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Testate Regolari / Thriller Collection 10
« il: Giovedì 9 Ott 2025, 14:27:16 »
Recensione Thriller Collection 10

Topolino e la Spectralia Antartica
 Tocca quota dieci l’imperdibile Thriller Collection, collana che si propone di pubblicare le storie più apprezzate di Casty accompagnandole con un succoso apparato redazionale. Questo volume, leggermente meno corposo dei precedenti e per questo con il prezzo ridotto di due euro, viene pubblicato con un mese di anticipo rispetto alla scansione a cui eravamo abituati. Molto probabilmente, dato che è interamente dedicato a Topolino e la Spectralia Antartica, parte del corposo “Ciclo di Atlantide”, si è preferito approfittare della recentissima uscita su Topolino de Le vestigia di Z (in netta continuità con la precedente).

 Dopo una piacevole e competente introduzione di Marco Travaglini, che fa il punto della situazione in merito alla ricerca di Atlantide da parte dell’affiatato trio di protagonisti, è il momento della prima ristampa di Topolino e la Spectralia Antarctica.

 Pubblicata nel 2024 su Topolino tra i numeri 3569 e 3572, rappresenta una parte importante della produzione castyana, per svariati motivi: non solo arriva ben sette anni e mezzo dopo Il raggio di Atlantide, precedente avventura incentrata sulla ricerca del continente perduto, ma è anche il primissimo kolossal dell’autore friulano dopo anni di assenza di questo genere. Inoltre, con le sue 116 tavole, è persino la più lunga storia da lui realizzata come autore completo, almeno fino ad ora.

 Casty, dopo anni di silenzio, torna in grandissima forma e realizza una storia riconosciuta da molti lettori come un capolavoro. Le ragioni della sua brillante riuscita sono numerose e, fin dalle tavole introduttive, è chiaro che ci si trova di fronte a qualcosa di memorabile. Per aggirare il problema del grande lasso di tempo intercorso tra la pubblicazione del Raggio di Atlantide e della Spectralia, Casty realizza un breve prologo in cui Topolino, Pippo ed Eurasia Tost ripercorrono le precedenti tappe verso la ricerca delle vestigia atlantidee. Il lettore si rende però presto conto che non si tratta di un prologo fine a sé stesso…

 
L’intrigante locandina pubblicata da Casty sui social nell’aprile 2024 per annunciare l’imminente pubblicazione della storia

 Al contrario, è parte integrante della storia stessa, che inizia così in medias res. Un espediente narrativo geniale, qualcosa di inedito per Topolino che però Casty dimostra di saper padroneggiare con sapienza, volgendolo a suo vantaggio.

 Anche quando si arriva alla prima puntata vera e propria, riceviamo la conferma del fatto che il fumettista è in stato di grazia: vengono subito introdotti nuovi personaggi, luoghi e situazioni ma, al tempo stesso, la sensazione generale è quella di un “ritorno a casa”, il riprendere un filo che si era interrotto troppo tempo prima. Chi legge questa storia senza sapere nulla della sua provenienza può capire immediatamente che è uscita dalla penna di Casty, grazie al suo stile personalissimo e riconoscibile. Al tempo stesso, però, anche per i lettori storici lo snodo della lunga vicenda è completamente originale: è davvero difficile capire in anticipo dove si voglia andare a parare, dal momento che i colpi di scena sono imprevedibili e appassionanti. Ne deriva un altissimo coinvolgimento emotivo e, soprattutto, la conferma che Casty ha ancora molto da da dire.

 Sono ravvisabili alcune suggestioni riconducibili a Le avventure di Gordon Pym di Edgar Allan Poe ma, al tempo stesso, l’angoscia viene bilanciata con l’umorismo. E l’umorismo castyano è sempre speciale: mai forzato o di cattivo gusto, si richiama invece alla miglior tradizione del fumetto Disney. In particolare, brilla il ruolo di Pippo: in questo contesto riesce sempre a stemperare la tensione con le sue tipiche battute, indizio di quanto Casty abbia compreso il personaggio nella sua essenza più pura. In generale, però, tutti gli attori in scena godono di un’ottima caratterizzazione.

 
L’apparizione del relitto della Inkombentz

 Il lato grafico testimonia il raggiungimento da parte di Casty di una notevole maturità artistica. Ciò è ancora più notevole se si ricorda che l’artista non nasce come autore completo, ma “solo” come sceneggiatore. Dopo anni di rodaggio e sperimentazioni, il tratto castyano è diventato molto personale e riconoscibile: sintetico e dinamico, riesce anche a richiamare con affetto il segno del suo grande ispiratore Romano Scarpa. La Spectralia trasuda dell’amore per il Mickey classico, rielaborando però il tutto alla luce degli anni di esperienza accumulati. Tutto ciò consente a Casty di raggiungere risultati straordinari, soprattutto per quanto riguarda le ambientazioni, che rendono con efficacia il pathos della lenta navigazione attraverso i ghiacci. Particolarmente grottesco risulta anche il relitto della Inkombentz, ma, dovendo scegliere una tavola su tutte, spicca la splash-page muta in cui Orbes sprofonda ad Aztlan (riportiamo comunque allegate all’articolo queste pregevolissime illustrazioni). Come Casty stesso ricorda nell’intervista finale, essendo un’avventura molto cupa, lo stile di disegno doveva essere più realistico del solito. Da qui la scelta di usare in abbondanza tratteggi e chiaroscuri.

 In sintesi, tutte queste meraviglie grafiche, amplificate anche dalla frequente rottura della gabbia tradizionale delle vignette, valorizzano una narrazione già di altissimo livello. Il disegno convince anche per quanto riguarda i nuovi comprimari: la loro fisicità non viene trascurata e, grazie ad alcune caratteristiche peculiari, fin da subito destano curiosità nel lettore.

 Il formato della Thriller Collection aiuta a conferire il giusto risalto alle tavole, permettendo di apprezzarne al meglio ogni particolare.

 
La suggestiva tavola muta subacquea

 Non va dimenticata l’importanza della colorazione, un altro ingrediente che va calibrato con sapienza per la buona riuscita di una storia. In questa storia è curata da Manuel Giarolli (che stranamente non viene mai citato nel volume). Riuscire a trasferire su carta le atmosfere inquietanti evocate dalla sceneggiatura non era certo un’impresa facile, ma anche in questa direzione la Spectralia Antarctica ha fatto centro. Le tinte cupe che accompagnano le scene d’ambiente più spaventose risultano davvero appropriate. Convince al 100% anche la gamma cromatica utilizzata nelle tavole ambientate nella colonia atlantidea, davvero evocativa. In generale, tutte le sfumature accompagnano con grazia la lettura.

 Come di consueto, chiude il volume una lunga intervista a Casty che, in sei ricche pagine, ci svela numerosi particolari legati alla storia. Le domande poste da Marco Travaglini, tutte di grande interesse, consentono di analizzare l’opera nel modo più completo possibile, considerando anche spunti insoliti. Le risposte dell’autore goriziano, sempre interessanti e precise, trasudano amore per il proprio lavoro e testimoniano la sua innata capacità di dialogare con i lettori. In sintesi, l’ottima intervista  rappresenta una perfetta appendice alla lettura della storia. Si fa notare anche la qualità dell’apparato iconografico che correda il testo: non manca infatti prezioso materiale inedito, seppur proposto in piccolo formato.

 Volendo trovare un difetto, sarebbe stato piacevole forse trovare anche un piccolo portfolio in coda al volume, dato che, in altri numeri della Thriller Collection, ha rappresentato un contenuto di punta.

 In conclusione, anche questa volta non possiamo che promuovere e consigliare a tutti questa nuova uscita della Thriller Collection. I contenuti inediti e il grande formato la rendono imperdibile anche per chi dovesse già conoscere la storia, oltre alla naturale praticità di avere tutte le puntate raccolte in un unico volume. Attendiamo con curiosità di sapere come proseguirà la collana e di poter leggere presto nuove avventure alla ricerca di Atlantide.

 



Voto del recensore: 4/5
Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
https://www.papersera.net/wp/2025/10/09/thriller-collection-10/

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Topolino / Topolino 3641
« il: Lunedì 8 Set 2025, 12:00:52 »
Recensione Topolino 3641




 95 anni. Tanto tempo è passato da quando, nel cortometraggio diretto da Burt Gillett The Chain Gang, debutta uno dei personaggi Disney più iconici, uno dei primissimi animali non antropomorfi. Parliamo naturalmente di Pluto, il fedele e amichevole cane di Topolino che ricopre un ruolo di prim’ordine nel nuovo numero del settimanale.

