua genuinità e nella prospettiva di quello che potrebbe accadere di lì a poco se al fianco di questa persona non ci fosse stato un Topolino così umano ed aperto nella riflessione che gli lascia per il proprio bene e di chi lo ama e lo aspetta a casa.

"Topolino e il regalo dell'ultimo minuto" non sarà forse una delle storie più ricordate ed acclamate di un autore che ha scritto nel corso degli anni storie iconiche e ben più lunghe come l'Ultima Avventura, il Segreto di Cuordipietra o anche le tre con Topalbano, Moby Dick e via dicendo...
Eppure io, questa storia (classica nella sua lunghezza standard delle 30 tavole e in una trama del taglio cittadino) la considero un vero gioiello per la bellezza di come è stata scritta, per il significato che assume nel confronto tra Topolino e l'altro personaggio  che vi appare e per un finale dolce nel modo più naturale che ci sia, senza risultare per niente artificioso o posticcio.
Una prova davvero meritevole di uno sceneggiatore che conferma, ancora una volta, la sua grande abilità nel muovere i personaggi Disney e nell'ideare delle storie significative come questa che mi è rimasta particolarmente impressa nella mente e "dentro" nel cuore di quanto è fatta bene nel suo insieme, nel suo dipanarsi ed in un finale che considero davvero azzeccato e memorabile nella sua deliziosa semplicità.

58
Commenti sulle storie / Topolino e il tenebroso canzonatore
« il: Sabato 11 Giu 2022, 18:07:09 »
https://inducks.org/story.php?c=I+TL+2622-1

Una delle tante storie intriganti e davvero ben scritte ad opera di Andrea Castellan, in arte Casty!
La storia comincia con Topolino e Pippo che si recano nella villa del famoso scrittore del brivido Simon T. Lebook su espresso invito dello stesso autore in merito ad un qualcosa che lo angustia da giorni e che ha necessariamente bisogno di risolvere se vuole continuare ad essere uno degli scrittori più brillanti del panorama topolinese.
I nostri vengono quindi a conoscenza di ciò che ha turbato tanto nel profondo la serenità di Lebook e che riguarda nientemeno che l'apparizione in carne ed ossa di un personaggio che dovrebbe essere di sola finzione perché partorito dalla mente creativa dello stesso Simon e che fu protagonista di un suo noto romanzo giallo: "Il tenebroso canzonatore".
Dopo avere accettato l'incarico, Topolino e Pippo cominciano a muoversi per mettere la parola fine a questo strano caso e, contestualmente, alle apparizioni del canzonatore che credono sin da subito essere architettate ad arte per intimorire il celebre Lebook.
La storia nel suo evolversi si rivela essere davvero ben fatta e sa mantenersi intrigante ed appassionante per tutto il tempo della lettura, regalando a chi legge un mistero da risolvere che è un piacere da seguire di pari passo alle indagini condotte dai protagonisti in primo piano.
Una trama che non conosce momenti di stanca e che sa tenere vivo l'interesse del lettore con lo stile di scrittura fluido e coinvolgente che è tipico di Casty e della sua abilità di ideare storie molto intriganti e ben studiate tanto nel soggetto di base quanto nel loro effettivo dipanarsi di vignetta in vignetta e di tavola in tavola.
Al tutto viene dato poi ulteriore valore dai disegni di un validissimo autore quale Vitale Mangiatordi, che avevo già apprezzato e molto ai tempi dell'altra storia che ho letto con i suoi disegni e sempre su testi del grande autore friulano, ovvero Topolino e l'occhio di Topoltec.
La storia è bella tutta, nel suo insieme, però la sequenza che più mi è rimasta impressa è quella del confronto - faccia a faccia - tra i due canzonatori, preludio alla risoluzione del mistero che ha coinvolto in prima linea tanto lo scrittore di gialli quanto la classica coppia di protagonisti Disney formata dall'amabile duo Topolino-Pippo!

