Voto finale del numero: un faticosissimo 1.5/5 di media.Severo ma giusto.
inoltre, come mai gagno (senza r, come scritto nell'indice) infila sempre il calcio in tutte le sue storie?Notato anche io.
Comunque c'è da dire che il calcio fiorentino ad esempio era praticato già nel tardo Medioevo. Altri sport con una palla erano praticati anche in Francia e Inghilterra. Quindi non è così insensata come idea. Anche perchè non si parla mai chiaramente di "calcio" come lo intendiamo noi oggigiorno.Il punto, secondo me, non è l'insensatezza. Anzi. Più è insensata e più è possibile aumentare l'effetto comico. Il problema è che è un clichè abusatissimo, non solo sul Topo. E un clichè o lo sai rivoltare come un calzino e darne una versione fresca o finisce per stufare. Specie se è un clichè comico. L'impressione è di essere davanti — ogni volta — alla medesima barzelletta, ma raccontata sempre peggio.
se come qualcuno auspicava la continuity complessiva nelle storie del Topolino deve essere preservata...Ma anche no. Se si dovesse seguire una continuity (una qualsiasi), poi cacciarsi in un vicolo cieco è matematico, come ben sanno alla Marvel e pure alla DC, che ogni manciata di anni fanno un reboot totale perchè non ci sono più sbocchi. E che si fa, ogni volta si riparte da zero presentando i personaggi, come Topolino ha conosciuto Pippo, Minni eccetera? Per carità.
Comunque c'è da dire che il calcio fiorentino ad esempio era praticato già nel tardo Medioevo. Altri sport con una palla erano praticati anche in Francia e Inghilterra. Quindi non è così insensata come idea. Anche perché non si parla mai chiaramente di "calcio" come lo intendiamo noi oggigiorno.La cosa è verissima e storicamente provata. Anche se a fare concorrenza a questi antenati del calcio, e proprio nell'isola di Albione, era una specie di hockey, giocato proprio come lo intendiamo noi, con due porte e una palla, ma con un campo enorme e vinceva la prima squadra che segnava.
Spoiler: mostra
È vero. Sono stato molto duro con la storia di Faraci. Ma perché io Faraci lo adoro e ho, quindi, aspettative sempre molto alte, quando c'è lui di mezzo. Mettiamoci che, questa volta, c'era pure quell'altro gigante di Casty a lavoro e potrete capire che le speranze erano molto grosse. Rimango sul mio giudizio, ma chiarendo che molta della delusione viene dall'acquolina che mi avevano fatto venire attraverso l'anteprima/intervista sul 3553. Se mi fosse stata presentata come una storia leggera, dal tono — unicamente — umoristico, una sorta di presa per i fondelli dei noir (senza essere un noir) etc. avrei avuto meno da dire. Idem col rapporto Irk/Mickey: senza la presentazione sul 3553 (che preannunciava un approfondimento delle loro differenze di metodo e filosofia di vita), avrei sorriso alle battute (come ho fatto), considerandole un poco stereotipate, ma niente di terrificante.Io invece ho imparato a non farmi condizionare dalle anticipazioni riguardanti le storie perché talvolta generano delle false aspettative che non trovano poi riscontro nelle atmosfere effettive di ciò che si va a leggere.
Hanno creato troppe aspettative, anche con la bellissima copertina che citava — palesemente — i toni di MMMM. E questo ha penalizzato una storia che pecca di banalità in alcuni punti, ma che — se presa da sola, senza saper nulla — pur non essendo memorabile, non è nemmeno da insurrezione popolare :D
Questo solo per chiarire il mio giudizio.
Non è solo una questione di mere aspettative del lettore, ma di riuscita di una storia.È vero. Sono stato molto duro con la storia di Faraci. Ma perché io Faraci lo adoro e ho, quindi, aspettative sempre molto alte, quando c'è lui di mezzo. Mettiamoci che, questa volta, c'era pure quell'altro gigante di Casty a lavoro e potrete capire che le speranze erano molto grosse. Rimango sul mio giudizio, ma chiarendo che molta della delusione viene dall'acquolina che mi avevano fatto venire attraverso l'anteprima/intervista sul 3553. Se mi fosse stata presentata come una storia leggera, dal tono — unicamente — umoristico, una sorta di presa per i fondelli dei noir (senza essere un noir) etc. avrei avuto meno da dire. Idem col rapporto Irk/Mickey: senza la presentazione sul 3553 (che preannunciava un approfondimento delle loro differenze di metodo e filosofia di vita), avrei sorriso alle battute (come ho fatto), considerandole un poco stereotipate, ma niente di terrificante.Io invece ho imparato a non farmi condizionare dalle anticipazioni riguardanti le storie perché talvolta generano delle false aspettative che non trovano poi riscontro nelle atmosfere effettive di ciò che si va a leggere.