 Fin dalle primissime pagine, grazie alla scanzonata copertina firmata da Ivan Bigarella e Andrea Cagol e all’indovinata vignetta di Silvia Ziche, il simpatico meticcio viene omaggiato degnamente; ma il piatto forte arriva con la prima storia a fumetti, Pluto e l’amico invisibile, nuova avventura in stile anni Trenta ad opera della premiata ditta Artibani/Pastrovicchio. I lettori di lunga data ricorderanno che, in occasione di importanti anniversari di Topolino, Paperino e Pippo i due autori realizzarono una memorabile trilogia vintage, raccolta in volume l’anno scorso. La notizia di un nuovo tuffo nel passato è stata dunque accolta con entusiasmo, e il risultato non ha tradito le aspettative, configurandosi, per quel che mi riguarda, come il tassello migliore dell’esperimento. Francesco Artibani, per l’ennesima volta, dimostra di essere all’altezza del difficilissimo compito di omaggiare lo spirito delle strisce gottfredsoniane senza risultare manierista. Al contrario, i suoi personaggi, pur incorporando appieno lo spirito dei tempi che furono, sono personali e riconoscibili. Eccellente la trama, architettata con maestria e per nulla banale, così come la caratterizzazione di Pluto, che dimostra di essere non un semplice comprimario, ma un personaggio a tutto tondo. 

 Il comparto grafico, poi, non è da meno: Lorenzo Pastrovicchio realizza un lavoro straordinario e conferma la sua bravura con le ambientazioni in stile anni Trenta. E’ evidente che si diverte tantissimo e noi ci divertiamo con lui: il suo tratto, dinamico e guizzante, rappresenta una felice sintesi creativa tra le reminiscenze gottfredsoniane e il suo estro. Meravigliosa la tavola introduttiva della storia, ma anche le varie espressioni di Pluto sono sempre notevoli. Ciò vale anche per i comprimari, tratteggiati con precisione, e per gli sfondi, che strizzano sempre l’occhio al passato ma, al tempo stesso, non appaiono per nulla fossilizzati. In alcune occasioni, Pastro infrange la gabbia tradizionale delle vignette e la scelta risulta particolarmente azzeccata, aiutando a conferire alla narrazione un ritmo dinamico e serrato.

 
Meraviglie grafiche con i personaggi in stile anni Trenta

 Infine, anche la gamma cromatica curata da Irene Fornari, accuratissima sia nei personaggi sia nelle ambientazioni, contribuisce ad elevare Pluto e l’amico invisibile dalle parti del capolavoro. I colori seppiati amplificano la sensazione di “viaggio nel tempo” e il lettore non può non rimanerne incantato.

 In sintesi, la storia che apre Topolino 3641 lascia davvero tanta soddisfazione e sicuramente si candida per essere ricordata come una delle più memorabili del 2025. L’omaggio a Pluto, così come nel caso dei precedenti esperimenti vintage di Artibani e Pastrovicchio, è espressione di grande talento artistico e speriamo davvero che questo filone abbia ancora qualcosa da darci anche in futuro.

 L’excursus su Pluto continua con un lungo e pregevole redazionale di Alessandro Sisti, che ne ripercorre l’evoluzione anche attraverso una carrellata di storie a fumetti che lo hanno visto protagonista. Infine, in coda all’albo  si torna a parlare di cani grazie a una piacevole intervista a Massimo Perla, autore dell’introduzione del TopoLibro Pluto raccontato da Topolino, che raggiungerà le edicole la prossima settimana.

 Ricordiamo invece che, in vendita opzionale con questo numero, è disponibile anche una statuina 3D realizzata da Federico Butticé, che celebra l’eterna amicizia tra Topolino e Pluto.

 Insomma, un compleanno festeggiato alla grandissima, con un assortimento di proposte vario e per tutti i gusti. Le celebrazioni per i 95 anni di Pluto risultano decisamente riuscite.

 Per quanto riguarda il resto del numero, invece, mi confesso decisamente meno soddisfatto.

 Spicca sicuramente la presenza del Maestro Giorgio Cavazzano, che disegna Le Giovani Marmotte e l’isola perduta, storia di produzione estera sceneggiata dai coniugi Pat e Carol McGreal.

 
Il suggestivo paesaggio marino

 La storia scorre liscia come l’olio, senza particolari intoppi, ma alla fine della lettura rimane comunque un po’ di amaro in bocca. A livello puramente ricreativo si tratta sicuramente di una buona prova ed è sempre interessante il focus sulle Giovani Marmotte, ma, a conti fatti, è qualcosa che difficilmente si è invogliati a rileggere o che rimarrà a lungo nella memoria.

 Per quanto riguarda il tratto di Cavazzano, anche qui, nonostante le buone intenzioni, il risultato è a metà: i volti dei personaggi a volte appaiono un po’ ingessati, ma sono invece molto convincenti paesaggi e ambientazioni. In particolare, la vignetta che raffigura il mare in tempesta spicca su tutte le altre, rappresentando alla perfezione l’intensità emotiva del momento.

 Filo e Amelia consulenti finanziari, di Giovanni Eccher e Marco Mazzarello, invece, purtroppo non mi ha convinto per nulla. Nonostante le buone intenzioni iniziali, ovvero la volontà di focalizzarsi sull’insolita interazione tra i due characters del titolo, il risultato finale ha il sapore del colpo rimasto in canna e la trama è molto, forse un po’ troppo, ordinaria. Non aiutano i disegni, piuttosto grezzi e poco armonici nelle espressioni di alcuni personaggi, anche se si difendono bene alcune vignette. In particolare, è molto piacevole quella che raffigura l’ufficio di Filo Sganga, ben gestita e che riesce a creare un bel colpo d’occhio. Globalmente, però, si rileva ben poco di memorabile.

 Un interessante snodo del numero è rappresentato dal nuovo frammento del ciclo In science We Trust, orchestrato da Giovanni Barbieri e Cristian Canfailla, che ci ha accompagnato durante il periodo estivo. Destinazione Bosonia! risulta leggermente più ispirata dei precedenti episodi del ciclo grazie a una situazione tutto sommato ben congegnata, ma, nel complesso, la sensazione generale è che alla base ci sia ancora qualcosa di acerbo e irrisolto. E’ doveroso sottolineare come sia lodevole l’intento di fare divulgazione scientifica attraverso il settimanale a fumetti più letto in Italia e, proprio per questo, varrebbe la pena di limare ancora un po’ alcune sbavature e incoerenze.

 
Atmosfere vittoriane per una breve capatina nel passato

 L’idea di immaginare un’interazione tra Zapotec, Marlin, Enigm e Atomino è sicuramente stimolante. Dimostra la volontà di rendere protagonisti dei personaggi che spesso vengono relegati a ruolo di “spalla” o di comprimari ma che, grazie al loro retroterra scientifico, potrebbero rendere accattivante l’esperimento. Ciò che fa storcere il naso è l’interazione tra di essi che appare spesso forzata e, a tratti, innaturale, come se fosse troppo ambizioso gestire questi personaggi con così poche pagine a disposizione. In particolare, Enigm conserva ben poco dello spirito della sua personalità originale e un tormentone come quello del “palesemente” che si è già ripetuto in altri episodi del ciclo rischia di estremizzare una caratterizzazione già ambigua. Anche dal lato grafico ci sono delle riserve: se il tratto di Cristian Canfailla convince soprattutto quando si tratta di raffigurare Zapotec e Marlin, con cui sembra trovarsi più a suo agio, il lavoro su Enigm e Atomino sembra necessitare di un rodaggio molto più lungo. Anche in questa storia, sembrano essere le ambientazioni la parte più riuscita che, anche grazie all’ottima colorazione gestita da Gaetano Gabriele d’Aprile, riescono perlomeno a creare la giusta atmosfera.

 Al di là della godibilità di questa singola storia, In Science We Trust rappresenta la giusta opportunità per interrogarsi sul modo in cui Topolino può fare divulgazione scientifica. A tal proposito, dato che il settimanale si propone di valorizzare l’uso della lingua italiana, anche il titolo in inglese rappresenta una magagna non da poco. Va precisato che ciò non vuol dire negarne l’importanza nel mondo contemporaneo (anche perché scrivo da studente di lingue straniere), ma credo che si tratti di uno dei principali difetti dell’iniziativa. Al netto di tutto ciò, va comunque riconosciuto un miglioramento qualitativo rispetto alle storie uscite nelle scorse settimane e, proprio per questo motivo, sarebbe auspicabile lavorare ancora sul progetto.