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Commenti sulle storie / Newton Pitagorico e le tintarelle erudite
« il: Mercoledì 1 Giu 2022, 21:18:16 »
https://inducks.org/story.php?c=I+TL+3357-1

Pubblicata nel Marzo 2020, questa storia rappresenta il rilancio di un personaggio che non era mai stato attenzionato né considerato più di tanto: Newton Pitagorico, essenzialmente una copia dello zio in formato ridotto, con la stessa fisionomia e la stessa passione per le invenzioni.
Motivo per cui quando sono venuto a conoscenza dell'intento da parte della redazione e di Alex Bertani di lavorare specificatamente su questo personaggio al punto tale da renderlo protagonista in un ciclo di storie, da un lato, avevo sì una indubbia curiosità su una operazione di rilancio abbastanza ardita a mio parere, ma dall'altro non sapevo bene cosa aspettarmi dalle future storie che avrebbero visto il personaggio di Newton come protagonista e motore della vicenda stessa.
Ebbene, "Newton Pitagorico e le tintarelle erudite" rappresenta la prima storia di un ciclo di avventure autoconclusive tutte curate da Marco Nucci ai testi, mentre i disegni sono per lo più affidati alle matite di Stefano Intini.
Quando mi sono approcciato alla sua lettura non avevo molte aspettative a priori ma leggendola ho sentito sin da subito una simpatia e una empatia nei confronti del nipotino di Archimede che per me era cosa del tutto nuova.
Marco Nucci ha un modo di scrivere che mi piace tanto perché sa restituirmi una freschezza della vicenda e del racconto che mi rende la lettura fluida e scorrevole, dal piglio dinamico e sempre "centrato".
Ed è ciò che mi è successo nell'approccio a questa storia che ritengo un piccolo gioiellino, tanto è stata vivace e veramente gradevole la sua lettura.
La storia in questione inizia con la presentazione del personaggio che entra in scena in modo dirompente e pieno di entusiasmo (come vorrei sempre vedere i personaggi Disney) perché il suo primo giorno di scuola nella sua nuova classe di Paperopoli sta ormai per cominciare.
La vicenda prosegue poi mostrandoci la genialità del piccolo Pitagorico, rapportata al come poter risolvere un problema di stampo scolastico che potenzialmente riguarda tanto lui quanto gli amici Qui, Quo e Qua.
Messi alla prova dall'arcigno e irreprensibile rettore Schnauzer, i quattro devono infatti trovare il modo per superare il durissimo test che prende il suo nome ma, al contempo, senza rinunciare ad un ultimo fine settimana fatto soltanto della tipica leggerezza e spensieratezza estiva.
Da qui parte quindi l'idea delle "tintarelle erudite", un metodo potenzialmente geniale per miscelare insieme i due aspetti, da un lato il relax di fronte al tepore del solleone e dall'altro l'impegno dello studio.
La storia la considero molto riuscita nel suo insieme perché in primis il modus scribendi del suo autore mi ha tenuto intrigato alla vicenda e alle vicissitudini dei personaggi (Newton in primis) per tutto il tempo della lettura.
Inoltre, anche dal punto di vista grafico questa avventura paperopolese è un piccolo gioiellino per come la vedo io, grazie ad una espressività dei personaggi e ad un costante dinamismo che li anima su carta e che sembra quasi fargli prendere vita tra le pagine del Fumetto.
E poi, della storia mi è piaciuto molto un fattore che ho potuto constatare appieno solo a posteriori, dopo una ri-lettura della storia a debita distanza di tempo.
Ebbene, l'elemento cui mi riferisco è l'abilità progettuale di Nucci: il suo modo di accennare a degli oggetti, a delle persone o a dei luoghi che verranno poi ripresi in futuro, in altre storie dedicandogli una attenzione particolari e facendo sì che siano proprio questi elementi a costituire il futuro motore della storia che verrà (vedasi l'incubatrice, il grande attore e monologhista Giorgio Squacker o la stessa Coccodega Bay in cui è ambientata non solo questa storia ma anche l'incontro di calcio tra il Paperopoli F.C. e la rappresentativa locale nella Calisota Summer Cup).

