Anche la Signora del titolo (Agatha Woolf) è stata tratteggiata in maniera egregia nella sua umanità, di una scrittrice sì affermata, celebre e famosa ma che ha anche commesso degli errori cui vuole rimediare.Strabiliante questa storia, probabilmente la migliore che si sia vista su Topolino dai tempi de "L'isola di corallo". Soprattutto strabiliante la trasformazione di Surroz da disegnatore solo discreto a migliore in attività, e non solo in Italia, capace di rendere ogni espressione, anche la più sfumata, con un realismo che solo Gottfredson - e non sempre - riusciva a raggiungere. E per una volta la colorazione inusuale è pienamente azzeccata.
Invece secondo me il punto di tutto è che il modo in cui Nucci scrive questo "genere" ha davvero poco di quel "genere" e ne travalica proprio gli stilemi. Racconta una storia precisa, è pieno di considerazioni sull'arte in sé che possono solo scaturire dall'esperienza personale e dalla voglia sincera di dire qualcosa. Le lezioni della scrittrice sono... "vere", come anche i sentimenti in gioco. Mi sembra proprio un parto creativo avvenuto fuor di retorica, che è un po' quello di cui secondo me il giornale può far tesoro per parlare davvero al pubblico del futuro. Fui scettico su Area 15 anni fa, ma mi sono ampiamente ricreduto data la piega "verace" presa dalla serie (e fra le perle ci metto pure la tenerissima storia di Ray con Paperinik).
a me la storia della scogliera ha causato il solito effetto noia di tutte queste storie che ormai ho messo nella categoria "cioè" (il periodico tanto in voga tra gli adolescenti tanti anni fa..magari lo stampano ancora eh).Ma guarda, non è che tu abbia torto. Non si può dire che la storia sia un concentrato di azione e di suspence; neanche vi compaiono i personaggi principali, e capisco benissimo chi, come te, si annoia.
a me la storia della scogliera ha causato il solito effetto noia di tutte queste storie che ormai ho messo nella categoria "cioè" (il periodico tanto in voga tra gli adolescenti tanti anni fa..magari lo stampano ancora eh).Ma guarda, non è che tu abbia torto. Non si può dire che la storia sia un concentrato di azione e di suspence; neanche vi compaiono i personaggi principali, e capisco benissimo chi, come te, si annoia.
Però c'è un fatto innegabile: che cosa vogliamo dai Paperi? Cacce al tesoro pensate da Paperone, con i nipoti al seguito, come ideate da Barks e reiterate da Cimino? Baruffe familiari e tic paperoneschi, come ideati da Barks e reiterati da Martina? Avventure di Paperinik? Paperino tuttofare sfortunato? Scontri con i Bassotti e Amelia? Fughe da Brigitta?
Certamente sì, ma dopo decenni (e decenni) di storie come queste gli spunti si riducono sempre più e se i personaggi devono continuare a vivere bisogna cercare altre strade. Ovvio che Paperone non può diventare il dr. House, o Paperino un villain, QuiQuoQua tre novelli Franti, Gastone un supereroe e così via, e poi le censure aumentano ogni giorno e gli spunti, quei pochi rimasti, si riducono ancora.
E allora bisogna giocoforza approfondire i personaggi minori (da qui la continua presenza di Paperoga da un certo tempo a questa parte), creare dei buoni comprimari, andare sull'introspezione, che sarà tanto più riuscita quanto più "nuovi" saranno i personaggi.
Insomma, storie come "La signora della scogliera" tocca scriverle e io penso che il lettore debba metterci un po' del suo, convincendosi che non si può andare avanti all'infinito con le cacce al tesoro e gli scontri coi Bassotti. E allora - forse - apprezzerà un po' di più questo tipo di storie.