 
Quando un’ottima colorazione impreziosisce una storia molto ordinaria

 Roberto Gagnor e Francesco Guerrini ci riportano in terra paperopolese con la breve Paperoga e il giorno degli aquiloni sbagliati. Il disegnatore bolognese si diverte a sperimentare spezzando la gabbia tradizionale delle vignette. Un esperimento giocoso, anche se il suo tratto potrebbe risultare ostico per questo tipo di avventura molto quotidiana. La tavolozza di colori coordinata da Manuel Giarolli risulta invece deliziosa. In particolare, si segnala l’ultima tavola, particolarmente suggestiva.

 Per quanto riguarda le storie a fumetti, sigilla il numero un’autoconclusiva di Alessio Coppola, Inconfondibile P.d.P – Taglio…di spesa! che svolge egregiamente il suo compito strappando una sana risata.

 Le rubriche del numero si mantengono su un livello molto buono. Nonostante si distinguano i già analizzati redazionali a tema canino, soddisfa anche la rubrica Fumettando in cui Vitale Mangiatordi, in modo molto chiaro e dettagliato, continua il suo excursus dedicato alle modalità per disegnare il Gran Mogol. La “Parola della Settimana” è “calma” e, come sempre, viene sviscerata con precisione e competenza. Ottimo anche lo scorrevole servizio divulgativo sugli aquiloni. Si dedica un po’ di spazio alla nuova tappa del Topolino Tour e anche a pubblicizzare un’interessante promozione valida sul sito Panini per tutto il mese di settembre che consente, ad un prezzo molto conveniente, di recuperare i primi tre numeri della Humour Collection dedicati a Silvia Ziche. L’apparato redazionale continua ad apparire curatissimo. Un grande merito è la sua eterogeneità e il fatto di approfondire aspetti molto variegati della cultura. Difficilmente un lettore non troverà nemmeno un servizio che non possa interessarlo e questo rappresenta un grande pregio del Topolino odierno.

 Topolino 3641 merita sicuramente di essere acquistato per la bellissima storia vintage di Artibani e Pastrovicchio ma, complessivamente, dopo un agosto scoppiettante la qualità sembra essere un po’ scesa. Questo numero “di decompressione” appare comunque foriero di spunti interessanti perché consente di riflettere su come sia possibile confezionare un settimanale sempre più variegato e in grado di soddisfare una vasta platea di lettori. Il libretto, dopo 76 anni di vita editoriale, ha sicuramente ancora molto da offrire, ma una sola storia memorabile non basta a sostenere l’intero numero. A fronte di ciò, nemmeno la cura dedicata a servizi e rubriche è sufficiente a migliorare uno standard che solleva più di qualche perplessità.

 



Voto del recensore: 3/5
Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
https://www.papersera.net/wp/2025/09/08/topolino-3641/


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3
Testate Regolari / Re:Humour Collection - Discussione Generale
« il: Martedì 2 Set 2025, 17:12:12 »
Segnalo questa promozione, valida per tutto il mese di settembre e dedicata ai primi tre numeri della testata:  https://www.panini.it/shp_ita_it/silvia-ziche-bundle-bundleziche-it08.html

4
Testate Speciali / Grandi Autori 108: Rodolfo Cimino
« il: Sabato 9 Ago 2025, 12:51:29 »
Recensione Grandi Autori 108: Rodolfo Cimino

Grandi Autori torna ad occuparsi di uno sceneggiatore, un anno dopo il volume su Guido Martina. Nel volumetto in edicola da fine luglio i riflettori sono puntati su Rodolfo Cimino (1927-2012), affettuosamente ricordato come il più grande poeta romantico di casa Disney e insignito del Premio Papersera nel 2007

 


 Impossibile che a un appassionato Disney non sia mai capitato di leggere una sua opera: il leggendario cantastorie ci ha lasciato un patrimonio di circa 700 avventure, spesso tra le preferite dei lettori, che le considerano pilastri fondamentali del proprio bagaglio culturale. 

 Con una produzione così vasta, i filoni narrativi in cui si è cimentato il Maestro di Palmanova sono molteplici. In questo caso, il curatore Alberto Brambilla sceglie di concentrarsi sulle cacce al tesoro con Zio Paperone come protagonista. A nostro parere si tratta di una scelta azzeccata, dal momento che i cicli più conosciuti, come quello di Reginella o i suggestivi Racconti attorno al Fuoco, hanno già goduto di volumi monografici – alcuni peraltro ancora disponibili a catalogo.

 L’albo si apre con un piacevole articolo denominato “L’uomo della quadrupla”, in cui viene messo in evidenza come fosse possibile riconoscere le sceneggiature di Cimino grazie ad una serie di topoi ricorrenti, in modo particolare la mitica “vignettona quadrupla” che apriva le sue storie, offrendo così una deliziosa anticipazione del momento culminante della vicenda, e il linguaggio forbito, a tratti arcaico, spesso utilizzato, per contrasto, in situazioni comiche. Non mancano alcuni interessanti cenni biografici, anche se forse questa parte avrebbe giovato di maggiore spazio a disposizione.

 Un redazionale più breve introduce la prima sezione di storie, dedicate alle stravaganti popolazioni in cui spesso la famiglia dei Paperi si imbatteva durante i loro viaggi.

 Zio Paperone e la vite della ricchezza, disegnata da Luciano Capitanio, ci porta a esplorare una valle abitata dai singolari Uomini Tromba e Uomini Tamburo. Già in questa prima avventura sono ravvisabili molti stilemi della poetica ciminiana e la trama scorre davvero piacevolmente. Una storia vivace e dinamica, per nulla invecchiata nonostante risalga a oltre mezzo secolo fa. Un ottimo biglietto da visita per chi si avvicina adesso a Rodolfo Cimino.

 
I Piedi salati, una delle numerose popolazioni frutto della fervida fantasia di Rodolfo Cimino

 Segue Zio Paperone e lo scacco al… rubino, impreziosita dalle aggraziate matite di Giorgio Bordini e altro ottimo esempio del talento dell’autore, ancora più brillante de La vite della ricchezza. Lodevole è anche la presenza di Giulio Chierchini, bravissimo disegnatore cui, purtroppo, non sono mai stati dedicati volumi monografici. L’autore genovese illustra l’originale Zio Paperone e la tribù dei “Piedi Salati”, a parere di chi scrive la storia migliore del volume, grazie all’amalgama tra una trama fresca e coinvolgente e un tratto sobrio ed elegante.

 Un nuovo redazionale ci introduce al tema dei bizzarri mezzi di trasporto utilizzati da Zio Paperone, altro motivo ricorrente nelle cacce al tesoro ciminiane. La corposa Zio Paperone e i guadagni fuori orario, suddivisa in due parti e disegnata da Roberto Vian, ha il fulcro della trama proprio attorno ad uno di essi e si fa ricordare soprattutto per il finale, di grande impatto e che spinge  il lettore a riflettere.

 Zio Paperone e il lampo giallo della nebulosa bianca, che Cimino realizza in tandem con il fidato Giorgio Cavazzano, non raggiunge forse il livello di altre storie contenute nel presente volume (probabilmente un maggior numero di tavole avrebbe giovato, consentendo di elaborare una storia più articolata) ma, presa a sé, è comunque un’altra piacevole lettura.

 
Vian modella uno dei numerosi saggi che Zio Paperone incontra

 In coda alla selezione troviamo due opere ideate da Cimino nell’ultima fase della sua produzione, precedute da un articolo in cui viene spiegato come spesso, nelle sue sceneggiature, l’autore riflettesse i suoi ideali e la sua visione del mondo. Molte di esse sono accomunate anche dalla presenza della paterna figura del vecchio saggio, una sorta di mentore, custode della saggezza popolare. 

 Zio Paperone e la lettera di credito di Re Mida, visualizzata dal prolifico Maurizio Amendola, offre una morale preziosa ed è ricca di graziose trovate. Zio Paperone, il cuore del mondo e la perfetta letizia, pur offrendo anch’essa un insegnamento non banale, brilla anche grazie alle matite di un Cavazzano in stato di grazia

 Concludendo, il volumetto offre una selezione di storie davvero accurata. Una grande nota di merito è il fatto di aver evitato sovrapposizioni con i precedenti volumi monografici dedicati a Cimino. Gli ingredienti per un eccellente assortimento ci sono tutti, grazie alla lodevole iniziativa di aver attinto a storie ristampate molto poco e spesso assenti dalle edicole da diversi anni, nonché la varietà del comparto grafico.

 Plaudo in particolare a quest’ultima, davvero elevatissima: nel numero trovano spazio disegnatori molto diversi per stile e formazione, ma tutti grandi interpreti della poetica ciminiana. Forse balza un po’ all’occhio l’assenza di Romano Scarpa, di cui magari sarebbe stato interessante inserire qualcosa al posto della prima storia, ristampata nel 2018. A seconda dei gusti personali le storie selezionate possono piacere o non piacere, ma è percepibile la presenza di una progettualità sensata e coerente, fondamentale in una collana di questo tipo. Così facendo, si riescono ad accontentare svariate tipologie di lettori offrendo un prodotto anche molto abbordabile dal punto di vista economico.

