La mia domanda è:secondo voi si può davvero affermare che la lingua di Topolino in Italia ha difficoltà a distaccarsi dalla tradizione americana, o questa ipotesi può essere davvero valida soltanto per ciò che riguarda le onomatopee e le interiezioni?
Vi ringrazio per la vostra disponibilità e il vostro contributo.
La presenza di onomatopee ed esclamazioni in inglese non potrebbe considerarsi sintomo invece di un forte legame con la tradizione in lingua inglese?
Le onomatopee italiane, se non erro, non sono state inventate apposta per la Disney.Non sono sicuro di aver capito il riferimento esatto, ma credo che ACCI si riferisca ad onomatopee in inglese, e non in italiano, nei fumetti Disney...
La Disney le usa, come tutti gli altri cui servono
Si infatti mi riferisco alle onomatopee in inglese!
La mia ipotesi di un forte legame con la tradizione in inglese, nasce dal confronto con ciò che avviene in Germania .
Le onomatopee in inglese, tradotte dalle versioni originali italiane, non vengono lasciate in inglese ma sono riformulate in tedesco!
Spero di essere riuscita a spiegarmi un pò meglio!
Altrove invece le hanno "locali". Però non è corretto usare il termine "affrancare", perché non c'è qualcosa da affrancare... che cambierà in futuro, è solo lo stato delle cose.
Io non ho mai usato il termine affrancare!!
E tanto per contraddirti un po'....negli ultimi cinquant'anni uno dei pochi baluardi è stato proprio Topolino, che (ai suoi bei tempi) utilizzava tranquillamente nelle sue storie vocaboli quali autoctono, plutocrate, ed altre (purtroppo non ho conservato il giornale).
Non penso neanche che sia una cosa che dovrebbe fare, cioè distaccarsi da quel tipo di tradizione in inglese, assolutamente no, me ne guarderei bene dal dirlo!! :)Beh, parlo soltanto per impressione, ma la butto lì: secondo me le onomatopee originali si sono tenute... per pigrizia! Dal momento che molto spesso le onomatopee compaiono direttamente nella vignetta, e non solo nei fumetti, il "tradurle" avrebbe implicato un rimaneggiare il disegno della vignetta che non sempre era cosa semplice da fare, ragion per cui si tenevano le originali (spesso si tenevano anche le scritte in originale su cartelli o insegne, con magari un asterisco che riportava alla traduzione scritta a piè di vignetta).
La mia è solo un' ipotesi di un legame con la tradizione, ma anche una constatazione. Sarebbe interessante capire quali siano le origini di questa tradizione, magari scoprire anche chi ha inventato questa soluzione, se qualcuno mi aiutasse..!! :D
Mi stai dicendo che all' inizio non era cosi' ..cioe' anche le onomatopee erano in italiano?Su questo io non saprei, ma mi sembra che Alle dicesse che, fuor dalle onomatopee, Topolinio è sempre stato un baluardo della lingua italiana, grazie agli sceneggiatori che utilizzavano dialoghi più vicini alla lingua italiana scritta che non a quella orale... con il conseguente uso di vocaboli e costrutti più letterari e colti di oggi
Su questo io non saprei, ma mi sembra che Alle dicesse che, fuor dalle onomatopee, Topolino è sempre stato un baluardo della lingua italiana, grazie agli sceneggiatori che utilizzavano dialoghi più vicini alla lingua italiana scritta che non a quella orale... con il conseguente uso di vocaboli e costrutti più letterari e colti di oggiNon avrei potuto spiegarmi meglio.
un baluardo della lingua italiana, grazie agli sceneggiatori che utilizzavano dialoghi più vicini alla lingua italiana scritta che non a quella orale... con il conseguente uso di vocaboli e costrutti più letterari e colti di oggi
Una curiosità: avete mai notato che in molti casi le onomatopee delle storie che vengono dal Brasile non vengono tradotte e sono lasciate nella forma originale portoghese?Io credo che le onomatopee in portoghese non vengano tradotte, perchè tradurle significherebbe una grossa spesa per la casa editrice sia in termini economici che di tempo!..Ma comunque non sono tante le storie che provengono dal Brasile.. o sbaglio?