Hanno creato troppe aspettative, anche con la bellissima copertina che citava — palesemente — i toni di MMMM. E questo ha penalizzato una storia che pecca di banalità in alcuni punti, ma che — se presa da sola, senza saper nulla — pur non essendo memorabile, non è nemmeno da insurrezione popolare :D
Questo solo per chiarire il mio giudizio.
Pertanto, nonostante i nomi importanti coinvolti nella realizzazione della storia, ho letto la suddetta vicenda a cuor leggero e curioso soltanto in merito a ciò che avrei trovato all'interno del fumetto.
Ne ho ricavato una lettura molto piacevole e intrigante, dove a spiccare è un taglio investigativo interessante e godibile nella sua leggerezza, permeato di un umorismo che ho gradito per quanto abbia saputo regalarmi dei momenti divertenti e gustosamente ilari,
oltre che a delle dinamiche simpatiche nel conflittuale rapporto che sussiste tra due personaggi quali Irk e Topolino ambedue mossi dal senso di giustizia ma caratterizzati da un modus operandi e da un modo di essere completamente diversi.
io Faraci lo adoro e ho, quindi, aspettative sempre molto alte, quando c'è lui di mezzo. Mettiamoci che, questa volta, c'era pure quell'altro gigante di Casty a lavoro e potrete capire che le speranze erano molto grosse. Rimango sul mio giudizio, ma chiarendo che molta della delusione viene dall'acquolina che mi avevano fatto venire attraverso l'anteprima/intervista sul 3553. Se mi fosse stata presentata come una storia leggera, dal tono — unicamente — umoristico, una sorta di presa per i fondelli dei noir (senza essere un noir) etc. avrei avuto meno da dire. Idem col rapporto Irk/Mickey: senza la presentazione sul 3553 (che preannunciava un approfondimento delle loro differenze di metodo e filosofia di vita), avrei sorriso alle battute (come ho fatto), considerandole un poco stereotipate, ma niente di terrificante.
Hanno creato troppe aspettative, anche con la bellissima copertina che citava — palesemente — i toni di MMMM. E questo ha penalizzato una storia che pecca di banalità in alcuni punti, ma che — se presa da sola, senza saper nulla — pur non essendo memorabile, non è nemmeno da insurrezione popolare :D
Il problema è che le anteprime testimoniano — virtualmente — le intenzioni degli autori. E se queste intenzioni (realizzazione di un noir; esplorazione delle differenze Irk/Mickey; Topolino calato in un'indagine urbana; introspezione) non vengono, poi, rispettate, c'è un problema. Vuol dire che la storia non è riuscita. Significa che gli autori non sono riusciti, loro malgrado, a realizzare quello che volevano realizzare. Non è una cosa da poco e, secondo me, essa entra tra gli elementi da considerare quando si vuole emettere un giudizio.A me la storia è piaciuta molto, Faraci non mi ha deluso. Diciamo che hanno anticipato un prodotto descrivendolo in un modo diverso da come poi esso si è effettivamente presentato, non solo per l'implicitamente annunciato confronto Topolink/Irk ma, intanto, perché questa storia di noir non ha niente; posso però considerarla un buonissimo poliziesco (ma io tendo a fare questa tediosa precisazione perché sono appassionato di cinema e ritengo fondamentale la distinzione tra giallo, thriller, gangster e gli altri generi da me menzionati poc'anzi). Io però prima leggo le storie e solo dopo mi rifaccio alle interviste, non voglio rovinarmi le sorprese, quindi mi sono, diciamo, privato della possibilità di rimanere deluso. Ho però avuto la sensazione, scorrendo le parole degli autori, che forse il risultato finale del prodotto (ripeto, a me gradito) non sia davvero centrato con le ambizioni.