 
Un Cavazzano ispiratissimo raffigura un magnifico paesaggio marino

 In un excursus di questo tipo, è imprescindibile anche l’apparato redazionale, fondamentale per inquadrare con precisione l’itinerario proposto. Alberto Brambilla, in questa occasione, realizza un ottimo lavoro, tanto che non esiteremmo a definire questo come il miglior Grandi Autori da lui confezionato. Gli articoli proposti sono tutti piacevoli da leggere e, pur snocciolando informazioni  fondamentali per il neofita che si avvicina ora all’opera di Rodolfo Cimino, risultano comunque interessanti anche per l’appassionato più esperto e navigato, che può trovare in essi una piacevole “guida da viaggio”. Non tutto è perfetto e il fatto di essersi focalizzati su uno sceneggiatore fa inevitabilmente passare in secondo piano il focus sul disegno, una parte fondamentale del fumetto, ma l’impegno c’è e il risultato finale è comunque di altissimo livello.

 Premiamo questo Grandi Autori, da noi considerato come una delle migliori proposte Panini di questo 2025, e ne consigliamo a tutti l’acquisto, per avere sempre a portata di mano qualcosa di buono da leggere e da rileggere.

 



Voto del recensore: 4.5/5
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https://www.papersera.net/wp/2025/08/09/grandi-autori-108-rodolfo-cimino/

5
Topolino / Topolino 3635
« il: Sabato 2 Ago 2025, 12:10:06 »
Recensione Topolino 3635

Topolino 3635 presenta una vivace e variopinta copertina estiva disegnata da Francesco D’Ippolito e colorata da Mario Perrotta, perfetta per un numero in cui proprio il tema vacanziero è molto presente.

 
 

 Ad inaugurare la selezione delle storie troviamo un nuovo tassello del ciclo Topolino in giallo, ideato da Marco Bosco e ormai un classico del periodo dedicato alla villeggiatura. Weekend a Sunset Cliff, una lunga vicenda articolata in due episodi, vede alle matite Alessandro Perina ed è ambientata in un affascinante borgo in cui il tempo sembra essersi fermato. Dal punto di vista della sua ossatura, la storia funziona bene e scorre piacevolmente, anche se lo spunto di partenza non è forse dei più originali. Tuttavia, va detto che l’idea di dividere l’avventura in due parti è ottima, dato che consente alla sceneggiatura di dilatarsi il più possibile, senza dover condensare la soluzione del mistero in poche pagine. Il tratto di Alessandro Perina, pulito e molto aggraziato, dà vita a dei suggestivi e curati scorci del borgo teatro dell’azione.

 E’ interessante anche notare il fatto che le due puntate della storia vengono affidate a due coloristi differenti: Marco Di Grazia nella prima parte e Gaetano Gabriele D’Aprile nella seconda. Plaudo a quest’operazione, che consente di poter confrontare due approcci differenti relativi però alla medesima vicenda. A parere di chi scrive, si tratta di una scelta azzeccata ed entrambi gli stili si adattano bene alla narrazione.

 
Un borgo tratteggiato con sobrietà ed eleganza

 Weekend a Sunset Cliff, quindi, svolge egregiamente il suo compito: un giallo ben architettato ma non troppo impegnativo, ideale per il periodo estivo in cui si tende a prediligere questo tipo di letture.

 La parte centrale del numero ospita due storie di paperi accomunate dai toni molto leggeri: la nostrana Zio Paperone e l’arguta soluzione, scritta da Marco Bosco e disegnata da Ottavio Panaro, e la danese Paperino, Paperoga e la vacanza rilastressante, con ai testi Peter Snejbjerg e alle matite Francisco Rodriguez Peinado. Si tratta di due vicende perfettamente fruibili ma prive di elementi veramente capaci di impressionare. Comunque, rilevo una nota positiva per entrambe le avventure: nella breve italiana, il cui vero protagonista è in realtà Battista, è da premiare quest’aspetto, ovvero essersi focalizzato sul maggiordomo approfondendone alcuni lati del carattere. Nella spensierata breve straniera, invece, i disegni sono molto espressivi e vivaci e i personaggi sono tratteggiati in modo originale e riconoscibile.

 In chiusura troviamo infine il secondo episodio, dal titolo Classicamente mostri, della terza stagione di Siamo Serie. Le risate sono assicurate dalla prima all’ultima tavola! A quanto pare, la vena creativa della coppia Sergio Badino/Silvia Ziche è ancora ben lungi dall’affievolirsi: l’umorismo proposto è di alto livello, non risulta per nulla banale e il tratto della disegnatrice veneta è come di consueto molto dinamico. La raffinata colorazione di Elena Catini aggiunge un tocco di classe. L’unica critica imputabile alla storia è forse il citazionismo, molto presente. Comunque, niente di drammatico o che vada ad inficiare la validità dell’episodio, ma se in futuro si riuscisse anche ad aggiustare questo aspetto Siamo serie potrebbe veramente diventare ancora più memorabile. Al netto di questo difetto, la storia invita comunque ad essere riletta.

 
Espressioni cariche e ricche di energia

 La fortunata serie Battista Maggiordomo Esistenzialista si arricchisce di una nuova tavola autoconclusiva, denominata Trucchi (GagnorTempia/Limido), che, insieme alla storia nominata poco sopra, ha per l’appunto il merito di proseguire il focus sul personaggio.

 Le rubriche sono tutte molto interessanti: Passeggiando tra l’arte, a parere dello scrivente la migliore del numero, si riaggancia all’ambientazione del giallo di apertura, occupandosi di divulgare curiose informazioni su quattro borghi spesso sconosciuti ai più, ma memorabili dal punto di vista delle opere d’arte che possono vantare. La valorizzazione del nostro patrimonio storico-artistico è un tema attuale e molto importante. Ottimo, dunque, che il settimanale a fumetti più letto d’Italia se ne occupi.

 La parola della settimana è “lucrosissimo“, utilizzata nell’Arguta selezione. Contrastare l’impoverimento lessicale è uno degli aspetti della quotidianità in cui Topolino ha sempre fatto centro, pertanto incoraggiamo la presenza di questa piacevole rubrica.

 
E’ difficile per noi lettori rimanere seri di fronte all’umorismo di Badino e Ziche!

 Alessio Coppola spiega, con dovizia di particolari e con grande chiarezza, come realizzare il profilo di Clarabella e, nella parte finale del libretto, abbiamo l’opportunità di conoscere qualcosa in più in merito alle figure professionali che operano in una produzione cinematografica o televisiva. Infine, ci viene ricordato come il prossimo numero verrà dedicato alla Giornata Mondiale dell’Amicizia e per questo godrà di una doppia copertina firmata da Andrea Freccero.

 Topolino 3635 è complessivamente un numero ben confezionato, adatto al periodo estivo e per questo incentrato su storie dai toni prettamente umoristici, meno epici e solenni che in altre circostanze ma non per questo meno godibili. Nella stessa direzione vanno le rubriche, tutte davvero ben curate e che hanno il merito di approfondire aspetti culturali molto eterogenei.



Voto del recensore: 3.5/5
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Testate Regolari / Humour Collection 9 - Fantastico Paperino
« il: Domenica 27 Lug 2025, 13:42:59 »
Recensione Humour Collection 9 - Fantastico Paperino


 Prosegue felicemente la riproposizione delle storie di Enrico Faccini, con il terzo (e per ora ultimo) volume che la Humour Collection dedica al talentuoso fumettista ligure.

 Spiace constatare come, purtroppo, questa volta la copertina non sia inedita. La simpatica illustrazione, infatti, è la medesima che introduceva Topolino 2621.

 Il ricco sommario è composto da nove storie e da una lunga carrellata di tavole autoconclusive. Inaugura la selezione Archimede e la macchina avvolgispaghetti, una delle numerose, brevi storie che Faccini dedica al bislacco inventore ideato da Carl Barks. Proprio come nelle avventure di quattro pagine in cui l’Uomo Dei Paperi metteva a confronto il pennuto con qualche strampalata invenzione, anche in questo caso ne viene fuori una vivace sequenza di gag, per nulla scontate. Successivamente, nel volume ritorna Gyro Gearloose anche nella brillante Archimede e l’applauso facile, a parere di chi scrive ancora più riuscita della precedente. Partendo da uno spunto forse non completamente verosimile (il fatto che applaudire può far male alle mani), Faccini si diverte a imbastire una trama intrigante, permeata di spassosissime situazioni umoristiche.

