Mio padre leggeva fumetti, da ragazzo, ma non li collezionava. Anzi, ha sempre detestato l'accumulo di carta. Parliamo di Zagor, Blek e del Topo. (C'erano questi sparuti Topolini/Classici/Paperini Mesi/Meghi Duemili a casa di una zia che poteva aver comprato solo lui*).
Inizialmente, foraggiava le mie letture e si leggeva i numeri dopo di me.
Poi, pian piano, cominciò a pentirsene, vedendomi diventare un nerd, e ad osteggiare l'idea di un figlio devoto ai fumetti.
A 14 anni, mi vietò espressamente di leggere i Disney. Per un anno e mezzo proseguii di nascosto, con ansiogeni giri per non essere beccato all'edicola o col Topo nello zaino. Era il Topo di Muci. Io mostravo fedeltà e venivo ripagato con "Topan il barbaro e il barbaro al rabarbaro". Alla fine, mollai, tra scene strazianti che si svolgevano nel mio cervello.
Coi Bonelli si ripeté il canovaccio. Inizialmente mi fu dato nulla osta, dopo qualche anno divennero odiati. Quando tornai dal mercatino mensile con due buste strapiene dei primi 40 Nathan Never (e voi immaginatevi questo diciottenne idiota che si fa dieci chilometri a piedi nella roccaforte del berlusconismo con due bustone di fumetti) si infuriò e pensai seriamente che li avrebbe incendiati all'istante.
(Fortunatamente no)
*L'unico altro "parente" che abbia mai letto fumetti, e in particolare Disney, è stato il primo fidanzato di una cugina (addirittura mi comprò un paio di albi), ma frequentò la famiglia solo per un paio d'anni.