Ecco, forse ho parlato anche troppo per descrivere quanto questa storia mi sia piaciuta ma ritengo che il rilancio del personaggio di Newton sia stato così ben fatto e condotto in modo intelligente sotto la luce dei riflettori di parte della quotidianità paperopolese che meritasse una mia disamina tanto su questa storia che sul recupero del personaggio.
E se qualcun altro come me avesse apprezzato la storia delle "tintarelle erudite" (e più in generale il rilancio del personaggio del piccolo Pitagorico sulle pagine del Topo) sarebbe interessante avere modo di parlarne e di discuterne in questa discussione, che ho pensato di creare anche e soprattutto per un motivo di confronto tra appassionati dello stesso, amabile, mondo del Fumetto Disney! :D

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Commenti sulle storie / Topolino e il week-end col gatto
« il: Venerdì 27 Mag 2022, 23:20:53 »
https://inducks.org/story.php?c=I+TL+2230-1

Storia di Silvano Mezzavilla e Massimo De Vita, pubblicata originariamente su Topolino nell'Estate 1998.
Quello che mi è piaciuto in particolare di questa vicenda, che si conforma come una avventura dallo spiccato taglio urbano, è stato il modo intelligente di Mezzavilla di costruire una storia su un personaggio (il "Gatto" del titolo) che, a conti fatti, fisicamente compare davvero poco in questa storia ma che lascia trasparire la sua presenza come qualcosa che aleggia palpabile nelle atmosfere di quello che dovrebbe essere un tranquillo week-end, tanto per Topolino quanto per gli agenti di Polizia di Topolinia.
Tutto parte da una misteriosa ondata di furti che si susseguono in alcuni dei luoghi più benestanti della città di Topolinia (la casa di un miliardario, una rinomata banca, una gioielleria...) senza però che da questi edifici vengano portate via grosse somme di denaro né chissà quale ricco bottino.
A sparire sono oggetti di poco conto: un fermacarte, un elenco telefonico, un calendario...e non si capisce chi possa essere intenzionato ad entrare in una banca o in una gioielleria per trafugare degli oggetti di così ben poco valore economico.
L'unico che riuscirà a capire cosa c'è dietro ad un modus operandi tanto strano quanto apparentemente insensato per un ladro di qualsiasi risma sarà Topolino, il quale in questa occasione avrà modo di guardarsi indietro, al suo recente passato e al suo incontro con il "Gatto", un furfante agile e dinamico (dotato di movenze e scatti assimilabili a quelli di un felino) che aveva contribuito in maniera decisiva ad arrestare qualche anno prima.
Il tempo passa per tutti, è passato per Topolino così come per il "Gatto" che sembra essere tornato in piena forma a dimostrare alla città di Topolinia e soprattutto al piccolo Topo quanto ancora lui si sente in grado di valere.
Ma sarà davvero così? Davvero il Gatto può ancora costituire una minaccia per la sicurezza di Topolinia oppure nel frattempo è cambiato e oggi lo si vede in modo diverso rispetto al passato?  ;)

"Topolino e il week-end col gatto" sa essere una storia che si lascia leggere con fluidità e che scorre via con vivido piacere, trattando la tematica del passato che ritorna e che forse lascia spazio a cambiamenti, ad un mutuare che a volte è nell'ordine delle cose.
Una storia essenzialmente semplice nel suo sviluppo ma che io considero un piccolo gioiellino, riuscito tanto dal punto di vista narrativo (con un finale che chiosa la vicenda in modo puntuale e bello da leggersi) quanto per l'aspetto grafico e visuale, con un Massimo De Vita che accompagna alla grande i testi di un Silvano Mezzavilla che, anche in questa avventura di ambientazione spiccatamente urbana, ho sinceramente apprezzato.  :D

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