 Paperino e l’apparenza che inganna, una delle storie più apprezzate dell’autore, mette alla berlina alcune eccentriche tendenze sociali, e lo fa in modo davvero indimenticabile. In questa occasione Faccini è ispiratissimo e le gag proposte sono forse fra le più memorabili da lui concepite. Nota di merito anche ai disegni, particolarmente dinamici ed espressivi quando è il momento di raffigurare situazioni ai limiti dell’inverosimile.

 
Paperina esplora strampalate tendenze intellettualoidi….[/size][/i]

 Paperino e l’interpretazione ruggente è una deliziosa commedia degli equivoci basata su un improbabile scambio tra un Paperino travestito da leone e…un esemplare in carne e ossa! Non a caso, c’è di mezzo Paperoga. Nei volumi precedenti abbiamo già visto come lo stravagante papero fosse sinonimo di guai per il povero Donald e di come Faccini, proprio in queste occasioni, fosse riuscito a sceneggiare storie memorabili. Non è da meno anche questa imperdibile avventura. Il leone raffigurato, peraltro, strizza all’occhio a Floyd Gottfredson, omaggiando la Bella Lea protagonista dell’omonima storia a strisce.

 

 Un altro importante snodo tematico della commedia dei paperi facciniana è sicuramente la satira relativa all’arte moderna, da sempre presente nel fumetto Disney, fin dai suoi albori. In questo volume sono ben due le storie in cui l’autore ligure porta avanti questo filone narrativo. Paperino e Paperoga artisti d’avanguardia e Paperino e Paperoga modelli d’arte intrattengono efficacemente. Forse non sono i migliori esempi in assoluto di satira sociale ravvisabili nell’opera dell’autore ma entrambi, soprattutto il primo (in cui si fa ricordare la carrellata di stroncature da parte dell’arcigno critico) contengono delle graziose gag.

 
Siamo a Paperopoli, ma troviamo raffinate reminiscenze gottfredsoniane[/size][/i]

 Nonostante questo ciclo di volumi si proponga di valorizzare la produzione di Faccini come autore completo, in questo numero troviamo una gradita eccezione. Paperino e la minaccia punitiva, infatti, vede alle matite Andrea Freccero, disegnatore di spicco anche ai giorni nostri. Forse il lettore del 2025 potrebbe trovarsi un po’ spiazzato di fronte al tratto che caratterizzava Frex più di vent’anni fa, ma il motivo è legato al fatto che, in quel momento, il talentuoso autore era reduce dall’esperienza di PK. Tuttavia, a parere di chi scrive, i paperi disegnati in questa avventura più urbana e meno epica sono davvero espressivi e piacevoli. In questo caso, dunque, Faccini e Freccero hanno saputo dialogare con raro affiatamento. Bravissimi entrambi, per una storia capace di regalare dieci minuti di spensieratezza.

 Le ultime due storie del volume si collocano forse un gradino sotto quelle appena commentate, pur non potendo certamente essere definite brutte. Paperoga bigliettaio (quasi) automatico strappa molte risate ma, nel complesso, l’interazione fra i due cugini non è forse memorabile come ne L’interpretazione ruggente o in altre occasioni. 90° minuto…quando il pallone fa bum offre un’interpretazione del personaggio di Bum Bum Ghigno, creazione di Corrado Mastantuono. Onestamente, non brilla particolarmente e non lascia particolari ricordi (naturalmente, a parere di chi scrive).

 Si prosegue con un’eccellente intervista all’autore ligure, ottima “guida di viaggio” che svela dettagli davvero interessanti, anche per gli appassionati di lungo corso. Purtroppo, una sbavatura che ci sentiamo di segnalare è il fatto che, rispetto ai precedenti volumi, è più corta (soprattutto se confrontata con quella del brillante Le vacanze di Paperoga). Certamente, la qualità è sicuramente preferibile alla quantità, ma ricordiamo che ci troviamo di fronte ad un’edizione di pregio, dal prezzo non indifferente. Pertanto, un apparato critico corposo dovrebbe essere sempre presente.

 
Archimede Pitagorico alle prese con una sua eccentrica invenzione [/size][/i]

 In coda al volume troviamo una ricca e variegata selezione di tavole autoconclusive (ben 33!), forse la massima espressione della vena umoristica facciniana. In questa occasione troviamo dei veri e propri capolavori di comicità, come singolari esempi da seguire, disavventure balneari, improbabili confronti e inquietanti esperimenti di Paperoga. Ottima l’idea di aver dato dignità alle tavole autoconclusive riunendole in questa sede.

 In conclusione, ci troviamo sicuramente di fronte ad un altro pregevole volume, ben confezionato e che offre numerose storie memorabili. Forse, nel complesso si è rivelato un pelo meno entusiasmante dei due precedenti per via dei motivi segnalati. Alla luce di questi ultimi, ci sentiamo di consigliarne l’acquisto principalmente a chi non conoscesse la produzione di Enrico Faccini.

 Segnaliamo, infine, una nota negativa relativa al prosieguo della testata Humour Collection. Dall’Anteprima uscita lo scorso maggio, apprendiamo che il prossimo volume tornerà ad occuparsi di Silvia Ziche, prendendo in considerazione le storie che l’hanno vista nella veste di sola disegnatrice. Si tratta di una scelta che fa un po’ storcere il naso, dal momento che sarebbe stato logico aspettarsi una continuazione della cronologica di Faccini. Soprattutto, dispiace per chi aveva dato fiducia a questo nuovo ciclo di volumi sperando di poter avere una omnia di Faccini come autore completo. Confidiamo nel fatto che ci sia un piano editoriale preciso alla base di questo cambio di rotta che lascia un po’ interdetti.

 

 



Voto del recensore: 3.5/5
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7
Testate Speciali / Re:Grandi Autori - Discussione Generale
« il: Mercoledì 25 Giu 2025, 16:07:30 »
Dopo molti mesi, ritorno anch'io a scrivere sul forum dal momento che ci tenevo ad esprimere il mio grande apprezzamento per il volumetto su Gottfredson.
Si tratta di un'uscita un po' superflua per chi, come il sottoscritto, è cresciuto con quelle storie, ma sarebbe proprio l'ideale per un neofita o per una persona che desiderasse semplicemente avere del buon fumetto a portata di mano.
Plaudo alla selezione, che ha saputo pescare fra avventure meno note al grande pubblico ma ben rappresentative del genio di Gottfredson.
Volendo trovare un difetto, sarebbe sicuramente la colorazione (in particolare, Il Mostro Bianco in questo modo perde purtroppo molto del suo fascino), ma credo anche che vada premiato e incoraggiato l'intento divulgativo.
Davvero ottimi anche gli articoli, ben scritti ed esaustivi.
Confesso che i numeri di Rota ed Asteriti, per vari motivi, mi avevano lasciato un po' l'amaro in bocca, mentre quest'ultimo è davvero eccellente e mi fa ben sperare per il futuro della testata.
Un grazie a Brambilla per la cura!

8
Testate Speciali / Il Dottor Paperus - Disney Deluxe 50
« il: Domenica 16 Feb 2025, 12:06:25 »
Recensione Il Dottor Paperus - Disney Deluxe 50


 Luciano Bottaro è stato uno dei più grandi fumettisti umoristici italiani, attivo tanto nell’ambito Disney quanto in altri filoni, spesso riguardanti personaggi da lui stesso inventati. Proprio per questo motivo, spiace constatare come, a differenza di altri suoi illustri colleghi, nonostante abbia consegnato ai lettori un patrimonio inestimabile di storie, non abbia mai goduto della considerazione che avrebbe meritato da parte del grande pubblico.

 Una mancanza di attenzioni che non riguarda comunque queste pagine, tanto è vero che proprio Bottaro è stato il destinatario del I Premio Papersera, ricevuto nel 2006, anno in cui poi ci avrebbe purtroppo lasciati. Per chi volesse conoscerlo meglio, inoltre, segnaliamo un approfondito e vivace sito internet curato dalla figlia Annabella.

 Il 2024 ha segnato però una felice inversione di tendenza: per la prima volta dai tempi dei Tesori Disney, il compianto disegnatore ha goduto di ben due volumi monografici a lui dedicati! Il primo, eccellente, curato da Davide Del Gusto per la collana Grandi Autori; il secondo, quello che ci accingiamo a commentare, confezionato invece da Alberto Brambilla.

 Questa Deluxe Edition gode di una copertina inedita meravigliosa, realizzata da Andrea Freccero. Facciamo davvero i complimenti al disegnatore per come ha interpretato questo classico, omaggiandolo con grande rispetto ma al contempo rendendolo personale e riconoscibile.

