Uno stimato docente universitario, uomo molto colto e convintamente ateo, quando muore si trova inaspettatamente davanti a un bivio e deve scegliere se andare in Paradiso o all'Inferno.
Poiché ha sempre vissuto da ateo e non ci aveva mai creduto, per coerenza si rassegna ad andare all'Inferno e, anche se niente lo costringe, s'incammina per quella strada.
Quando arriva, però, si trova in una sala molto accogliente e ben arredata.
Gli viene incontro uno strano omino, il professore non sa dire se sia un angelo o un diavolo e si spaventa, ma quello l'accoglie con garbo:"Oh, buongiorno, professore. Che onore vederla qui. Benvenuto, si accomodi. Posso offrirle qualcosa da bere?"
Il professore è stupito da quell'accoglienza e si dice:"Vabbè, già dovrò passare l'eternità all'Inferno... Almeno facciamoci offrire da bere"
Così accetta. L'omino poi lo invita a seguirlo e vanno a sedersi in un bellissimo dehor, con un giardino curato e molto raffinato.
Il professore è sempre più incredulo.
"Prego, professore, si sieda. Ah, io ho letto i suoi libri, sa. La ammiro molto"
L'omino è molto affabile, sembra tutto troppo bello.
Ma da dietro la siepe che circonda il giardono, il professore sente delle grida.
Facendo finta di niente, si sporge un poco ed ecco che vede un vero Inferno dantesco, con cascate di lava, dannati bruciati nel fuoco e frustati da diavoli mostruosi.
A quella visione terrificante, al pover'uomo viene un groppo in gola e per poco non cade dalla sedia.
Allora l'omino lo rassicura:"Oh, non ci badate. Quello è l'inferno dei cattolici: a loro piace così"