È comunque interessante notare come, pur essendo entrambi concordi sulla non corrispondenza tra ambizioni degli autori e riuscita della storia, ne abbiamo avuto un tipo di fruizione diversa. Secondo il mio punto di vista, anche come poliziesco, rimangono i problemi sopra esposti e che non ripeto. Ma, d'altronde, potrebbe anche essere — quantomeno, in parte — una questione di gusti.io Faraci lo adoro e ho, quindi, aspettative sempre molto alte, quando c'è lui di mezzo. Mettiamoci che, questa volta, c'era pure quell'altro gigante di Casty a lavoro e potrete capire che le speranze erano molto grosse. Rimango sul mio giudizio, ma chiarendo che molta della delusione viene dall'acquolina che mi avevano fatto venire attraverso l'anteprima/intervista sul 3553. Se mi fosse stata presentata come una storia leggera, dal tono — unicamente — umoristico, una sorta di presa per i fondelli dei noir (senza essere un noir) etc. avrei avuto meno da dire. Idem col rapporto Irk/Mickey: senza la presentazione sul 3553 (che preannunciava un approfondimento delle loro differenze di metodo e filosofia di vita), avrei sorriso alle battute (come ho fatto), considerandole un poco stereotipate, ma niente di terrificante.
Hanno creato troppe aspettative, anche con la bellissima copertina che citava — palesemente — i toni di MMMM. E questo ha penalizzato una storia che pecca di banalità in alcuni punti, ma che — se presa da sola, senza saper nulla — pur non essendo memorabile, non è nemmeno da insurrezione popolare :DIl problema è che le anteprime testimoniano — virtualmente — le intenzioni degli autori. E se queste intenzioni (realizzazione di un noir; esplorazione delle differenze Irk/Mickey; Topolino calato in un'indagine urbana; introspezione) non vengono, poi, rispettate, c'è un problema. Vuol dire che la storia non è riuscita. Significa che gli autori non sono riusciti, loro malgrado, a realizzare quello che volevano realizzare. Non è una cosa da poco e, secondo me, essa entra tra gli elementi da considerare quando si vuole emettere un giudizio.A me la storia è piaciuta molto, Faraci non mi ha deluso. Diciamo che hanno anticipato un prodotto descrivendolo in un modo diverso da come poi esso si è effettivamente presentato, non solo per l'implicitamente annunciato confronto Topolink/Irk ma, intanto, perché questa storia di noir non ha niente; posso però considerarla un buonissimo poliziesco [...]. Io però prima leggo le storie e solo dopo mi rifaccio alle interviste, non voglio rovinarmi le sorprese, quindi mi sono, diciamo, privato della possibilità di rimanere deluso. Ho però avuto la sensazione, scorrendo le parole degli autori, che forse il risultato finale del prodotto (ripeto, a me gradito) non sia davvero centrato con le ambizioni.
(ma io tendo a fare questa tediosa precisazione perché sono appassionato di cinema e ritengo fondamentale la distinzione tra giallo, thriller, gangster e gli altri generi da me menzionati poc'anzi)
La copertina che cita MMMM? Uhm... Sarà che non riesco a prendere sul serio quel grosso cappello che indossa Topolino, ma non ho mai pensato, neanche per un attimo, a quella (*sospiro*) storica collana.Non so. Magari, avrò sovrainterpretato. Però mi ricordava — dai toni urbani, ferrosi, industriali — certe copertine di quella magnifica testata. Tra l'altro, la sto rileggendo in questi giorni. Mi piacerebbe, poi, condividere con voi qualche riflessione su quel periodo d'oro conclusosi troppo presto.
Non so. Magari, avrò sovrainterpretato. Però mi ricordava — dai toni urbani, ferrosi, industriali — certe copertine di quella magnifica testata. Tra l'altro, la sto rileggendo in questi giorni. Mi piacerebbe, poi, condividere con voi qualche riflessione su quel periodo d'oro conclusosi troppo presto.In effetti sarebbe ora anche per me di rileggerla. Condividi presto!
È straordinaria, ancora oggi. Mette quasi malinconia notare quanto, nonostante le ottime storie apparse negli anni, non si sia più osato tanto.Non so. Magari, avrò sovrainterpretato. Però mi ricordava — dai toni urbani, ferrosi, industriali — certe copertine di quella magnifica testata. Tra l'altro, la sto rileggendo in questi giorni. Mi piacerebbe, poi, condividere con voi qualche riflessione su quel periodo d'oro conclusosi troppo presto.In effetti sarebbe ora anche per me di rileggerla. Condividi presto!