 Per l’extra-Disney, inoltre, segnaliamo l’uscita di un’interessante riproposizione della versione di Pinocchio uscita per Il Giornalino e edita da Rizzoli Lizard.

 
Il malvagio Mefistofele, graficamente molto simile a quello immaginato da Bertarelli, cerca di corrompere l’anziano Dottor Paperus[/size][/i]

 Insomma, finalmente pare che si stiano facendo dei grandi passi in avanti nella valorizzazione dell’opera bottariana. E lo si fa davvero in grande, con la riproposizione di una delle storie più apprezzate di tutti i tempi mai pubblicate su Topolino. Parliamo de Il Dottor Paperus, uscita in due puntate nel lontano 1958 sui numeri 188 e 189 del periodico e che si avvale del contributo ai testi di Carlo Chendi, sceneggiatore che intraprese un felice sodalizio con Bottaro.

 
L’ispirazione del Paperus: il Faust disegnato da Bertarelli

 Si tratta della prima volta in cui il fumettista ligure realizza una parodia disneyana, filone in cui si rivelerà uno degli autori più presenti, ed è infatti un’efficace trasposizione in chiave disneyana del Faust di Johann Wolfgang von Goethe, capolavoro della letteratura tedesca.

 Vale la pena ricordare come nel fumetto siano ravvisabili molte suggestioni derivanti dalla lettura del Faust di Federico Pedrocchi ed Enrico Bertarelli, che tanto colpì il giovane Bottaro, avido lettore del Topolino Giornale dove questa rivisitazione vide la luce a partire dal 1941. Ad esempio, la raffigurazione di Mefistofele è molto simile a quella proposta da Albertarelli anni addietro.

 Non racconteremo nel dettaglio la trama per evitare di guastare il piacere della lettura a chi la dovesse conoscere per la prima volta, ma, per approfondire, rimandiamo ad un interessante articolo di Andrea Bramini per lo Spazio Disney, che analizza nel dettaglio la complessa costruzione delle tavole della storia.

 
Magie grafiche bottariane nel sequel

 Benché non si tratti della prima volta che Il Dottor Paperus viene riproposto in volume, questa è invece la prima edizione filologicamente curata rispettando l’originale scansione a tre strisce, e il grande formato permette di apprezzare al massimo i disegni mozzafiato realizzati da Bottaro.

 Non è tutto, però: accanto al celebre fumetto, viene pubblicata anche Paperino e il seguito della storia, sequel realizzato dal solo Bottaro nel 2000. Prima di allora, i due fumetti erano stati riproposti insieme solo un’unica volta, ovvero nel mensile I Grandi Classici Disney nel 2015, grazie al lavoro del compianto Luca Boschi. In tale occasione, benché fosse lodevole l’intento divulgativo, il formato tascabile del mensile non permetteva di apprezzare appieno la cura estrema della composizione portata avanti da Bottaro. Di conseguenza, si perdeva un po’ della magnificenza del suo stile che, nel frattempo, era diventato ancora più geometrico e caratterizzato da affascinanti “deformazioni” grafiche, a lungo ricordate come uno dei marchi di fabbrica dell’autore ligure.

 
Il Dottor Paperus da Donald Story, l’album di figurine Panini curato da Bottaro nel 1983

 A corredo delle due storie ristampate, sono presenti alcuni redazionali firmati dal bravo Alberto Brambilla. La prefazione iniziale svolge egregiamente il suo compito, ma la vera chicca sono le quattro pagine poste in chiusura che, oltre ad offrire un’ottima analisi delle opere, sono ricche di ghiotto materiale iconografico, in alcuni casi addirittura riproposto per la prima volta, come le magnifiche illustrazioni dedicate a Il Dottor Paperus pubblicate in un portfolio della Galleria dell’Arco di Rapallo poco prima della dipartita dell’autore. Nonostante lo spazio riservato all’apparato critico non sia moltissimo, unica critica che si possa fare al volume, l’encomiabile competenza di Brambilla sopperisce a tale restrizione.

 Il Seguito della Storia è un’avventura piacevole, caratterizzata da un tono più scanzonato e meno solenne rispetto all’illustre predecessore, ma non per questo degna di minore attenzione. Una valida appendice di una Grande Parodia che tanto ha significato per i lettori disneyani.

 La cura editoriale fa di questo volume un prodotto di grande pregio, probabilmente uno dei migliori proposti in questo 2024 dalla Panini. Augurandoci che la valorizzazione dell’opera di Bottaro prosegua nel tempo e non sia stata solo una felice parentesi, ne consigliamo senza indugio l’acquisto a tutti gli appassionati di fumetto Disney.



Voto del recensore: 5/5
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https://www.papersera.net/wp/2025/02/16/il-dottor-paperus-disney-deluxe-50/

9
Commenti sulle storie / Paperino e il ventino fatale - Deluxe Edition
« il: Lunedì 23 Dic 2024, 17:01:16 »
Recensione Paperino e il ventino fatale - Deluxe Edition


 Sulla scia di quanto accaduto in passato con altre celebri storie dell’universo disneyano, approfittando delle celebrazioni per i 90 anni di Paperino, Panini Comics ha proposto una riedizione in formato gigante di uno dei più grandi capolavori di Carl Barks: Paperino e il ventino fatale.

 Per chi non la conoscesse e volesse saperne di più, invitiamo a leggere un nostro articolo a riguardo, inserito nel calendario dell’avvento dello scorso anno. Si tratta di una storia tra le più famose dell’universo Disney, essendo stata pubblicata moltissime volte ed è possibile reperirla nel mercato dell’usato per pochissimi euro. Ha avuto anche l’onore di un (per la verità non riuscitissimo) remake, all’epoca introdotto su Topolino da un articolo del compianto Francesco Gerbaldo, che cogliamo l’occasione di ricordare in questo terzo Natale senza di lui.

 La considerazione di cui questa storia gode presso gli appassionati è davvero enorme, equiparabile solo a pochissimi altri “colossi” dei grandi Maestri. Nel seguente pezzo non commenteremo pertanto la qualità della storia in sé, che è naturalmente indiscussa, ma ci soffermeremo invece su tutte le caratteristiche “tecniche” di questa recente riedizione.

 Il volume, numerato a mano, gode di una magnifica copertina inedita firmata da Federico Bertolucci, che viene riprodotta anche in formato più piccolo in una cartolina allegata al prodotto: un ottimo biglietto da visita.

 
Traduzioni diverse negli anni

 La storia viene riproposta in una doppia veste: a sinistra è collocata la versione originale americana in bianco e nero, a destra vi è invece una nuova versione, ricolorata proprio da Bertolucci, che nei redazionali spiega i criteri utilizzati in questa edizione. La nuova colorazione proposta ai lettori vuole essere calda e accogliente, ma senza andare a interferire eccessivamente sui disegni del Maestro dell’Oregon. E’ basata molto sul sapiente uso delle luci e di pennellate fresche. Bertolucci specifica che la storia l’aveva colpito moltissimo nella sua versione originale in bianco e nero e pertanto non è stato affatto immediato scegliere un criterio efficace per ricolorarla. Una sfida non certo semplice, che però il disegnatore toscano ha affrontato con grande maestria e competenza. A parere di chi scrive, la nuova colorazione è molto suggestiva e dimostra come una storia concepita oltre settant’anni fa possa conoscere nuova linfa anche nel 2024.

 
Lo stupendo omaggio inedito di Arild Midthun.

 Fino a qui, dunque, sembra che il volume non presenti difetti evidenti. Se riconosciamo il grande sforzo editoriale nel rielaborare un classico di questo calibro, ricordiamo però al contempo che siamo in presenza di un prodotto non economico. Per questo motivo, sarebbe lecito aspettarsi anche una quantità molto corposa di apparato critico. Non è il caso del volume in questione: in totale i redazionali ammontano a 9 pagine “scarse” (nel senso che alcune di esse sono comunque occupate per la maggior parte da disegni). Non che siano di scarsa qualità, anzi: la prefazione di Silver, dal tono leggero e basata su un aneddoto personale, è molto simpatica. In un redazionale di due pagine, Bertolucci racconta, in modo molto coinvolgente, l’importanza che la storia ha avuto per la sua formazione, oltre ai criteri già menzionati che lo hanno portato a scegliere un determinato tipo di colorazione. Seguono due pagine incentrate sui vari passaggi di lavorazione che hanno interessato quest’ultima e che mostrano anche una tavola nelle varie fasi di elaborazione. Il documento è molto interessante dal punto di vista iconografico, anche se, in fin dei conti, si tratta di un approfondimento molto tecnico, che potrebbe risultare di grande interesse solo per una “nicchia” di lettori.