Temo proprio di doverti contraddire. La produzione brasiliana tra il 1960 e il 2000 è stata incredibilmente ricca, forse più di quella italiana, anche se si trattava nella maggior parte dei casi di brevi storielle umoristiche.Sì, però il punto è quante di queste storie sono arrivate in Italia... sui vari Mega se ne sono viste molte, ma io non saprei proprio come quantificarle
E forse, sottolineo il forse, ce ne sono di inglesizzate ma create in Italia, mi viene in mente il tipico "CONC" della capocciata ciminiana...Nei "racconti attorno al fuoco" (ma forse non solo in quelli) Cimino usava il "pciù pciù" invece del più diffuso "smack smack" per i baci... era una cosa che (non so perché) mi infastidiva :-[
Nei "racconti attorno al fuoco" (ma forse non solo in quelli) Cimino usava il "pciù pciù" invece del più diffuso "smack smack" per i baci... era una cosa che (non so perché) mi infastidiva :-[eheh, anche a me infastidiva.... ma il perché lo so benissimo: perché associavo quell'attaccaticcio "pciù pcià" a quei baci invadenti che si ricevono da parenti o conoscenti quando si è dei bambinetti... quando, cioè, quasi per definizione, si è particolarmente riluttanti alla cosa!
Topolino è sempre stata una pubblicazione nella quale l'uso della lingua italiana era più che corretto e, talvolta, stimolante per l'apprendimento di nuovi vocaboli (quest'ultima tendenza è sparita con il passare degli anni).Anche questa è un'altra questione interessante..sarebbe dunque sparita questa tendenza..
Cimino usava il "pciù pciù" invece del più diffuso "smack smack" per i baci... era una cosa che (non so perché) mi infastidivaMagari ti infastidiva perchè non eri abituata a vedere queste forme in italiano..
Magari ti infastidiva perchè non eri abituata a vedere queste forme in italiano..
eppure secondo me per un lettore non appassionato, che magari si avvicina per le prime volte a Topolino, trovare delle onoamatopee come sigh, ha un effetto un po' "straniante", perchè non è subito immediata la comprensione, diverso è il caso naturalmente per un lettore appassionato che conosce questa sorta di "codice"..che con l'abitudine..ha imparato a decifrarlo..
voi che ne pensate?
Inviato da: Paolo su: Oggi alle 14:23:14
Forse val la pena di notare che in Italia le onomatopee sono state prese dall'inglese, ma poi si sono "evolute" in una direzione molto particolare, fondendo le pre-esistenti con prefissi/suffissi, tipo strasob, gulpissimo, garagulp (vabbe', questa non e' nemmeno in italiano..)
Nei "racconti attorno al fuoco" (ma forse non solo in quelli) Cimino usava il "pciù pciù" invece del più diffuso "smack smack" per i baci... era una cosa che (non so perché) mi infastidiva :-[
eheh, anche a me infastidiva.... ma il perché lo so benissimo: perché associavo quell'attaccaticcio "pciù pcià" a quei baci invadenti che si ricevono da parenti o conoscenti quando si è dei bambinetti... quando, cioè, quasi per definizione, si è particolarmente riluttanti alla cosa!
i cambiamenti linguistici nelle storie di Rodolfo Cimino: parole come "autoctono" erano quasi un suo marchio di fabbrica, ma mi sembra che nelle storie piu' recenti abbia smesso di usarle (ripeto: scrivo sulla base di impressioni e ricordi di storie lette piu' o meno frettolosamente).
leggendo l'ottima storia di Cimino su Topolino2685, ho constatato che linguaggio e tematiche del Maestro riescono ancora ad esser degne dei vecchi tempi.Sono d'accordo con te anch'io l'ho letta..e penso che Rodolfo Cimino abbia uno stile molto personale...forse in quseto senso uno dei piu' rappresentativi oggi..quanto a originalità linguistica..che ne pensate?
E tanto per contraddirti un po', sabato scorso mi era capitato di leggere su EPolis (uno dei tanti quotidiani gratuiti distribuiti qui a Roma) un articolo nel quale il suo estensore, proprio parlando del fatto che la lingua italiana ha ormai adottato svariati vocaboli stranieri, ricordava che negli ultimi cinquant'anni uno dei pochi baluardi è stato proprio Topolino, che (ai suoi bei tempi) utilizzava tranquillamente nelle sue storie vocaboli quali autoctono, plutocrate, ed altre (purtroppo non ho conservato il giornale).La discussione che si sta sviluppando qui (http://www.papersera.net/cgi-bin/yabb/YaBB.cgi?num=1180719178) mi ha fatto tornare in mente questo topic e quello che avevo scritto; ebbene, una ricerca su Google mi ha fatto trovare non l'articolo al quale accennavo, ma un altro (molto più interessante del precedente, se non altro perchè i concetti lì espressi in breve per mancanza di spazio qui sono più e dunque meglio sviluppati) scritto dallo stesso autore, Chicco Gallus, dal titolo Lessico paperopolese standard. Non lo riporto qui, ma riporto il link al file .pdf (http://www.karmaspazio.it/public/Artrosi/scarica/numero6.pdf) che lo contiene (pag. 2).
è molto interessante per il mio lavoro!!!Ma poi ci faria leggere qualcosa, vero?
Ma poi ci farai leggere qualcosa, vero?