https://inducks.org/story.php?c=I+TL+2213-6Gambadilegno si fa assumere da un’organizzazione criminale per la quale fornisce manovalanza. Tuttavia, per un equivoco l’oggetto dell’ultimo furto viene smarrito e Krecklite, il capo della banda, è convinto che Pietro l’abbia intascato, tradendo il suo datore di lavoro. Nei guai fino al collo, al furfante non resta che l’alternativa di stringere un patto con il suo peggior nemico: Topolino dovrà salvarlo dalla spiacevole situazione, in cambio della consegna di Krecklite alla giustizia.
Comincia così una delle migliori vicende che trattano un’alleanza temporanea fra i 2 eterni nemici: il rapporto tra i personaggi è davvero ben descritto, con Pietro abbastanza disperato da richiedere l’aiuto dell’odiato avversario ma con il quale parla francamente, evitando lacrimevoli suppliche. Topolino, dal canto suo, si dimostra stizzito durante tutto il tempo, seccato dal dover dare una mano a qualcuno che gli ha fatto correre tanti pericoli in passato.
È sublime il momento in cui, dopo che Gambadilegno gli ha detto “Non puoi lasciarmi nelle grinfie di quell’uomo!”, lui risponde con espressione sfrontata “Certo che posso!”. Mi sono innamorato di quella vignetta. In realtà Topolino non lo abbandonerà, tuttavia la minaccia di farlo, per godere della paura provata dal suo interlocutore in quell’istante, resta impagabile.
Pietro, dal canto suo, non appena si presenta l’occasione scappa lasciando il protagonista (che pure gli ha fatto un favore) al suo destino. Topolino, beffardo, nella conclusione si vendica mettendo nuovamente il suo nemico in una situazione spinosa.
Noto inoltre un clima di pericolo dovuto alla continuamente evocata morte: nonostante parole come “uccidere” (e nemmeno sinonimi e né perifrasi più morbidi come “eliminare”) non siano mai pronunciate, le minacce risultano chiarissime: quando Pietro domanda cosa succederebbe se non eseguisse gli ordini, Krecklite risponde “Meglio per voi che non accada”; in un’altra occasione egli dice ai suoi uomini “Sapete cosa fare”. L’ho trovato da questo punto di vista un thriller praticamente senza filtri.
Avrebbe però beneficiato di qualche tavola in più nel finale; diversi elementi non vengono spiegati: alcuni si capiscono (il prikog-T viene modificato in modo da avere un effetto temporaneo), altri risultano fumosi. Il capo della banda viene arrestato, ma con quali accuse, con quali prove?
L’unica interpretazione è che Gambadilegno abbia confessato la loro collaborazione, però anche lui è stato catturato quella stessa notte: tra l’interrogatorio, l’ottenimento di un mandato e la ricerca del delinquente dovrebbero passare come minimo dei giorni.
È uno di quei fumetti che, per toni e argomenti, hanno preparato il terreno per MMMM, uscito solamente un anno più tardi.
Mulazzi è un’autrice che non si è mai fatta notare da me particolarmente, tuttavia questa volta bisogna riconoscerne il valore.
La scelta del disegnatore non poteva essere più felice.