 L’ultimo redazionale è decisamente il migliore di tutto il “pacchetto” ed è curato da Pier Luigi Gaspa, che si sofferma, seppur con poco spazio a disposizione, sulle varie differenze nella traduzione italiana della storia, spiegando come ogni lingua sia uno strumento dinamico in grado di riflettere i cambiamenti nella società. Premettendo che lo scrivente è uno studente di lingue, pertanto il giudizio ampiamente positivo potrebbe comunque essere condizionato da un interesse personale, rimane un notevole lavoro, e sarebbe stato interessante svilupparlo con più spazio a disposizione.

 Si chiude la carrellata con un bell’omaggio di Arild Midthun alla storia, osservabile nelle immagini a corredo di questo pezzo.

 
Le fasi della colorazione

 In conclusione, non possiamo certamente dire di trovarci davanti ad un volume confezionato male, anzi. Il difetto principale dell’operazione, a nostro parere, sta nel prezzo richiesto: ben 70 €, per un volume che sfiora a malapena le 80 pagine di foliazione. Simili cifre sono state raggiunte in passato in pochissime occasioni, tra cui ricordiamo la riedizione dell’Inferno di Topolino nel 2021. Nel caso appena citato, però, si trattava di un’operazione più unica che rara, in cui il grande sacrificio economico poteva essere compensato da un volume eccezionale sotto tutti i punti di vista. Vale la pena ricordare che, in passate occasioni, come nel caso del sopracitato Inferno di Topolino, alla versione superdeluxe ne era stata affiancata una più economica, proposta al prezzo di 25 €, lasciando quindi al lettore la possibilità di poter godere della nuova proposta senza doversi imbarcare in una spesa per molti del tutto insostenibile.

 Ci sentiamo di aggiungere che la cultura deve rimanere alla portata di tutti e non deve assolutamente diventare qualcosa riservato ad una élite. Resta naturalmente alla sensibilità e alle tasche di ognuno decidere se acquistare o meno questo volume, ma ci sentiamo di dire che il gioco non vale la candela e che è il caso di dare un segnale concreto dell’insostenibilità di operazioni come questa.



Voto del recensore: 3/5
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Testate Speciali / Re:Nuove testate e Anteprime Disney - 2024
« il: Lunedì 16 Set 2024, 20:48:35 »
Menzione d'onore per la Deluxe di Bottaro, sperando sia la fine dell'ingiustificata e incomprensibile damnatio memoriae per l'autore.
Stavolta hanno fatto proprio le cose per bene, inserendo anche Il seguito della storia.
Ora speriamo che, in tempi non troppo dilatati, possano raggiungere le edicole anche un secondo Grandi Autori a lui dedicato e/o un volumetto con il ciclo di Nocciola.

11
Il sito del Papersera / Re:20 anni di Papersera!
« il: Martedì 10 Set 2024, 19:46:21 »
Tanti auguri al Papersera!

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Commenti sugli autori / Re:Sergio Asteriti
« il: Martedì 27 Ago 2024, 16:50:09 »
Ciao Sergio, riposa in pace. Grazie per l'inestimabile patrimonio che hai lasciato su questa terra.

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Testate Speciali / Re:Grandi Autori - Discussione Generale
« il: Martedì 27 Ago 2024, 14:30:16 »
Finito di leggere il volume su Barks. Credo che si tratti di un albo davvero imprescindibile per chiunque desideri avvicinarsi all'opera dell'Uomo dei paperi. Nonostante conosca molto bene la produzione del maestro dell'Oregon, questa pubblicazione ha saputo comunque offrirmi nuovi spunti e nuove chiavi di lettura delle leggendarie storie.

La selezione proposta è davvero sopraffina, con parecchie scelte non banali e che riportano sotto i riflettori grandi capolavori assenti dalle edicole dai tempi di Uack! (parliamo ormai di dieci anni fa).
Su tutte, a mio parere, spiccano le storie dei Menehunes, della Pietra filosofale e del Vascello fantasma, ma si va a gusto personale.
I redazionali a corredo sono eccellenti e rilflettono un'encomiabile conoscenza della materia barksiana da parte del curatore.
Si tratta sicuramente di un albo che si distingue in positivo nella fitta schiera di monografie dedicate all'autore.

Un sincero ringraziamento a Marco Travaglini per il competente lavoro svolto e per aver saputo mantenere altissima la qualità della testata e , ultimo ma non meno importante, un grosso in bocca al lupo a Davide Del Gusto, che confidiamo di poter rileggere presto, su questo o altri lidi.

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Recensione Thriller Collection 6 - Macchia Nera Genio dell’impossibile




 Il nuovo numero della Thriller Collection si pone in piena continuità con il precedente e prosegue la ristampa delle storie che Casty, prima dell’avvio della fortunata saga di Darkenblot, realizza per ridare dignità al suggestivo personaggio di Macchia Nera, purtroppo ridicolizzato e ridotto a semplice “macchietta” mentre lo sceneggiatore friulano sbarca sulle pagine di Topolino. Come abbiamo ricordato nella recensione del volume precedente, tutto ciò avvenne a causa di una serie di storie dal taglio molto infantile e che fecero perdere all’antagonista gottfredsoniano la sua aura da vero malvagio.

 Il presente numero antologizza quattro storie realizzate fra il 2005 e il 2009 e che vedono all’opera disegnatori differenti, oltre che lo stesso Casty.

 Topolino e il duplicatrone parte da uno spunto forse non particolarmente originale, ovvero l’idea del “doppio”, che spesso è stata fonte di ispirazione tanto nella letteratura quanto nel cinema. Casty riesce però a “farla sua” e a rendere personale e riconoscibile l’ossatura della storia. Infatti, il macchinario inventato da Macchia Nera, in maniera inedita, permette di realizzare innumerevoli sosia di una persona e non solamente uno.

 La soluzione del mistero non è assolutamente di facile intuizione e la vicenda costituisce l’ennesimo esempio della grande capacità di Casty di coinvolgere il lettore e di stemperare la tensione attraverso una serie di riuscitissime gag, che ben si prestano al tema del “doppio”. A Roberto Vian il compito di illustrare la sceneggiatura. Non è risultato forse l’interprete più indicato per valorizzare l’opera di Casty, ma in questo caso realizza un discreto lavoro e, a parere di chi scrive, risultano ben riuscite soprattutto le ambientazioni boschive.

 
Suggestive ambientazioni rurali raffigurate da Roberto Vian

 La più breve Topolino e il caso sottilissimo, realizzata in tandem con Lorenzo Pastrovicchio, è configurata come un “racconto nel racconto”. Infatti, è Topolino a offrirne un rendiconto al curioso Gancetto e, grazie a questo espediente, la spannung arriva prima del previsto. Anche in questo caso, Macchia Nera si dimostra davvero spietato ed è sicuramente ritornato il genio del male delle strisce gottfredsoniane.

 Casty raccoglie con entusiasmo il limite imposto dal numero di tavole commissionato e dimostra di essere perfettamente in grado di condensare trame epiche anche con un esiguo spazio a disposizione. Sicuramente sarebbe stato più piacevole poter godere di un’avventura più lunga, ma il risultato finale è ugualmente di altissimo livello.

 
Lo spietato dominatore delle nuvole raffigurato da un Cavazzano in stato di grazia

 Si arriva poi a una delle storie più apprezzate di Casty e probabilmente il miglior lavoro che realizza con Macchia Nera, almeno prima di Darkenblot, oltre che risultare anche un “proto-kolossal”. Topolino e il dominatore delle nuvole, disegnata da Giorgio Cavazzano, è una storia geniale che non ha certo bisogno di presentazioni. Lo conferma infatti anche l’elevato numero di ristampe di cui ha goduto, l’ultima molto recente, nel secondo volume della collana Grandi Maestri, dedicato proprio all’arte del disegnatore veneziano.

 Un’interessante curiosità che possiamo apprendere nell’intervista finale è che, inizialmente, Cavazzano aveva pensato di raffigurare l’ectoplasma con le fattezze di Macchia Nera con le dita adunche, ma venne deciso di togliere un po’ di pathos alla scena per evitare che risultasse di impatto troppo forte per i lettori più giovani. Una scelta coerente con la politica di Topolino nel 2006, ma che avrebbe sicuramente conferito ulteriore ferocia al personaggio di Macchia Nera.

 Si chiude con Topolino e l’incubo orbitale, disegnata dallo stesso Casty e che, una volta di più, arriva a dimostrare come l’antagonista in questione riuscisse a valersi di mezzi sovrumani per raggiungere le sue bieche ambizioni. Nonostante non sia sia ammantata di un’aura leggendaria come la precedente avventura, anche qui il personaggio è ottimamente caratterizzato e gli ottimi disegni dello stesso Casty aiutano a far ingranare l’interessante vicenda.

 
Topolino si rapporta con Cassandra Dot, singolare coprotagonista dell’Incubo Orbitale

  Possiamo dunque affermare che, dopo questa succosa carrellata di storie, il Macchia Nera castyano fosse ormai molto ben rodato e pronto per intraprendere l’avventura di Darkenblot.

 L’apparato redazionale a corredo è davvero pregevole e interessante: in questo numero, oltre a due gradevoli pagine introduttive, troviamo una corposa intervista a Casty di otto pagine, ricca di aneddoti inediti, e un prezioso portfolio contente bellissime illustrazioni.

 La pubblicazione della serie dedicata al primo Macchia Nera castyano si è dunque conclusa felicemente, soprattutto grazie all’encomiabile cura editoriale che continua a fare della Thriller Collection un prodotto di pregio, davvero imperdibile per chiunque abbia un minimo di interesse per il fumetto Disney.

 Editore: Panini Comics Autori: Casty Uscita: 23/05/2024 Pagine: 176 Formato: Cartonato 18×24 Prezzo: €18,00 ISBN: 977278576400240006

 VOTO DEL RECENSORE: 4/5



Voto del recensore: 4/5
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Testate Speciali / Grandi autori 103 - Guido Martina
« il: Giovedì 11 Lug 2024, 08:48:28 »
Recensione Grandi autori 103 - Guido Martina




 Ogni appassionato Disney conosce la grande importanza di Guido Martina per l’affermazione del fumetto Disney in Italia. Lo sceneggiatore piemontese, soprannominato “Il Professore”, ha rappresentato una vera e propria stella polare nell’assestamento di questo universo narrativo dopo la fine della II Guerra Mondiale, ed è in gran parte merito suo se Topolino è diventato parte integrante del nostro folklore.

 Per tutti questi motivi, non possiamo che essere felici di godere di un nuovo volume monografico dedicato alla sua sterminata produzione che, ricordiamoci, non è limitata alle sole storie a fumetti, ma anche ad altri progetti mondadoriani che coinvolgevano i personaggi Disney. Inoltre, con questa uscita Grandi Autori festeggia un anno di permanenza nelle edicole ed è un piacere constatare come la linea editoriale tracciata da Davide Del Gusto continui a seguire felicemente la direzione che si era prefissata.

 Per rappresentare la produzione martiniana, il curatore seleziona cinque storie che, per vari motivi, rappresentano “tappe” significative della sua carriera e del suo modo di intendere il fumetto Disney.

 
Il Paperone “cattivo” di Martina, purtroppo censurato. Il testo originale era: “Dannato imbroglione! Cima Fosca mi appartiene da epoca immemorabile!”

 Si comincia con una coppia di avventure selezionate da due numeri consecutivi di Topolino, il 203 e il 204, pubblicati nel 1959. Topolino contro Joe Pantera e Paperino conquista le montagne nere sono essenziali per comprendere pienamente l’interpretazione martiniana dei personaggi Disney che, per molti decenni, è stata seguita fedelmente dalle nuove generazioni di autori.

 Nella prima storia incontriamo il Topolino detective alle prese con un mistero particolarmente spinoso che, grazie alla sua intelligenza fuori dal comune e alle sue encomiabili doti deduttive, riuscirà a risolvere. La storia riesce a intrattenere bene, anche grazie agli aggraziati disegni di Giovan Battista Carpi (il cui sodalizio con il Professore ha dato vita a “pezzi da novanta” del fumetto Disney).

 L’avventura successiva viene invece illustrata dal talentuoso Giulio Chierchini, qui già artisticamente maturo, a dispetto della giovane età, ed è l’esempio perfetto della “commedia dell’arte” papera nata in terra nostrana. Si fa notare soprattutto la caratterizzazione di Paperone, qui particolarmente arcigno e “cattivo”. Inoltre, la narrazione inizia in medias res ed è un ulteriore conferma della capacità di Martina di coinvolgere il lettore. 

 
In questa magnifica quadrupla, Scarpa raffigura i principali personaggi provenienti dai classici Disney con cui Paperino interagisce nel corso della storia

 A prescindere dal fatto che l’intepretazione martiniana dei personaggi di casa Disney a volte sia stata snaturata fino all’eccesso, le due avventure scelte per aprire il volume sono entrambe molto godibili. Inoltre, va ricordato che non appaiono nelle edicole ormai da diversi anni (si pensi che l’ultima ristampa di Joe Pantera risale addirittura al 2004).

 Il fatto che siano state selezionate fa capire dunque come dietro Grandi Autori ci sia anche la volontà di far riscoprire perle semi-dimenticate dei Maestri presi in esame.

 Si prosegue con quella che è forse la storia migliore del volume, ovvero la  deliziosa “grande parodia” Paperin Fracassa, disegnata da Romano Scarpa e ripassata a china da un esordiente Giorgio Cavazzano. Dato che, quasi vent’anni prima, era stato proprio Martina a creare questo importante filone narrativo con l’Inferno di Topolino, in un volume incentrato su di lui non sarebbe potuta mancare una storia di questo genere. E che storia! Paperin Fracassa, liberamente ispirata al romanzo Capitan Fracassa di Théophile Gautier, è l’ennesimo colpo di genio di Martina, che fa interagire Paperino con molti personaggi dei classici d’animazione disneyani, tra cui Pinocchio e Biancaneve e I Sette Nani.

 Si tratta di una parodia pienamente riuscita, dall’intreccio costruito in modo magistrale e densa di trovate geniali. C’è molta comicità, ma a brillare è soprattutto la caratterizzazione di Paperino: non più uno sfortunato vessato da Zio Paperone, ma un vero e proprio eroe. Aggiungiamoci Scarpa alle matite e direi che non ci manca altro. Per lo scrivente, si tratta di uno dei più grandi capolavori di Martina e vale da solo l’acquisto del numero.

 
Topolino e Pippo atterrano in una Pisa medievale durante il loro singolare viaggio nel tempo

 Ci proiettiamo poi verso la fine degli anni ‘70 con Zio Paperone e i 5 milioni di…?, nella quale troviamo un Giorgio Cavazzano stavolta disegnatore autonomo e già affermato da tempo. Nonostante la distanza che la separa dalle Montagne Nere, la caratterizzazione dei personaggi non è troppo dissimile. Al netto delle ottime matite, a fine lettura lascia forse un po’ di amaro in bocca. Certamente, si tratta di un soggetto molto godibile, ma forse non di un Martina al picco della creatività.

 In coda al numero viene proposta un’altra storia in due tempi, disegnata da Massimo De Vita. Topolino e l’inventore degli alberi (che finalmente ripropone due tavole che dal 2001 venivano continuamente tagliate per motivi di spazio) è una “carrellata” nella storia che, oltre a dimostrare la grande precisione didattica di Martina, ricorda al lettore come, purtroppo, tutte le epoche passate siano state lo scenario di guerre e conflitti. Nonostante il messaggio finale catastrofico e che dovrebbe aiutare a riflettere anche noi lettori di oggi (aggiungiamo infatti che, nonostante sia una storia concepita oltre quarant’anni fa, la guerra e le invasioni illegali sono disgraziatamente ancora presenti nel mondo), si tratta di un ottimo espediente per trattare un tema molto serio in chiave umoristica. E’ anche molto piacevole vedere come sono state raffigurate le varie epoche storiche in chiave disneyana.

 
Caricatura di Guido Martina realizzata da Carlo Limido

 Dunque, crediamo che Del Gusto abbia centrato il colpo ancora una volta. Grazie alla presente selezione, sono ricomparse nelle edicole molte avventure rappresentative del “Professore” disneyano per eccellenza, alcune delle quali veramente meritevoli. Come di consueto, il vero fiore all’occhiello è il ricco apparato redazionale, preciso ma mai pesante da leggere e interessante sia per i nuovi appassionati, sia per i veterani.

 Merita un cenno, purtroppo, anche il problema relativo alle censure, che ha sempre interessato le storie “politicamente scorrette” di Martina. Come era lecito aspettarsi, in questo volume ce ne sono infatti parecchie (e che potete trovare in questo topic). Capiamo le difficoltà nel proporre storie decensurate al giorno d’oggi, oltre al necessario problema pratico di risalire agli impianti originali ma, leggendo un autore come Martina, questi rimaneggiamenti purtroppo si fanno notare e non possono non influire sulla valutazione finale, che sfiora comunque l’eccellenza.



Voto del recensore: 4.5/5
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